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Enrico Maria Radaelli *

DOVE GESÙ DICE BIANCO,
RATZINGER DICE NERO.

Nota a margine del saggio
AL CUORE DI RATZINGER. AL CUORE DEL MONDO.
Aurea Domus Edizioni. Milano, 25-1-2022.
Pro manuscripto, formato in-8°gr, pp. 470
di cui 54 illustrate, 15 in quadricromia.
Offerta a € 52,00. (Acquistabile anche con una all’autore)

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Per la dimostrazione della correttezza della presente analisi, vedi qui:
Il Ratzingerismo. Sfumature o reticenze? Cinque casi esemplari.


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La copertina

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Quarta
di copertina

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QUI TUTTO
IL TESTO IN PDF


1. Premessa. Dio (in san Paolo, Gal 1,8) stabilisce: Solo ciò che viene da Dio è “Spirito”. Tutto ciò che invece viene dall’uomo è “carne”.

2.
Primo “peccato della carne” di Joseph Ratzinger, o prima inconciliabilità tra i suoi scritti e il Vangelo.

3.
Secondo “peccato della carne” di Joseph Ratzinger, o seconda inconciliabilità tra i suoi scritti e il Vangelo.

4.
Terzo “peccato della carne” di Joseph Ratzinger, o terza inconciliabilità tra i suoi scritti e il Vangelo.

5.
Quarto “peccato della carne” di Joseph Ratzinger, o quarta inconciliabilità tra i suoi scritti e il Vangelo.

6. Quinto “peccato della carne” di Joseph Ratzinger, o quinta inconciliabilità tra i suoi scritti e il Vangelo.

7.
Conclusioni: ieri i Gàlati, oggi il cardinale Ratzinger, entrambi devono respingere la “carne” e tornare allo “Spirito”.

8.
Però potrebbe essere ancora Joseph Ratzinger, se solo volesse, a tornare a illuminarci la strada verso Dio: seguendo l’orso di san Corbiniano di cui racconta, e l’animale da soma in cui esso si dovette trasformare.

* * *

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica1. PREMESSA.
DIO (IN SAN PAOLO, GAL 1,8) STABILISCE:
SOLO CIÒ CHE VIENE DA DIO È “SPIRITO”.
TUTTO CIÒ CHE INVECE VIENE DALL’UOMO
È “CARNE”.

