SCHEDA:
Prima edizione: Effedieffe Edizioni, Milano, 2002, XXIX pagine di Introduzione
di Antonio Livi e di una Premessa dell’Autore; 322 pagine di testo, divise in 4 capitoli; 87 pagine, infine, per quattro
Appendici scritturali e di Indice dei Nomi e dei Luoghi, esaurita; seconda edizione in pro manuscripto (rivisitata e perfezionata nel secondo capitolo), Milano 2010, in formato aureo, cm 14 x 25; € 39,50.
* * *
DALL’INTRODUZIONE DI ANTONIO LIVI.
Il saggio intitolato Il
Mistero della Sinagoga bendata è la dimostrazione sul piano filosofico dell’affermazione teologica di san Tommaso d’Aquino: « Dio è le tre Persone » (S. Th. I, 39, 6), da cui la tesi: « Dio, se non è trino, nemmeno è » (pp. 98 sgg.); l’eguaglianza tomista e la tesi filosofica portano a mostrare l’assoluta incongruenza logica delle nozioni metafisiche che stanno alla base dei due monoteismi “secchi”, cioè delle due nozioni religiose prive delle tre Persone divine (Ebraismo e Islam).
La tesi qui esposta dovrebbe far parte del patrimonio dottrinale di ogni cristiano, poiché, dopo la venuta di Nostro Signore Gesù Cristo, si intuisce come fatto evidente (e contra factum non est argumentum) che la realtà data dal Cristo è possibile solo se si accetta la realtà del costitutivo metafisico trinitario. In altre parole, Cristo e Trinità sono intimamente legati e chi nega l’uno nega l’altra e viceversa. Ecco perché l’Autore può mostrare la piena ortossia della tesi e anzi ribadisce che essa è indispensabile.
Recentemente la medesima tesi è stata finalmente asserita anche dal celebre teologo Inos Biffi, professore emerito e direttore dell’Istituto di Storia della Teologia, dottore in teologia, ordinario emerito di teologia sistematica e di storia della teologia presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale, e docente delle stesse materie presso la Facoltà di Teologia di Lugano, membro della Pontificia Accademia di San Tommaso d’Aquino e della Pontificia Accademia Teologica, v. « L’Osservatore Romano » del 16-9-11, Come e perché c’è solo la verità del Tre, e del 16-1-12, Attenti al rischio del concordismo.
Il Biffi, però, pur conoscendo bene il presente libro di Radaelli, non lo cita mai; inoltre, cosa ben più grave, non giunge alle conclusioni cui dovrebbe logicamente giungere, per le quali tutta la teologia impostata da Nostra Ætate è da anatemizzare, da condannare come grave dottrina del tutto errante e fuorviante, e i Papi che da cinquant’anni la asseverano, difendono e diffondono per tutta la Chiesa sono da smentire su tutta la linea, come dimostra il presente lavoro in ogni risvolto.
Lo studio si avvale di una stringente e puntuale
Introduzione di monsignor Antonio Livi, docente di Filosofia della Conoscenza alla Pontificia Università Lateranense,
e affronta in termini metafisici, storici, gnoseologici, logici, estetici ed esegetici il tema decisivo della relazione tra Gesù
(e poi la Chiesa) e gli ebrei, mostrando la validità metafisica del dogma raccolto nella ‘dottrina della sostituzione’, dopo il Vaticano II del tutto e volutamente nascosto.
Scrive Radaelli: «
...dopo la Rivelazione anche i più ecumenici tra quelli che circondano il Timoniere della santa barca della Chiesa non
possono non accreditare la tesi fondamentale e cattolica che l’unica forma di Dio adorabile come Dio è la santissima
Trinità, essendo Gesù Cristo adorabile solo nella Trinità. Per cui tutti i popoli della Terra, giudei e islamici
in testa, debbono assolutamente e al più presto riconoscere la Trinità se vogliono raggiungere la vita eterna
» (pp. 318-19). (Segue p. 2)
* * *
(Pagina protetta dai diritti editoriali.)
* * *
|