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 GNOSEOLOGIA E TRINITÀ /2

Enrico Maria Radaelli *

GNOSEOLOGIA E TRINITÀ.


Articolo uscito su « Aquinas »,
rivista internazionale di Filosofia a cura della Facoltà di Filosofia
della Pontificia Università Lateranense), n.03/XLVI, settembre 2003, col titolo:

SUL METODO DELLA FILOSOFIA CRISTIANA
IN TOMMASO E BONAVENTURA.

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Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica
(Torna a p. 1) Il vero problema, per chi voglia procedere con una certa sicurezza verso la salvezza offerta dalla Rivelazione, è stabilire quale dei due Dottori (o delle due scuole) fosse più interno al Dogma, più centrale alla verità (perché è indubbio che qualche Dottore lo è di più e qualcun altro di meno, essendo molti e diversi i troni nei cieli), va risolto con sovrana semplicità: chi meglio riconosce il Cristo, e più di altri ravvisa le sacre vestigia della Trinità nel creato, questi sarà l’intelletto più inoltrato verso il centro del divino Mistero.

7. LA GNOSEOLOGIA: UN VESTIGIO DELLA TRINITÀ?

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaE, a riguardo della gnoseologia, si può concludere così: solo la ss. Trinità offre all’uomo questa mirabile composizione, per cui in essa si ha l’essere (il Padre ingenerato), il pensiero (il Verbum), l’amore (lo Spirito Santo) in tre Persone che sostanziano l’unico Dio; è impossibile pensare che nella storia si dia una dottrina della conoscenza più vera e forte di quella che Dio insegna al cristiano, perché solo il cristiano partecipa, da un Dio trinitario, il legame forte, intrinseco, tra l’essere della realtà, il pensiero di essa realtà, e il legame stesso (amore) tra pensiero e realtà perché se le persone sono le loro relazioni il legame è nell’essere stesso delle persone. 1 [Summa Theol., I, le qq. 28, 29, 30, in particolare 29, 4: Se il termine persona (in Dio) significhi relazione.] L’esse, nosse, velle di Agostino: il Padre, il Figlio-Verbum e lo Spirito dei Due, trasfondono per analogia la loro imperscrutabile e indivisibile trinitarietà nel vestigio della conoscenza che può avere l’uomo, per cui esserci, conoscersi e amarsi sono tre operazioni strettamente correlate: vi è una e solo una storia, una e solo una verità conoscitiva, per quanto complessa e, in Dio, infinitamente insondabile, e, tra le due, c’è una e solo una corrispondenza.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaMa questa considerazione è desumibile solo a partire dalla teologia trinitaria di Tommaso. Questo punto va chiarito: come Agostino, Tommaso riconosce che alla Trinità sono pertinenti essenzialmente non solo le persone divine ma, coessenzialmente, le loro stesse interne relazioni. Ciò che nel creato è accidentale in Dio è essenziale: le relazioni sono Dio. Ma la peculiarità tommasiana è che l’Angelico, come nota F. Cairé, usa nel suo trattato una sola immagine, che però risulta la più pertinente al discorso gnoseologico che continuamente preme l’Aquinate: la mente che conosce e che ama, « compiendo due operazioni specifiche e immanenti dell’anima umana, intellezione evolizione, pur nell’individualità dello spirito umano […], portano a una dualità sul piano operativo. Ora quando l’anima propone alla propria conoscenza, non un oggetto esterno, ma se stessa, ed a se stessa si rivolge con amore, si ha un soggetto pensante, che nel verbo mentale o idea di se stesso si contempla e si ama con una totale adesione di sé a sé. Il soggetto pensante diventa così un oggetto pensato, e tra i due termini, si stabilisce una linea di congiungimento, che è l’amore. Anche in Dio, per via di analogia, si possono considerare, come perfettamente immanenti però, due operazioni, intellezione e volizione, che senza intaccare l’essenziale semplicità si identificano con la stessa sua natura ». 2 [Enc. Catt., v. Trinità, col. 536, a cura di Pietro Parente.]