Tutti noi conosciamo le parole con cui san Paolo mette in guardia gli errabondi cristiani della Galizia (i celebri Gàlati) dall’accogliere una dottrina diversa da quella da lui insegnata: « Se anche noi stessi, o un Angelo del Cielo, venisse ad annunciarvi un Vangelo diverso da quello che vi abbiamo annunciato noi, sia egli anàtema » (Gal 1,8).
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaCon queste parole l’Apostolo stabilisce un principio potente, diciamo anche il principio dei princìpi: la Parola divina è da più del parlante umano che la proferisce, fosse pure esso – come nel suo iperbolico paradosso l’Apostolo chiama il più venerabile annunciatore che gli uomini possano aspettarsi – « un Angelo del Cielo »: la Parola divina non può essere cambiata da nessuno: essa è quella che è e tale deve a ogni costo e assolutamente restare e permanere in eterno.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaPer san Paolo, ossia per Dio attraverso san Paolo, il Logos, il Verbo rivelato nel Vangelo, va annunciato. Poi non importa chi lo annuncia, ma solo e unicamente la perfetta fedeltà dell’annunciatore al messaggio annunciato: la verità è il primum, poi è l’unicum, infine è il supremum. Il resto è nulla.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaChe è a dire, come si esprime l’Apostolo: solo ciò che viene da Dio è “Spirito”. Ciò che viene dall’uomo è solo “carne”.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaQuesto principio è potente. E imprescindibile: è il perno solo in base al quale l’Apostolo potrà apostrofare Cefa, san Pietro, il suo Superiore, senza contravvenire all’obbedienza e al rispetto dovutigli.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaInfatti, con i due paradossi più estremi che si possano concepire: « se anche noi stessi » e « o un Angelo del Cielo », egli afferma che non c’è annunciatore che tenga: la Parola divina è – e non può essere altro che – una e una sola: quella annunciata da Gesù Cristo, e, a partire da Lui, dai santi Apostoli.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaDunque, per stare a noi, non è importante per un fedele essere “papalino” o non “papalino”, per usare una parola utilizzata recentemente da un riverito cardinale da poco scomparso, ma essere cristiano o non cristiano, perché se la Parola di Dio fosse oggi, per assurdo, annunciata da « un Angelo del Cielo », cioè da qualcuno che potrebbe magari anche sembrare un Angelo, come di certo lo sembra p. es. una personalità molto e da tutti apprezzata, amata, venerata per la sua mitezza e bontà, ma tale Parola venisse però annunciata da tale pur amabilissima persona diversamente da quella che è, ossia segnata da qualche modifica, ebbene: « egli sia anàtema », ossia venga respinta e quella parola e chi la propaga, se pur respinti, l’una e l’altro, con somma carità e massima giustizia, naturalmente, come peraltro si raccomanda di fare lo stesso Apostolo in altri testi, perché quella tal parola, in qualche modo comunque variata, non essendo più Parola divina, ma un’altra purchessia, non salva più nessuno, non serve più a niente, anzi danna irrimediabilmente: danna e chi l’ascolta e ancor più chi l’annuncia, perché anche a quest’ultimo non bastano mitezza, bontà, dolcezza, e ogni altra virtù, poiché, come dice sant’Ignazio d’Antiochia agli Efesini, « la fede è il principio, la carità il fine », ossia, come ci spiega san Bonaventura nel Breviloquio, « è per mezzo della fede che Cristo abita nei nostri cuori », ma una fede mal riposta, ossia riposta nella parola sbagliata, non è più riposta in Cristo, e la carità che ne discende non è più la carità di Cristo, ma è semplice carità umana.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaEcco il motivo per cui l’Apostolo è così veemente. E se l’Apostolo fosse presente ora, se fosse presente nella Chiesa di oggi, probabilmente lo sarebbe dieci volte di più.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaDetto ciò, qui si vogliono offrire almeno cinque dei numerosi esempi di totale inconciliabilità, da una parte, dati dagli insegnamenti di Sacre Scritture e Dogmi della Chiesa, e, dall’altra, degli insegnamenti di Joseph Ratzinger, esposti in un suo celebre libro del 1968, quand’era professore di Teologia a Tubinga e ancor oggi vero e unico paradigma del suo pensiero, Introduzione al cristianesimo, venduto da cinquant’anni in tutto il mondo, mai smentito, anzi confermato nel 2000 da un nuovo Saggio introduttivo vergato dal suo stesso Autore, all’epoca Prefetto della sacra Congregazione per la dottrina della fede, e, nella sua linea dorsale, ancora la lui ribadito in un’intervista pubblicata su L’Osservatore Romano il 17-3-16, dunque solo due anni fa, a tre anni dalla sua Rinuncia al Papato. Libro dunque ancora attualissimo.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaEsso costituisce l’oggetto dell’analisi del mio Al cuore di Ratzinger. È lui il Papa, non l’altro. , pro manuscripto, Aurea Domus, Milano, gennaio 2022, pp. 470.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaSi vuole altresì rassicurare il lettore della più ampia contestualizzazione, in questo mio lavoro, delle citazioni del pensiero ratzingeriano, così da poter garantire allo studioso il più largo aiuto per afferrare, di quelle pagine, oltretutto, il loro non sempre limpido ma spesso piuttosto implesso significato.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaSi ritiene urgente la massima diffusione di Al cuore di Ratzinger. Al cuore del mondo, affinché sia evidente che il sottoscritto, potendo cominciare a lavorarvi solo dal settembre del 2015, ha fatto di tutto per arrivare in tempo a tentare – quantomeno a tentare – di convincere l’esimio e mite Autore di Introduzione al cristianesimo della necessità di riflettere su tutti quei suoi molto pericolosi assunti prima che sia troppo tardi.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaIn questo mio lavoro ho però anche voluto proporre quattro paragrafi (76-79) in cui espongo all’apprezzamento del lettore anche cinque pregevoli pensieri dell’esimio Teologo, la cui presenza, pur nell’oceano delle più biasimevoli dottrine fuori strada, permette di capire quanto la mia disamina su quel suo scritto sia scevra da ogni apriorismo personale, ma dettata, come si diceva all’inizio, solo dalla divina e a tutti superiore Norma normans del Logos.

