All  Attacco!

Cristo vince.

Dispersa. Devastata. Quasi suicida.
Questa è oggi la Civiltà Occidentale.
A meno che non torni a Dio.
E a Dio non torni, prima ancora,
la Sua Chiesa.

L'ultimo libro di Enrico Maria Radaelli.

 



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Informazioni per l'Acquisto

All’attacco! Cristo vince – 136 pagine in pro manuscripto, Edizioni Aurea Domus, Milano 2019, copie numerate a mano, formato in 8°-gr – è disponibile nelle librerie Àncora (Milano e Roma), Coletti (Roma), Hoepli (Milano) e S. Paolo (Milano), oppure può essere direttamente all'Autore.

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La Civiltà Occidentale è in crisi, drammaticamente vicina al suicidio morale e materiale. Lo è perché in primo luogo è in profonda crisi religiosa.

La sua crisi nasce infatti dalla Chiesa, che da più di cinquant’anni ha abbandonato e distorto il proprio annuncio di Dio, velando persino a se stessa quella che Radaelli chiama la sua Grande Fuga dalla realtà: in verità, una “fuga” dal Dogma.

L’unica cosa da fare è serrare di nuovo l’Anticristo nel Katéchon del Dogma, attraverso uno straordinario pronunciamento ex cathedræ sollecitato a questo Papa “quasi eretico” da tutti noi che in Cristo amiamo la verità e la vita, la Sua verità e la Sua vita.

Come chiaramente illustra Radaelli in All'attacco, è proprio l’“Ordalia”, o “Giudizio dottrinale di Dio” sull’ereticità di una dottrina, la formidabile arma con cui la Chiesa deve contrattaccare difendendosi dal falso ideologico in cui è precipitata, così da riportare se stessa e la civiltà – il suo gregge –, allo splendore che la somma Gloria di Dio merita ricevere da lei e da tutto il suo gregge: splendore di senso, di moralità, di vita eterna.

Dalla quarta di copertina

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Una Video-Recensione

Presentato da Cooperatores Veritatis

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Sinossi del Libro

Come far tornare splendida e santa
la nostra Chiesa.

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Cosa sta succedendo nella Chiesa? E, tutto ciò che sta succedendo, dipende, come si vuol credere, solo da Papa Francesco? E, per finire, quello che poi sta succedendo nella società: tutte le più invasive immoralità, le più innominabili pretese, la corruzione inverosimile, la litigiosità a tutti i livelli, la perdita di senso in ogni ambito, di onestà intellettuale, di senso del diritto, e mille altre cose così, da cosa mai dipende?

C’è una connessione, magari, tra i due cataclismi?

Tra gli analisti che anche di recente hanno cercato di definire la situazione e darvi una risposta convincente, direi che solo Sergio Belardinelli riesce a schierare come si conviene le problematiche in campo, e lo fa nel saggio La Chiesa cattolica e l’Europa, editato da Il Mulino, Bologna 2019, in compartecipazione con lo studio di Angelo Panebianco, All’alba di un nuovo mondo.

La sua analisi si accosta più di altre alla realtà, perché, al contrario di Panebianco, o di Luca Diotallevi (Il paradosso di Papa Francesco, Rubettino), o di Pietro De Marco (Appunti su una Chiesa in crisi d’identità, Il Foglio, 14-11-19), Belardinelli tiene conto anche del fattore squisitamente spirituale della fede, tiene conto cioè, anche in un’analisi sociologica, delle vicissitudini religiose di un popolo, della presenza di Dio come realtà viva, il che, per uno studioso di sociologia, è ben raro.

Le pagine di All’attacco! non sono strettamente sociologia, ma gnoseologia “estetica”, però vi si proiettano, come spesso avviene tra ambiti scientifici limitrofi, e provano a fare anche qualcosa di più, e non solo perché si possono avvalere di soggetti sociologici che maestri come Niklas Luhmann, Leo Strauss, Max Weber eccetera non inseriscono nei loro orizzonti storicisti, ma anche perché Colui che andrebbe riconosciuto di gran lunga il soggetto principe, il Belardinelli lo pone nella posizione determinante che nessun altro soggetto può mai pretendere.

I protagonisti della vita del mondo, infatti, sono quattro, ossia non sono solo Chiesa e mondo, o, come direbbe lo Strauss, “Gerusalemme e Atene”, o “Papa e Imperatore”, ma: Dio, satana, Chiesa e mondo, il che significa, per ‘Dio’: Realtà/Verità/Amore; per ‘satana’: vanità/falsità/odio; per ‘Chiesa’: Spirito e per ‘mondo’, infine: carne.

E, essendo proprio ‘Dio’ il soggetto da cui tutto dipende, compresi gli altri tre ora visti, è Lui il soggetto sulla cui scala, volere, disegno e parola va riferito, anche considerando la libertà da Lui stesso posta a servizio di tutti gli attori in scena e senza dei quali non ci sarebbe storia.

