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Enrico Maria Radaelli *

QUALCUNO NELLA QHIESA
SI È ACCORTO
CHE NELL’ENCICLICA SPE SALVI,

CON UNA BELLA
E MOLTO ERETICALE
APOCATASTASI
GENERALE,
PAPA
RATZINGER
HA CANCELLATO L’INFERNO?

Articolo 3 ~ Cancellato anche il Purgatorio
e il concetto di peccato come ‘offesa a Dio’.
(E per il Paradiso suggerisce un surrogato).

Nota a margine del saggio
AL CUORE DI RATZINGER. AL CUORE DEL MONDO.
Aurea Domus Edizioni. Milano, 25-1-2022.
Pro manuscripto, formato in-8°gr, pp. 470
di cui 54 illustrate, 15 in quadricromia.
Offerta a € 52,00. (Acquistabile anche con una all’autore)

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5 articoli a integrazione del libro Al cuore di Ratzinger. Č lui il Papa, non l’altro.

A sussidio integrativo del libro
Al cuore di Ratzinger, al cuore del mondo
,
l'autore propone 5 articoli
al fine di inquadrare, da un punto di vista
strettamente e responsabilmente cattolico,
la gravità della questione in essere
dalle sue tragiche, eppure certamente
ancora risanabili, origini.

1 ~ L'eresia - la grave eresia - del “Ratzingerismo”: Scegli: Ratzingeriano o Cattolico?

2 ~ Per la dimostrazione della correttezza dell’analisi: Il “Ratzingerismo”. Sfumature o reticenze? Cinque casi esemplari.

3 ~ L'articolo in questa pagina.

4 ~ Come il “Ratzingerismo” cancella il parto virginale del Figlio di Dio:Amare Ratzinger: io lo salvo. Voi lo “uccidete”. Non fatelo. Ma anzi: salviamolo tutti insieme.

5 ~ In margine agli “Appunti” del Cardinale Joseph Ratzinger: La sorgente spiega alla foce come mai l'acqua del fiume č avvelenata.


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La copertina

* * *

Quarta
di copertina

* * *

 


1.
La Teodicea deviata di Papa Ratzinger in Spe salvi: vorrebbe essere “inclusivista”, ma, fondata com’è su tre niente, è solo nichilista, anzi “nientista”.

2. Primo insegnamento di Benedetto XVI in Spe salvi:
annientare la nozione di peccato come ‘offesa a Dio’.


3.
Secondo insegnamento di Benedetto XVI in Spe salvi:
annientare la certezza della pena
.

4. Terzo insegnamento di Benedetto XVI in Spe salvi:
annientare l'Inferno. sì: l'Inferno, proprio l'Inferno.


5.
Quarto insegnamento di Benedetto XVI in Spe salvi:
annientamento del Paradiso, cioè dell’eternità.

6.
Quinto insegnamento di Benedetto XVI in Spe salvi:
annientamento del Purgatorio, l’ultima discriminante.


7.
Il miracolo di Benedetto XVI è di unire, in Spe salvi,
tre aspetti della vita in un’unica mite, mite, e ancora mite
realtà:
nessuno, prima di lui, c’era mai riuscito.

8. La causa del Modernismo è dove meno ce se l’aspetta.
Così il suo effetto terribilmente peccaminoso è doppio:
l’ameriana “dislocazione della divina Monotriade”
e “la Gue
rra delle Forme” del magistero della Chiesa.

9. Per Benedetto XVI la causa della scomparsa dell’Inferno
è Gesù Cristo, cioè Dio: Dio è l'autore dell’Apocatastasi
generale, sogno di tutti i falsi placidi e miti della terra.


10. La questione del fondamento: cosa intende
l’Apostolo per « il fondamento ... che è Gesù Cristo »?


11. Ecco a cosa si riferisce l’Apostolo con l'esempio
del fuoco che saggia gli edificio innalzati con legno, fieno
e paglia, oppure invece con oro, argento e pietre preziose.


12. Una prima conclusione: l’esegesi di I Cor 3,12-5 compiuta da Benedetto XVI
è sviante e fuorviante, pericolosa per la fede, da rigettare totalmente.


13. Per Papa Ratzinger Dio ha creato uomini o automi?

14. Prima conclusione: sul microcosmo dell’uomo Ratzinger.
La Teodicea di Spe salvi conferma che il suo Autore non ha abbandonato la dottrina che cancella l’Inferno e che fa della Redenzione un’origeniana apocatastasi.


15. Seconda conclusione: sul macrocosmo della Chiesa.
Se nessun Pastore della Chiesa si alza a sbugiardare la falsissima Teodicea di Spe salvi,
ciò significa che la Chiesa sta tradendo sé stessa. Suicidandosi.


16. Terza conclusione: dal sovracosmo di Dio.
La vittoria del dogma è nella parola, dunque parleremo: non vince il Modernismo.
Vince il Logos, vince il Cristo.
Vincerà la vita, nella Chiesa. Non l’autodistruzione.


17, Queste le undici principali deviazioni ereticali rilevabili nel pensiero
di Joseph Ratzinger.

* * *

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica1. LA TEODICEA DEVIATA DI PAPA RATZINGER
IN SPE SALVI VORREBBE ESSERE “INCUSIVISTA”,
MA, FONDATA COM’È SU TRE NIENTE,
È SOLO NICHILISTA, ANZI “NIENTISTA”.

Sono passati dodici anni dalla diffusione della Lettera enciclica Spe salvi pubblicata da Benedetto XVI il 30 novembre 2007, ma sono dodici anni passati inutilmente, anzi rovinosamente, perché, non avendo nessun Pastore, ossia nessun teologo, accademico, capo d’istituto religioso, monsignore, vescovo, arcivescovo, cardinale, prefetto di Congregazione, insomma nessun conduttore in qualche modo e ambito della vita e della dottrina della Chiesa, dato un minimo cenno di riscontro al problema Teodicea, al grave problema Teodicea, annidato ai commi 45-6-7 dell’Enciclica e denunciato da chi scrive almeno nel loro principio eversivo di base in La Chiesa ribaltata. Indagine estetica sulla teologia, sulla forma e sul linguaggio del magistero di Papa Francesco, Prefazione di Antonio Livi, Gondolin, Verona 2014, sicché questa è una Teodicea imperniata su tre niente: niente Inferno, niente Purgatorio e niente peccato come ‘offesa a Dio’, è dilagata per la Chiesa come la più dannosa delle infezioni: tutti ora ne sono contagiati, da Papa Francesco all’ultimo dei fedeli, senza che però nessuno di essi si sappia individuare la fonte da dove sgorga con incontrollabile irruenza il veleno che li strangola alla foce.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaLa Spe salvi, in quanto Lettera enciclica papale, è da considerarsi ‘magistero ordinario e autentico’, e come tale, pur non essendo dogmatico, dunque pur essendo di per sé fallibile, è però considerato magistero ‘vero e sicuro’, ossia magistero cui non è dovuta ‘l’obœdientia de fide’ pretesa dal magistero dogmatico, ma, insegna il Catechismo della Chiesa Cattolica (d’ora in poi CCC), solo un ‘religioso ossequio’, giacché tale magistero, anche se non infallibile e indefettibile, desiderando chi lo esercita essere sempre e comunque moralmente e logicamente in linea con la verità del magistero infallibile e indefettibile di cui è il pastorale, casuistico, logico e ragionevole sviluppo, segue la direttrice che regola ogni magistero ‘ordinario e autentico’.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaSegue dunque, e in sé stesso e nei mille insegnamenti che ne nascono e ne derivano espandendosi dal centro alle più sperdute periferie, la direttrice che regola le ‘verità connesse’ (si intende ‘connesse al dogma’), ossia le ‘verità certe e sicure’ che in qualche misura non possono non essere fallibili come sono, proprio per i presupposti storicistici, culturali e linguistici da cui in parte non possono non originare, v. il Codex Iuris Canonici, il ministero della canonizzazione dei santi, lo stesso CCC sopra richiamato e altro.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaIn altre parole, e qui si consiglia vivamente il lettore di tenere ben a mente la cosa per saperne vedere poi le inaspettate e non ovvie conclusioni, la Spe salvi si pone, come ogni Enciclica papale, a un livello magisteriale di pretesa oggettività che sarebbe natura sua altamente veritativo, pur se non il sommo, livello definito comunque dai teologi, con grave impegno concettuale, ‘vero e sicuro’, tanto da rasentare la perfezione aletica infallibile e indefettibile del dogma, così da poter pretendere dai fedeli – dal più indotto al più sapiente, dal più umile fino al prefetto del Sant’Uffizio e anzi allo stesso Papa che l’ha emanato – il ‘religioso ossequio’ da porgere a ogni parola che vuole avere un’eco di persuasione universale, forte, ferma, totale, pacifica e immediata.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaNe era consapevole, di tutto ciò, il Papa che l’ha promulgata? Sì, ne era consapevole. Ma si vedrà il motivo per cui mai, nella bimillenaria e pur travagliata storia del magistero della Chiesa, un’Enciclica papale sia stata più funestamente immeritevole di tanto altissimo diritto elargitogli da Dio.
  
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaRicordato in breve tutto ciò, va ripetuto anche qui, come in altre pagine da me scritte sul Ratzingerismo, che l’unico intento di questa esposizione critica su un documento papale è d’evidenziare le gravi perplessità che nascono sia dalla sua lettura, sia dal silenzio che gli fa eco, posto che, come dice l’Apostolo, la confessione della fede, per salvarsi, è necessaria a ogni fedele, dal più misero al più alto: « Col cuore si crede per la giustizia – afferma Rm 10,10 – e con la bocca si fa la confessione per la salvezza », sicché, se si ritiene di trovarsi davanti a insegnamenti contrari alla fede, però da nessuno impugnati, e si valuta altresì di poter esporre buoni argomenti per illuminarne le storture e sollecitarne il ritiro, è doveroso ricorrere a quella che a buon titolo dev’essere riconosciuta una correctio filialis sia verso l’augusto Autore del testo, sia verso i Pastori che non ne hanno considerato gli errori, naturalmente sempre che le conclusioni cui si giunge diano ragione all’esponente le perplessità avanzate.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaCiò detto, si vedrà come attraverso ciò che si ha ragione di ritenere una sua personale esegesi di I Cor 3,12-5, l’antico Teologo di Tubinga, pur nell’esercizio di un magistero alto ed esigente come è una Lettera enciclica, abbia voluto mantenere le ereticali dottrine teilhardesche di gioventù che si credeva e sperava lasciate cadere con la maturità, almeno per le responsabilità pastorali via via assunte e per l’utilizzo della più piena elargizione di grazia concessa da Dio al Sommo Pastore, sempre che questi non le si opponga, ma che invece si son rivelate dottrine da lui stesso e ostinatamente più volte confermate, come si vedrà più avanti, § 15.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaL’Enciclica, proprio per questi suoi punti dirompenti che avevo riscontrato, aveva costituito uno dei temi centrali del mio La Chiesa ribaltata, in cui inutilmente segnalavo come anche in quell’alto magistero il già Teologo di Tubinga insistesse nel suo sviante insegnamento intorno a Teodicea e Novissimi, anche allora però non suscitando in alcun accademico, monsignore, teologo, vescovo, cardinale, prefetto di santa romana Chiesa una qualche anche minima perplessità: nessuna perplessità da nessuno, e viceversa men che meno dunque anche nessuna consonanza sui rilievi critici che facevo in quel mio libro, di cui riporto qui i brani che riguardano la Spe salvi sul punto dei Novissimi a proposito della Teodicea, ossia della destinazione che Benedetto XVI erroneamente crede ed erroneamente insegna con magistero universale che sia riservata agli uomini post mortem.