Questi i cinque esempi.

2. PRIMO “PECCATO DELLA CARNE” DI JOSEPH RATZINGER,
O PRIMA INCONCILIABILITÀ TRA I SUOI SCRITTI E IL VANGELO.

Nel 2005, salito da poco al papato col nome di Benedetto XVI, colui che era stato il Professor Joseph Ratzinger insegnava che quella di Dio « rimane l’ipotesi migliore, benché sia un’ipotesi » (Joseph Ratzinger, L’Europa di Benedetto nella crisi delle culture, Cantagalli, Siena 2005, p. 123).
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaMa dire che Dio è « l’ipotesi migliore » significa comunque fondare la fede in Dio – credere Deum – su un’ipotesi, se pur la migliore, ossia su un dubbio, il che però significa fondare la fede su un atto umano: è l’uomo che ipotizza l’esistenza di Dio, è l’uomo che, nella sua mente, “produce Dio”.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaMa la fede è una conoscenza per testimonianza di qualcosa che già c’è, che già è presente nella realtà, se pur non direttamente visibile ed evidente al conoscente; e la testimonianza di questo qualcosa, nel caso presente, ossia nel caso di Dio, è quella del Cristo, che dice, proclama e afferma: « Dio nessuno lo ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato» (Gv 1,18), e infatti san Bonaventura – contro il futuro storicismo –, ancora nel Breviloquio, afferma: « L’origine della Sacra Scrittura non è frutto di ricerca umana, ma di rivelazione divina ». Sicché è Dio che si muove per primo verso l’uomo, e non l’uomo verso Dio.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaE dato che san Paolo con i Galàti è andato fino in fondo, questo è il momento per andare fino in fondo anche noi.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaDice l’Apostolo: « Questo solo io vorrei sapere da voi: è per le opere della legge che avete ricevuto lo Spirito, o per aver creduto alla predicazione? » (Gal 3,2). E precisa, affondando il coltello fino all’elsa, senza alcun riguardo: « Siete così privi di intelligenza che, dopo aver cominciato con lo Spirito, ora volete finire con la carne?» (Gal 3,3), ossia: Siete così privi di luce spirituale che, dopo aver accolto la mia Parola spirituale,  e spirituale perché fondata sulla Rivelazione di Dio compiuta dal Figlio, ora volete basare la vostra ragione per credere sulla base di una tutta umana ‘carne’, ossia sulle opere umane?”  
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaSan Paolo chiama ‘carne’, nei Galàti, ciò che essi elaborano a partire dalle opere della Legge, e chiama ‘Spirito’ la Grazia della terza Persona della ss. Trinità che discende nei cuori se essi credono alla Rivelazione data loro da Gesù Cristo e dai suoi Apostoli.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaParallelamente, oggi san Paolo chiamerebbe ‘carne’, in Ratzinger, ‘l’ipotesi Dio’, il percorso da lui compiuto col metodo storicistico per individuare l’esistenza di Dio.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaNell’uno e nell’altro caso ‘carne’ è infatti tutto ciò che parte dall’uomo. ‘Spirito’ invece è ciò che viene da Dio. Uomo e Dio sono ineluttabilmente divisi. E la fede – virtù squisitamente soprannaturale – viene da Dio. Se invece viene dall’uomo non è fede, è ragionamento, è un sillogismo qualsiasi: è carne.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaSi noti che questo pensiero drammaticamente errante del più recente Ratzinger, che conferma come si debba cercare di correggerne il grave fideismo di fondo, lo si è potuto raccogliere proprio da chi credeva, con l’improvvida citazione di quelle sue parole, di difenderlo dal mio dire (peraltro da costui nemmeno minimamente sfogliato v. blog di Sandro Magister).
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaNelle prime settantatrè pagine del suo libro il Professor Ratzinger, ben trentadue anni prima, aveva già steso il concetto fondante della sua fede “ipotetica”, e l’aveva steso con plurime e sempre molto drammatiche espressioni, di cui qui si riportano solo le tre più esemplari e struggenti:

