Antonio Livi
l'eresia al potere.
Intervento di mons. Antonio Livi,
segnalato da Sandro Magister
il 2 gennaio 2018
su Settimo Cielo, intorno al libro
di Enrico Maria Radaelli
AL CUORE DI RATZINGER.
AL CUORE DEL MONDO.
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piero vassallo
recensisce
« la chiesa ribaltata ».
Recensione pubblicata su
« Riscossa cristiana »
il 7 settembre 2014.
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Frà Alexis Bugnolo’s Review
DOGMA’S
– TERRIBLE OR RADIANT ? –
TOMORROW.
The original review is published in
« From Rome. An international
venue for catholic thought »
(Traduzione italiana a pagina 2) |
Sandro Magister,
« www.chiesa.espressonline.it
»,
28 aprile 2007
“la civiltÀ cattolica”
rompe
il silenzio.
su romano amerio.
“Amerio fu punito con l’ostracismo.
Ma ora si scopre che la sua tesi centrale è la stessa di Benedetto XVI”.
English version - En
Français - En Español
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Convegno su Romano Amerio
ad Ancona il 9 novembre 2007,
promosso dal Centro Studi Oriente Occidente nel decennale della morte.
I cOMMENTI
DI sANDRO mAGISTER,
DE « l’oSSERVATORE rOMANO »
E DE « iL fOGLIO ».
(10 novembre 2007)
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Sandro Magister,
« www.chiesa.espressonline.it »,
6 giugno 2011
SOLO LA BELLEZZA CI SALVERÀ.
Recensione a “La bellezza che ci salva”.
English version - En
Français - En Español
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Sandro Magister,
« www.chiesa.espressonline.it
»,
15 aprile 2003
ECUMENISMO ULTIMA ERESIA.
“Un cattolico tradizionalista accusa.
E l’accusa colpisce anche il Papa”.
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La prima recensione
di un libro di E. M. Radaelli
su « Civiltà Cattolica »:
(n.3772, 17 marzo 2007, pp. 622-23).
RECENSIONE DI:
“ROMANO AMERIO.
DELLA VERITÀ E DELL’AMORE”.
“Amerio fu punito con l’ostracismo.
Ma ora si scopre che la sua tesi centrale è la stessa di Benedetto XVI”.
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Renzo Lavatori, « Divinitas »,
anno XLVI, n. 3, dic. 2003.
RECENSIONE SU « DIVINITAS
»
de “Il mistero della sinagoga bendata”.
di Enrico Maria Radaelli.
(Con due brevi postille dell’Autore)
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Antonio Livi, « Filosofia oggi »
n 27 (115-118), gennaio-marzo 2004
antonio livi: RECENSIONE DI
“Il mistero della sinagoga bendata”.
di Enrico Maria Radaelli.
English version
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Renzo Lavatori, « Divinitas »,
anno LI, n. 1, gen. 2008:
RECENSIONE SU « DIVINITAS »
di “ingresso alla bellezza”.
di Enrico Maria Radaelli.
(Con breve commento dell’Autore) |
Ennio Innocenti, « Presenza divina »
anno X, n. 122, settembre 2003
ATTUALITÀ DEL CONFRONTO
FRA CAIFA E GESÙ.
Perplessità dell'esegesi dell'area cattolica.
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« Corrispondenza Romana »
n. 819/05 e 06 (2 agosto 2003).
DISCUSSIONI SUL RAPPORTO TRA CHIESA
ED EBREI
e DIALOGO INTERRELIGIOSO: POLEMICHE.
(su Il Mistero della Sinagoga bendata.) |
Curzio Nitoglia, « Sodalitium »
n. 56, anno XIX, n. 2, sett. 2003
RECENSIONE su « sodalitium »
de “Il mistero della sinagoga bendata”.
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Obiezioni di un sacerdote
(a proposito de
Il Mistero della Sinagoga bendata)
trE ObieZIONI teologiche
al libro« il mistero della
sinagoga bendata ».
Con risposta dell’Autore.
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« Aquinas »
RECENSIONE
DI “ingresso alla bellezza”.
di Donatella Bianchi |
« 30Giorni », n. 4, aprile 2008.
RECENSIONE DI:
“ROMANO AMERIO.
DELLA VERITÀ E DELL’AMORE”.
di Walter Montini
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« ADISTA »
n. 23, 22 marzo 2003 TEOLOGO OPUS DEI E AVVENIRE
PUBBLICIZZANO LIBRO
CONTRO IL PAPA E IL CONCILIO.
