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ARTICOLO SULLA CONTINUITÀ DELLA CHIESA/2

Enrico Maria Radaelli *

Testo pubblicato in italiano su « Fides Catholica ». 2011/2, pp. 229-44.
(texte publié en France dans « Catholica », dicembre 2011;
der Text erschien in Deutsch in „Theologisches”,
Januar-Februar 2012, n. 1
;

LA VIA SOPRANNATURALE
PER RIPORTARE PACE TRA PRIMA
E DOPO IL VATICANO II.


II PARTE, pagina 2, dal n. 5 al n. 10.
(La I PARTE, dal n. 1 al n. 4, è a pagina 1).

Il testo è anche allegato al saggio La Bellezza che ci salva.

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copertina de: LA BELLE CHE CI SALVA.

La copertina

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5. I DUE POLI – «ROTTURA DELLA CONTINUITÀ»
E «RIFORMA NELLA CONTINUITÀ» –
POTREBBERO INDURRE IN ERRORE.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaI novatori che – come sottolinea il professor de Mattei nel suo Il concilio Vaticano II. Una storia mai scritta – erano attivi nella Chiesa fin dai tempi di Pio XII: teologi, vescovi e cardinali della Nouvelle Théologie come Alfrink col suo perito Schillebeeckx, Bea, Câmara, Chenu, Carlo Colombo, Congar, De Lubac, Döpfner, Frings col suo perito Ratzinger; Garrone col suo, Daniélou; König con i suoi Küng e Rahner; Lercaro, Liénart, Maximos IV, Montini-Paolo VI, Roncalli-Giovanni XXIII, Suenens, Tisserant, e, quasi gruppo a sé, i tre maggiorenti della cosiddetta (e potente) Scuola di Bologna: ieri Dossetti e Alberigo, oggi Melloni, nello svolgimento del Vaticano II e nei susseguenti cinquant’anni hanno cavalcato la rottura con le detestate dottrine pregresse, appoggiandosi al presupposto della solenne e straordinaria adunanza e scambiando con tale solennità quel valore dogmatico che il concilio aveva escluso in partenza.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Ne deriva che, tranne Bologna, dichiaratasi subito per la rottura tout court, gli altri novatori compirono de facto un’opera di rottura e di discontinuità proclamando de voce saldezza e continuità.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Che da parte loro vi sia sempre stato, ieri e oggi, un indubbio desiderio di rottura con la Tradizione è riscontrabile nelle non poche ed evidenti prove; per limiti di spazio se ne ricordano solo due: la prima, il più largo scempio perpetrato in ogni dove sulle magnificenze degli antichi altari orientati versus Dominum; la seconda, l’egualmente universale odierno rifiuto d’un incalcolabile numero di vescovi a dare spazio al Rito Tridentino o Gregoriano, in stolida e ostentata disobbedienza alle direttive del M. p. Summorum Pontificum; lex orandi, lex credendi: se tutto ciò non è rigetto della Tradizione, cosa allora?

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Nonostante ciò, e la gravità di tutto ciò, non si può ancora parlare di rottura: la Chiesa è «tutti i giorni» sotto la divina garanzia di Cristo (Mt 16, 18: «Portæ inferi non prævalebunt» e Mt 28, 20: «Ego vobiscum sum omnibus diebus»), che ne garantisce nel tempo la continuità e l’immacolatezza dottrinale contro le discontinuità dottrinali riscontrabili in alcune sue pieghe storiche.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Ciò mette la Chiesa al riparo da ogni timore in tal senso, anche se il pericolo è sempre alle porte. Sono spesso in atto furibondi, o, viceversa, insidiosi, i tentativi di rottura; ma chi sostiene un’avvenuta rottura non riconoscendo detta garanzia e negando alla grazia la parte che svolge nella storia della Chiesa, cade nel naturalismo.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Non si può parlare, però, neanche di continuità con la Tradizione, perché è sotto gli occhi di tutti che le varie dottrine conciliari e postconciliari (ecclesiologia, collegialità, fonte unica della Rivelazione, panecumenismo, sincretismo, irenismo soprattutto in direzione di Islam e giudaismo, correzione della “Dottrina della sostituzione” della Sinagoga con la Chiesa in “dottrina delle due salvezze parallele”, libertà religiosa, antropocentrismo, sovvertimento liturgico, semi-accantonamento del Canto Gregoriano, anicologia, per non parlare dell’ameriana «dislocazione della divina Monotriade» con la quale la libertà ruba il primato alla verità), sì, tutte queste dottrine e altre ancora sono dottrine non sorrette dalla continuità della Tradizione perché non presenti in modo formale e sostanziale nelle fonti, sono dottrine che una per una non reggerebbero alla prova del fuoco del dogma.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Una tale ragione investe pure gli sviluppi dottrinali del concilio, dei quali si afferma ma non si prova la provenienza da precedenti dottrine di fede o prossime alla fede: sviluppi del tutto fallibili, non collegabili con le dottrine del 1° e 2° grado.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Essi stessi, pertanto, indeboliscono la tesi continuista, ripetuta ormai da cinquant’anni, fino ad annientarla. E rafforzano la tesi opposta.