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica« …il credente può vivere la sua fede unicamente e sempre librandosi sull’oceano del nulla, della tentazione e del dubbio, trovandosi assegnato il mare dell’incertezza come unico luogo possibile della sua fede,» (Introduzione al cristianesimo, p. 37);

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica« È la struttura fondamentale del destino umano poter trovare la dimensione definitiva dell’esistenza unicamente in questa interminabile rivalità fra dubbio e fede, fra tentazione e certezza » (Introduzione al cristianesimo, p. 39);

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica« Il credente sperimenterà sempre l’oscura tenebra in cui lo avvolge la contraddizione dell’incredulità, incatenandolo come in una tetra prigione da cui non è possibile evadere,… » (Introduzione al cristianesimo, p. 73).

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaMa Gesù, a proposito di certezza e solidità della fede, ci dice: « …e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli » (Lc 22,32); « Io sono la via, la verità e la vita » (Gv 14,6), e: « beati quelli che pur non avendo visto crederanno » (Gv 20,29).
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaE san Paolo ricorda che « ciò che di Dio si può conoscere è loro manifesto [è manifesto agli uomini]; Dio stesso lo ha loro manifestato. Infatti, dalla creazione del mondo in poi, le sue perfezioni invisibili possono essere contemplate con l’intelletto nelle opere da lui compiute, come la sua eterna potenza e divinità; essi sono dunque inescusabili, perché, pur conoscendo Dio, non gli hanno dato gloria né gli hanno reso grazie come a Dio, ma hanno vaneggiato nei loro ragionamenti e si è ottenebrata la loro mente ottusa » (Rm 1,19-22).
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaConclusione: « Senza la fede è impossibile piacere a Dio » (Eb 11,6). Su tali inerranti Scritture la Chiesa dogmatizza (con asserzione cui è dovuta obbedienza de fide): « Dio, principio e fine di ogni cosa, può essere conosciuto con certezza mediante la luce naturale della ragione umana a partire dalle cose create » (Vaticano I, Cost. dogm. Dei Filius, cap. 2, Denz 3004).

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaBisogna qui aprire una parentesi di ordine generale che ci permette di notare come il postulato iniziale generalissimo del Professor Ratzinger, secondo cui: « …il credente può vivere la sua fede unicamente e sempre librandosi sull’oceano del nulla, della tentazione e del dubbio», nullifica tutto il libro nonché se stesso medesimo, in quanto circolarmente contradditorio. Se infatti, per principio, tutto è incerto, allora sarà incerto, per principio, anche il postulato medesimo, che quindi potrebbe essere falso, e saranno comunque incerte, forse false, per principio, tutte le proposizioni del libro e, allora, a che pro non solo scriverlo, ma anche leggerlo? (v., in Al cuore di Ratzinger. Al cuore del mondo, i §§ 11-21 sul dubbio socratico, giusto, e su quello scettico, da rigettare, pp. 51-82).

3. SECONDO “PECCATO DELLA CARNE” DI JOSEPH RATZINGER,
O SECONDA INCONCILIABILITÀ TRA I SUOI SCRITTI E IL VANGELO.

In un’intervista del 2016 a Jacques Servais s.j., pubblicata sull’Osservatore Romano, l’augusto Teologo, già Papa, tornato cardinale pur ricusandone la qualifica, riconfermava la linea dorsale del suo libro ribadendo la convinzione che la Redenzione come ‘riparazione dell’« offesa infinita fatta a Dio »’ è solo una dottrina medievale: una dottrina dovuta, secondo lui, unicamente a un vescovo, peraltro santo, ma lui questo non lo rileva mai, il vescovo Anselmo d’Aosta, la cui « ferrea logica » resta « difficilmente accettabile dall’uomo moderno », così mantenendo inalterato il pensiero formulato cinquant’anni prima in Introduzione al cristianesimo, per il quale essa « ci appare come un crudele meccanismo per noi sempre più inaccettabile » (Introduzione al cristianesimo, p. 221).

