« Giovani in estinzione. L’Italia ne ha persi due milioni in dieci anni ». Così il rapporto « Censis » della primavera del 2011.
Da qui si può capire il titolo « La bellezza che ci salva »: la bellezza non è una cosuccia « leggera come una farfalla » (p. 47), ma è la bellezza della verità: è bellezza di contenuti, di quei contenuti capaci di ridare speranza, di ridestare cioè, proprio per via della loro beltà, il desiderio di vita capace di far rifiorire di fanciulli e di gioventù la Chiesa, da essa l’Italia – ne ha tanto bisogno – e forse anche, chissà, il mondo.
Si parla di dogma, si parla di verità, si parla di anatemi, poi di arte, di paesaggi e di chiese, ma il vero soggetto è l’uomo, al quale qui, sulle orme di san Tommaso d’Aquino, vengono mostrate le Origini della bellezza (primo capitolo) e il criterio per realizzarla a sua volta anche nella vita più quotidiana (secondo capitolo).
Futuro, positività, « sorridenza » (p. 90), Paradiso, sono obiettivi raggiungibili se, mantenendosi nell’equilibrio del senso comune dato dalla ragione vivificata dalla grazia, « non si cade nei dirupi di misoneismo o di avventurismo » (terzo capitolo).
Si può riprendere così la costruzione della civiltà a partire ancora una volta dalla bellezza, per quanto devastata dai flagelli materiali e morali del « Ciclope del Liberalismo» (p. 17), il terrificante e « arcivandalo » della Chiesa e dell’Italia (§ 59, p. 266 sgg.).
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Tre gli obiettivi, o “proposte forti”, di questo libro scritto per ridare animo a una civiltà fondata sulla bellezza:
primo obiettivo (Proposta preliminare): ripristinare gli argini del Fiume della bellezza, dimostrando che essi, legata com’è la bellezza alla verità, si trovano soltanto nella guida posta dal munus dogmatico che la Chiesa ha tenuto nei secoli (guida unicamente nella quale si può riconoscere la verità nella sua limpida, univoca e splendida realtà), e non in una guida meramente “pastorale”, utilizzata facilmente solo per ingannare se stessi. Questo primo obiettivo è raggiunto nel proemio;
secondo obiettivo (Prima proposta): individuare le Origini della Bellezza scoperte quasi senza saperlo da san Tommaso d’Aquino e san Bonaventura settecento anni fa individuando i quattro Nomi dell’Unigenito di Dio (Imago, Splendor, Logos e Filius), specie Imago, che, in quanto Volto, Aspetto ed Espressione del Logos, cioè del Pensiero, è anche la prima Fonte della conoscenza. Il secondo obiettivo è raggiunto nel primo capitolo;
terzo obiettivo (Seconda proposta): rendere esplicito il criterio da sempre utilizzato dalla Chiesa per fare bellezza, cioè per insegnare, individuato dall’Autore nel binomio «tradizione-audacia» (e come tale autorevolmente riconosciuto anche dal cardinal Ravasi in un seminario tenuto nella Biblioteca del Pontificio Consiglio per la Cultura il 14-7-10). Il terzo obiettivo è raggiunto nel secondo capitolo.
Con queste tre “proposte forti” riprendere la costruzione della Civiltà della Bellezza non è più un sogno, ma un lieto, sacro dovere.
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INDICE.
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Prefazione di Antonio Livi.
Dalla bellezza creata alla Bellezza increata,
che in Dio, uno e trino, si rivela come « Parola »
e come « Immagine ».............................................................p. I
1. Un discorso teologico che non si può fare se non
assumendo il linguaggio (e la verità) della metafisica..............p. II
2. Non si deve ignorare la necessaria relazione ontologica
tra la bellezza, il bene, l’unità e la verità..................................p. III
3. Testimonianze della retta ragione,
la quale infallibilmente coglie l’identità
di vero, uno, buono e bello.....................................................p. IV
4. Perché un discorso teologico sulla bellezza
deve partire dalle nozioni di metafisica....................................p. X
5. Il contributo della filosofia del senso comune
al recupero dei valori propriamente estetici nella civiltà
che vogliamo costruire............................................................p. XII
6. Approdo teologico all’interpretazione
del Verbo di Dio come Bellezza sussistente............................p. XVI
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Proemio (Proposta preliminare).