6. LA TESI DI AMERIO:
QUELLA IN ATTO NELLA CHIESA È UNA STUDIATA MISTURA
TRA ROTTURA DE FACTO E CONTINUITÀ DE VOCE.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaNiente rottura, ma anche niente continuità. E allora cosa? La via d’uscita la suggerisce Romano Amerio con quella che l’autore di Iota unum (cfr., ed. Lindau, p. 28) definisce «la legge della conservazione storica della Chiesa», per la quale «la Chiesa non va perduta nel caso non pareggiasse la verità, ma nel caso perdesse la verità».
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica La Chiesa non pareggia la verità quando i suoi insegnamenti di 3° grado, come è avvenuto con le novità del concilio e del postconcilio, la dimenticano, o la confondono, o la intorbidano, o la mischiano (vedi Op. cit., Epilogo, p. 661).
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica La Chiesa perderebbe invece la verità (al condizionale, perché, grazie alla garanzia promessa da Cristo, non può in alcun modo perderla) solo se il suo supremo magistero – il Papa “ex cathedra” o un concilio ecumenico in unione col Papa e convocato dal Papa – anatematizzasse una dottrina vera, o dogmatizzasse una dottrina falsa. Insisterei su questo punto, che mi pare decisivo: nessuna continuità, ma neppure rottura, fa intendere Amerio.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Si assiste di fatto a un reiterato e sfrontato “tentativo di rottura” (cfr. Op. cit., p. 628), che i novatori non vogliono in alcun modo portare a termine, perché solo rimanendo in bilico sul dire e non dire, possono raggiungere il risultato prefisso: rottura de facto e continuità de voce, con studiata ma colpevole strategia tutta neomodernista.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Qui si avanzano delle ipotesi, ma, come volli precisare anche in La Bellezza che ci salva (p. 55), «lasciando alla competenza dei Pastori ogni verifica della cosa e ogni successiva conseguenza quanto a chi e in che misura sia incorso o ora incorra» negli atti configurati.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Nelle primissime pagine di quel lavoro mi sforzo di evidenziare come non si possano alzare gli argini al fiume della bellezza aletica e salvatrice se prima non si sgombra la mente da ogni equivoco, errore o malinteso: la bellezza, essendo di origine strettamente e soltanto trinitaria, si accompagna unicamente alla verità, cosicché mai si tornerà a fare bellezza nell’arte (almeno nella sacra), anzi: mai si tornerà a fare tout court arte, se prima non si ripristinerà la pienezza della verità.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Ciò che si vuole dire è che nella Chiesa da cinquant’anni è stato sviluppato un ricercato amalgama tra continuità e rottura.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Una studiata conduzione delle idee e delle intenzioni ha voluto cambiare la Chiesa senza cambiarla, sotto la copertura di un magistero volutamente dimissionato, secondo la chiara analisi di Amerio e come queste pagine hanno ampiamente dimostrato.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Non che in questi cinquant’anni non vi siano state espressioni magisteriali limpidamente dogmatiche: la Humanæ vitæ di Paolo VI e la Ordinatio sacerdotalis di Giovanni Paolo II sono due tipici documenti di magistero ordinario del Trono più alto.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Ma il primo si occupa di teologia morale, il secondo di sacramentale, nessuno dei due rientra dunque nell’ambito teoretico, ma nel pratico, dove la Chiesa non ha flesso il suo munus docendi.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Questo rifugiarsi nell’intento pastorale, la sua stessa imprecisione teologica e le simpatie naturalistiche, cioè neomodernistiche che lo suggeriscono, hanno tolto alla Chiesa il suo respiro soprannaturale e hanno aperto le porte a dottrine spurie, avulse dalla Tradizione e quindi non amalgamabili armonicamente e omogeneamente nel quadro dogmatico di sempre.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Va poi notato che il munus docendi, legatosi all’ispirazione “pastorale”, ha organicamente inserito le novità nel munus santificandi del Novus Ordo.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Oggi nella Chiesa stanno contrapponendosi due metodi magisteriali che permettono due dottrine, donde due riti e quasi due sacerdozii, uno fondato sulla comunità (sull’amore, ma distorto), l’altro sull’autorità (sulla verità). L’arretramento del magistero da dogmatico a pastorale finisce per permettere, almeno in potenza, che coesistano nello stesso corpo due cuori: quasi due Chiese.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Con l’aggravante che l’ultima generazione di sacerdoti e fedeli – e in gran parte di prelati –, ignara ormai del passato, non avverte per nulla la gravità della cosa.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Sicché, per concludere, questo è il punto: la Chiesa non «perde» la verità, non la rigetta formalmente e neanche ne attenua il valore dogmatico; ma, per usare le parole di Amerio, la «spareggia»; per cui la forma, filosoficamente parlando, è provvidenzialmente salva.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Ma ciò, come si può intuire, certo non basta. Non c’è in alcun modo rottura formale, né peraltro formale continuità, per la ragione che le novità non sono state ratificate tra le verità di 2° grado.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Ciò vuol dire che in tal modo la Chiesa, seguendo la figurazione di Amerio, non pareggia più la verità – fatto grave anche se non esiziale –, ma neanche la perde – fatto esiziale ma metafisicamente impossibile –.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Il magistero, infatti, sia a livello papale che a quello conciliare si rifiuta formalmente di dogmatizzare o di anatematizzare le novità non omogenee alla Tradizione, così come si rifiuta di dichiarare consunte e non più in vigore quelle pregresse: la politica del già accennato cambiare senza cambiare e dire senza dire permette così la declamata e mai provata coesistenza di continuità e di rottura.