Infatti il vero intrigo sociologico della Storia nasce proprio da qui, da questa messa in discussione della preminenza di uno dei quattro soggetti sugli altri tre, vuoi che essa sia quella dovuta, cioè Dio, vuoi che sia invece una qualsiasi delle altre tre, due delle quali, malgrado non abbiano la minima possibilità di prevaricare il loro Creatore – satana e mondo –, da sempre vi provano, ma la loro sconfitta è scontata.

Allora la domanda da farsi è: nella folle lotta mossa per invidia da satana al suo Creatore, Signore e Dio, sarà il mondo/carne a cadere nella Chiesa/Spirito o sarà la Chiesa/Spirito a cadere nel mondo/carne?

Inoltre, un serio studioso di sociologia delle religioni non può non tener conto che, come da sottotitolo del mio saggio, Cristo vince, ovvero che non è per nulla scientifico non considerare che la religione vera, come, in generale, la realtà, è una sola, è la cattolica, e che ogni altra nozione va considerata dal sociologo per ciò che è: frutto di elaborazioni umane, spesso suggerimenti più o meno demoniaci, esse sì tutte soggiacenti anche a standard riconducibili al plesso storico-naturale.

La sociologia, come ogni scienza, non può non avere a fondamento la realtà, ossia la verità delle cose, compresa la percezione che genti, popoli e insiemi sociali possono avere di essa verità, la sua distorsione, o affabulazione, o mitizzazione, e ogni altro analogo processo, ma sempre a partire dalla verità oggettiva e sacrosanta della realtà. E la realtà ci evidenzia che il Signore è risorto, sicché la ss. Trinità è vera e ogni altra nozione religiosa è pura fantasia.

La Civiltà Occidentale è oggi nel pieno di un cataclisma che ha tutte le proprietà e dimensioni dei grandi rivolgimenti della Storia, quelli dopo i quali niente è più come prima. Quali rivolgimenti? Eccoli.

Primo rivolgimento: la Chiesa non parla più al mondo. E questo è già un fatto grave.

Secondo rivolgimento: il mondo non se ne dispiace affatto: sta auto-annientandosi, si sta suicidando (e non è una metafora), ed è felice così. Due fatti gravi, uno più dell’altro.

Bene, ce n’è un terzo, di rivolgimento, ed è il più grave di tutti: perché non solo la Chiesa non parla più al mondo, ma non parla più neppure a Dio. Perlomeno: non nel modo dovuto, non nel modo da Lui insegnato, richiesto, preteso. È da cinquantasette anni che la Chiesa si è ritirata sia dal mondo che da Dio.

Perché la Chiesa sta fuggendo. È da cinquantasette anni che sta fuggendo. È una lunga e lenta fuga dalle proprie responsabilità. Una lunga e lenta fuga, più esattamente, dalla realtà.

E il mondo, la civiltà, quella civiltà che noi chiamiamo “Occidentale”, ma che è simpliciter la Civiltà come la vuole Dio, fondata sui præambula fidei greci e sulla Rivelazione di Gesù Cristo nostro Signore, ossia su Atene e Gerusalemme, quella civiltà chiamata da Dio all’alto incarico di realizzare Gesù Cristo in se stessa, poi di insegnare e propagare ciò che ha appreso e realizzato, ecco: questa civiltà su cui pesa tanta potente e anche molto spirituale responsabilità, sta fuggendo anch’essa.

Le pagine di All’attacco! si propongono di inquadrare la situazione nel momento storico e nelle emersioni teologiche, ideologiche e filosofiche più significative già analizzate e studiate in profondità nei miei precedenti lavori, specie in La bellezza che ci salva, in Il domani – terribile o radioso? – del Dogma, in La Chiesa ribaltata e in Street Theology. Una vera e propria tetralogia, questa, dove son poste la basi più adeguate e gli sviluppi più realistici per delineare, e qui ora concludere, l’unico percorso possibile per poter ricostruire la Civiltà Occidentale.

Essa va ricostruita, e va ricostruita perché è unica, e la sua unicità è dovuta a un preciso, evidente e straordinario disegno di Dio, e prima ancora va fatta un’opera di ricostruzione della Chiesa, la cui realtà umana, storica e sociale, sulle orme di sant’Ambrogio, viene in queste pagine più che mai severamente ma anche molto amorevolmente giudicata, e, pesata con le bilance del Logos, trovata seriamente mancante.

È in questa prospettiva che questo testo di gnoseologia si proietta su un versante anche sociologico, oltre che politico e giuridico, posto che i quattro importanti soggetti che vi vengono considerati hanno – debbono avere – una precisa scala gerarchica, la cui sopravvivenza è in realtà proprio la sua stessa ragion d’essere: è proprio la scala gerarchica dei quattro soggetti che dà luogo alle realtà sociali, politiche, giuridiche, culturali e via dicendo che sostanziano e danno vita alla Storia.

È la contesa tra Cesare e Papa, tra Impero e Chiesa, e dunque, traslando, tra uomo e Dio, cioè tra le volontà umane e quella di Dio.

All’attacco! è la vetta conclusiva di un lungo percorso analitico col quale ho potuto individuare, di questa terribile contesa, aspetti sconosciuti, che però hanno permesso di giungere a una linea d’assalto alle forze contrarie a Dio e alla Chiesa prima impensabile.

