La
monografia di Enrico Maria Radaelli su Romano Amerio. Della verità e dell’amore, è una occasione per
gli intellettuali cristiani per conoscere meglio la personalità e il pensiero di un importante filosofo cristiano del Novecento
(1905-1997). Inquadra bene il lavoro di Radaelli Antonio Livi, decano della Facoltà di filosofia alla Pontificia Università
Lateranense, nell’introduzione del volume, pubblicato da Marco editore nel 2005, nella collana Ibis. La Chiesa ha bisogno
di credenti appassionati allo sviluppo della filosofia cristiana, ossia a una riflessione critica sull’attualità
e sulla storia, che sappia passare « dal fenomeno al fondamento » e consenta all’intelligenza cristiana
di volare in alto con « le due ali della ragione e della fede », come dice Giovanni Paolo II nella Fides
et ratio.
La ripresentazione dell’opera
di Romano Amerio è una occasione, dunque, per ripercorrere le dimensioni di un pensiero cristiano definito, lontano e al
di sopra delle chiusure mentali e delle strumentalizzazioni a suo tempo attuate nei suoi confronti.
Ho trovato interessanti
e opportuni i riferimenti al pensiero di Augusto Del Noce, un filosofo laico estimatore di Amelio. La lettura del libro di Radaelli,
che costituisce la prima monografia su Amerio, in un certo senso fa giustizia di uno scrittore, di un filosofo che, specialmente
con il suo famoso Iota unum, tanto turbò le coscienze cattoliche. Nella lettera con cui Amerio presenta a Del Noce
quello che sarà poi lo Iota unum, Amerio spiega chiaramente il fine per cui lo ha scritto, che è «
di difendere le essenze contro il mobilismo e il sincretismo propri dello spirito del secolo ». Di rimando, il filosofo
Augusto Del Noce, evidentemente colpito dalla profondità delle tesi di Amerio, annota: « Ripeto, forse sbaglio.
Ma a me pare che quella restaurazione cattolica di cui il mondo ha bisogno abbia come problema filosofico ultimo quello dell’ordine
delle essenze ». Perfetta sintonia, dunque.
Ho avuto la fortuna di
conoscere e di incontrare più volte il filosofo Del Noce sul finire degli anni 70, in occasione del completamento della
mia tesi di laurea, Conservo come una cosa cara e rara la registrazione di una intervista che mi concesse nella sua casa in viale
Parioli, 76, a Roma, sugli stessi temi dibattuti con Amerio. La lettura del libro di Enrico Maria Radaelli, oltre che avermi fatto
conoscere un intellettuale del Novecento a me poco noto, ha fatto riaffiorare in me ricordi di una stagione culturalmente intensa
e proficua. Lo sarà anche per i lettori..
Walter Montini.
|