Le tre condizioni per una nuova Civiltà.
Fondata sulla Bellezza ............................................................p. 13
1. Obiettivo e sistematica del libro..............................................p. 13
2. Nasce dal disordine della divina Monotriade
il proteiforme e muto Ciclope del Liberalismo...........................p. 17
3. La specialissima amicizia tra bellezza e verità........................p. 20
4. Con la perdita della bellezza si perdono
i fondamentidi «identità» e di «persona»....................................p. 23
5. Di quale bellezza stiamo parlando..........................................p. 26
6. Salvezza individuale nell’unità di un Corpo Mistico..............p. 29
7. Il forno del pane è la cultura
e il forno della cultura la religione..............................................p. 33
8. Una civiltà fondata sull’indipendenza
pretesa dal liberalismo è una civiltà fondata sulla bruttezza........p. 38
9. La legge della « conservazione storica della Chiesa »...........p. 41
10. Se esista nella Chiesa un problema liturgico.........................p. 44
11. L’estetica trinitaria è un’estetica conoscitiva.........................p. 46
12. Se esista nella Chiesa un problema estetico..........................p. 49
13. Se esista nella Chiesa un problema etico..............................p. 51
14. Se esista nella Chiesa un problema magisteriale...................p. 54
15. Se non è garantita la verità non lo è neanche la bellezza......p. 57
16. Se « non dogmatizzare » sia peccato d’omissione...............p. 60
17. Se « non dogmatizzare » sia, come dice il card. Lara,
« un danno al bene comune dei fedeli ».....................................p. 67
18. Una civiltà basata sulla bellezza
nasce solo sulla certezza della verità..........................................p. 69
19. Alle vedette della bellezza: conclusioni al proemio..............p. 74
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Capitolo Primo (Prima proposta).
Alle Origini della bellezza........................................................p. 77
20. Premessa. Il problema tra arte e religione.............................p. 77
21. Già dalla foce si vede che il Fiume della Bellezza
è scavato nell’alveo della religione.............................................p. 82
22. Risalendo il Fiume della Bellezza
si incontrano le acque pure della Filosofia..................................p. 85
23. Le acque del Fiume della Bellezza sono, sui monti
della Psiche, le acque trasparenti e caste della Ragione..............p. 89
24. Il Fiume della Bellezza si arresta, sulla terra,
davanti alle Cascate altissime della grazia..................................p. 97
25. Chi ha scoperto le Origini del Fiume della Bellezza............p. 99
26. Le Origini del Fiume della Bellezza confermano
che la « Prima arte » è l’arte sacra...........................................p. 105
27. Le Origini del Fiume della Bellezza
sono nelle Relazioni trinitarie...................................................p. 110
28. Eccole, le Sorgenti della Bellezza:
sono i quattro Nomi dell’Unigenito di Dio...............................p. 115
29. « Imago »: la Primissima (e sospiratissima) Sorgente
– ‘La Belvedere’ – delle acque della Bellezza.........................p. 116
30. La Bellezza dunque, come la Verità,
è una Persona (divina)..............................................................p. 118
31. Se il fatto che « la Bellezza, come la Verità,
è una Persona (se pur divina) »,
può portare a qualche errore.....................................................p. 123
32. I tre grandi orizzonti aperti dalla scoperta
che « la Bellezza, come la Verità,
è una Persona (se pur divina) »...............................................p. 132
33. « Splendor »: Seconda Sorgente
– ‘La Meravigliosa’ – delle acque della Bellezza.....................p. 138
34. « Filius »: Terza Sorgente – ‘La Diletta’ –
delle acque della Bellezza........................................................p. 142
35. « Logos »: Quarta e ultima Sorgente
– ‘L’Amorosa’ – delle acque della Bellezza............................p. 147
36. Quella volta radiosa che ben ci raffigura la ss. Trinità.......p. 150
37. Quella volta orribile e deprimente
che ci vuole nascondere (in una chiesa!) la ss. Trinità.............p. 154
38. Come e per mezzo di chi la Bellezza scende sulla terra.....p. 159
39. Il segreto della Bellezza:
l’intima Relazione di Somiglianza............................................p. 161
40. Conclusioni al primo capitolo: se l’obiettivo finale
non è la « persona », non si ha la Bellezza..............................p. 163
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Capitolo Secondo (Seconda proposta).