Segue
ReplicA
DELL'AUTORE. |
« Il Sole/24Ore »
n. 66, 7 marzo 2004, p. 28 INTELLETTUALI E
FASCISMO:
COLPA DI CROCE? |
Introduzione su Internet
INTRODUCTION AT THE MYSTERY OF THE BLIND-FOLLED
SYNAGOGUE.
del Prof. Corrado Trinci
Traduzione italiana.
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Enrico Maria Radaelli
AD SILENTIUM PASTORUM. Perché sia rotto il silenzio
dei Pastori intorno al libro
Il Mistero della Sinagoga bendata. |
Il Mistero della Siangoga bendata
LES FAUX MONOTHÉISMES. Rédacteur: Yves Chiron,
sur « Aletheia » n. 57, Ve année,
9 mais 2004, p. 4. |
« Corrispondenza Romana »
n. 940/06 (1 aprile 2006).
RECENSIONE DI:
“ROMANO AMERIO.
DELLA VERITÀ E DELL’AMORE”.
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Ennio Innocenti, « Scrittori italiani »
anno I, n. 2, settembre 2003 ESEGESI
E TEOLOGIA CATTOLICHE:
LE TESI DI RADAELLI.
(a proposito de
Il Mistero della Sinagoga bendata.) |
« Inter Multiplices Una Vox »
RECENSIONE SU
« INTER MULTIPLICES UNA VOX »
de “il mistero della sinagoga bendata”.
Foglio d’informazione per la
Tradizione Cattolica, anno V, n. 1, aprile 2004. (« www.unavox.it ») |
Antonio Livi,
« Background Information »
anno III, n. 1-3, gen.-giug. 2003
IDEOLOGIE
E RELIGIONE.
Un libro di Radaelli
e qualche polemica. |
« Corrispondenza Romana »
1019/07, 1 dicembre 2007).
RECENSIONE
DI:
“ingresso alla bellezza.
fondamenti a un’estetica trinitaria”. |
« Il Foglio », 14 giugno 2008, p. X.
RECENSIONE DI:
“ingresso alla bellezza.
fondamenti a un’estetica trinitaria”.
Marco Burini
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Sandro Magister annuncia:
il capolavoro di romano
amerio torna in libreria.
lo ristampa lindau.
Su « Settimo Cielo », di Sandro Magister
12 marzo 2009. |
Brunero Gherardini:
RECENSIONE
DI:
“La bellezza che ci salva”.
anno LIV, n. 3 - 2011
pp. 370-72.
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Vincenzo Sardelli:
RECENSIONE
DI:
“ingresso alla bellezza.
fondamenti a un’estetica trinitaria”.
Su « Studi Cattolici », aprile 2009
pp. 317-8. |
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INTRODUZIONE.
Sulle
anfore, sui crateri e sugli oinochòe greci sono spesso raffigurati dei giovani atleti intenti alle loro magnifiche
gesta. Infatti i giovani Lacedemoni e i giovani Ateniesi si addestravano negli esercizi fisici, nelle gare e nella lotta liberandosi
delle vesti, a corpo nudo, gymnos, sia per essere sciolti e freschi nei movimenti, sia per esaltare l’atleticità
dei corpi. E il luogo dove si compivano gli eroici sforzi e le grandi prodezze, e si inseguivano le alate vittorie, veniva chiamato gymnasiòn, il latino gymnasium, perché costì il cittadino, per svolgere le attività
atletiche, deponeva le vesti e sceglieva gli attrezzzi con cui avrebbe misurato le forze della natura e gli avversari.
Succede spesso che le realtà
che cadono sotto i nostri sensi, per quanto vere e concretamente indubitabili, siano anche alba figura di cose ben più
vere, più meridiane e in maggior misura vere. Sicché, come per i giovani Greci il gymnasium, vi è
un luogo per tutti e tutti gli uomini dove la verità depone le vesti delle passioni, i mantelli dell’Io soggettivo,
i calzari delle intenzioni aprioristiche, e a volte lascia a terra persino la tunichella delle più velate preoccupazioni
per misurarsi nelle gare che la attendono senza impacci e impedimenti, e mostrarsi vittoriosa nella sua più nuda e sfavillante
purità.
