(Segue)
È tradizionale nella teologia latina la definizione di Boezio: « Persona est rationalis naturae individua
substantia » ("Persona è una sostanza individuale di natura ragionevole") . 1
[San Tommaso, Summa
Theol., I, q. 29, a. 4.] Nella sostanza che dà vita a ogni individuo si pone l'Io; nell'universalità della natura ragionevole (l'umanità)
che accomuna tutti gli uomini, si pone il Noi.
Va aggiunto che la natura
ragionevole dell'uomo è il fattore sostanziale che unisce l'uomo a Dio: « La ragione conferisce all'uomo l'immagine
di Dio, […] come detto nella Genesi: "Facciamo l'uomo a nostra immagine e somiglianza" » . 2
[Ibidem, II-II, q. 66, a. 1.] Questa unione per somiglianza, infine, non è imprecisa, né è specificata da un'immagine di un Dio astrattamente
monoteistico; ma è determinata dalla trinitàrietà delle Persone divine 3 [Ibidem, I , q. 93, a. 5 Se nell'uomo vi sia l'immagine
di Dio secondo la trinità delle Persone. Specifica Padre Tito Sante Centi in nota:
« E' sentenza comune dei Padri che l'uomo sia stato creato a immagine della SS. Trinità ».] così
come insegnata da Gesù Cristo e dalla sua Chiesa. Se Dio non fosse Uno e Trino, e sommamente razionale, non
vi sarebbe nel mondo un uomo, inteso come persona umana ragionevole, ma solo automi o bestie. Infatti nella persona umana si riconoscono
potentemente la magnanima potestà, l'intelletto obbediente e l'amore oblativo, proprie del Dio unitrinitario.
Quindi, per un aspetto
l'uomo è rivolto verso sé stesso, con atto possessivo, per sfamare spiritualmente e materialmente tutto il proprio
essere e conservare l'uomo in quel suo corpo e in quel suo spirito. Per un altro aspetto egli è rivolto verso
Dio e il suo prossimo, con atto donativo spirituale e materiale, per conservare l'uomo "in quanto genere umano" nelle
sue esigenze materiali e nelle sue esigenze spirituali. Si realizza così la capacità dell'uomo di offrirsi a Dio
e, attraverso Dio, agli altri uomini.
Ma si realizza, oltre il
moto verso l'esterno della donazione di sé, anche il movimento contrario di ricevere il dono di Sé compiuto a sua
volta da Dio e, attraverso questo, di ricevere il dono di sé degli altri uomini. Io e Noi, nella persona,
sono partecipi di uno stesso moto doppio e contrario, moto che si chiama amore (caritas), sia nell'uomo in quanto
individuo che nell'uomo in quanto genere. E' moto libero e razionale modellato anche in questo sul moto ineffabile d'amore tra
le tre Persone divine della SS. Trinità.
Questi sono dati elementari
basilari per dare alla persona la conformazione equilibrata, completa e soprannaturale che essa esige per proiettare la luce più
razionale sull'idea di civiltà e fare poi politica, cioè agire per il bene comune degli uomini. Il concetto
di persona è alla base di qualsiasi civiltà, ma non lo stesso concetto è alla base di tutte le civiltà.
Se questo concetto viene falsato in qualcuna delle sue parti, per esempio nella sua dipendenza dalla Trinità, la civiltà
che ne discende è falsata di conseguenza e, come in tutte le conseguenze, la falsificazione si fa rovinosa per ampiezza
e profondità a mano a mano che si allontana dalla sua origine . 4 [Ibidem, II-II, q. 10, a. 6 Se l'incredulità più
grave sia quella dei gentili, o pagani: « La seconda cosa da considerare nell'incredulità
è la perversione dei dogmi riguardo la fede. E da questo lato, l'incredulità
dei pagani è più grave di quella degli Ebrei, e quella degli Ebrei è
più grave di quella degli eretici; poiché i pagani negano più dogmi degli
Ebrei, e gli Ebrei più degli eretici ».]
SS. Trinità/ Persona / Civiltà: regno
di Dio. |
Questa
idea di persona dunque non è presente in tutte le civiltà. Anzi, tra le civiltà
attuali e passate, essa è sfortunatamente partecipe, di tutte, solo nella cattolica.
Tra l'altro, essendo le realizzazioni storiche sempre non perfettamente corrispondenti all'ideale
cui si ispirano, come si vorrebbe che fosse, anche la civiltà cattolica in cui si incarna
questo modello di persona compie il suo sforzo di progressivo adeguamento non senza qualche
imperfezione.
La
civiltà cattolica scaturisce come secondario frutto storicomondano della Rivelazione
delle verità soprannaturali compiuta da Gesù Cristo, il Figlio di Dio. Frutto
secondario, essendo i frutti primari l'adorazione di Dio, la realizzazione del
Regno dei cieli, la salvezza dell'uomo, la sua giustificazione. Secondario ma, non per questo,
frutto non meno significativo e apprezzabile, rispondendo adeguatamente alle esigenze della
ragione naturale dopo aver risposto adeguatamente a quelle della ragione soprannaturale.
Nel
conseguire la salita in pienezza verso l'ordine soprannaturale, la propria santificazione,
anzi, seguendo la lettera di san Pietro, la propria divinizzazione, 5 [Cfr. Padre Antonio Royo Marin, O.P., Teologia della perfezione cristiana, Edizioni San Paolo,
Cinisello Balsamo (Milano), 1987, § 32: « La grazia […] ci conferisce una partecipazione fisica e formale
– benché analogica e accidentale – della natura di Dio in quanto propria di Dio. […] San Pietro scrive:
"Per quem – Cristo – maxima et pretiosa nobis promissa donavit ut per haec efficiamini divinae consortes naturae",
[Donandoci – il Cristo – grandissime e preziose promesse, affinché per mezzo di queste diventiate partecipi
della natura divina] (II Petr., 1, 4) », e passi seguenti. Anche san Procopio di Gaza scrive: « A coloro
che sono privi delle opere della fede, [… la Sapienza] dice: Venite, mangiate il mio corpo, pane che vi nutre nella fortezza,
bevete il mio sangue, vino che vi rallegra nella scienza e vi fa diventare Dio » (Commento sui Proverbi, Cap.
9; PG 87, I, 1303).] l'uomo compie
in Gesù Cristo, e secondo il Suo stesso Vangelo, una seconda parallela ascesa in pienezza,
quasi connaturale alla prima, per realizzare sulla terra e nella storia la propria umanizzazione.
Il conseguimento perfetto della civiltà sulla terra è finalizzato a portare
l'imperio reale di Dio su tutto l'universo creato, a dimostrazione che le norme evangeliche
dell'amore si possono compiere in tutta la loro pregnanza e ampiezza per il bene non solo
soprannaturale dell'uomo, ma anche per il suo bene naturale, contro le eresie idealiste e
spiritualiste di ogni tempo, che avviliscono la potenza di Dio, della Chiesa e della volontà
umana in un alveo puramente intimistico e microbico.
Le due ascensioni sono complementari,
non potendosene compiere una senza realizzare l'altra, non potendo interromperne una senza troncare anche l'altra. (Segue)
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