* * *
PERCHÉ SONO D’ACCORDO
CON IL LIBRO DI ENRICO MARIA RADAELLI
.
di Mons. Brunero Gherardinii
Quando, pochi mesi or sono, questo libro arrivò nelle mie mani con le prime bozze, non mancai di prenderlo in seria considerazione per la radicalità del titolo, e quindi del contenuto.
Un libro come questo, che non fa mistero sul dogma non può esser preso sotto gamba. Né la lettura d’un libro siffatto è un passatempo. L’interrogativo, infatti, sul domani « terribile o radioso » del dogma scuote nel duplice senso di rasserenare e di provocare.
Il domani del dogma, in realtà, è sempre « radioso » tanto quanto « terribile »; i motivi per cui lo si vede circonfuso di luce e diffusivo di essa son gli stessi per cui incute non tanto il terrore, quanto il rispetto e l’ammirazione.
C’è nel dogma la presenza di quell’assoluto che trova in esso, e soltanto in esso, una almeno analogica rappresentazione formale.
Tenendo presente che quello della “forma”, in effetti, è il valore di fondo che consente all’Autore di sviluppare le sue riflessioni, queste vengon da lui rivolte anzitutto alla soluzione del problema ermeneutico del Vaticano II e quindi ai due modelli in atto dal Vaticano II in poi: l’uno, « ipodogmatico » e disposto perfino a snaturare il contenuto del dogma nel cosiddetto linguaggio pastorale, l’altro autenticamente e tradizionalmente dogmatico come linguaggio proprio dell’insegnamento ecclesiale.
Acuta e pertinente l’analisi di tale linguaggio. Essa mostra anzitutto un linguaggio autoritativo, perché nasce da Dio, obbedisce al principio di non-contraddizione e determina (l’Autore dice addirittura « attua ») la verità.
L'altro aspetto del linguaggio ecclesiale, quello proveniente soprattutto dal Vaticano II, inteso come « evento linguistico » improprio, attenuerebbe invece, fin quasi al suo superamento, il contenuto dogmatico a favore della forma pastorale.
Il giudizio, che l’Autore fonda sulla base dell’approccio metafisico e d’una metodologia sostanzialmente scolastica, raccoglie ed esprime convincimenti tanto radicali quanto i-nappellabili.
Drammatiche le conseguenze: l’ortoprassi al posto dell’ortodossia, l’azione slegata dalla riflessione, l’amore indipendente dalla fede.
Sono le conseguenze del Vaticano II, del suo nuovo linguaggio narrativo e pastorale, della « sua attuale adulterazione ».
La rinuncia al linguaggio dogmatico avrebbe dovuto esser sostituita dalla « medicina della misericordia »: e questa avrebbe trovato espressione nell’impostazione pastorale di tutto il Vaticano II.
Non c’è dubbio che il nuovo libro di Enrico Maria Radaelli farà discutere e, nello stesso tempo, raddrizzerà qualche idea storta.
L’auspichiamo per il bene della Chiesa e della sua teologia.
Brunero Gherardini
Città del Vaticano, 10 gennaio 2013
San Pietro Urseolo Confessore
* * *
(Pagina protetta dai diritti editoriali.)
* * *