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaDalla scienza teologica, svelamento per approssimazione, ma approssimazione sicura e non opinativa del dogma, deriva che, confessando solo i cristiani il mistero trinitario, solo essi colgono nel Nume creatore un dato che non può essere colto da nessuno tra tutti gli altri uomini, adoratori o no che siano di altri dèi: questo dato è la relazione. 3 [A dire il vero, l’adoratore e discepolo della Trinità può dalla teologia trinitaria cogliere anche altri dati fondanti, quali il concetto di persona, di ragione, di amore, tutti e solo precipuamente cristiani, anzi: ‘trinitariani’. ] Ed è qui che si fonda la solidità specialissima della gnoseologia cristiana. Sull’analogia che si è vista tra essere reale-essere logico creati e persone del Padre e del Figlio increati, analogia per la quale la relazione sussistente tra le persone divine elargisce un vestigio eloquente nella relazione univoca di conoscenza tra conoscente e conosciuto nel creato.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaNon solo: il cristiano dalla Trinità coglie anche un ulteriore aspetto nel creato, che è quello che gli dice che reale concreto e reale logico sono ambedue, appunto, enti reali, allontanando da sé la falsificante concezione che attribuisce al pensiero un’irrealtà d’astrazione del tutto impropria. Romano Amerio dice che « ogni pensiero in ultima analisi è atto e quindi riferibile alla ragion di azione ». 4 [Romano Amerio, “Iuvenilia”: La religione e la sua valutazione nel pensiero moderno, « Pagine nostre », aprile 1924, p. 457.] Ma non viene più avvertito nella cristianità lo spessore storico, reale, del pensiero, malgrado la teologia dogmatica insegni che la fede è un atto: l’atto di fede; anzi: essa è la prima delle opere, atto eminentemente intellettivo scaturito da un sillogismo, che è un’operazione. Le operazioni sillogistiche muovono enti invisibile nelle menti (i fantasmi e le astrazioni universali) dando luogo così ad atti invisibili, i giudizi, che poi, muovendo la volontà, fanno la storia visibile. 5 [Anche la teologia morale indica con forza la attualità del pensiero nella sua peccaminosità, per esempio quando insegna che un’intenzione maliziosa è rea di colpa. Ora, se un peccato è un atto, anche il pensiero, es-sere logico, essendo peccabile è un atto, malgrado il volontarismo tenda, nel generale sentimento dei suoi in-flussi sulla cristianità, a fare del pensiero, dell’essere logico, un’astrazione preattuale, un’astrazione inutile quindi alla storia, alla vita eterna, all’uomo. È ben vero il contrario.]

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaQuesto aspetto primario della filosofia della conoscenza resiste solo se non si compie la distorsione della divina Monotriade implicita nella dottrina dell’azione, poiché solo considerando il mistero dell’Incarnazione nell’ambito trinitario si lumeggia la consistenza dello spirito (dell’intelletto) che misteriosamente ma realmente si fa carne. Tutte le eresie trinitarie e tutte le filosofie che ne derivano abbondando nei secoli fino ai nostri giorni scardinano alle radici prima di ogni altra cosa il valore conoscitivo dell’uomo, rovinandolo nello scetticismo, nel materialismo, nel pessimismo esistenziale, nella nullificazione più perimente del suo stesso essere: impossibilitato a conoscere per la perdita di ogni sicura relazionabilità con il reale, l’uomo non possiede più senso di quanto ne abbia un cavallo e la sua vita è condannata al caos del puro naturale, data, in ultima analisi, la mancanza di nesso certo tra pensiero e realtà.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaDunque parrebbe essere Tommaso, Dottore della Trinità più di ogni altro, il Dottore più vicino al centro del Mistero dogmatico, e così lo riconoscono i Papi, intronizzandolo nei concilii senza far torto né ad Agostino né a Bonaventura (né agli altri grandi Dottori e Padri), perché Tommaso li raccoglie tutti, alla luce della sua gnoseologia realistica.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaIl vero divario tra scuola francescana e domenicana è che nella prima è congenito un volontarismo, una preferenza all’azione concreta, un’opzione pratica dalla quale invece la seconda si sottrae, e ben a ragione. Difatti: quanti errori si sono compiuti storpiando l’agostinismo platoneggiante di Bonaventura e discepoli? Se da Platone si era formato l’apollinarismo, poi il subordinazionismo di Ario, quindi Nestorio e la conseguente visione musulmana incapace di afferrare i due Misteri, da Agostino, non corretto da Aristotele proprio sui versanti della conoscenza e del rapportotra spirito-carne, germoglieranno le concezioni aberranti (tutte materialiste, incapaci di cogliere la qualità spirituale) di Ficino, Pico, Eckart, Lutero, Calvino, Sarpi, Spinoza, Malebranche , Giansenio, Berkeley, Blondel…