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaMa Gesù stesso parla di “ira di Dio”: « Chi rifiuta di credere nel Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio rimane su di lui » (Gv 3,36); quale ira? perché ira? L’ira del Creatore per il peccato della sua creatura; e san Paolo chiarisce: « Quando eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio per mezzo della morte del suo Figlio » (Rm 5,10): nemici per il peccato dell’uomo, che solo la morte per Olocausto cruento di Cristo, Vittima innocente, pienamente riscatta.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaInfatti: « Anche noi tutti, … eravamo per natura figli dell’ira » (Ef 2,3); “per natura” a causa del peccato originale trasfuso in noi da Adamo attraverso il seme biologico dei nostri padri.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaE l’Apostolo (Dio attraverso l’Apostolo) rincara: « E voi, che già eravate estranei e nemici nella vostra mente e nelle vostre opere malvagie, ora Dio vi ha riconciliati nel corpo di carne di Lui, per mezzo della Sua morte » (Col 1,21-2); cui si aggiunge Giovanni, l’Apostolo prediletto (ossia sempre Dio, stavolta attraverso l’Apostolo prediletto): « In questo si è manifestato l’amore di Dio verso di noi: che Dio [Padre] ha mandato il suo Figlio unigenito nel mondo, ... In questo è l’amore: non che noi abbiamo amato Dio, ma che Dio ha amato noi e ha inviato il suo Figlio per essere l’espiazione per i nostri peccati » (I Gv 4,9-10).
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaSu tali inerranti basi scritturali, il dogma ordina (v. Concilio di Trento, Denz 1743 e 1753) che la Chiesa professi la dottrina della Redenzione come Olocausto di Cristo al Padre, e in Al cuore di Ratzinger. Al cuore del mondo (§§ 40-3, pp. 155-72) è percorsa tutta la storia del dogma al proposito, che esige che sia obbedito, accettato, creduto e celebrato proprio ciò che il Professor Ratzinger da sempre rigetta.

4.TERZO “PECCATO DELLA CARNE” DI JOSEPH RATZINGER,
O TERZA INCONCILIABILITÀ TRA I SUOI SCRITTI E IL VANGELO.

Il Professor Ratzinger afferma: « Dio è e sarà sempre per l’uomo l’essenzialmente InvisibileDio è essenzialmente invisibile» (Introduzione al cristianesimo, p. 42); e ancora: « nell’Antico Testamento questa affermazione – che “Dio non compare né mai comparirà all’uomo” – assume valore di principio: Dio non è soltanto colui che è ora effettivamente fuori del nostro campo visivo …; no, egli è invece colui che ne sta fuori per essenza [marcatura dell’Autore], indipendentemente da tutti i possibili e pensabili allargamenti del nostro campo visivo » (Introduzione al cristianesimo, pp. 42-3).
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaMa il Cristo di Sé dice: « Chi vede me vede Colui che mi ha inviato » (Gv 12,45); « Chi vede me vede il Padre » (Gv 14,9); e l’Apostolo prediletto afferma (ossia Dio in lui): « [Dio] lo vedremo così come Egli è » (I Gv 3,2).
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaE san Paolo precisa: « Egli [il Cristo] è immagine del Dio invisibile » (II Cor 4,4, ma anche Col 1,15), e ancora: « Egli [il Cristo] è lo specchio della gloria di Dio e l’impronta della sua sostanza » (Ebr 1,3), il che significa che Dio Padre è perfettamente visibile, e lo è appunto nel Figlio, Dio come il Padre, né più né meno, e ciò basta alla Chiesa per affermare – al contrario di ciò che insegna, p. es., oltre al Professor Ratzinger, la falsissima nozione mussulmana – la perfetta visibilità di Dio ai Beati, così chiamati appunto per il fatto che essi godono perfettamente della visione divina (vedasi, in Al cuore di Ratzinger. Al cuore del mondo, il § 18, pp. 70-4).