7. SE IL PAPA POSSA COMPIERE UN PECCATO CONTRO LA VERITÀ.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaChiarisco subito l’ambiguità dell’ipotesi: se con “Papa” ci si riferisce al «Pastore e maestro di tutti i cristiani nell’esercizio del suo ufficio» (Vaticano I), vale a dire al Papa che si pronuncia “ex cathedra”, l’ipotesi non ha alcun fondamento e la risposta decisa è no. Se “Papa” significa invece il successore di Pietro in quanto dottore privato o la sua privata attività, l’ipotesi potrebbe verificarsi.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica L’infallibilità del Papa non riguarda il suo privato insegnamento, la sua integrità morale e nemmeno la fermezza della sua fede. Tale infallibilità copre infatti soltanto la “locutio cathedratica” in materia di fede e di costumi.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Essa copre pure tutte le definizioni dei concilii ecumenici, non però ogni altro loro pronunciamento. Può darsi che, in tal caso, se non proprio d’errori, un concilio sia responsabile di qualche imperfezione. Sarà certamente rettificato da successivi concilii, senza che il carisma dell’infallibilità ne venga scalfito (cfr. Bernard Bartmann, Précis de théologie dogmatique, ed. Salvator, Mulhouse 1951, vol. 1, p. 55).

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica In questa luce va letta l’ipotesi ameriana, che, ben più realistica sia della rottura propugnata dal neomodernismo spinto della Scuola di Bologna, sia dalla continuità sostenuta da quello “moderato” del magistero attuale, è fondata su una chiamata in correo, nell’attuale crisi della Chiesa, non tanto del papato, quanto di questo o di quel Papa, oggi venuto meno alla verità come ieri alla carità (simonia, ira, nepotismo, lussuria, vanagloria…).
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Amerio dimostra così che ciò potrebbe avvenire, senza offesa né per l’infallibilità né per l’immacolatezza della Chiesa. Inoltre, il fatto che i Papi da cinquant’anni insistano sul tema della continuità (iniziò subito Paolo VI con la Dichiarazione conciliare del 6 marzo 1964, poi del 16 novembre) dimostra che, almeno indirettamente, anch’essi riconoscono l’appartenenza di non poche fra le innovazioni conciliari al 3° grado prima evocato, e quindi il rischio della discontinuità. Tuttavia la mancanza della definizione (1° grado) non toglie, anzi potrebbe confermare l’ipoteca dell’errore, salvaguardando però sia la “persona pubblica” del Papa, sia il concilio, sia la Chiesa tutta dal naufragio della fede (difatti, come visto, impossibile).