2. PRIMO INSEGNAMENTO DI BENEDETTO XVI IN SPE SALVI:
ANNIENTARE LA NOZIONE DI PECCATO COME ‘OFFESA A DIO’.

Al n. 45 dell’Enciclica Papa Benedetto XVI insegna che dopo il Giudizio universale gli uomini si trovano in due grandi categorie, di cui la prima sarebbe costituita, a suo avviso, da

persone che hanno distrutto totalmente in se stesse il desiderio della verità e la disponibilità all’amore. Persone in cui tutto è diventato menzogna; persone che hanno vissuto per l’odio e hanno calpestato in se stesse l’amore. […] In simili individui non ci sarebbe più niente di rimediabile e la distruzione del bene sarebbe irrevocabile: è questo che si indica con la parola ‘inferno’.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaLa prima cosa che salta evidente per la sua gravità è che di peccato come ‘offesa a Dio’, o, come lo definisce il CCC al n. 386, come « rifiuto e opposizione a Dio », il Papa che è stato ed è da tutti ancora riverito come il “Papa Teologo” non ne parla mai, mentre è proprio questo il concetto che definisce un atto ‘peccato’: l’essere esso un atto il cui effetto è offendere Dio, come dice il Profeta: « Contro di te, contro te solo ho peccato. Quello che è male hai tuoi occhi io l’ho fatto » (Sal 50,6). Se non c’è offesa a Dio, nessun atto di nessun uomo è mai peccato.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaL’augustissimo Autore di Spe salvi aveva delineato questa nozione monca di peccato, del tutto sdivinizzata, gravemente naturalistica e sordamente immanente già nel 1968, con l’elaborata e importante stesura del suo Introduzione al cristianesimo, come si può riscontrare nel mio Al cuore di Ratzinger. Al cuore del mondo, Aurea Domus, Milano 2017.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaTale nozione, tutta e solo ripiegata sull’uomo e priva di ogni riferimento trascendente, è necessaria al Teologo per poter rigettare la Redenzione operata dal Cristo come ‘sacrificio di Olocausto’, la nozione cattolica che più va di traverso all’Autore di Spe salvi per il suo carattere a suo avviso oltremodo “crudele”, v. il mio Al cuore, passim, dove sono rilevati tutti i motivi per cui l’Alemanno rigetta quella che in realtà è l’imprescindibile, decisiva e primaria dorsale della dottrina cattolica, e alla cui lettura si rimanda per coglierne tutta la dirompenza gravemente immanentista.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaL’accento, peraltro, come si può ben vedere, è posto su nozioni fortemente coinvolgenti, emotivamente sensibili, e con ciò all’Autore potrebbe anche parere di esser riuscito a raschiare con bravura il più orrido fondo della peccaminosità umana, come se un rapporto menzognero tra uomo e uomo, spinto anche fino e oltre all’orlo dell’abiezione più profonda di odio, inganno e calpestamento dell’amore, possa essere davvero preso a misura, non riconoscendo a Dio tale imprescindibile qualità tutta e solo sua, di un delitto che dovrebbe cacciare un uomo all’Inferno in eterno, ossia, come illustra una delle tante preghiere del potente e icastico Missale Ambronianum, che potrebbe causargli – e qui il già Papa Benedetto si tenga bene i polsi – « la fatale condanna e lo inghiottisca nel baratro della morte eterna » (Dominica in septuagesima, Transitorius), altro che vacui, transituri e del tutto soggettivi stati d’animo come quelli abbozzati dal Teologo.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaE infatti l’augusto Autore si guarda bene dal paventare a un sol uomo che un qualsivoglia suo atto potrebbe costargli un destino ben terribile, altro che Auschwitz: sdivinizzato il peccato, derubricato cioè il peccato in ciò che pur parrebbe in tutto un rigoroso e severo umanismo, ma che in realtà si presta solo a perdere presto ogni rigore e severità, perché perde la sola, vera e unica misura di tutte le cose, che non può che essere qualcosa che, come Dio, ne è fuori e sopra tutte, se ne può sdivinizzare finalmente anche la pena.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaTutto diventa terreno, tanto terreno che è come se Dio non ci fosse, così tutti gli uomini, specie quelli cui tanto insistentemente Papa Benedetto XVI porge lo sguardo, peraltro ben ricambiato, saran felici e contenti, e lo mostreranno, basta vedere la serie infinita di atei più o meno devoti nata e cresciuta tutt’intorno a lui come una bella aiuola fiorita. Sì: tanti fiori, tanti colori, tanti profumi, ma, guardate: nessun frutto, neppure uno. Ma certo: son tutti fiori di plastica.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaSia in Spe salvi che nel libro elaborato quarant’anni prima, Introduzione al cristianesimo, il “Papa Teologo” si rifiuta di porre Dio a misura, canone e pietra angolare della nozione di ‘peccato’. Questa è la prima e più grave lacuna di quelle pagine, di cui si è citata la pericope dove invece più facilmente si sarebbe dovuta riscontrarne la presenza.

3. SECONDO INSEGNAMENTO DI BENEDETTO XVI IN SPE SALVI:
ANNIENTARE LA CERTEZZA DELLA PENA.

E notare, per secondo, i due condizionali: “non ci ‘sarebbe’ più niente di rimediabile”, e “la distruzione ‘sarebbe’ irrevocabile”.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaPerché il condizionale e non un deciso indicativo? Se c’è una religione fondata sulla chiarezza e sulla certezza date dal verbo indicativo tempo presente, il tempo della realtà, questa è precisamente e unicamente la religione cattolica.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaDunque andrebbe detto: “Non c’è più niente di rimediabile”, “La distruzione del bene è irrevocabile”: siamo ex post il Giudizio universale, quando i destini sono stati decisi, non ex ante, nel tempo in cui è ancora possibile un pentimento in extremis, il santo rimorso di aver dispiaciuto a Dio.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaCos’ha frenato ancora una volta il già professor Ratzinger, ora Papa, dal dare a quei concetti la certezza di realtà definitive, vere, forti e sempiterne? Lo si vedrà presto.

4. TERZO INSEGNAMENTO DI BENEDETTO XVI IN SPE SALVI:
ANNIENTARE L’INFERNO. SÌ: L’INFERNO, PROPRIO L’INFERNO.

Terzo: forse che l’Inferno è lo status, se pur irrevocabile, e ciò solo per ipotesi, in cui si trovano “alcune persone”? “alcune”? tutto qui? è questa la Teodicea di Papa Ratzinger?
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaEppure dice proprio così: « In simili individui non ci sarebbe più niente di rimediabile e la distruzione del bene sarebbe irrevocabile: è questo che si indica con la parola ‘inferno’ », rigettando così il vero e cattolico significato del termine, che indica il luogo fisico dove le schiere di demòni e di uomini che odiano Dio si saranno auto-relegati per sempre: « separati per sempre – precisa il CCC, n. 1033 – da lui [Dio] per nostra libera scelta. Ed è questo stato di definitiva auto-esclusione dalla comunione con Dio e con i beati che viene designato con la parola “inferno” ».
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaCome si vede, il CCC si allontana decisamente dal concetto affermato dal Papa nel 2007 nella sua Lettera universale, senza contare che ai numeri successivi fornisce ulteriori e ben chiare informazioni sull’Inferno come luogo di pene definitive e perenni, sulla natura di tali pene, sulla loro consistenza materiale e spirituale e sulla loro perpetuità.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaOltre a ciò, la Chiesa afferma in ben due luoghi dogmatici i principali articoli in cui si suddividono le problematiche inerenti le pene eterne: il primo è la celebre Cost. Benedictus Deus, Denz 1002, emanata da Papa Benedetto XII nel 1336, con la quale il nipote dell’ereticaleggiante Giovanni XXII, da poco deceduto (però dopo aver ritrattato, pentito, le sue svianti dottrine), appena salito al Sacro Soglio si era impegnato a correggere d’un subito i vaneggiamenti dell’augusto zio; il secondo è la Bolla Lætantur Cæli, del 1439, Denz 1306, con cui Papa Eugenio IV gettava le basi per l’unione con i Greci, confermando in sostanza quanto asserito dogmaticamente cent’anni prima e che qui di seguito si trascrive:

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaNoi inoltre definiamo che […] le anime di coloro che muoiono in peccato mortale attuale, subito dopo la loro morte, discendono all’inferno, dove sono tormentate da supplizi terribili, e che tuttavia, nel giorno del giudizio, tutti gli uomini con i loro corpi compariranno « davanti al tribunale di Cristo » per dare ragione delle loro azioni e « ricevere ciascuno ciò che gli spetta in conseguenza di ciò che ha fatto quando era nel corpo, sia di bene che di male » (II Cor 5,10). 

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaIn una pericope di poche righe di Spe salvi, ossia in ciò che dovrebbe essere un magistero ‘vero e sicuro’, e che dunque dovrebbe garantire ogni fedele della più attenta e almeno in pectore ricercata fedeltà di ogni Pastore alla verità, sono annientati ben cinque capisaldi della dottrina cattolica che invece sono e restano assolutamente imprescindibili: 1), il peccato come ‘offesa a Dio’; 2), la certezza della pena; 3), l’eternità della stessa; 4), la sua realtà fisica e spirituale; 5), la sua consistenza.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica
Ma a questo punto si ripete ancora una volta la domanda: com’è possibile che simili pericopi evanescenti, svaporate e annientanti non abbiano acceso in alcun prelato: accademico, monsignore, vescovo, cardinale, prefetto di congregazione, non dico il clamoroso e deciso dissenso pubblico di tutto il Corpo Pastorale della Chiesa, come avrebbe dovuto, ma neanche quello di uno o due Pastori di periferia?

5. QUARTO INSEGNAMENTO DI BENEDETTO XVI IN SPE SALVI:
ANNIENTAMENTO DEL PARADISO, CIOÈ DELL’ETERNITÀ .

E anche per la seconda categoria considerata al n. 45 della Lettera, quella che dovrebbe considerare le persone pie, o beati, e che il Teologo preferisce definire « persone purissime, che si sono lasciate interamente penetrare da Dio », l’Autore resta nel vago: non dice che le attende il Regno dei Cieli, il Paradiso, come si ritiene e crede, ma elabora solo una vaga, estremamente impalpabile ed estremamente inconsistente perifrasi: « il cui andare verso Dio – chiosa – conduce solo a compimento ciò che ormai [esse persone] sono ».
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaE anche qui: perché questa indeterminatezza? a che dobbiamo questa immeritevole nebulosità? Il Paradiso, o Regno dei Cieli, non sarebbe altro che “il compimento di ciò che ormai (esse) sono”: nient’altro che un miserabile e comunque tutto umano stato d’animo, o poco più. Tutto qui?
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaIn cosa consiste questa “conduzione a compimento” di ciò che peraltro esse già sono? Cosa aggiunge il “compimento” allo status già raggiunto? E possibile che anche su questa indecifrabile e insensata perifrasi nessuno abbia sollevato una qualche perplessità?

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaMa le migliaia di lettori di colui che è da decenni il riconosciuto e molto apprezzato professor Joseph Ratzinger, l’esimio autore del celebre Introduzione al cristianesimo, conoscono già bene le risposte a queste futili domande, perché in quel long seller da milioni di copie venduto da cinquant’anni in tutto il mondo il loro venerato Maestro ha già dato tutte le risposte che aspettavano, suffragandole con argomenti finto-convincenti, finto-esaustivi e finto-penetranti, che chi scrive sconsiglia vivamente di prendere minimamente in considerazione, pur se teme di essere arrivato troppo tardi.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaMi auguro però almeno che si instauri un dibattito, un sereno, serrato, rigoroso e approfondito dibattito, che svisceri finalmente le reali scelte teologiche compiute dal già Professore di Tubinga, e che acclari una volta per tutte se corrispondano a verità le indicazioni date dal celebre Alemanno in quel suo libro e qui da lui solo accennate, per la loro dirompenza, essendo questo un documento di magistero papale di livello appena inferiore al dogmatico, oppure se invece corrispondano a verità i rilievi e le conclusioni compiuti da chi scrive ai §§ 50-1 del suo Al cuore di Ratzinger, dove viene evidenziato che il Paradiso o Regno dei Cieli è per l’esimio Autore di Introduzione solo un’idea, solo qualcosa che di reale, di fisico, di biologico, non ha nulla, e ciò è affermato da lui esplicitamente, dilungandosi per parecchie pagine a spiegare in cosa consista per lui quella che chiama bizzarramente « resuscitazione », dove i corpi dei beati non hanno spazio, perché la conclusione finale è che, per dirla in sintesi, ma con le sue parole, i beati vivranno « nella memoria di Dio » (p. 343), e « [san] Paolo insegnanon la risurrezione dei corpi (Körper), bensì delle persone» (p. 347).
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaMa se il Paradiso, il Regno dei Cieli che attende i beati, i fedeli a Cristo, consiste nel vivere « nella memoria di Dio », allora noi siamo già in Paradiso, siamo già nel Regno dei Cieli, perché tutti noi stiamo già vivendo « nella memoria di Dio », giacché se non vi vivessimo, neanche vivremmo.

