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Nei sistemi derivanti dall'Illuminismo tutta l'organizzazione umana viene tagliata fuori da ogni rapporto con Dio in un'indipendenza
che si realizza nella dottrina come nella morale. Così sopprimendo la parte migliore dell'uomo: la sua dignità,
perseguibile solo con la divinizzazione operata dal Cristo. L'ateismo degli Illuministi, pur celandosi spesso sotto una veste
tranquillizzante di moralistico deismo 1 [Deismo: « Credenza
in un Dio concepito in senso razionalistico, indipendentemente dalla Rivelazione positiva; dunque, senza misteri, dogmi, sacerdozio,
riti, chiese… […] » (Padre Enrico Zoffoli, Dizionario del Cristianesimo, Sinopsis Iniziative Culturali,
Roma 1992.], si dividerà poi nei due corni di cui ho detto,
annientando però in ambedue la persona umana perché in ambedue essa si sottopone volontariamente a leggi immanentistiche,
incapaci di trascendere all'eterno Essere, prone solo al divenire, alla storia, al nulla: il liberalismo e il marxismo successivi
confideranno nella tecnica, nella scienza, nel progresso, e sacrificheranno loro le generazioni, ma in realtà perderanno
anche il vero profumo di cui tecnica, scienza e progresso sarebbero degni portatori, se fossero riconosciuti strumenti, e non
Il legalismo giudaico
e lo spirito di sacrificio
di Abramo. |
Nel sistema dell'illuminismo ateo e nelle sue derivazioni l'economia, la psicologia, la sociologia,
l'antropologia, la storiografia, prendono ciascuna le redini degli ultimi destini e delle
prime cause dell'uomo, riducendo la persona umana a pura meccanica.
Altri
ribelli, e anch'essi veri giganti fra i ribelli all'invito di Dio, sono i giudei, 2
[Dico Giudei (come nel mio Il Mistero della Sinagoga bendata, Effedieffe Edizioni, Milano,
2002, v. Prefazione, pagg. XXV segg.), in quanto appartenenti a una vana superstizione, quella nata in contrapposizione
al Cristo e alle Scritture. Non dico Ebrei, quindi, per non confondere il popolo dell'Antico Testamento da cui il Cristo
è nato, e da cui i cristiani misticamente discendono, con il popolo che Lo ha rinnegato preferendogli Barabba, cioè
la carne e la ribellione perpetua. Parlerò quindi di Ebrei solo quando mi riferisco al popolo dell'Antico Testamento.
Secondo le Scritture, infatti, l'Ebraicità è qualità più spirituale che carnale: passata ai
Gentili per la loro fede, gli appartenenti alla Sinagoga possono dirsi solo Giudei, come detto più estesamente nel
presente studio e confermato in Appendice da Scrittura e Tradizione.] i quali, non riconoscendo divino il Cristo, confidano nelle opere compiute secondo la Legge,
credendo di giustificarsi agli occhi di Dio con l'ottemperanza alla Legge piuttosto che con
la fede, lì riversando il compimento di tutti gli atti formali svolti dall'uomo verso
Dio e verso il prossimo. In un certo modo, lo spirito calvinista che abbiamo visto aver invaso
l'America è ben assimilabile allo spirito con cui i giudei riguardano il mondo e si
rivolgono a Dio: in entrambi alligna la convinzione che ai "giusti" sia sufficiente
dare a Dio formalmente ciò che Gli è dovuto, e che Dio benedica i "giusti"
con una dimostrazione materiale, palpabile nella diffusione del benessere. Tutto il
contrario, come si può subito constatare, di quello che hanno capito e insegnato tutti
i santi della Chiesa, nessuno escluso.
Il
calvinismo, irrigidito su un confronto formale con le esigenze della Legge, è figlio
diretto del giudaismo, per il quale adempiere la Legge non è realizzare il fine della
persona umana nell'amore, ma nel puntiglioso compimento delle opere prescritte dal
Libro (cosa questa biasimata più volte dal Cristo), come se l'uomo che le compie fosse
predestinato al Cielo, e l'uomo che non le compie rigettato.
Ma la lettura formale del
Libro sacro non solo non salva, ma allontana dalla salvezza, come spiega san Massimo il Confessore: « Finché la
parola è nascosta dalla lettera della legge come da un moggio, lascia tutti privi della luce eterna. Essa non può
trasmettere la visione spirituale a chi non si sforzi di togliere il velo del senso materiale che trae in inganno e può addirittura
fuorviare verso l'errore e la falsità. Invece va posta sul lucerniere della Chiesa. Ciò significa che la parola rivelata
va intesa nel senso interiore e spirituale, spiegato dalla Chiesa stessa » . 3 [San Massimo il Confessore, Risposte a Talassio, Risp. 63; PG 90.]
Inoltre i giudei sarebbero convinti, in un senso messianico anticristiano e materialista,
non solo di salvarsi, ma di essere essi stessi salvatori, i veri Messia, del genere umano.
Come? Con il possesso del mondo: possesso ideologico, teologico, filosofico, storico, economico,
politico. Ciò che non è riuscito al falso Messia Gesù Cristo, morto suppliziato
su una croce, riuscirà al popolo ebreo, perché le sacre Scritture è
di esso che parlano come Messia capace di trasportare tutta la storia al suo culmine di civiltà.
Tale civiltà è fondata sulla potenza dell'uomo su ogni cosa, è una civiltà
materiale, è una vittoria sulla morte data dalla carne.
Questa concezione del nuovo
giudaismo proviene dalla lettura talmudica dei Testi sacri, lettura che ascrive il possesso del mondo al popolo dell'Antica Alleanza.
La spiritualità, nel senso stretto del termine, nel popolo giudaico è morta iam diu, da lungo tempo, e il Dio
chiamato dai giudei è piuttosto un Dio che deve dar loro conto di tutte le vessazioni di cui sono stati vittime. L'interpenetrazione
cattolica divino-umana è da essi totalmente aliena, il loro deismo è un altro ateismo malcelato: manca ad essi
il concetto, peculiare ad Abramo, di ubbidienza, di sacrificio, di umiliazione, e specialmente di relazione; concetti questi
tutti, ma in particolare l'ultimo, che davano ad Abramo la dignità di uomo e riconoscevano a Dio la dignità di Dio.
Ma i giudei hanno da tempo rigettato Abramo come padre, e Dio con lui (cfr. Ioan., VIII, 39-46 ). 4 [« Gli replicarono: "Il nostro padre è Abramo". Soggiunse Gesù: "Se
siete figli di Abramo, fate le opere di Abramo. Invece voi ora cercate di uccidere me, che vi ho detto la verità, che udii
da Dio. Abramo non fece così. Voi fate le opere del padre vostro". Gli risposero: "Non siamo nati da fornicazione!
Abbiamo un solo Padre, Dio". E Gesù a loro: "Se Dio fosse vostro Padre, amereste anche me, perché io procedetti
e venni da Dio; non sono infatti venuto da me, ma Egli mi ha inviato. Perché non comprendete il mio linguaggio? Perché
non potete ascoltare la mia parola. Voi avete per padre il diavolo, e volete soddisfare i desideri del padre vostro. […]
voi non siete da Dio » (La sacra Bibbia, Salani Editore, Firenze 1954).] (Segue)
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