« Tradizione e Audacia ». L’ambito metodologico
dell’arte, del magistero, della vita........................................p. 165
41. Premessa............................................................................p. 165
42. Magistero ministeriale e magistero artistico nella Chiesa...p. 166
43. Il problema dell’uomo è il problema dell’adorazione.........p. 172
44. « Tradizione e audacia »: criterio metodologico
generalissimo della vita (e dell’arte).........................................p. 176
45. Analisi del primo termine: « tradizione »...........................p. 182
45 a. Primo Intermezzo. Tradizione, classicità,
gioia di vivere e Rinascimento.................................................p. 190
46. Analisi del secondo termine: « audacia »...........................p. 194
47. Il criterio « tradizione e audacia »
è presente nella Chiesa da sempre............................................p. 200
48. Il fine del progresso è l’immobilitas dell’essere..................p. 207
49. « Tradizione e audacia » a partire
dal concetto di « novità ».........................................................p. 211
50. La parità tra « tradizione » e « audacia »
ci alza alla Bellezza perfetta.....................................................p. 217
50 a. Secondo Intermezzo. La disparità tra « tradizione »
e « audacia » ci trascina negli abissi della bruttezza.................p. 223
51. La parità armonica tra « tradizione » e « audacia » è
data da Splendor e Filius, terzo e quarto Nome del Verbo......p. 234
52. Le sublimi analogie tra Bellezza e Intelletto
sono finalizzate all’amore........................................................p. 239
53. Il legamento forte tra «tradizione» e «audacia» è Imago...p. 243
54. Conclusioni al secondo capitolo:
l’unità della Chiesa è tutta nella sua immobilitas vivente.........p. 245
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Capitolo Terzo (Considerazioni finali).
Il Misoneismo. Ovvero il rifiuto, nel mito
progressista, dei dati prescientifici e prefilosofici
raccolti nel ‘Sensus communis’ dei pueri.............................p. 247
55. Il misoneismo storico.........................................................p. 247
56. Il misoneismo metafisico...................................................p. 251
57. La battaglia per la vita tra Io e « Sensus communis »........p. 258
58. Se il Ciclope Liberalismo vince il « Sensus communis »...p. 263
59. Vandali ordinari e arcivandali misoneisti...........................p. 266
60. Se Giotto fosse stato Andy Warhol o Haring;
Michelangelo Renzo Piano o Fuksas;
Palestrina Argüello o Frisina...................................................p. 276
61. Avventurismo liberale e misoneismo reazionario
(arte contemporanea e arte ortodossa) a confronto...................p. 286
62. Gli strumenti per vincere il misoneismo
nella Chiesa, e, da qui, nella civiltà..........................................p. 291
63. Civiltà della bellezza, civiltà in festa..................................p. 293
64. O meglio: civiltà della bellezza, civiltà al bivio..................p. 294
Indice dei Nomi delle persone e dei luoghi...........................p. 297
Enrico Maria Radaelli. Cenni bio-bibliografici...................p. 307
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(Pagina protetta dai diritti editoriali.)
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