10 novembre 2013. Leggo mons. Erminio de Scalzi, Abate della Basilica di Sant’Ambrogio in Milano, su La Lettura. Racconta di come sant’Agostino, venuto a cercare sant’Ambrogio vescovo, lo trovò a « leggere in silenzio, e nessuno avrebbe mai osato turbare una concentrazione così profonda. È affascinante pensare – continua l’eminente prelato – ad Ambrogio assorto in una lettura silenziosa e ancor più immaginare Agostino che, senza farsi notare, scruta il vescovo di Milano. […] Ancora oggi la Basilica Martyrum è, per coloro che sono in ricerca, uno spazio di silenzio, di bellezza, di preghiera ».
Tutte le volte che entro in sant’Ambrogio, ho intorno a me bisbiglii, scolaresche, flash di telefonini uno via l’altro, vociare indistinto, quei sussurri che vogliono essere silenziosi e magari lo fossero. Anche alla cappella del Santissimo, dove è esiliato Dio, arriva lo scalpiccìo di fondo della Basilica, un bebè che urla, corse di fanciulli spensierati. « Leggere in silenzio »? Forse la mattina, prima delle Lodi, appena aperta la Basilica, chissà. Ma la civiltà è del rumore, non della preghiera. Il silenzio, il vescovo Ambrogio, intorno a sé, lo esigeva.
E. M. R.
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