6. QUINTO INSEGNAMENTO DI BENEDETTO XVI IN SPE SALVI:
ANNIENTAMENTO DEL PURGATORIO, L’ULTIMA DISCRIMINANTE.

Ma, se si credeva di aver raggiunto il cuore della notte da cui è pervasa la Spe salvi ci si deve ricredere, perché le sue pagine si fanno ancor più oscure al n. 46, dove l’augustissimo Autore prende in considerazione una terza categoria di persone, si ritiene quella delle anime destinate alla purgazione prima di poter essere ammesse finalmente in Paradiso:

Nella gran parte degli uomini rimane presente nel più profondo della loro essenza un’ultima apertura interiore per la verità, per l’amore, per Dio. Nelle concrete scelte di vita, però, essa è ricoperta da sempre nuovi compromessi col male – molta sporcizia copre la purezza, di cui, tuttavia, è rimasta la sete e che, ciononostante, riemerge sempre di nuovo da tutta la bassezza e rimane presente nell’anima. Che cosa avviene di simili individui quando compaiono davanti al Giudice? Tutte le cose sporche che hanno accumulate nella loro vita diverranno forse di colpo irrilevanti? O che cosa d’altro accadrà?

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaOra, quando nel 2014 lavoravo alla stesura de La Chiesa ribaltata, avevo concluso che questo interrogativo, in tutta l’Enciclica, rimaneva senza risposta, perché non avevo fatto attenzione che in realtà il Papa vi rispondeva ai nn. 46 e 47.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaMi avvidi della cosa solo a una recente rilettura, come si vedrà al § 9, chiedendo comprensione per la disattenzione di allora, che però dimostra: primo, quanto sia difficile penetrare nel linguaggio implesso del Bavarese; secondo, quanto tale difficoltà possa persino tramutarsi in un’attenuante, se pur generica, del molto fragoroso silenzio dei Pastori.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaDetto ciò, con le mie chiarificazioni attuali però tali Pastori non hanno più scuse, e noi possiamo continuare a esporre quanto rilevato all’epoca, che con questa seconda lettura mantiene, anzi rafforza il suo valore. 
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaInfatti di Purgatorio, sia nel saggio Introduzione al cristianesimo elaborato come magistero privato dal professor Ratzinger nel lontano 1968, sia nelle pagine della Spe salvi elaborate come magistero ‘autorevole e autentico’ dal medesimo nel frattempo divenuto Papa, non c’è la minima traccia, e fra pochi paragrafi se ne vedrà il motivo.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaIl che comunque, per un tenace assertore della persistenza imperitura in ogni uomo di un po’ di bene nel monte del male e di un po’ di male nel monte del bene, dunque di un doveroso e logico riconoscimento di trovarsi sempre, al termine di una vita, alla presenza di uomini bisognosi di quella purificazione o detersione finale che costituisce precisamente la mission del Purgatorio, parrebbe davvero contraddittorio. Ma una ragione c’è, come si diceva, e anche davvero inaspettata, e sul cui silenzio ancor più ci si potrà domandare l’assurdo motivo, e lo si vedrà presto.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaFin qui la citazione dal mio La Chiesa ribaltata. Da cui si vede come, sotto velluti e labirinti, comunque, si poteva ben cogliere una teologia del nulla, tant’è che persino un nulla come chi scrive la colse, e ciò dovrebbe bastare a quei Pastori che volessero, finalmente, cimentarsi in tanto ardire.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaQui il Theologus parla genericamente di « compromessi col male », di « sporcizia » che « copre la purezza », di « cose sporche che [gli uomini] hanno accumulate nella loro vita », guardandosi bene però dal distinguere, in tali indifferenziati cumuli, come invece fa persino la società civile, tra nefandezze e nefandezze, ossia tra nefandezze leggere, o veniali, o perdonabili, e nefandezze gravi, o mortali, o imperdonabili (perché hanno ucciso la virtù di carità, senza di cui l’uomo è morto).

7. IL MIRACOLO DI BENEDETTO XVI È DI UNIRE, IN SPE SALVI,
I TRE ASPETTI DELLA VITA IN UN’UNICA MITE, MITE, E ANCORA MITE
REALTÀ: NESSUNO, PRIMA DI LUI, C’ERA MAI RIUSCITO .

“Non distinzione” importante, però, il cui principio forsennatamente e ostinatamente inclusivista sarà proprio ciò che permetterà al suo molto accorto e finissimo Autore di giungere agli esiti paradossali, innovatori, perfettamente allineati alle mete inclusiviste, liberali e indifferenzianti dei movimenti progressisti della società secolare, ma esiti tuttavia, per la dottrina cattolica, del tutto e assolutamente erranti, svianti e fuorvianti, come si vedrà dopo aver raccolto le ancora più gravi nozioni giacenti ai nn. 46-7 dell’Enciclica.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaVi è una marcata collusione tra le mete ultime, da un lato, postesi da Ratzinger e in lui fissatesi bene in mente fin dai tempi delle lezioni di Tubinga, e gli orizzonti ideali finali socio-culturali della società marcatamente liberale odierna.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaÈ infatti evidente l’intenzione di entrambi i cieli, chiamiamoli così, da una parte del monsignore e professore in Teologia fondamentale Joseph Ratzinger, dall’altra del Liberalismo, di annullare ogni e qualsivoglia discriminazione differenziante tra uomo e uomo come cosa assolutamente inaccettabile, disumana, antidemocratica, e ciò, ossia questa straordinaria collusione e quasi identificazione tra i due “cieli”, pur essendo una realtà mai rilevata da nessuno, va sottolineata, al contrario, e proprio per non essere mai stata rilevata da nessuno, in tutti i modi: questa collusione di fondo tra il cielo ideale del Teologo Ratzinger e il cielo ideale della società liberale è ciò che ha di fatto segnato la fortuna del Professore anche fuori del campo strettamente religioso, nel milieu laico, gnostico e decisamente ateizzante, portandolo a ricoprire il ruolo silenzioso ma comunque di primo piano di “Gran Caposcuola Absconditus”, proprio per il fatto che il Teologo è l’unico a essere riuscito a delineare come nessuno una dottrina religiosa omnicomprensiva nascostamente non cattolica, di largo respiro e di gran presa, altro che Rahner, proponendosi al contempo egli stesso – ed è qui la sua vera e magica forza – nei modi più rispondenti alla gentilezza della dottrina, sia nel linguaggio sempre morbido, mai contundente, diretto e divisivo, sia nella persona, mite, gentile, ragionevole, come ci si aspetta che debba essere quella di un Pastore santamente e devotamente cattolico.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaMitezza di linguaggio, mitezza di persona e mitezza di dottrina è il trittico fascinoso e prensile davanti alla cui pacifica aura il mondo restò e resta come ipnotizzato, abbacinato, un po’ come a suo tempo la celebre e grassoccia bonomia bergamasca aveva segnato la fortuna di Papa Roncalli, il “Papa Buono”, che con analoga triade era riuscito a essere il vero e nemmeno tanto nascosto autore del dissennato disimpegno dell’Autorità realizzato, nel Discorso d’apertura del Vaticano II, con la celebre messa al bando delle « armi del rigore », ossia con nient’altro che la messa al bando di legge, giustizia, comandamenti, senso del dovere, e di tutto ciò che si può raccogliere “per appropriazione”, come si dice, intorno al Logos divino, a ciò che rappresenta il Verbum.

8. LA CAUSA DEL MODERNISMO È DOVE MENO CE SE L’ASPETTA.
COSÌ IL SUO EFFETTO TERRIBILMENTE PECCAMINOSO È DOPPIO:
L’AMERIANA “DISLOCAZIONE DELLA DIVINA MONOTRIADE”
E “LA GUERRA DELLE FORME” DEL MAGISTERO DELLA CHIESA.

Ma questa non è altro che ciò che da decenni cerco di far conoscere come uno dei due perni più rilevanti individuati da Romano Amerio, da lui definito con precisione: è « la dislocazione della divina Monotriade » (Iota unum, pp. 295-6 Lindau), è la più sconvolgente eresia che possa dilagare nella Chiesa, che inverte con un vero e totale sovvertimento metafisico l’ordine della disposizione delle essenze trinitarie, per il quale il Logos, il Verbo, il Pensiero avrebbe dovuto essere la seconda Persona e l’Amore la terza, ma non lo è più, perché bandire « le armi del rigore » e proporsi di usare unicamente « la medicina della misericordia » equivale a posporre la seconda Persona, il Logos, la giustizia, alla terza, all’Amore, così mettendo a soqquadro l’ordine in cui si deve muovere l’uomo, perché l’amore, o misericordia, messo davanti al Pensiero, all’Intelletto che lo deve valutare, pensare, limitare e dirigere, non permette più di essere identificato, valutato, misurato, condotto e ben elargito, falsandone irrimediabilmente le caratteristiche più profonde e determinanti, e di conseguenza l’efficacia vitale, ordinatrice di ogni azione umana, e, ancor più, di ogni azione divina, dunque salvifica.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaÈ con queste sotterranee infiltrazioni di snaturato “amore”, divenuto pura, gnostica e modernistica bonomia, che comunque riesce a entrare e poi a dilagare per tutta la Chiesa, come fosse quella vera, la falsa dottrina del Ratzingerismo, la realizzazione vasta, gentile e rispettabile del sogno di tutti gli uomini placidi della terra, cioè di tutti i falsi pacifici, in realtà desiderosi solo di non ricevere botte, di essere lasciati in pace, di andare in Cielo senza faticare, senza aver drammi intorno, lotte, violenze, battaglie, senza farsi nemici e specialmente senza il timore di apparire essi nemici a nessuno, mai, che magari poi si ricevono solo insulti, o quantomeno si perde la pace.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaQuesta è la più inconfessabile causa del Modernismo, così da promuoversi fattori di pace, di concordia, e di sorridente mitezza e così vivere indisturbati, tranquilli e felici senza che nessuno ti accusi di qualcosa, ti muova battaglia, ti picchi e violenti, ti calpesti, e, Dio non voglia, magari ti uccida. Proprio a te che non vuoi fare male a una mosca.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaMa finché la cosa fosse rimasta circoscritta a singole persone, a tre o quattro vescovi qui, a un cardinale o due là, magari a un Papa, eccezionalmente, la cosa non avrebbe portato agli effetti sconvolgenti cui assistiamo, dovuti invece, per l’appunto, all’aver organizzato la faccenda in una studiata ottica comunitaria: è la Chiesa stessa, si son detti i teorici della placidità e della mitezza a tutto campo, che deve far cadere il suo aspetto truce, ferino, crudele, in una parola dogmatico, con tutte quelle disumane e paranoiche nozioni, anzi, pure invenzioni: di peccati mortali, sdegni di Dio, sacrifici di Olocausto di Dio Figlio a Dio Padre, pretese di Dio Padre di placare la propria ira solo con la morte cruenta di un innocentissimo Dio Figlio, e non parliamo poi di Inferno, con tutto quel che comporta: fuoco eterno, verme che rode in eterno, diavoli insatanassati in eterno, pene atroci in eterno eccetera.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaMa poi, si son detti i placidissimi amanti della (propria) pace di cui sopra, facciamola finita anche con questa storia terribile, cattiva, spietata, di essere, quella cattolica, l’unica religione che salva, cosa che non sta né in cielo né in terra, perché fuori della Chiesa, ossia nelle mille nozioni religiose sparse da secoli sulla faccia della terra, si trovano « numerosi elementi di santificazione e di verità » (Vaticano II, Cost. dogm. Lumen Gentium, 8), sicché ci sono mille motivi per ritenere che « lo spazio spirituale comune prevale su tante barriere confessionali che ci separano gli uni dagli altri » (Giovanni Paolo II, Tertio Millennio adveniente, 16), il che vuol dire: basta con l’altera e aristocratica pretesa di essere l’unica religione ad avere un rapporto vero e reale con Dio, e si riconosca con umiltà che intorno a Cristo, e certo per sua virtù, sono mille i popoli che cercano Dio e di fatto si impegnano e vivono un incontro con Lui fecondo di frutti spirituali e non solo.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaQuesto dicono i falsi placidi, i falsi pacifici, i falsi bonari che dal 1962 hanno imposto alla santa Chiesa di condurre il suo insegnamento tenendolo solo e rigorosamente al livello di magistero “pastorale” senza mai spingerlo oltre, al livello dogmatico della locutio ex cathedra, dove il Papa sarebbe costretto da Dio stesso a dire unicamente e solo la pura, divina, limpida e santissima verità e nient’altro che la verità.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaMa questo è tentare Dio, è compiere un’azione sordida e disonesta, degna della falsità di quei Pastori falso-mansueti che si diceva, ma Dio, così tentato, non sta certo in silenzio, ma esprime il sdegno e collera, e li esprime con i castighi di cui ha ricoperto la Chiesa fedifraga da cinquant’anni a oggi. 