Questo luogo elevato dello
spirito è propriamente il sillogismo: sotto il sole che fa luce alle cose, l’uomo nel sillogismo si sveste di ogni
soggettività e saggia la propria ragione.
Misura le forze dell’intuizione
con il giavellotto: più lontano trafigge la terra, più lungimirante e formidabile è l’intuizione.
Saggia l’acutezza
della mente con il dardo incoccato nell’arco: centrando il lontano bersaglio giunge a individuare il punto specifico essenziale
sui piani dei generi e i cerchi restringenti delle specie.
Prova la forza del ragionamento
con i pesi: se i due primi princìpi dell’essere si reggono sulle possenti gambe dell’è e del non-è, e i tricipiti delle due premesse e della conclusio innalzano il ragionamento sopra tutte le falsità,
ecco raggiunto il trofeo della verità.
Collauda l’ampiezza
universale della tesi con il dècathlon: se la potenza dell’enunciato regge le dieci conseguenze più
ultime, e le scioglie, ecco che la verità si impone vittoriosa e splendida sul mondo.
Sono molte le specialità
di atletica in cui la ragione si cimenta nel sillogismo. E certamente la tenzone si fa strenua quando l’atleta deve misurarsi
con i rivali. Ecco che allora nel gymnasium le gare portano a misurare la forza veritativa degli asserti scuola contro
scuola, città contro città, bandiere contro bandiere, perché anche i più teoretici e forti ragionamenti
non sempre e non da tutti vengono colti nella fragranza della loro inoppugnabilità, ma vengono discussi ora su un punto,
ora su un altro, ora sotto un aspetto e ora sotto un altro, secondo i timori e le convinzioni spesso passionali degli uomini,
che troppo spesso non riescono a riconoscere alla verità la forza intrinseca del suo essere verità, ma la piegano
e soggiacciono a forze tutte ad essa straniere.
Recensioni, obiezioni,
stroncature, critiche, apprezzamenti, richieste di approfondimenti, di specificazione, sono tutte cose che spingono i filosofi
a misurarsi nell’agone, forse anche ricominciando tutto dall’inizio, magari anche mettendo ancora tutto sulla dubitativa.
E davvero tutto sarebbe
dubitativo, nel gymnasium, se sopra il luogo teoretico del sillogismo dove la verità ha da rifulgere nella sua perfetta
e statuaria nudezza vi fosse solo un pesante e oscuro grigiore: foschia intorno al giavellotto che dovrebbe mostrare la lungimiranza
dell’intuizione, caligine sul punto nero del centro del bersaglio che così non mostra la trafittura acuta della mente
sulla cognizione, tenebra sulla misura che dice quali conseguenze sono state soppesate dalla ragione, oscurità sulle dieci
fatiche che hanno vagliato l’universalità delle proposizioni.
Ma sopra il gymnasium non vi è buio, ma luce netta come data da buccina, e luce che viene dall’alto, da un sole fuori del gymnasium,
al cui splendore tutto si avvera. Dunque sopra il sillogismo del ragionamento si vede bene ciò che succede: si vede se
i ragionamenti obiettori sono teoretici o pratici, ovvero filosofici o politici, metafisici e scientifici o piegati a estranee
esigenze. L’agone si dà, e l’agone si deve dare, ma alla luce del sole azimutale cui niente è nascosto
e da cui ogni ombra di passione fugge e si annienta.
Basterebbe il sole per
fugare ogni dubbio in ogni ombra, ma il sole si fa ancora più presente alle incertezze degli atleti e degli spettatori,
mostrando con il canto degli uccelli dell’aria quanto esso riscaldi, con i fili d’erba dei prati quanto ravviva, con
i fiori e i frutti dai rami quanto esso animi e inturgidisca tutte le cose. Filosofi e cittadini, ricercatori e semplici vengono
dunque rassicurati dalla certezza irrefragabile della verità che si mostra nella realtà e nel sillogismo, e nel
legame tra realtà e sillogismo, non solo dalla prepotente luce divina che splende su ogni cosa, ma dalle prove della sua
sorridente presenza date dai miracoli e dagli insegnamenti contenuti nelle sacre Scritture e nella Tradizione del santo Magistero.
Infatti il gymnasium non si conclude per sollazzo terrestre, ma è scala e prova decisiva per giungere al Trofeo che attende gli atleti vittoriosi
e i retti spettatori nella verità dei cieli.
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(Pagina protetta dai diritti editoriali.)
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