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaL’ipoteca dell’errore potrebbe configurare una colpa?
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaÈ vero che “de internis non iudicat iudex”, ma parlare di colpa, una volta provata la voluta e insistita discontinuità con l’insegnamento della Tradizione, diventa inevitabile. L’abbandono della dottrina, dovuta per disposizione dello stesso Cristo, a favore dell’apertura alla cultura del momento, configura la «deviazione dalla rettitudine dell’atto» di cui in san Tommaso (S. Th. I, 25, 3, ad 2) e quindi la responsabilità morale della deviazione stessa.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica È la responsabilità di un concilio che intenzionalmente si arresta sull’orlo del baratro per non peccare di “troppo magistero”, e che pecca invece di “troppo poco magistero” perché si pone studiatamente nella palude di un equivocabile, se pur solenne, «campo pastorale», coinvolgendovi la Chiesa tutta e privandola, proprio dal punto di vista pastorale, di quei «pascoli ubertosi» (Ez 34, 14) la cui cura rientra nel suo preciso dovere. Si potrebbe chiamarlo un peccato di omissione: ricercata astensione dall’obbligo di trasmettere la verità ricevuta.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica «Nigra sum, sed formosa»: sant’Ambrogio rivolge la celebre definizione del Cantico (1, 5) a tutta la Chiesa, ben «nera» per i peccati anche dei suoi uomini più autorevoli, ma sempre «splendida» («formosa») per la santità della grazia che ella ha e amministra.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica L’accennato peccato d’omissione non riguarda soltanto il mancato magistero, ma anche l’affossamento dell’autorità nelle sabbie mobili della pastorale.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Un tale affossamento, per ripetere le parole del cardinale José Rosalio Castillo Lara del 10-3-88, riportate in «L’Osservatore Romano» del 2-12-10, poi anche in La Bellezza che ci salva, p. 68, «favorirebbe la deprecabile tendenza […] a un equivoco governo cosiddetto “pastorale”, che in fondo pastorale non è, perché porta a trascurare il dovuto esercizio dell’autorità con danno al bene comune dei fedeli».

8. LA SOLUZIONE È TORNARE
AL PIENO ESERCIZIO DEL MUNUS DOCENDI.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaPer restituire ancora una volta alla Chiesa la parità con la verità che solo la fa bella, immacolata e splendida, come le fu restituita ogni volta che essa si trovò in circostanze simili, non c’è altra via che tornare al pieno esercizio del suo munus docendi.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Occorre cioè passare al vaglio del dogma a 360 gradi tutte le innovazioni conciliari e postconciliari, salvando il salvabile ma rifiutando decisamente ogni coefficiente di rottura.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Il ripristinato esercizio del munus docendi, dopo una cinquantennale parentesi di quasi silenzio, restituirebbe alla Chiesa il suo volto di Mater et Magistra.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Le prime conseguenze si vedrebbero nei seminari teologici e nelle università pontificie, che dovrebbero adeguarsi alle direttive del magistero; ma si vedrebbero pure nella comunità ecclesiale, nel ritrovato senso soprannaturale dell’esistenza cristiana, nella adorazione e nella pratica liturgica, e perfino nella vita civile, poiché solo dalla vitalità della Chiesa la civiltà può ricevere, checché ne dicano i liberali che oggi governano il mondo, la linfa della sua crescita.