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaA questo punto la faccio anch’io, allora, una domanda, e la faccio a lui, al già augusto e ora non più augusto ma solo eminente Autore di domande fatte solo per lasciar nelle nebbie le greggi affidategli, e la faccio a tutti i vescovi, cardinali, prefetti e Papi nel frattempo comunque doppiamente silenti: silenti sia dopo la divulgazione di quell’Enciclica piena di affermazioni e domande vane, sia dopo la pubblicazione del mio saggio critico su di essa: forse che avremmo avuto le stesse parole, le stesse indeterminatezze, le stesse circonlocuzioni insipienti ed erratiche, se Benedetto XVI si fosse espresso nella plenitudo potestatis di cui lui e solo lui possiede il Munus Clavium, ossia si fosse espresso nel regime di massima entelechia consentitagli, il pronunciamento ex cathedra cui sistematicamente si stanno sottraendo tutti i Papi succedutisi sul Trono di Pietro dal concilio Vaticano II a oggi, anche allorché, come nel caso, era richiesto loro il giudizio più fermo, infallibile e sicuro su punti cardinali del dogma?

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaSecondo me no, non le avremmo avute, ma avremmo finalmente le risposte e le certezze che tutti aspettiamo, pretese da Dio, di cui tutti hanno urgente bisogno, e che le dottrine elaborate e insegnate dall’Autore di Introduzione stanno contribuendo a disperdere come pochi altri Pastori oggi, aumentando la viva collera di Dio verso una Sposa che sta di più in più disattendendo le Sue direttive, indicazioni e leggi.

9. PER BENEDETTO XVI LA CAUSA DELLA SCOMPARSA DELL’INFERNO
È GESÙ CRISTO, CIOÈ DIO: DIO È L’AUTORE DELL’APOCATASTASI
GENERALE, SOGNO DI TUTTI I FALSI PLACIDI E MITI DELLA TERRA .

Ai nn. 46-7 Benedetto XVI affronta e risolve il “problema dannati”.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaCome lo fa? Semplicemente escludendone l’esistenza
, con un’esegesi tutta nuova e tutta e solo sua di I Cor 3,12-5, di cui qui si riportano due ampie pericopi per darne la più completa visione.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaQuesta dal n. 46:

Paolo dice dell’esistenza cristiana innanzitutto che essa è costruita su un fondamento comune: Gesù Cristo. Questo fondamento resiste. Se siamo rimasti saldi su questo fondamento e abbiamo costruito su di esso la nostra vita, sappiamo che questo fondamento non ci può più essere sottratto neppure nella morte. Poi Paolo continua: « Se, sopra questo fondamento, si costruisce con oro, argento, pietre preziose, legno, fieno, paglia, l’opera di ciascuno sarà ben visibile: la farà conoscere quel giorno che si manifesterà col fuoco, e il fuoco proverà la qualità dell’opera di ciascuno. Se l’opera che uno costruì sul fondamento resisterà, costui ne riceverà una ricompensa; ma se l’opera finirà bruciata, sarà punito: tuttavia egli si salverà, però come attraverso il fuoco » (3,12-5). In questo testo, in ogni caso, diventa evidente che il salvamento degli uomini può avere forme diverse; che alcune cose edificate possono bruciare fino in fondo; che per salvarsi bisogna attraversare in prima persona il  « fuoco » per diventare definitivamente capaci di Dio e poter prendere posto alla tavola dell’eterno banchetto nuziale.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaNel testo evidenziato il Papa sostiene che il « salvamento » di cui parla san Paolo è universalmente « degli uomini », cioè di tutti gli uomini. Ma sono mille i passi del Vangelo, p. es. Mt 13,41-2 e 49-50, in specie poi Mt 25,31-46, di cui qui si riporta l’abstract, che affermano il contrario. Dice il Signore:

“Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria. E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: ‘Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. […] Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli.’ [] E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna”.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaIl Papa, in Spe salvi, annulla l’imprescindibile, necessaria divisione di cui il Signore profetizza l’attuazione alla fine dei tempi e per la quale vi sarà un opposto destino eterno degli uomini, a seconda se saranno stati fedeli a Lui, al suo insegnamento e ai dettati dell’amore come da Lui insegnati o no. Compiuto l’inaspettato annullamento, il Papa afferma che il destino che attende gli uomini è uno e uno solo.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaMa sostenere che il salvamento è indistintamente « degli uomini », senza alcuna specifica, senz’alcuna distinzione, significa non fare la pur necessaria e doverosa ripartizione tra empi e pii, come richiede la somma giustizia di Dio, ma raccogliere indistintamente “tutti gli uomini” in un’unica cesta, e da qui, ancor più grave, allorché, appena prima, il Papa cita quelle parole che paiono dire proprio così, senza nessuna ombra di dubbio: « tuttavia egli si salverà, però come attraverso il fuoco », dare anche per scontato che sia l’Apostolo, ossia le Sacre Scritture, ossia Dio, a stabilire la cosa. C’è poco da fare: san Paolo direbbe proprio così: « tuttavia egli si salverà ».
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaMa se si ritiene che attraverso il fuoco si possa salvare l’empio come il pio, vuol dire che Papa Ratzinger attribuisce all’Apostolo, cioè a Dio, l’insegnamento che tutti si salvino: empi e pii, che è a dire la totalità degli uomini, smentendo Se stesso e ciò che afferma tanto perentoriamente nel celeberrimo Mt 25,31-46. Ma non è affatto così, perché Dio, nel citato I Cor 3,15, non sta affatto parlando della totalità degli uomini, come in effetti fa in Matteo, ma di una precisa e ben ristretta categoria, di cui l’Evangelista parla proprio appena prima del passo citato da Ratzinger, che ha maldestramente decontestualizzato una citazione dove proprio non doveva.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaPrima di tutto ci si chieda: di chi sta parlando il cap. 3 di I Cor su cui si arroventa il Papa Teologo? La risposta è: esso non riguarda affatto, come il Papa crede e fa credere, il destino generale di tutti gli uomini, ma, come specifica san Paolo, unicamente e solo quello dei « collaboratori di Dio » (I Cor 3,9: questo il versetto perso dal Teologo), del gruppo ristretto degli evangelizzatori, degli operai del Vangelo: un destino che sarà loro assegnato precisamente e solo in base a quanto la loro opera sarà o non sarà stata costruita sul giusto fondamento, su Gesù Cristo: l’Apostolo illustra ai Corinzi cosa avviene a coloro che nella Chiesa sono chiamati a essere « collaboratori di Dio »: i ministri, gli evangelizzatori, i predicatori (come pure i penitenti, gli eremiti, i religiosi senza la cui opera i primi non riceverebbero tutte le grazie che ricevono per far fruttare la loro opera), i propagatori insomma a qualsiasi titolo e con ogni più santa virtù della Buona Novella del Vangelo.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaAbbiamo così individuato il primo errore esegetico di Papa Benedetto, errore di valutazione capitale con cui l’augusto Teologo si auto-convince e poi insegna universalmente che Dio sta facendo sapere agli uomini in che modo giudicherà la sorte dell’intera umanità quando invece sta parlando unicamente e soltanto della sorte dei « collaboratori di Dio », dei suoi ministri, dei propalatori della sua Parola, dei costruttori della sua Città, degli apostoli della sua Rivelazione.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaQuesto è l’errore di base, l’immenso errore che allarga alla sorte dell’universalità del mondo, in una generale apocatastasi come nel più puro origenismo, ciò che invece è precisamente il criterio di valutazione per ricompensare del suo lavoro solo una precisa, inequivocabile e ristretta sua parte, la parte di chi si impegna con ogni mezzo e virtù a diffondere nel mondo la Parola di Dio, dal più solitario eremita che con le sue penitenze muove a misericordia il cuore di Dio sommamente adirato per i peccati del mondo, all’apostolo più coinvolto a dare tutto il tempo e le energie della sua vita per insegnare ai popoli i comandamenti del vero Dio per salvarsi.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaCiò basterebbe già ad azzerare ogni valore e attendibilità al testo di Spe salvi e a ogni sua conclusione, in specie l’esito finale cui vuole arrivare il suo Autore, da lui già anticipato fin dal lontano 1968 nel suo Introduzione al cristianesimo: la cancellazione dell’Inferno e poi a seguire, per la logica che ne viene, del Purgatorio, il che sarebbe ancora il meno.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaA quest’errore di base il Papa Teologo aggiunge poi poco dopo un concetto che avrebbe dovuto fermarlo d’un subito dal cadere egli stesso per primo in un’evidente contraddizione, che gli aprirà purtroppo la strada a un secondo del tutto sconveniente e fuorviante svarione esegetico, col quale oltre a Inferno e Purgatorio annulla anche sia il concetto di peccato come ‘offesa a Dio’, sia la primaria, dogmatica e imprescindibile gradazione dei peccati in mortali e veniali.