5. QUARTO “PECCATO DELLA CARNE” DI JOSEPH RATZINGER,
O QUARTA INCONCILIABILITÀ TRA I SUOI SCRITTI E IL VANGELO.

Il Professor Ratzinger sostiene che l’uomo, nella beatitudine del Paradiso, « vivrà nella memoria di Dio » (Introduzione al cristianesimo, p. 343), e precisa che « Paolo insegna ... non la risurrezione dei corpi (Körper), bensì delle persone, e questa non nel ritorno dei ‘corpi di carne’, ossia delle strutture biologiche, che egli indica esplicitamente come impossibile » (Introduzione al cristianesimo, p. 347).
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaMa i Vangeli, parlando dell’incontro tra Gesù risorto e gli Apostoli, notano invece che: « siccome stentavano a credere ed erano pieni di meraviglia, [Gesù] chiese loro: “Non avete nulla da mangiare?” Gli diedero un pezzo di pesce arrostito e un favo di miele. E dopo aver mangiato davanti a essi, prese gli avanzi e li diede a loro » (Lc 24,41-3).
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaPer non dire del celebre episodio di Gv 20,27, nel quale Gesù si rivolge a Tommaso, l’Apostolo incredulo, con le parole: « Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani! Accosta la tua mano e mettila nel mio costato! », dalle quali si evince che un corpo glorioso non è per questo meno carnale di un corpo mortale; e infatti san Paolo (ossia sempre Dio in san Paolo) da qui insegna: « E se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi » (Rm 8,10-1).
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaAnche qui, sulla base di tali chiarissime e univoche risultanze poste dalle Sacre Scritture, la Chiesa così dogmatizza: « Tutti risorgeranno coi corpi di cui ora sono rivestiti » (Concilio Laterano IV, 1215, Definizione contro gli Albigesi e i Catari, Denz 801), (vedasi, in Al cuore di Ratzinger. Al cuore del mondo, i §§ 50-2, pp. 196-213, in cui l’inconciliabile opposizione tra l’insegnamento della dottrina cattolica e quello del Professor Ratzinger è evidenziata anche da plurime altre argomentazioni e scritturali e dogmatiche).

6. QUINTO “PECCATO DELLA CARNE” DI JOSEPH RATZINGER,
O QUINTA INCONCILIABILITÀ TRA I SUOI SCRITTI E IL VANGELO.

Il Professor Ratzinger sostiene che « la dottrina della divinità di Gesù non verrebbe intaccata qualora Gesù fosse nato da un matrimonio umano » (Introduzione al cristianesimo, p. 265), infatti, a suo avviso, la figliolanza divina di Gesù « non è un processo avvenuto nel tempo, bensì nell’eternità di Dio » (Introduzione al cristianesimo, pp. 265-6).

