Questo
libro del pensatore svizzero – letterato insigne, filosofo e teologo, morto a Lugano nel 1997 a 92 anni di età –
ha per sottotitolo: “Studio delle variazioni della Chiesa cattolica nel secolo XX”. E una questione di fondo in esso
affrontata riguarda precisamente il legame tra il Vaticano II e la fede professata e vissuta dalla Chiesa nel corso dei secoli.
Sul riconoscimento di questo
legame la Chiesa si è tormentata, negli ultimi decenni. Si è anche divisa. Lo scisma lefebvriano è stata
la più clamorosa di queste fratture. Il libro di Amerio – che fu sempre figlio fedele della Chiesa – traccia
una impareggiabile diagnosi delle ragioni di simili lacerazioni. Ma insieme segna una via per ricomporle. Non nel compromesso
ma nella verità.
“Iota unum”
uscì in Italia nel 1985, per i tipi dell’editore Riccardo Ricciardi, e fu subito messo al bando dalla cultura dominante,
anche cattolica. Ma nel silenzio, quasi nella clandestinità, raggiunse decine di migliaia di lettori in tutto il mondo.
In Italia fu ristampato tre volte, per complessive settemila copie, e poi fu tradotto in francese, inglese, spagnolo, portoghese,
tedesco, olandese.
Oggi è in commercio
la sola edizione inglese, mentre le altre sono esaurite da tempo. Ma da quando Joseph Ratzinger è papa, sulle opere di
Amerio è risalita l’attenzione. Il tabù che lo bandiva si è infranto. Si è rafforzata l’attesa
di ritrovare, rileggere, ridiscutere quel suo libro.
Ad esaudire questa attesa
si è prodigato il discepolo più vicino ad Amerio, il teologo Enrico
Maria Radaelli. Scaduti i diritti dell’editore Ricciardi e passati questi alla Treccani, Radaelli, in accordo
con la Treccani, ha affidato i testi di Amerio editi ed inediti, in suo possesso, all’editrice Lindau di Torino.
E Lindau ha subito messo
in cantiere la riedizione integrale di “Iota unum”, corredata da una postfazione di Radaelli che metterà a
fuoco le questioni capitali affrontate dal libro. Tra queste la fedeltà del suo autore al magistero della Chiesa, pur nel
vigore delle critiche: una fedeltà e un’integrità di professione cristiana che furono riconosciute ad Amerio
da testimoni autorevoli, fra gli altri da don Divo
Barsotti, uno dei più grandi maestri spirituali del secolo XX.
La riedizione di “Iota
unum” uscirà nelle librerie all’inizio dell’estate. Più o meno assieme alla nuova enciclica di
Benedetto XVI di cui è stato annunciato il titolo: “Caritas in veritate”, un titolo in sintonia stupefacente
con un concetto centralissimo dell’opera di Amerio.
Il costo sarà di
25 euro, nonostante le quasi 700 pagine del volume. Successivamente, Lindau farà seguire a “Iota unum” anche
la ristampa del suo seguito: il volume di Amerio dal titolo “Stat veritas” uscito postumo nel 1997, anch’esso
esaurito da tempo.
Che “Iota unum”
sia nelle attese – e nelle mire – di molti è confermato anche dall’intraprendenza di una piccola editrice
di Verona corteggiata dai lefebvriani, Fede & Cultura, che nei giorni scorsi ha disinvoltamente annunciato di voler ristampare
anch’essa il libro, senza l’autorizzazione di chicchessia, e ha aperto una sottoscrizione per il suo preacquisto.
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