10. LA QUESTIONE DEL FONDAMENTO: COSA INTENDE
L’APOSTOLO PER « IL FONDAMENTO
[…] CHE È GESÙ CRISTO »?

Infatti, stando a quanto insegna san Paolo, cioè Dio in san Paolo, questi Pastori, o apostoli, o costruttori, chiunque essi siano – ieri “Paolo, o Apollo”, non importa, ma anche, a seguire, sant’Ambrogio, san Tommaso, oggi il Dossetti, il Rahner, il Giussani, il Martini, Papa Ratzinger, Papa Bergoglio eccetera –, devono costruire la loro predicazione, il loro insegnamento, unicamente sul fondamento posto da Dio in Gesù Cristo, e « nessuno può porre un fondamento diverso da quello che già vi si trova, che è Gesù Cristo » (I Cor 3,11).
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaAllora, se « nessuno può porre un fondamento diverso da quello che già vi si trova, che è Gesù Cristo », perché mai invece lo fanno i « collaboratori di Dio » modernisti come quelli citati e tutti gli altri che gli stanno intorno, che li hanno seguiti, eletti, osannati, e come qui fa Papa Ratzinger non attenendosene affatto, p. es. non dando la dovuta individuazione dei soggetti cui si rivolge san Paolo in I Cor 3, come era suo preciso dovere dare in base all’univoca Tradizione della Chiesa?
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaA questa domanda si potrà rispondere solo dopo aver risposto a quest’altra: cosa intende precisamente l’Apostolo per « il fondamento […] che è Gesù Cristo », stante che con ciò la Tradizione intende la sua Parola, mentre il Modernismo intende la Persona, e le due cose, parrà strano, ma danno luogo a due dottrine del tutto opposte, come da me illustrato già abbondantemente, p. es. in La Chiesa ribaltata: la prima tutta vera, ma la seconda tutta e soltanto ereticale?
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaNon solo: qui, nella precisa fattispecie del contesto della Spe salvi, al suo Autore farebbe molto comodo riconoscere semplicemente che il « fondamento » di cui si sta parlando è genericamente « Gesù Cristo », perché con ciò il suo obiettivo sarebbe già raggiunto. Ma a noi no: a noi interessa capire proprio cosa intende qui san Paolo con « Gesù Cristo », perché se non si precisa bene cosa s’intende si rischia di restare nel vago, così da poter sostenere poi tutto e il contrario di tutto, così facendo anche noi Modernismo e porre un fondamento diverso da quello dovuto proprio perché nessuno si perita di verificare quale fondamento debba essere esattamente quello vero e quale quello no.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaA riguardo del fondamento, in Is 28,16 si dice: « Ecco, io pongo una pietra in Sion, una pietra scelta, angolare, preziosa, saldamente fondata », cioè “Io, Dio, pongo una pietra fondata su un solido fondamento”.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaQuando il Cristo dice: « Io sono la via, la verità e la vita » (Gv 14,6), per “via” intende l’ambito morale, per “verità” il dottrinale e per “vita” il reale (sia l’umano che il divino).
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaOra, dato che san Paolo sta discutendo sulla fede dei Corinzi e su quanto uno dica di essere “di Paolo” e l’altro “di Apollo”, è chiaro che l’argomento e l’ambito di cui sta parlando è quello della verità, cioè della fede e della dottrina, sicché per « fondamento […] che è Gesù Cristo » si intende la pietra solida, d’angolo e preziosa della verità, del dogma divino, del Verbo, del Logos.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaPer cui dire « nessuno può porre un fondamento diverso da quello che già vi si trova, che è Gesù Cristo » significa dire che nessuno può porre una verità, una dottrina, un magistero diversi da quelli posti dalla verità, dalla dottrina e dal magistero di Gesù Cristo. È della verità che si tratta, e non genericamente della persona, quindi è coinvolto proprio il magistero, la dottrina di ogni singolo Pastore, “Paolo” o “Apollo” che sia, ovvero uno qualsiasi di tutti i Pastori della Chiesa. Insegnamento e dottrina che potrebbero essere diversi, o invece uguali, a quelli di Gesù Cristo, a seconda se sono o se non sono fondati esattamente e precisamente sul fondamento della sua Parola, senza deviarvi in nulla.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaE se l’Apostolo dice « Gesù Cristo », e non specifica “la verità di Gesù Cristo”, è perché essa non è un’ideologia, una dottrina, ma è una verità così intimamente correlata agli altri due ambiti, il morale e il reale, che è bene dire « Gesù Cristo » lasciando al contesto il compito di porne la giusta ottica.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaEcco come i modernisti o neoterici come Papa Ratzinger riescono a insegnare dottrine tanto diverse dalla verità, anzi opposte, senza che nessuno li abbia allertati, li abbia fatti riflettere, li abbia corretti, abbia insomma provato a fermarli: è la tecnica modernista, che insegna come, restando nel generico di un’asserzione vera, p. es. quella che « nessuno può porre un fondamento diverso da […] Gesù Cristo », senza entrare nella verità specifica, nel nostro caso riconoscere che dire “Gesù Cristo” significa dire “verità”, e non “via” o “persona”, così nascondendosi che il fondamento cui ci si riferisce è precisamente quello della verità: è la dottrina, è il magistero, è la teologia delineata, e con ciò nessuno più dà rilievo all’unica cosa che andrebbe rilevata: l’errore, ossia l’eresia, in cui si è caduti, individuabili solo se si legge « il fondamento […] che è Gesù Cristo » nell’ottica o prospettiva della verità.

11. ECCO A COSA SI RIFERISCE L’APOSTOLO
CON L’ESEMPIO DEL FUOCO CHE SAGGIA GLI EDIFICI
INNALZATI CON LEGNO, FIENO E PAGLIA,
OPPURE INVECE CON ORO, ARGENTO E PIETRE PREZIOSE.

Ora, « su questo fondamento » alcuni innalzeranno una costruzione « con oro, argento, pietre preziose », altri con « legno, fieno, paglia » (I Cor 3,12). E come si riconoscerà la migliore bontà in ciascuna costruzione? La si riconoscerà col fuoco: « il fuoco proverà la qualità dell’opera di ciascuno » (I Cor 3,13).
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaMa, in primo luogo, quando avverrà questa prova col fuoco? In secondo: di che fuoco si tratta? Sono due cose correlate, e san Tommaso le chiarisce entrambe.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaPrima di tutto la prova si può avere, e in effetti si ha, in tre distinti momenti: nel giudizio finale universale, nel giudizio particolare di ogni anima dei suddetti apostoli quando muoiono, infine durante la loro stessa vita, perché « nel giorno del giudizio sarà resa manifesta la differenza dei meriti degli uomini » (Expositio et lectura super epistolas Pauli apostoli, Prima Lettera ai Corinzi, 163), poi « nella morte i meriti di ciascuno diverranno noti », infine « il terzo giudizio ha luogo in questa vita, in quanto Dio talvolta, attraverso le sue tribolazioni, mette alla prova gli uomini », in questo caso i suoi annunciatori e pastori.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaEcco che allora il fuoco è, nei primi due casi, quello del giudizio, della definitiva parola del Re che mette ciascuno davanti alla sua vita con sentenza inappellabile, vera e giusta, e nel terzo è invece ancora come una prova, con la quale il pastore potrebbe correggersi: « Quando poi siamo giudicati dal Signore – aggiunge infatti l’Apostolo poco più avanti, I Cor 11,32 – veniamo ammoniti per non essere giudicati insieme con questo mondo », perché « “Amaro è il giorno del Signore, il forte vi sarà tribolato” (Sof 1,14) », e qui “il forte” è l’apostolo, il pastore, il divulgatore della Parola di Dio, « perché nel giorno della tribolazione sarà messo alla prova il sentimento dell’uomo ».

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaInfine: come si riconoscerà dunque la buona dalla cattiva costruzione degli apostoli, “Paolo” o “Apollo” che siano?
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaE si noti qui l’esempio che fa san Paolo: esso è decisivo per mettere nella prospettiva giusta l’argomento di cui sta parlando, perché, mentre la prospettiva di giudizio generale verso cui Papa Ratzinger si è allargato ha per oggetto i peccati veniali e specialmente i peccati mortali, quella di cui parla l’Apostolo individua invece due categorie una all’altra del tutto opposte: una di peccati leggeri, veniali, figurata dalla metafora del « legno, fieno, paglia », e una però del tutto opposta, quella delle virtù, figurata da « oro, argento, pietre preziose ».
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaFare la giusta analisi di queste due figure, dunque considerare queste due categorie invece dell’altra, cambia tutto, perché « i peccati mortali – precisa l’Aquinate nel suo commento, che Benedetto XVI evidentemente non ha letto – si paragonano più col ferro, col piombo e con la pietra, per il loro peso, e anche perché non sono rinnovati dal fuoco, ma rimangono sempre quali sono, mentre i peccati veniali si paragonano col legno, col fieno e con la paglia sia per la loro leggerezza, sia perché da essi ci si può facilmente purgare col fuoco » (Idem, 155).
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaSicché qui non si sta affatto considerando né i peccati mortali né chi li compie, perché l’Angelico, nel suo Commento, fa notare che « sia chi costruisce sopra il fondamento [di Gesù Cristo] con oro, argento e pietre preziose, che chi vi costruisce sopra con legno, fieno e paglia, deve evitare i peccati mortali ».

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaDunque è avvalorata ancor più la giustezza della prospettiva esegetica che qui noi abbiamo identificato, del tutto contraria a quella prospettata da Papa Ratzinger, prospettiva per la quale non si può ritenere che un pastore, un apostolo della Parola di Dio, possa compiere peccati mortali, perché, come rileva il Dottore Angelico, ciò contrasterebbe con la carità “formata”, e non “informe” che lo dovrebbe caratterizzare come “edificatore sopra il fondamento”.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaInfatti, « edificare con “l’oro, l’argento e le pietre preziose” – continua l’Aquinate – è edificare sul fondamento della fede con le cose che appartengono alla contemplazione della sapienza delle cose divine, all’amore di Dio, alla devozione dei santi, al servizio del prossimo e all’esercizio delle virtù. Invece edificare con “il legno, il fuoco e la paglia” è aggiungere al fondamento della fede cose che appartengono all’ordine delle realtà umane, alla cura della carne e alla gloria esterna », ossia cascami di peccati veniali, che il fuoco però può liberare, bruciandoli come si è detto.

12. UNA PRIMA CONCLUSIONE: L’ESEGESI DI I COR 3,12-5
COMPIUTA DA BENEDETTO XVI È SVIANTE E FUORVIANTE,
PERICOLOSA PER LA FEDE, DA RIGETTARE TOTALMENTE.

L’Aquinate dimostra che per la Sacra Scrittura (ossia per Dio attraverso il suo Agiografo) è un’assoluta eresia ritenere che il soggetto “egli” della proposizione «tuttavia egli si salverà, però come attraverso il fuoco » sia anche l’empio, se con tale pronome si intende che lo sia non solo chi cade in peccati veniali, per quanto numerosi, ma pure un uomo che volutamente permane e muore in stato di peccato mortale, perché ne seguirebbe, fa notare il Domenicano, che anche « chi muore in peccato mortale, purché conservi la fede – il “fondamento” –, alla fine conseguirebbe la salvezza, sebbene prima debba sostenere qualche pena. Ma ciò contrasta chiaramente con la sentenza dello stesso Apostolo, che più avanti, nella stessa Lettera, dice: “Né immorali, né idolatri … erediteranno il Regno dei Cieli” (6,9) e in Gal 5,21 ripete: “Chi compie tutte queste cose non erediterà il Regno di Dio”. Infatti coloro che ne sono esclusi sono inviati nel fuoco eterno, come si dice in Mt 25,41 »(Ibidem).
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaAltro è il fuoco eterno di Mt 25,41, altro il fuoco temporaneo di I Cor 3,15-8: il primo è il fuoco dell’Inferno, il secondo è quello del Purgatorio. Papa Benedetto XVI confonde arbitrariamente l’uno con l’altro, facendo passare il pri-mo per il secondo, ossia “diseternizzando”, se si può dir così, l’eternità dell’Inferno, ma, oltre a tale gravissimo arbitrio, anche togliendo al Locus horribillimum tutto il resto: consi-stenza di realtà anche materiale, presenza di satana e dei diavoli suoi scherani, terribilità di pena, assenza assoluta di Dio e di ogni grazia, per dire le più conosciute.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaQuesto non è un trattato di Teodicea, ma è evidente che le Sacre Scritture, sia in quei due passi che in tutti gli altri che si riferiscono a Inferno e Purgatorio, illustrano due realtà opposte: una dove per sempre è ricacciato ogni vivente che odia Dio, l’altra dove l’amore di Dio deterge delle ultime scorie quelle anime comunque morte in grazia di Dio.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaBenedetto XVI, con un’esegesi che definire inadeguata, visto il Trono da cui la dispensa e diffonde con Munus universale, è troppo poco, fa dire a san Paolo che tutti gli uomini si salverebbero: “pecore e capretti”, “giusti e reprobi”, “pii ed empi”, perché tutti passerebbero attraverso « un fuoco ». Chi glielo dice, all’antico der Professor, che Dio stesso, allorché lui si presenterà davanti al Suo Trono, potrebbe trovare questa sua esegesi che in un sol colpo annienta Giustizia di Dio, Inferno, Purgatorio e infine persino Dio stesso, rozza, goffa, maldestra, a meno di non considerarla poi, tutt’al contrario, fin troppo astuta? Certo, non sarà un miserabile ipo-anellide come il sottoscritto a farlo, e si spera che un santo Pastore, prima o poi, glielo faccia notare.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaMa andiamo avanti: infatti, che fuoco è mai, che brucia così indistintamente tutti? Vediamo finalmente il n. 47:

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaAlcuni teologi recenti [cioè lui, ndA] sono dell’avviso che il fuoco che brucia e insieme salva sia Cristo stesso, il Giudice e Salvatore. L’incontro con Lui è l’atto decisivo del Giudizio. Davanti al suo sguardo si fonde ogni falsità. È l’incontro con Lui che, bruciandoci, ci trasforma e ci libera per farci diventare veramente noi stessi.  Le cose edificate durante la vita possono allora rivelarsi paglia secca, vuota millanteria e crollare. Ma nel dolore di questo incontro, in cui l’impuro ed il malsano del nostro essere si rendono a noi evidenti, sta la salvezza. Il suo sguardo, il tocco del suo cuore ci risana mediante una trasformazione certamente dolorosa « come attraverso il fuoco ». È, tuttavia, un dolore beato, in cui il potere santo del suo amore ci penetra come fiamma, consentendoci alla fine di essere totalmente noi stessi e con ciò totalmente di Dio. 