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaQuanti invece gli errori da una qualche storpiatura del tomismo razionale che da Aristotele ha vagliato il realismo? Nessuno. Perché storpiare il tomismo è molto più difficile: l’idea forte di Tommaso, convinto che è la verità che deve orientare l’agire, pone l’azione dopo la dottrina, in analogia allo Spirito di Dio che fa Pentecoste dopo la Rivelazione del Verbum: è idea di sostanza e di metodo sotto la quale ci si salva e fuori della quale tutto è pericolosamente falsificaibile.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaSi dice: « Segui il precetto: ama il tuo prossimo come te stesso » (Lev., XIX, 18; Gal., V, 14). Ma, come si vede, per tutta l’estensione della sacra Scrittura (essa stessa parola che insegna l’agire per il bene), è appunto esposto un precetto, una legge, una dottrina. Non si può prescindere dalla dottrina. Prescindere dalla dottrina è prescindere dal Logos, come fanno gli Orientali, che elidono il Filioque, e così spezzano la processione dello Spirito dal Logos, che è come dire l’agire dal pensare, la volizione dall’intelletto, la libertà dalla conoscenza, l’amore dalla dottrina; ma così si porta al Cristo un’ulteriore e grave ferimento: lo si esclude, ritenendo (appunto: con una falsa dottrina, sed dottrina) di muoversi all’amore, all’azione per il bene, direttamente con la mozione dello Spirito Santo. 6 [Per la disamina della distorsione della divina Monotriade, si veda, di Romano Amerio, Stat veritas... cit., pagg 100 segg., e il nostro recente studio: Romano Amerio. Della Verità e dell’Amore, § 11 e: La libertà religiosa e la distorsione della divina Monotriade, pagg. 111 segg.]

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaPurtroppo però nei secoli il volontarismo e il concretismo di chi vuole scavalcare la necessità di pensare prima di amare porterà a gravi errori: il misticismo cristiano infatti non si può appiattire a un misticismo tout court, né a quello proposto da insegnamenti (da religioni) non cristiani, non trinitari. Il sovvertimento dell’azione sulla dottrina implica direttamente un sovvertimento trinitario che elide il Logos e, con tale elisione, finisce con il non attribuire nemmeno allo Spirito Santo la sua essenza specifica, Amore oblativo, abbandonandola nel genere amore: ma il genere amore è genere larghissimo, che va da quello animale a quello crucifero; quale il trinitario? e quale l’umano?
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaChi divarica Bonaventura da Tommaso stacca in qualche modo l’Amore (il misticismo) dal Verbum (l’argomentazione razionale); invece i due santi vanno tenuti stretti nella medesima Chiesa, così come l’amore oblativo, l’estasi e la contemplazione mai possono aversi fuori del vero, del pensiero, del Verbum. Enfin: è proprio la ragione, l’intelletto, che va in estasi! O pensate che possa andare in estasi una coccinella, una rondine, una scimmia? E bisogna ringraziare l’estatico Tommaso se sappiamo che la teologia è la scienza dei beati, quindi è vera scienza, con tutte le proprietà richieste alla scienza: grazie a lui noi possiamo già ora, qui, sulla terra, abbeverarci della loro ineffabile visione sui monti della metafisica ragionando in pienezza, ovvero utilizzando al massimo grado tutto ciò che ci è dato da Dio per somigliare a lui: ragione naturale, fede (di ragione soprannaturale), grazia.

8. L’ETERNA QUESTIONE DEL PRIMATO TRA VERITÀ E AMORE.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaA Bonaventura fu dato di coglierne particolarmente la finalità contemplativa, ed è in questo senso e solo in questo che è permesso dire che egli colse il primato dell’amore sull’intelletto: si pensa per amare. Ma vi è un secondo senso, che è quello della causa formale, per cui prima si pensa, quindi si ama il pensato e il come esso è stato pensato. Per tale motivo, a Tommaso fu dato di cogliere, della conoscenza, tutto l’ordine: la concezione forte dell’essere è tutta e solo sua (« perfectio omnium perfectionum », « actualitas omnium actuum »), e su questa intuizione egli intravvide come Logos e Amore (le due catene di intelletto-pensiero-dogma e bontà-volontà-libertà) potessero mutuamente collaborare per giungere alla conoscenza di tutte le cose e alla finale e beata contemplazione di Dio.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaSeguire la via dell’amico Tommaso è, infine, seguire con molto realismo l’uomo che più tenne a mente l’identità tra persona e dottrina data nel mistero dell’Incarnazione di Cristo: la prima delle opere, infatti, è la fede, atto dell’intelletto, e questa concezione, ancora una volta, la possono avere solo i cristiani, che riconoscono che la Verità si fa carne, cioè storia, cioè atto. Il misticismo di Tommaso, l’antirazionalista più eminente che abbia avuto la storia, è, ancora una volta, mostrato nella sua efficacia esemplare a tutti noi semplici.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaOggigiorno la sua conoscenza (e quella di Bonaventura) è particolarmente aiutata dal secondo dei tre volumi di Battista Mondin, Storia della metafisica, ESD, Milano 1998, oppure il più agile testo di monsignor Antonio Livi, Tommaso d’Aquino, Il futuro del pensiero cristiano, Mondadori, Milano 1997. Si noti: nessuno dei due è domenicano, l’imparzialità è garantita.(Torna alla pagina 1di 2)

E. M. R.

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Articolo uscito su « Aquinas »,
R ivista internazionale di Filosofia a cura della Facoltà di Filosofia
della Pontificia Università Lateranense, settembre 2003.


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