9. ILLUSTRAZIONE DELL’UNICA SERIA PROPOSTA DA FARSI
PER IL 2015, 50° ANNIVERSARIO DELLA CHIUSURA DEL VATICANO II.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Per concludere, considero l’analisi dell’odierna situazione ecclesiale già di per sé propositiva per aver messo a fuoco importanti verità ormai da mezzo secolo taciute.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaRaddoppio ora l’intento propositivo con un progetto collegabile con la terza via indicata da Amerio, l’unica che si possa rivelare risolutiva della crisi della Chiesa. Si potrebbe in tal modo non solo sbloccare la situazione interna alla Chiesa stessa, ma influire pure, con la ricchezza dei suoi effetti santificanti, sul mondo esterno ad essa per riportarlo a lei.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Solo la Chiesa è, infatti, per divina istituzione, Maestra di vita; se però la sua identità venisse meno, potrebbe almeno indirettamente divenire causa d’una profonda decadenza sociale (filosofica, artistica, etica, pedagogica, politica). E per Chiesa e società civile si verificherebbe la costatazione biblica: «Erano come pecore senza pastore» (Mt 9, 36).
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Nel mio saggio già richiamato ho segnalato come la Chiesa abbia sempre camminato nella storia alla luce di due concetti fondamentali, Tradizione e Audacia. È auspicabile che essa viva la ricorrenza cinquantenaria alla loro luce: la Tradizione per inglobare in essa e come sua autentica voce il concilio e ogni dottrina diffusasi nella Chiesa successivamente, dopo avere, con tutta l’audacia necessaria, ripulito e liberato concilio e dottrine dalle innovazioni inconciliabili con la Tradizione.

10. CHE COSA DEBBONO FARE I TRADIZIONISTI
PER CONCORRERE A RIPORTARE LA CHIESA CONCILIARE
NEL SOLCO DELLA TRADIZIONE.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaI tradizionisti di tutto il mondo cattolico, a qualunque taglio culturale, associazione o congregazione appartengano e qualsiasi sia lo specifico carisma d’elezione, accantonate le divergenze e le polemiche che li nullificano, dovrebbero gradualmente dar vita, con un intenso impegno spirituale e culturale forse anche di interiore metànoia, a un largo dibattito tra tutte le loro forze in modo da giungere, con libri, articoli, interviste, dibattiti, tavole rotonde, convegni, lezioni, dottorati e ogni altro più idoneo strumento intellettuale, a creare un clima di riflessione di fondo, e da questo a far emergere, nel comune sentire cattolico che lo connoterà, una larga Rete tradizionista, un Network di pace, così da concentrare e concertare gli sforzi di ogni singolo carisma per portare nel 2015 (realizzando traguardi già dal ’12) le analisi più incontrovertibili dell’attuale deriva e la dimostrazione che la Chiesa è se stessa solo se non si accoda modernisticamente al secolo, ma lo misura e giudica propriamente con il munus dogmatico, che per questo le fu affidato.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Ricreare un ambiente dogmatico. Questo dovrebbe essere l’obiettivo primo di una sana Rete di pace delle forze tradizioniste, e non paia cosa da niente: un comune ambiente dove la Chiesa ricominci a respirare l’aria sana del dogma soprannaturale è cosa che si può ricreare solo con grande umiltà, pazienza e costanza, con spirito costruttivo, a servizio del Trono più alto.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Un secondo ideale obiettivo potrebbe essere quello di giungere per il 2015 a sottoporre al Santo Padre una sorta di Bozza di Inventario delle dottrine da anatemizzare, come suggerito da monsignor Athanasius Schneider, magari redatta da timorati vescovi, e non si voglia vedere ciò come un “dettare l’agenda al Papa”: un Inventario di tal genere è un atto che presto dovrà pur essere compiuto, che non può non essere compiuto, e che in ogni caso, la Chiesa essendo per sua natura sempre in grande tensione verso la sua divina perfezione e la sua più trinitaria e cristica santificazione, prima o poi di certo un Papa compirà.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica La Traditio, il dogma, torneranno a essere, devono tornare a essere, come sempre sono stati, la punta di diamante della Chiesa; e il Papa, usando del carisma della sua carica di Giudice dirimente ogni conflitto dottrinale, è la punta di questa punta di diamante.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Senza tensione non ci si santifica, vedi Laodicea.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Per far ciò, si cominci a riunire gli sforzi per rigenerare, come dicevo, un pacifico e soprannaturale ambiente dogmatico: il 2015 deve rilanciare l’azione materna e magisteriale della Chiesa non distogliendola dalla pastoralità, ma questa illuminando e impastando di Tradizione dogmatica per poter andare incontro alla “sapienza di questo secolo” non per adeguarvisi, ma per evangelizzarla con la forza e l’audacia pacificanti che unicamente il dogma soprannaturale ha.
(Torna a pagina 1).

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Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaIl presente testo, costituendo l'ameriana chiave ermeneutica per comprendere pienamente la profondità del nesso metafisico tra i due trascendentali bellezza e verità, è allegato al mio saggio La Bellezza che ci salva, di cui è quasi l’anima.

(Pagina protetta dai diritti editoriali).

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