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaChiaro? « L’incontro con Lui » ci brucia, e, così bruciandoci, « ci trasforma », « ci libera », così da « farci diventare veramente noi stessi »: il Cristo, così, non sarebbe altro che un detergente, un ripulitore di orpelli, che come la candeggina deterge gli uomini dalle macchie del peccato, quale che sia, e ciò fa con tutti, grandi peccatori e piccoli peccatori, perché il fuoco del Giudice divino brucia come paglia secca tutte le impurità, fossero le più atroci, devastanti e inguardabili..

13. PER PAPA RATZINGER DIO HA CREATO UOMINI O AUTOMI?

Ma poi: cosa significa « farci diventare veramente noi stessi »?
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaQui non entriamo nel merito di quello che si presenta come un tema da gran trattato di antropologia religiosa, ma non si può non ricusare un’espressione che, se qualcuno credeva di aver raggiunto l’ipogeo della gravità della dottrina – l’ipogeo, non l’apogeo, la voragine, non il sommo – il baratro cioè che va chiamato “Ratzingerismo”, ebbene: essa va ben oltre, perché con quest’espressione, secondo der Theologe, finalmente “il fuoco vivo e incendiario di Cristo, con la sua fiamma ardente, ci infiammerebbe tanto da bruciare tutte e tutte le nostre immondizie, brutture, orrori, ossia tutte quelle impurità che hanno attecchito alle nostre povere anime come sgradevoli ma del tutto accidentali incrostazioni”, giacché, se fosse per noi, le nostre anime sarebbero invece tanto belle buone e sante che neanche l’immagini.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaL’espressione «farci diventare veramente noi stessi » significa che noi, nelle nostre scelte, nei nostri atti di raziocinio e volontà, non eravamo affatto noi, ma automi, robot, o magari forse preda di qualcosa o di qualcuno che ci obnubilava la mente, drogati, alieni a noi stessi, posseduti, come minimo schizofrenici. Ma Dio, post mortem, dopo una vita da scellerati, dopo una vita da ubriachi, gli occhi annebbiati e i sensi stravolti, ci fa tornare in noi, ci riporta alla realtà.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaPost mortem? e perché post mortem? a che ci serve, post mortem, «diventare veramente noi stessi »? e poi, specialmente, se noi non eravamo “veramente noi stessi”, si possono ancora considerare peccati tutti quegli atti più o meno scellerati che si è compiuti, posto che per peccare sono richieste le condizioni di piena avvertenza e deliberato consenso?
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaE questa parrebbe domanda ben sensata, visto che il Papa, in quel punto, dice proprio che «l’incontro con Lui …, bruciandoci, … ci libera ». Ma cosa vuol dire “ci libera”?

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaSe infatti nella vita di allora eravamo imprigionati, tanto da non essere più noi stessi, e solo ora finalmente veniamo trasformati o riportati in noi, il gioco non vale, è tutto da rifare: è una presa in giro, va a monte tutto! Come si permette, Dio, di farci questo brutto scherzo, per cui prima ci abbrutiamo in una prigione di incrostazioni e di falsità sempre più impure e sciagurate, e solo post mortem ci fa diventare quelli che avremmo dovuto essere fin dall’inizio?
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaInfatti si noti il verbo usato: “diventare”; non “ri-diven-tare”, che son due verbi ben diversi, perché se il Papa avesse scritto “ri-diventare” si sarebbe ancora potuto cercar di trovare una traccia di sensatezza, ma così, col puro “diventare”, non c’è storia: si diventa ciò che prima non si era, e si ridiventa ciò che già si era stati ma non si è più: sicché la cosa, pur cercandola di salvare in tutti i modi, resta come si è presentata: del tutto dissennata.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaSi è visto dunque che non è e non può essere così, e che l’Apostolo mai si sarebbe sognato di dare un quadro tanto grottesco di Redenzione, quadro che come cardine della sua irrealtà cancella ogni traccia del concetto di peccato come ‘offesa a Dio, compiuta in odio a Lui Dio’, nozione che è alla base del fatto per cui satana, in odio a Dio, è all’Inferno insieme alle schiere degli angeli ribelli, e lì vi sprofondano tutti i peccatori in peccato mortale, irredimibili proprio perché hanno peccato – e per sempre ostinatamente e sempre più protervamente peccheranno – in odio allo Spirito Santo.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Per ipotesi di Scuola, solo una mente malata di Modernismo acuto avrebbe potuto elaborare un’esegesi di I Cor 3,15 come questa, ma, essendo questa mente invece quella di un Papa, ci si deve ben chiedere: com’è possibile ciò, senza che non uno, e sottolineo non uno, di tutti i teologi, gli accademici, i monsignori, i vescovi, gli arcivescovi, i cardinali e i prefetti di santa romana Chiesa abbia sollevato la benché minima obiezione, una larva di dubbio, la più timida, ritrosa e sussurrata radice cubica di perplessità su tali parole?
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaAllora mi sbaglio: se il malato fosse stato un singolo, per quanto sommo, passi. Ma se è tutti i Pastori, tutta l’odierna Chiesa, allora no, allora vuol dire che l’Inferno è effettivamente un’invenzione di san Tommaso. Anzi, senza il “san”: un’invenzione di Tommaso. È così, vero?

14. PRIMA CONCLUSIONE: SUL MICROCOSMO DELL’UOMO RATZINGER.

LA TEODICEA DI SPE SALVI CONFERMA CHE IL SUO AUTOR
NON HA ABBANDONATO LA DOTTRINA CHE CANCELLA L’INFERNO
E CHE FA DELLA REDENIONE UN’ORIGENIANA APOCATASTASI.

Però, se fosse così, in questi anni qualcuno, dopo la pubblicazione de La Chiesa ribaltata, avrebbe dovuto alzare la mano a dirmi: “Ma l’argomento, amico, è proprio questo: che nessuno, oltre a te che non sei nessuno: nessun Pastore, nessun teologo, nessun professore, e poi vescovo, arcivescovo, cardinale, prefetto o Papa, ha mai trovato niente da obiettare su nessuna delle parole della Spe salvi”.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaMa, anche qui, l’obiezione, come si può capire, è vuota come una brocca rotta, perché, se è pur vero che oggi sembra che sia il sottoscritto a viaggiare contromano, ciò è solo perché cinquant’anni fa i Pastori più alti della Chiesa hanno invertito il senso di marcia, chiamiamolo così, della strada della dottrina, giacché, fino alla presa del potere del Modernismo sulla Chiesa, le immense e univoche fiumane dei santi Padri e Dottori della Chiesa mai avrebbero ammesso, nep-pure per ipotesi di Scuola, anche uno solo dei concetti visti, valga per tutti san Tommaso, che spesso e volentieri si appoggia a sua volta a illustri precedenti, e il cui cattolico rigore evapora tutti i Prof di Tubinga come neve al sole.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaQuesto atroce ma subdolo testo di Spe salvi, che spiega, a chi riesce a decifrarlo, come non sia assolutamente rilevante quanto l’uomo possa presentarsi impuro o malsano, perché tanto poi fa tutto il Cristo, anima per anima, con un gran bel falò, a ciascuno il più appropriato, post mortem, è un testo che conferma e sancisce, purtroppo, e autorevolmente, l’intuizione basilare avuta a suo tempo da don Giussani, intuizione che sarà perno di tutta la sua fuorviante dottrina.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaNel mio La Chiesa ribaltata, §§ 27-31, a proposito di Spe salvi e Lumen Fidei (questa ancor più diretta sul tema del Giussani), chiamo tale dottrina “teologia della Persona”, o “dell’Esperienza”, o “dell’Incontro”, o “dell’Evento”: una teologia contrapposta alla sola possibile, quella “della Parola”, o “dell’Annuncio”, alla quale peraltro si riferirebbe anche la Lumen Fidei, riconoscendone persino le qualità intrinseche, senza però saperle riconoscere la sua stretta unicità, ma frammischiandola con quella di cui sopra, e producendo l’ereticale « dislocazione della divina Monotriade » che si diceva.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaMa attenzione: ieri Papa Benedetto e don Giussani, oggi, tra i molti, tra i tutti, ossia portandosi dietro tutta la Chiesa, Papa Francesco, hanno oltrepassato il limite sacro, il limite invalicabile, il limite mortale, tra pensiero e azione, tra Logos e amore, tra teoria e prassi, denunciato nell’84 da Amerio.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaQuesto oltrepassamento non doveva avvenire.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaLa Teodicea di Spe salvi e la dottrina che ne segue in Lumen Fidei sono le due cause principali per cui a milioni i cristiani, sempre più numerosi, prima confluirono nel molto ereticale Movimento di Comunione e liberazione e poi più in generale si ateizzarono direttamente.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaQueste dottrine ereticali sono state di recente, se pur di transenna, confermate da Papa Bergoglio, che rassicura tutti che, così come ritiene che si possa dire a un tale: « Che tu sia gay non importa. Dio ti ha fatto così e ti ama così », così a tutti noi egli ritiene si possa dire, superando a sinistra persino Lutero, “Fai pure ciò che ti pare meglio, tanto comunque tu mai offendi Dio, perché qualsiasi cosa tu faccia, Egli così ti ha fatto: ladro, bugiardo, omosessuale, lussurioso, pigro, ingordo, pervertito, avido, omicida, invidioso, iracondo: comunque tu sia, Egli sempre e ancora sempre ti ama.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaE in più, post mortem, Lui stesso brucerà te e la tua anima in un gran falò, ripulendoti da tutte le tue corbellerie e malefatte, e ti farà diventare finalmente te stesso”.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaQuesta prospettiva senza diavoli, senza peccati ‘offese a Dio’ e conseguente Suo sdegno, poi senza Inferno, Grazia, Purgatorio e Giudizio, è stata aperta da Papa Benedetto XVI con Spe salvi, Enciclica in cui, specie con la sviante esegesi di I Cor, il Papa riempie alcune lacune del suo testo di riferimento, Introduzione al cristianesimo, e completa il quadro sviante e fuorviante lì da lui disegnato quarant’anni prima.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaMa un conto è fare magistero privato come quello di un libro, per quanto di monsignore e teologo apprezzato e importante perito a un concilio ecumenico glamour come il Vaticano II (non a caso il libro andò a ruba subito in tutto il mondo), altro è invece esercitare dalla suprema Cattedra di Pietro il munus docendi pastorale ‘autentico e ordinario’ che si è visto inferiore solo a quello sommo del dogma.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaIn più, si tenga conto che un Papa, nelle sue scelte, a qualsiasi ordine appartengano, è sempre circondato e coadiuvato da innumerevoli monsignori, suoi segretari, a loro volta collegati con i più disparati servizi di Curia, Accademie e Università Pontificie, così da poter assicurare al Sommo Pontefice quell’assistenza diuturna necessaria al suo ruolo.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaE dunque, allorché da tanto ufficio esce un documento così gravemente avvelenato ab imis in punti fondamentali della dottrina cattolica come Spe salvi, quanti sono stati tra i suoi responsabili quelli che si sono resi conto della plateale, evidente e irriducibile opposizione deflagrata in quelle pagine tra verità e falsità, giusto e ingiusto, corretto e scorretto, cattolico ed eretico, Cristo e Belial? Possibile che non ci sia stato nessuno non assoggettato alla personalità del Papa regnante, che tenesse ben visibile ai suoi occhi il principio paolino per il quale, come vedremo, la Parola divina è sempre e in ogni caso da più di qualsiasi parlante umano che la proferisce, fosse pure il proprio più alto Superiore (in terra)?