Se oggi si sono potute stendere più di un centinaio di pagine sotto un comando tanto promettente è infatti proprio perché si hanno buoni motivi per poterne suggerire l’uso, anzi, per vedere finalmente realizzabile il ritorno alla conformazione sociale che discenderà dalla vittoria delle sante schiere mosse dal tanto imperioso ordine di battaglia.

L’ordine si dà, le schiere ci sono, e la battaglia anche.

Ma in cosa consistono queste tre cose?

Le schiere, prima di tutto, sono quei pochi cattolici ancora rimasti fedeli al Vangelo e, non contaminati dal Modernismo che ha invaso la Chiesa fino al Trono più alto, sono oranti e genuflessi, sono pronti cioè a sbucciarsi le ginocchia, a far penitenze e congrue elemosine (penitenze ed elemosine lavano una moltitudine di peccati) perché Dio si muova a pietà dei suoi figli e dia loro Pastori santi, in primo luogo tornati integri e solidi nella dottrina e ancor più fedeli di prima al Magistero dogmatico da cui ora sono discostati, da cui sono cioè fuggiti.

La battaglia infatti è questa: è la battaglia tra il magistero dogmatico rifuggito dai Pastori Modernisti saliti con Papa Roncalli alle cattedre più alte della Chiesa e un magistero “pastorale” usato proprio da quegli stessi medesimi Pastori Modernisti come scudo dietro cui nascondere tutte quelle dottrine ambigue, se non pure false e aberranti, che serviranno loro per accomodare finalmente il grande conflitto Imperatore/Papa, o Mondo/Chiesa, in modo da ricavarne il grande, impagabile vantaggio della placidità, della pace finalmente col mondo, e questo al prezzo nascosto, ma in fondo non troppo, di riconoscere al mondo la supremazia, purché non lo si divulghi troppo ai quattro venti, tanto non ci vuol molto a capirlo.

È il Modernismo a fare questa pace tra Chiesa e mondo, ma nessuno deve saperlo, Dio prima di tutto, cioè il Cristo, che ne è il prezzo.

Ma il comando che si alza potente fin dalla copertina del libro è tutto il contrario: è All’attacco!, ossia niente patti col nemico modernista! Niente nascosti sotterfugi con gli scellerati filo-protestanti! Facciamola finita con gli infingimenti truffaldini ai danni di Colui che dei quattro soggetti in scena pare il meno presente solo per il fatto che di sicuro è il meno visibile, ma a cui in realtà tutto dobbiamo, e ce ne chiederà conto e merito un giorno, e stiamo parlando proprio di Dio!

Perché la realtà è che Cristo vince (sottotitolo), e con questa sicurezza si pone un’ipoteca non da poco, un’ipoteca decisiva, già vittoriosa, su tutto il processo storico che da oggi in poi si può far partire, come vivamente si consiglia, per risolvere la feroce e storica controversia.

Questa controversia si può risolvere solo in un modo, che è proprio quello che i Pastori (Modernisti) non vogliono, cioè solo se si mettono i due contendenti a confronto: Magistero dogmatico contro Magistero pastorale. E dove sono i quattro soggetti in conflitto? Semplice: nel primo sono raccolti Dio (Realtà/Verità/Amore) e la vera Chiesa (spirito); nel secondo, che da cinquant’anni è un camuffamento carnale del vero Magistero pastorale (che era ancora spirito), sono raccolti i Modernisti, coacervo nato da satana (vanità falsità/odio) e dal mondo (carne).

È l’Ordalia, il Giudizio dottrinale di Dio, che riporta la verità al centro del campo, rompe il patto scellerato, fa tornare la Chiesa nella realtà, da cui così può riprendere a richiamare il mondo a Dio, alla Realtà ultima cui tutti siamo chiamati, e così farvi tornare anche il mondo, come di certo comunque un giorno avverrà, a sua felice conclusione.

Tale comando, come si vede, è dunque più che altro un forte invito a tutti i fratelli nella fede a unirsi sotto le bandiere di Cristo. Esso getta le basi per il percorso strategico avvincente e fortemente persuasivo, pur essendo i primi a segnalare le forti difficoltà e i mille ostacoli per raggiungere la vittoria, cui comunque si giungerà.

Dunque All’attacco! E che la Beata Vergine ci conduca e protegga!


Enrico Maria Radaelli

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L'Autore

L'autore, Enrico Maria Radaelli

Enrico Maria Radaelli, docente di Filosofia dell’estetica e direttore del Dipartimento di Estetica dell'Associazione internazionale "Sensus Communis" (Roma), ha collaborato per tre anni alla cattedra di Filosofia della conoscenza (sezione Conoscenza estetica) della Pontificia Università Lateranense. È curatore unico dell’Opera omnia di Romano Amerio per l'editrice Lindau, Torino.
Fra i suoi libri, oggi tutti in edizione Aurea Domus: LA CHIESA RIBALTATA (2018), STREET THEOLOGY (2019) e AL CUORE DI RATZINGER. AL CUORE DEL MONDO (2017). www.enricomariaradaelli.it


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