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaMa l’Evangelista (Mt 1,18-26) scrive: « Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe », ‘promessa sposa’, dice, non ‘moglie’: ‘moglie’ è colei che, col coniugio, ha perso la verginità; ‘sposa’ invece è la donna che, unita in matrimonio, non ha ancora compiuto il coniugio; « prima che andassero a vivere insieme »: l’Evangelista segnala che quanto sta per narrare precede il momento in cui la vergine Maria si accaserà con Giuseppe; « si trovò incinta per opera dello Spirito Santo », come riporta san Luca nel suo Vangelo (1,26-38), « Giuseppe, suo sposo », ‘sposo’, anche qui, e non ‘marito’, a confermare lo stato non ancora coniugale dei due nubendi, « che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di ripudiarla in segreto », che è a dire di non ripudiarla pubblicamente, ossia che avrebbe provveduto a Maria e al nascituro, dando loro il cibo, le vesti, un tetto, ma senza coniugarsi a lei; « Mentre però stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: “Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa », “di prendere con te”, dice l’angelo, con espressione casta, invece di dire “di maritarti”, per indicare a Giuseppe come egli avrebbe dovuto condurre l’unione con Maria “sua sposa”: proprio come aveva pensato lui, un “giusto”, che dunque ragiona con giustizia, secondo il cristiano discernimento degli spiriti, come dev’essere chi il Signore ha designato a proteggere la Madre del Suo Figlio e Suo Figlio stesso; « perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo », e non da un uomo, così interrompendo il passaggio degli influssi negativi dovuti al peccato originale; « … Tutto questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del Profeta: “Ecco, la Vergine concepirà e partorirà un figlio” »: si noti bene che san Matteo riconosce nella profezia la causa remota, ma non per questo meno efficace, di ciò che stava santamente avvenendo, così riconoscendo a Dio la Sua potenza causale: ciò che avviene ora è dovuto alla Parola di Dio data allora; in secondo, ricordando la profezia, ne sottolinea il concetto base: il concepimento del Figlio di Dio è dovuto, per parte di madre, a una miracolosa formazione di un embrione in una donna vergine che resta vergine, per cui il Profeta la chiama “Vergine”, maiuscolo, in quanto lo è per antonomasia, è “Vergine” ontologicamente; e, per parte di padre, è dovuto allo Spirito Santo, per il motivo sopra detto; poi « Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa, la quale, senza che egli la conoscesse, partorì un figlio, che egli chiamò Gesù »: con le parole ‘senza che egli la conoscesse’, con le quali il linguaggio scritturale intende dire con estrema pudicizia 'senza coniugarsi a lei’, è ribadito ancora il concetto.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaMa tutto ciò è impugnato dal Professore Ratzinger, il quale ritiene invece erroneamente che:
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaprimo, « la dottrina della divinità di Gesù non verrebbe intaccata qualora Gesù fosse nato da un matrimonio umano »;
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicasecondo, che, a proposito del Vangelo ora visto e di quello di san Luca segnalato nel testo, « la formula della filiazione divina ‘fisica’ di Gesù è quanto mai infelice e ambigua », così accusando la Parola di Dio, e dunque Dio stesso, di essere, qualificandola “infelice”, una Parola inetta, e, con “ambigua”, una Parola falsa, per cui Dio è inetto e falso, e ciò il Teologo, che un giorno sarà persino Papa senza però purtroppo rigettare nemmeno mezza delle numerose svianti e fuorvianti dottrine insegnate, riesce a fare in un colpo solo, e, quel che è peggio, senza che nessuno se ne accorga (per entrambi i punti, si veda, nel mio Al cuore di Ratzinger. Al cuore del mondo, il § 71, pp. 305-19).

7. CONCLUSIONI:
IERI I GÀLATI, OGGI IL CARDINALE RATZINGER, ENTRAMBI
DEVONO RESPINGERE LA“CARNE” E TORNARE ALLO “SPIRITO” .

Questi cinque esempi, specie il primo, col quale dal 1968 al 2016 l’Autore di Introduzione al cristianesimo persiste nel dubbio dell’esistenza di Dio, che per lui « rimane l’ipotesi migliore, benché sia un’ipotesi », dimostrano l’impostazione mentale scettica, storicista e fideista che le ha originate e che, mutando uno per uno tutti gli articoli del Credo, come dimostro con ogni evidenza nel mio Al cuore di Ratzinger. Al cuore del mondo, non conducono affatto alla salvezza, ossia non conducono affatto a Dio: non vi conducono né il loro Autore, né i suoi lettori, discepoli, ammiratori, così come non sarebbero stati condotti alla salvezza, all’epoca, i poco saldi Gàlati da quelle dottrine anatemizzate da san Paolo, fossero pur state annunciate loro da « un Angelo del Cielo », perché, come si è detto, entrambe le dottrine – ieri quelle dei Galàti, oggi quelle di Ratzinger – e dunque entrambe le fedi in esse riposte, vengono e sono esse stesse “carne”, elucubrazioni umane, ragionamenti inferenze “scientifiche”, che infatti poi, in quanto tali, lasciano titubanti, nel più tragico dubbio, chi vi si appende, e non può essere che così: solo Dio può portare l’uomo a Sé, e con fede certa, salda, potente e definitiva come è solo la sua Roccia.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaSi spera che questi cinque esempi possano essere utili a far conoscere la mia disamina al più largo pubblico di fedeli possibile, così da metterli in guardia sulle dottrine insegnate in Introduzione, e riescano a sollecitare, come si può riscontrare nelle ultime mie pagine, a trovare presto, e con ogni prudenza, la via per convincere l’illustre Soggetto a ritenere – almeno – che quel suo libro e le dottrine contenute non siano più proponibili alla Chiesa come sue convinzioni profonde, come a suo tempo il cardinale Dal Poggetto riuscì ad avvicinarsi al letto di Papa Giovanni XXII, a parlargli, a convincerlo, così da raggiungere il santo fine di far cadere ogni pericolo che i cancelli aurei gli restassero per sempre sbarrati.