15. SECONDA CONCLUSIONE: SUL MACROCOSMO DELLA CHIESA.

SE NESSUN PASTORE DELLA CHIESA SI ALZA A SBUGIARDARE
LA FALSISSIMA TEODICEA DELLA SPE SALVI, CIÒ SIGNIFICA
CHE LA CHIESA STA TRADENDO SÉ STESSA. SUICIDANDOSI.

La Chiesa non si è mai trovata così vicino a una morte che non vedrà mai, ma di cui deve subire lo scontro più forsennato, il timore estremo e il tentativo di venirne annientata, come in questi ultimi drammatici decenni seguiti allo sciagurato Vaticano II: senza ossigeno com’è, la Chiesa sta boccheggiando, e non perché qualcuno le ha tolto le bombole, ma perché se le è tolte da sola, ossia si è tolta da sola il dogma, il magistero del dogma e la liturgia del dogma (quella del Rito cosiddetto “antico”, in realtà l’unico perenne e santo).
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaE tutto ciò la Chiesa (si intende sempre: i Pastori della Chiesa) ha fatto alla presenza piena di tutte e tre le condizioni che determinano la gravità della colpa commessa, in questo caso doppia: colpa di omissione e colpa di falsificazione, entrambe nelle persone dei Papi e di tutti i loro consiglieri, a cominciare dai cardinali e dai prefetti di Curia che si sono susseguiti negli anni a partire dal 1962, da coloro cioè che hanno condotto la Chiesa a partire dall’origine e dal primo e più grave responsabile della deviazione, il concilio ecumenico Vaticano II e chi lo ha voluto.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaLe tre condizioni della doppia colpa sono i già visti “piena avvertenza” e “deliberato consenso”, a riguardo dei soggetti degli atti prima omessi e poi, nei nuovi atti elaborati al loro posto, falsificati; e “materia grave”, prima nel rigetto del vero e unico livello di magistero utile e necessario alle aspettative della Chiesa, poi nell’utilizzazione di un linguaggio equivoco, elaborato appositamente per essere malleabile, ovvero suscettibile a essere travisato come conviene, e non affatto strettamente connesso alle verità dogmatiche che in ogni caso gli dovrebbero esserne la logica causa stricto sensu.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaSe con ciò sembra che si accusi di colpe particolarmente gravi uomini che poi la Chiesa ha dichiarato santi, e dunque sembra che si cada in una contraddizione in cui l’autorità della Chiesa annienterebbe ogni minima possibilità di veridicità dell’accusa, si ricordi piuttosto che: Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica1), il magistero della canonizzazione è, come già visto, fallibile e defettibile, e per niente infallibile e indefettibile, sicché, se la Chiesa dovrà far cadere un santo dai propri altari, lo scandalo sarà di certo cataclismatico, ma, dal punto di vista strettamente canonico, la cosa non sarebbe impossibile;
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica2), all’opposto, il magistero infallibile e indefettibile della Chiesa, ossia il dogma, nelle Sacre Scritture stabilisce inequivocabilmente che: « Se anche noi stessi, o un Angelo del Cielo, venisse ad annunciarvi un Vangelo diverso da quello che vi abbiamo annunciato noi, sia egli anàtema» (Gal 1,8), e dunque per la Chiesa vale quel principio che si diceva, per il quale la Parola divina è sempre e in ogni caso da più di qualsiasi parlante umano che la proferisce, fosse anche un Papa, e fosse persino un Papa canonizzato.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaIn altre parole, questo principio affisso da san Paolo – e per gli storicisti, fossero pure il già Papa Joseph Ratzinger, va precisato: affisso da Dio attraverso san Paolo –, è tanto superiore a qualsiasi altro che, se anche l’intera Chiesa insegnasse il contrario, come in effetti avvenne, p. es., con l’Arianesimo, l’intera Chiesa dovrebbe correggersi, fare ammenda, come anche allora avvenne, se pur con grandi lotte, difficoltà, incomprensioni, ma comunque avvenne, ben condotta dal Sommo Pastore, Papa Liberio (che infatti, dopo aver ribadito con forza e in piena libertà la dottrina cattolica, fu riconosciuto dalla Chiesa santo come meritava), e così tornare, prona e obbediente, al dogma originale tradito.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaIl grave delitto di omissione della conferma del dogma, a mio avviso, su questo particolare frangente della propalazione del Ratzingerismo in tutta la Chiesa è stata perpetrata dai suoi responsabili anche più alti in almeno cinque circostanze:

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaLa prima circostanza in cui i Pastori anche più alti della Chiesa hanno commesso il delitto di omissione della difesa del dogma è avvenuta allorché, nel 1968, il prof. monsignor Joseph Ratzinger pubblicò il suo libro princeps, Introduzione al cristianesimo, in Germania e poi in tutto il mondo, e nessun Pastore sollevò le più dovute obiezioni e censure alla prima esposizione che si incontrava nella storia di ciò che ho chiamato Ratzingerismo, il mostruoso, inaspettato e del tutto inaccettabile ircocervo teologico denunciato nel 2017 da chi scrive con Al cuore di Ratzinger. Al cuore del mondo.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaOltre al sottoscritto, che sfortunatamente se lo trovò di fronte solo dopo essersi imbattuto nelle due Encicliche viste, e dunque solo per aver voluto andare alle origini delle svianti e fuorvianti dottrine lì esposte, ossia cinquant’anni fa, nella Chiesa nessun Pastore si eresse a confutare l’orrore, così da porlo al più presto all’Indice dei libri proibiti, come ben avrebbe meritato, se solo quel santo organismo fosse stato ancora in vigore, ma purtroppo esso era stato già da due anni soppresso perché i censori, a partire da Papa Paolo VI appunto, erano già da tempo avvelenati dal Modernismo come e più ancora dei censurabili.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaLa seconda circostanza in cui i Pastori anche più alti della Chiesa hanno commesso il delitto di omissione della difesa del dogma si è verificata allorché quello stesso Autore, ossia sempre il professor monsignor Joseph Ratzinger, divenuto nel frattempo cardinale, ripubblicava il medesimo libro con l’esposizione del suo estremamente anticattolico ircocervo apponendogli un nuovo Saggio introduttivo alla nuova edizione del 2000, confermando con ostinazione degna di maggior causa tutto quanto aveva trent’anni prima ivi tanto erroneamente asserito.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaAnche in quest’occasione nessun Pastore della Chiesa ritenne suo cattolico dovere sollevare la minima obiezione alla scellerata dottrina esposta per la millesima volta in tutti i seminari, istituti religiosi, università e accademie cattoliche e conventi di tutto il mondo. Seconda circostanza, seconda omissione, secondo delitto.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaLa terza e quarta circostanza, in cui i Pastori anche più alti della Chiesa hanno commesso il delitto di omissione della difesa del dogma, di gran lunga le più gravi, avvennero allorché, finalmente come Sommo Pastore, l’antico Teologo di Tubinga pubblicava le due sciagurate Lettere encicliche ora viste: nel 2007 la Spe salvi e nel 2013 la Lumen Fidei, nelle quali sono ben riconoscibili, magari con l’ausilio dei miei La Chiesa ribaltata e Street Theology, due dei punti nodali più significativi di questa sua dottrina, da lui mai veramente abbandonata, pur se in qualche occasione può esserlo parso (v. Al cuore di Ratzinger, pp. 173-4), che chiamo della “Redenzione debole”, o “Redenziuncola” (i due punti  sono quello della Teodicea in Spe salvi e quello della sostituzione della virtù della fede con la virtù dell’amore in Lumen Fidei), esposta per la prima volta dal suo Autore in Introduzione.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaInfine una quinta volta in cui i Pastori anche più alti della Chiesa hanno commesso il delitto di omissione della difesa del dogma, almeno: a mia conoscenza, allorché l’esimio Soggetto, ricusato il Trono di Pietro, dava ancora nel 2016, dunque dopo aver attraversato per esteso praticamente tutto l’arco della sua vita, un’importante intervista a padre Jacques Servais s.j., pubblicata anche su L’Osservatore Romano, in cui ancora una volta confermava apertamente il suo dissenso dall’insegnamento cattolico, peraltro manifestato cinquant’anni prima proprio a partire da quel suo famigerato ma mai censurato Introduzione al cristianesimo, insistendo ad attribuire, anche stavolta erroneamente, unicamente a un vescovo peraltro santo, e ufficialmente riconosciuto come importante Dottore della Chiesa, la dorsale della santa dottrina della Redenzione da lui così bellamente rigettata, ossia rigettata senza alcun argomento scientifico, dogmatico, scritturale, magisteriale, e, dopo tale molto erronea attribuzione, derubricando a fatto puramente linguistico ciò che invece è un vero e proprio dissenso logico-dottrinale: « Quando Anselmo – sostiene – dice che il Cristo doveva morire in croce per riparare l’offesa infinita che era stata fatta a Dio e così restaurare l’ordine infranto, egli usa un linguaggio difficilmente accettabile dall’uomo moderno ».
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaMa anche dopo tale evidente macroscopica errata insistenza nessuna voce, nessun Pastore si alza nella Chiesa a dissentire, censurare, correggere l’infelice affermazione.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaIn almeno una di queste cinque occasioni: la prima nel 1968, la seconda nel 2000, la terza nel 2007, la quarta nel 2013, la quinta nel 2016, i più alti responsabili della conduzione della Chiesa e della salvaguardia del dogma cattolico avrebbero dovuto censurare le dottrine svianti e fuorvianti insegnate da Joseph Ratzinger, in specie sulla Redenzione, ma non solo, e la mancanza di questa censura costituisce a mio avviso un grave delitto di omissione sia per il ravvedimento in primo luogo del loro Autore che per la difesa del dogma, e, a discendere, della fede e della conduzione morale di tutta la Chiesa e dei suoi sacerdoti.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaMa quel che più qui si vuole rilevare è che, mentre si è fatto e ancor si sta facendo da mesi in tutto il mondo un gran clamore intorno a quelle che peraltro son senz’altro importanti ma non fondative problematiche riscontrate in un significativo ma non affatto decisivo documento papale pubblicato da Papa Francesco, posto che matrimonio e sacramenti sono ambiti morali, dunque dipendenti e non causanti la fede, e posto poi che l’Esortazione Apostolica Amoris Lætitia è comunque soltanto magistero ‘privato’, dunque che non possiede neppure la prerogativa di essere magistero ‘vero e sicuro’, ecco: posto tutto ciò, nessun Pastore ha mai sollevato alcuna eccezione sulle due Lettere encicliche Spe salvi e Lumen Fidei, e ciò non ha fatto neppure dopo la pubblicazione di quei miei pur miserabili ma pubblici libri che le discutono denunciandone la pericolosità, libri fatti avere peraltro anche a decine di vescovi e cardinali tra i più ortodossi, eppure quelle Encicliche costituiscono a pieno diritto magistero ‘ordinario e autentico’, e come tali va loro riconosciuto che il loro insegnamento è ‘vero e sicuro’, tale che possono a buon diritto pretendere da tutti i fedeli, a qualsiasi grado di responsabilità nella Chiesa essi appartengano, quel ‘religioso ossequio’ ricevuto anche da Encicliche ben più importanti e decisive, v. l’Æterni Patris di Leone XIII o la Mystici Corporis di Pio XII.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaEd è proprio questo che qui si vuole con forza ancora una volta denunciare: ancora una volta, perché è dai tempi della mia Postfazione allo Iota unum di Romano Amerio, pubblicata da Lindau nel 2009, alle pp. 698-9, e poi in ogni mio lavoro successivo, che segnalo con ogni mezzo proprio ciò che solo il grande Luganese permise di riconoscere: il temerario e sciagurato escamotage elaborato dai Pastori modernisti per aprirsi il varco al potere suggerito da Ernesto Buonaiuti (« Non contro Roma né senza Roma, ma con Roma e in Roma »), e non chiediamoci come mai delle migliaia di teologi, accademici, tomisti, monsignori, vescovi e cardinali che lessero quel libro (7.000 copie in tre edizioni, oltre alle sette traduzioni nelle principali lingue dell’Occidente), nessuno rilevò la cosa e le furbissime conseguenze che permetteva.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaNessuno rilevò la cosa e le conseguenze che permetteva, perché tutti l’una e le altre conoscevano, ma nessuno doveva pubblicamente rilevarle: esse sono il mezzo sordido, nascosto, machiavellico, astutissimo, attraverso cui i Pastori perversi saliti al Trono di Pietro dopo il rigoroso Pio XII hanno trovato il modo di inondare la Chiesa del « fumo di satana », cioè del Modernismo, senza che nessuno se ne accorgesse.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaInfatti, la legge che il Luganese, in Iota unum, pp. 27-8 Lindau, aveva definito « la legge della conservazione storica della Chiesa », permetteva di distinguere con sicurezza e precisione che « La Chiesa non va perduta nel caso non pareggiasse la verità, ma nel caso perdesse la verità [marcature dell’Autore] ».
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaAttraverso la biforcazione individuata da Amerio nella distinzione tra “non pareggiare” e “perdere”, in realtà i Pastori più accorti della Chiesa, e mi riferisco in specie al cardinale Suenens e a Papa Giovanni XXIII, il primo per averglielo suggerito, il secondo per averlo attuato, realizzarono il « colpo da maestro di satana », imprimendo al Vaticano II la forma magisteriale di secondo grado invece che di primo, ossia ‘pastorale’ invece che ‘dogmatica’, come avrebbe dovuto invece essere per la presenza di un Papa e dunque per poter dar modo a un Papa di potersi esprimere, se ne avesse trovato necessità, al massimo di pienezza o entelechia di pronunciamento, come infatti era avvenuto in tutti e venti i Concili ecumenici precedenti, ex lege, anche se poi in due di essi il dogma non era stato espresso, perché non se ne era presentata la necessità.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaIn tal modo però, ossia con tale escamotage, il Papa poteva usufruire di una libertà d’espressione che il pronunciamento dogmatico mai gli avrebbe permesso.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaSicché Amerio poteva riscontrare nelle formule utilizzate dal Concilio Vaticano II quella « equivocità » che lo caratterizzarono e che inequivocabilmente ne denunciarono il carattere modernista, anticattolico e dunque della Chiesa satanicamente e ferocemente autodistruttivo.
 
