Due
libri recentemente pubblicati trattano del tema del delicato rapporto tra Chiesa e Ebrei.
Il primo è quello di Ansgar Santogrossi, apparso in Francia con il titolo L’Evangile
prêché à Israël (Il vangelo predicato a Israele) (Clovis - B.P.
88, 91152 Etampes Cedex). L’autore, un religioso benedettino, pur non volendo fare una
lettura critica della dichiarazione conciliare Nostra Ætate, contraddice soprattutto
il “dialogo giudaico-cristiano” ormai in atto da circa quarant’anni. Il
secondo libro è apparso in Italia per i tipi Effedieffe (via Santa Maria Segreta 6
- 20123 Milano) con il titolo Il
Mistero della sinagoga bendata. L’autore, Enrico Maria Radaelli, discepolo del filosofo
Romano Amerio, vi analizza la dottrina della “sostituzione” tradizionalmente insegnata
dai padri della Chiesa, secondo la quale con la venuta di Nostro Signore Gesù Cristo,
la Chiesa Cattolica ha sostituito la Sinagoga che non ha dunque più ragion d’essere.
Il libro è apparso con una prefazione di Mons. Antonio Livi, Decano della Facoltà
di Filosofia della Pontificia Università Lateranense.
DIALOGO INTERRELIGIOSO:
POLEMICHE SUL LIBRO
IL MISTERO DELLA SINAGOGA BENDATA.
Nella
maggior parte dei casi quando un’opera non è considerata “politicamente
corretta” si preferisce anziché criticarla, non parlarne affatto: è la
cosiddetta congiura del silenzio. Non è stato questo il caso del libro di Enrico Maria
Radaelli Il Mistero della Sinagoga bendata. L’agenzia giornalistica Adista, di tendenza
ultra progressista, ha infatti pubblicato sull’opera di Radaelli un servizio dal titolo:
Teologo Opus Dei e ‘Avvenire’ pubblicizzano libro contro il papa e il Concilio
(« Adista », n. 23/03, pp. 7-8) in cui, senza confutare le tesi dello studio,
critica pesantemente il fatto che un’opera “anticonciliare” sia stata prefata
da un professore della Lateranense e sia stata favorevolmente recensita dal quotidiano della
Conferenza Episcopale « L’Avvenire ». « Non è vero che
io “sferri attacchi frontali” – risponde il prof. Radaelli –
né a concilii, né ad autorità ecclesiastiche: io sottolineo che la
Chiesa, nel corpo della sua esimia Tradizione non discutibile (è dogmatica, come afferma
dinanzi al Papa p. Raniero Cantalamessa) chiede obbedienza totale a quella dottrina, diversamente
dalle affermazioni di uomini di Chiesa (sì: anche cardinali e Papi) degli ultimi decenni.
[…] Il dialogo (ma io preferirei chiamarlo insegnamento) con giudei e islamici va
posto sulle basi veritative che discendono dal Magistero bimillenario della Chiesa. Ed è
quello che faccio per tutto il libro » (« Adista », 12 aprile 2003).
In
un intervento pubblicato dal periodico « Background Information » (1-3, gennaio-giugno
2003), il prof. Radaelli ricorda le parole che l’attuale Pontefice pronunciò
il 7 febbraio 1981 in occasione di un convegno per le Missioni del popolo: « Bisogna
ammettere realisticamente e con sofferta sensibilità che i cristiani, oggi, in gran
parte, si sentono smarriti, confusi, perplessi e persino delusi; si sono sparse a piene mani
idee contrastanti con la Verità rivelata e da sempre insegnata; si sono propalate
vere e proprie eresie, in campo dogmatico e morale, creando dubbi, confusioni, ribellione;
si è manomessa la Liturgia; immersi nel “relativismo” intellettuale e
morale, e perciò nel permissivismo, i cristiani sono tentati dall’ateismo, dall’agnosticismo,
dall’illuminismo, vagamente moralistico, da un cristianesimo sociologico, senza dogmi
definiti e senza morale oggettiva ». (F. L.)
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