8. PERÒ POTREBBE ESSERE ANCORA JOSEPH RATZINGER,
SE SOLO LO VOLESSE, A TORNARE A ILLUMINARCI
LA STRADA VERSO DIO:

SEGUENDO L’ORSO DI SAN CORBINIANO DI CUI RACCONTA,
E L’ANIMALE DA SOMA IN CUI ESSO SI DOVETTE TRASFORMARE.

Nel suo La mia vita. Autobiografia, Joseph Ratzinger, a proposito della resa in italiano di Salmo 72,23, che in latino suona: « Ut iumentum factus sum apud te et ego semper tecum », con finezza rileva l’insoddisfazione di sant’Agostino a tradurre semplicemente in “bestia” il latino « iumentum », perché l’espressione, a suo avviso, designerebbe più precisamente, come leggiamo a p. 157, « gli animali da tiro che vengono usati dai contadini per lavorare la terra », ed è questo: un animale da tiro, l’animale in cui si dovette in qualche modo trasformare l’orso in cui si era imbattuto il monaco san Corbiniano secondo le antiche cronache di Frisinga, la città dove il futuro Papa doveva essere ordinato vescovo, orso che aveva sbranato la cavalcatura che stava portando a Roma il santo e il suo bagaglio: per riparare al mal fatto, l’orso, comandato dal monaco, dovette prendere il posto della sua cavalcatura, così « divenendo – contro la sua volontà – animale da soma ».
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaIl futuro Papa nota che è proprio questa: di andare contro la propria volontà, la differenza di un uomo che si comporta come una bestia selvatica, p. es. come un orso, e un uomo che si comporta come un animale da soma, come un animale aggiogato a una razione superiore alla sua, come è superiore, fuor di metafora, la ragione divina sulla umana.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaMa tale è anche la differenza, si fa notare qui, tra quel teologo che, come un orso tutto attaccato alla terra e a ciò che proviene dalla terra, elabora una fede in Dio su basi naturalistiche, storicistiche, soggettiviste, e il teologo che invece si lascia imbrigliare da Dio, accetta di essere attaccato al suo carro, con le spranghe e le redini di una fede dovuta a una razionalità superiore, a una razionalità « caduta dal cielo » come scrive ancora il Professore di Tubinga a p. 102 di Introduzione al cristianesimo parlando della Rivelazione.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaSicché “l’orso”, ossia la ragione umana, non imbrigliata come dev’essere da quella divina, deve completare anche in lui, nell’antico Teologo, la mutazione richiesta dalla fede per farsi perfetto “animale da tiro”: abbandonarne l’origine storicista e naturalistica, e abbracciarne la discesa dal Cielo, la sorgente divina, sacrificando a ciò, in obbedienza alla Chiesa, anche la propria libertà.Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaE questo devono fare anche tutti i suoi lettori e ammiratori, perché solo così si compirà in tutta la Chiesa, in tutta la cristianità, oggi, la trasformazione completa dell’ “orso” di una fede ancora troppo attaccata a motivazioni “carnali”: storiciste, come erano “carnali”, nella prospettiva giudaizzante, le motivazioni di fede dei Gàlati, in una fede felicemente tutta e solo aderente allo Spirito, alla grazia, ossia la trasformazione di una fede di “carne” nella fede tutta “a carico”, come quella data da quell’ “animale da tiro” che ha messo la propria libertà tutta a servizio di Dio.

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