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaEd è così che oltre al delitto di omissione, tutti i Papi che si sono susseguiti sul Trono di Pietro dopo Pio XII hanno compiuto in piena coscienza un secondo peccato, il peccato di falsificazione, correlato e susseguente a quello, il peccato di aver utilizzato appositamente, e non affatto casualmente, ossia con disegno machiavellico, distorcente e infingardo il grado di insegnamento appena inferiore al dogmatico, quello di ‘magistero pastorale’, o ‘ordinario e autentico’, e di averlo utilizzato proprio per le sue due precise caratteristiche:

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica1), di non essere dogmatico, ossia di non essere punto infallibile e irreformabile, e con ciò di avere la prerogativa di non chiamare in causa Dio, la qual cosa rassicura i suoi utilizzatori sulla propria vita, ben sapendo che non si chiama impunemente Dio a controfirmare una propria asserzione se quell’asserzione non è più che vera (nel pronunciamento dogmatico Dio è chiamato direttamente in causa con l’uso del plurale maiestatico papale, il “Noi” dei due Soggetti: il Soggetto papale e il Soggetto divino);

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica2), però di essere ancora esigente, di fronte a tutta la Chiesa e a ogni singolo fedele, di una obbedienza forte, qual è in ogni caso quella del ‘religioso ossequio’ di fronte ad affermazioni e insegnamenti che comunemente vengono ritenuti nella Chiesa ‘verità connesse’, ovvero verità direttamente discendenti dal dogma, come in effetti sono sempre state le verità insegnate prima che il Modernismo fosse riuscito a intronizzarsi dove mai, almeno: con mezzi leciti, avrebbe potuto con mezzi leciti.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaLa sintesi di queste due caratteristiche permette di affermare ciò che tutti quei Papi seguiti a Pio XII, che per il loro Modernismo camuffato avrebbero dovuto essere radiati dalla Chiesa, altro che canonizzati, ben sapevano: e la sintesi è che mai essi sarebbero potuti cadere in contraddizione col dogma dell’infallibilità pontificia proclamato da Pio IX, perché ciò sarebbe potuto avvenire unicamente se si fossero esposti al massimo dell’entelechia a loro e solo a loro possibile, che è quella del livello dogmatico, o ex cathedra, dove risiede il Munus Clavium, cui essi però si son sempre guardati bene d’accedere, per l’inghippo così astutamente trovato.

16. TERZA CONCLUSIONE: DAL SOVRACOSMO DI DIO.

LA VITTORIA DEL DOGMA È NELLA PAROLA.
DUNQUE PARLEREMO:
NON VINCE IL MODERNISMO. VINCE IL LOGOS, VINCE IL CRISTO.

VINCERÀ LA VITA, NELLA CHIESA. NON L’AUTODISTRUZIONE.

Ecco dunque: si chiude con una domanda. E la domanda è: come mai, in particolare, di fronte a un documento papale della gravità di Spe salvi, che qui si è visto annientare realtà decisive e fondamentali quali il concetto di peccato come ‘offesa a Dio’, l’Inferno, il Purgatorio, la grazia eccetera, e nessun responsabile della Congregazione per la Dottrina della fede, nessun organo di stampa cattolico – L’Osservatore Romano, Civiltà Cattolica, L’Avvenire… –, posto di non aver trovato gli estremi per confutare, correggere e censurare l’esimio Autore di tali e tanto gravi dottrine, e il metodo stesso con cui sono state proposte e illustrate, storicistico, antimetafisico e anticattolico al massimo, ecco: come mai, dicevo, non hanno però nemmeno preso in considerazione, allora, di confutare, correggere e censurare cattolicamente gli argomenti portati dal sottoscritto nei suoi libri contro quelle tesi aberranti, specie in La Chiesa ribaltata, in Street Theology e ora in Al cuore di Ratzinger. Al cuore del mondo?
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaÈ così che si difende, nell’ordine, Dio, la Rivelazione, la Chiesa, e un suo già sommo e a loro avviso tanto benemerito Pastore?

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaNon sbugiardiamo niente e nessuno – rispondono –, così nessuno si accorgerà che c’è qualcosa e qualcuno da sbugiardare, e tutto va avanti nella pace e nella serena ignavia di tutti.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaEd è qui che si decidono le sorti della Chiesa: o il silenzio o la parola. Ma chi crede di vincere la Parola, il Logos, col suo silenzio, io dico che la sottovaluta, v. I Ts 5,2: « Il giorno del Signore verrà come un ladro nella notte »..

17. QUESTE LE UNDICI PRINCIPALI DEVIAZIONI ERETICALI
RILEVABILI NEL PENSIERO DI JOSEPH RATZINGER.

Per completezza, si riporta di seguito l’elenco delle undici più evidenti deviazioni dottrinali presenti in Introduzione al cristianesimo, esposte criticamente nella loro conformazione, nelle loro cause e negli esiti dottrinali e morali cui portano, in Al cuore di Ratzinger. Al cuore del mondo:

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica1), la deviazione più sorgiva e iniziale: adozione del modello fideistico kierkegaardiano, secondo cui è impossibile la conoscenza metafisica di Dio (v., in Al cuore, i §§ 11-21);
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica2), la più cataclismatica: conseguente ricorso ai postulati della ragion pratica: sostituzione delle ragioni per credere con la volontà di credere. Rimpiazzata in tal modo la teoria con la praxis, che però, come si sa, non è idonea al ragionamento, ma ne costituisce l’inciampo, cioè l’errore (v., in Al cuore, i §§ 7-10);
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica3), la più modernista: adozione del dubbio scettico fideista, cioè proprio di ciò che costituisce il più sicuro veicolo di incertezza conoscitiva, a base della conoscenza, in primo luogo della conoscenza insegnataci dalla Chiesa: la conoscenza soprannaturale, o testimoniale, o per fede (v., in Al cuore, i §§ 11-6);
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica4), la più hegeliana: duplicazione del ruolo papale in “Papato attivo” e “Papato passivo” nell’ambito di un “Papato sinodale”, secondo il più classico e irragionevole, ossia irrealistico e anticattolico schema idealistico hegeliano di “tesi-antitesi-sintesi” (v., in Al cuore, il § 22).
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica5), la più assurda (ma ideologicamente necessaria al Ratzingerismo): connotare Dio come “Dio Libertà”, caricandolo di tre aspetti trasmessi poi, per analogia, al mondo da Lui creato: incomprensibilità, inafferrabilità e imprevedibilità: proprio come la nozione di Dio elaborata prima da Maometto (notare!), e, novecento anni dopo, dagli Illuministi (v., in Al cuore, i §§ 24b-6);
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica6), LA PIÙ GRAVE: rifiuto e annientamento della Redenzione come ‘Sacrificio di Olocausto di Dio Figlio, in Gesù Cristo, a Dio Padre’, confermato nel 2016 – nell’intervista che si diceva a Jacques Servais s.j. – come fatto « inaccettabile dall’uomo moderno », cioè, in realtà, dallo stesso Ratzinger (v., in Al cuore, i §§ 39-43 e i §§ 62-5);
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica7), la più riduttiva: la convinzione che la Redenzione sia “il raggiungimento, in Cristo ‘Omega’, dell’uomo perfetto” di impronta teilhardiana (v., in Al cuore, i §§ 44-7);
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica8), la più devastante: cancellazione del peccato originale, del concetto di peccato come “offesa a Dio”, dell’Inferno, del diavolo, del Purgatorio, del Paradiso, nonché della separazione finale e definitiva delle “persone pie” dalle “empie”, perché sarebbe anch’essa « inaccettabile dall’uomo moderno », ossia sempre dallo stesso e medesimo Ratzinger (v., in Al cuore, i §§ 50-3);
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica9), la più anticattolica: la convinzione che le tre Persone della ss. Trinità « dialogano » tra loro, dando così luogo alla patente e incontrollata professione di politeismo di Papa Francesco (v., in Al cuore, i §§ 55-60 e 66);
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica10), la più ripugnante: la convinzione che « la dottrina della divinità di Gesù non verrebbe intaccata qualora Gesù fosse nato da un matrimonio umano » (v., in Al cuore, i §§ 71);
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica11), la più ecumenista: la convinzione che la Chiesa, con le scissioni date dalle ribellioni degli eretici, sia stata « frazionata in molteplici chiese » (v., in Al cuore, il § 72).

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