Il
conflitto iniziato con l'atterramento delle Torri Gemelle del World Trade Center di New York prepara un nuovo assetto ideologico-religioso
del mondo, di cui noi ora intravediamo solo i primi lineamenti. In questa guerra atipica sono coinvolti popoli segnati da tre
credenze fondamentali: un ceppo protestante, in particolare della specie calvinista dominante, un ceppo musulmano e un ceppo giudaico.
Tenendo conto del delicatissimo momento, assolutamente non tradizionale, che sta passando la Chiesa, segnato gravemente da dottrine
eterodosse come quella dell'ecumenismo, si può temere di dover presagire delle future configurazioni ideologiche oltremodo
pericolose per la fede.
Tre falsificazioni
di un conflitto
incompreso. |
Questo
articolo vuole dimostrare, in particolare, quanto si somiglino le ossature più interne
delle tre confessioni indicate e, data questa loro straordinaria somiglianza, quanto l'imperante
mentalità da esse figliata possa sommergere quello che resta della sana mentalità
cattolica. Vediamone immediatamente i primi tre risultati già conseguiti. Lo sviamento
inizia da essi.
Il primo risultato è
la patente di moderazione e di pacificità che le autorità civili e religiose di tutto il mondo, non da ultima
quella del Papa, si sono premurate di riconoscere all'islamismo barbaro e belluino che dall'anno 610 A. D., di secolo in secolo,
senza tralasciarne alcuno, attanaglia la cristianità fino ad arrivare, da Occidente, fino a Poitiers e, (a Roma), alle basiliche
di san Pietro e di san Paolo fuori le mura; da Oriente fino a Vienna.
Il
secondo risultato lo si vede nel vistoso quanto falso nascondimento dei motivi religiosi e
ideologici del conflitto, adducendo come causa la natura pacifica (sic), di tutte le religioni
coinvolte. Per cui la cosiddetta opinione pubblica mondiale vuole sostenere che le religioni,
essendo pacifiche, sono estranee al conflitto, promosso, per parte musulmana, solo da fanatici
sanguinari.
Terzo
risultato è la saldatura sempre meno tattica e sempre più profonda tra le
cosiddette nazioni moderate islamiche e l'Occidente, saldatura tesa a ristabilire lo statu
quo utile a entrambi per perpetuare i propri particolari interessi paradossalmente antitetici.
Quali sono questi interessi? Per l'Occidente quello di prosperare sempre più in una dimensione
fondamentalmente ateistica. Per l'islamismo "moderato" quello di continuare a nascondere
le proprie vergognose violenze contro le anime dei propri sudditi agli occhi delle nazioni più
civili, riuscendo addirittura a presentarsi come possente religione che, il proprio "dio",
dai suoi fedeli lo farebbe davvero adorare come si conviene. Questi
tre primi risultati interferiscono pesantemente sulla Chiesa cattolica in due modi. Primo: essa
viene imprigionata in una morsa di violenza morale per cui è costretta a subire (tollerare)
due mali gravissimi, a lei non nuovi, ma ora più stritolanti: quello, da una parte, del
naturalismo e immanentismo ideologico e pratico delle moderne nazioni occidentali, e quello,
dall'altra, di un monoteismo religioso falsissimo fatto passare come consimile al proprio. Secondo:
essa è espropriata delle sue caratteristiche peculiari di essere tra i popoli l'unica
vera portatrice di giustizia, di civiltà e di pace, in quanto portatrice dei valori
soprannaturali e naturali propri della vera religione.
I veri termini
del conflitto. |
Da
più di un anno l'attrito incandescente tra palestinesi e israeliani, degenerando dopo
decenni di incrudelimento da parte di entrambe le parti, ha raggiunto un livello di violenza
tale che le due nazioni non trovano ormai più alcuno sbocco per una qualsivoglia via che
porti infine alla pace, cioè a un assetto duraturo che soddisfi tutti. Alla giornaliera,
ripugnante azione terroristica da parte araba, Israele risponde non solo con un inasprimento
militare terrificante ma anche con la strisciante ed illegale occupazione territoriale da parte
dei cosiddetti coloni, atto quest'ultimo che inasprisce ancor più la controparte. Il processo
si avvita in azioni e reazioni sproporzionate. I mezzi usati sono insensati, ben al di là
di ogni legalità, di ogni diritto, di ogni senso di giustizia, comunque li si guardi,
chiunque dei due ne sia il soggetto. Ma
se fino all'11 settembre questo orrore sembrava limitarsi alla regione, in quello sventurato
giorno il mondo ha scoperto che la terribile violenza di due popoli quasi combattenti all'ultimo
sangue si rivelava a sua volta spaventoso detonatore di un congegno ancora più raggelante
e violento, squassando il cuore propulsivo dell'America, dell'Occidente, si potrebbe anche dire:
del mondo. Il terrorismo islamico ha alzato il tiro spostandosi dal relativo del nemico
diretto al relativo del Paese che quel nemico da sempre ha sostenuto intensamente con tutti i
mezzi di cui poteva disporre, anzi all'assoluto di qualsiasi Paese amico di questo potentissimo
Paese. Questo spaventoso incremento però non è stato perpetrato da palestinesi,
ma da uomini che con essi hanno in comune solo il culto.
E' possibile pensare che
più di un palestinese in queste decine di anni di stato di guerra con Israele abbia visto nell'America la seconda fonte delle
loro sempre più marcate restrizioni, delle loro sempre più dure umiliazioni, delle loro sempre più cocenti
disfatte. Ma a sferrare l'attacco di terrore assoluto sono state forze trascendenti gli obiettivi anche dei palestinesi più
esasperati. Ora i palestinesi si trovano ad avere in Bin Laden un alleato scomodo, ingombrante. Essi infatti hanno sempre cercato
di utilizzare l'America, ancorché fonte individuata della vitalità del loro nemico, anche come l'unica potenza capace
di piegare alla ragione Israele. (Segue)
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