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Stefano Carusi, Antonio Livi, Enrico Maria Radaelli *

DOGMA E PASTORALE

L’ERMENEUTICA DEL MAGISTERO
DAL VATICANO II AL SINODO SULLA FAMIGLIA


A cura di Antonio Livi

PRESENTAZIONE
(DI
ANTONIO LIVI)

(Qui le prime pagine.)

Casa Editrice Leonardo da Vinci, Roma 2015, pp. 210.

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Dogma e Pastorale

La copertina

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Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaI testi qui raccolti forniscono i criteri di sicuro discernimento teologico che possono rimediare al grave disorienta-mento provocato dalla discussione sui temi all’ordine del giorno nel Sinodo sulla famiglia, convocato da papa Fran-cesco con l’intenzione di consultare l’episcopato mondiale sul modo mi-gliore di applicare la dottrina della Chiesa alla situazione attuale delle fa-miglie cattoliche di tutto il mondo. Egli stesso aveva già indicato nell’esorta-zione apostolica Evangelii gaudium le principali linee pastorali da seguire, e va notato che in questo documento di base la pastorale non si distingue – né concettualmente né praticamene – dal-l’evangelizzazione e dalla catechesi, ossia dalla fedele comunicazione della verità rivelata, dove la dottrina dogma-tica non può essere separata da quella morale. Si rilegga, in propo-sito, quanto si trova scritto al paragrafo 36 di questo importante do-cumento magisteriale:

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica«Tutte le verità rivelate procedono dalla stessa fonte divina e sono credute con la me-desima fede, ma alcune di esse sono più importanti per esprimere più direttamente il cuore del Vangelo. In questo nucleo fondamentale ciò che risplende è la bellezza dell’amore sal-vifico di Dio manifestato in Gesù Cristo morto e risorto. In questo senso, il Concilio Va-ticano II ha affermato che “esiste un ordine o piuttosto una gerarchia delle verità nella dot-trina cattolica, essendo diverso il loro nesso col fondamento della fede cristiana”. Questo vale tanto per i dogmi di fede quanto per l’insieme degli insegnamenti della Chiesa, ivi compreso l’insegnamento morale» (Francesco, Esortazione Apostolica Evangelii gaudium ai Vescovi, ai Presbiteri, ai Diaconi, alle Persone Consacrate e ai Fedeli Laici sull’annuncio del Vangelo nel mondo attuale, 24 novembre 2013, n. 36).

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaAnche in molti discorsi e allocuzioni pronunciati tra la prima e la seconda sessione del Sinodo papa Francesco ha voluto chiarire le sue intenzioni, che consistono precisamente in un’attualizzazione e una conferma della dottrina dei suoi immediati predecessori:

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica«Il 25 marzo, solennità dell’Annunciazione, in molti paesi si celebra la giornata per la vita. Per questo, vent’anni fa san Giovanni Paolo II in questa data firmò l’enciclica Evan-gelium vitæ. Per ricordare tale anniversario oggi sono presenti in piazza molti aderenti al Movimento per la Vita. Nell’Evangelium vitæ la famiglia occupa un posto centrale, in quanto è il grembo della vita umana. La parola del mio venerato predecessore ci ricorda che la coppia umana è stata benedetta da Dio fin dal principio per formare una comunità di amore e di vita, a cui è affidata la missione della procreazione. Gli sposi cristiani, cele-brando il sacramento del matrimonio, si rendono disponibili ad onorare questa benedizione, con la grazia di Cristo, per tutta la vita. La Chiesa, da parte sua, si impegna solennemente a prendersi cura della famiglia che ne nasce, come dono di Dio per la sua stessa vita, nella buona e nella cattiva sorte: il legame tra Chiesa e famiglia è sacro e inviolabile. La Chiesa, come madre, non abbandona mai la famiglia, anche quando essa è avvilita, ferita e in tanti modi mortificata. Neppure quando cade nel peccato, oppure si allontana dalla Chiesa; sem-pre farà di tutto per cercare di curarla e di guarirla, di invitarla a conversione e di ricon-ciliarla con il Signore. […] Tutti – papa, cardinali, vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose, fedeli laici – tutti siamo chiamati a pregare per il sinodo. Di questo c’è bisogno, non di chiacchiere! […] Il prossimo sinodo dei vescovi possa ridestare in tutti la consapevolezza del carattere sacro e inviolabile della famiglia, la sua bellezza nel progetto di Dio» (Fran-cesco, Udienza generale di mercoledì 25 marzo 2015).

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaNonostante la paterna raccomandazione del Pontefice a limitare troppe “inutili chiacchere”, non pochi episcopati (in particolare quel-li della Germania, dell’Austria, dell’Olanda, del Belgio e della Sviz-zera), in vari  documenti ufficiali preparati in vista dei lavori finali del Sinodo hanno auspicato che si arrivi a legittimare per tutta la Chiesa una prassi che nei loro rispettivi Pesi è già largamente adot-tata e che comporta la negazione dei più fondamentali principi dot-trinali sulla morale sessuale, sul matrimonio e sull’Eucaristia. In dis-senso esplicito da quanto dichiarato ufficialmente dalla conferenza episcopale svizzera, il vicario generale della diocesi di Coira ha scritto:

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica«Anche in Svizzera uomini e donne cattolici si sono interessati all’inchiesta su matri-monio e famiglia, eseguita in vista del sinodo dei vescovi del prossimo ottobre. E le loro richieste sono la comunione per i divorziati e risposati con rito civile e il riconoscimento da parte della Chiesa di coppie dello stesso sesso, come anche la loro benedizione. Ciò non sorprende molto. Sorprende piuttosto, invece, la dichiarazione degli autori del sondaggio che il sinodo dei vescovi e i fedeli condurrebbero un “dialogo tra sordi”. In realtà, il frain-tendimento non è tra i partecipanti al sondaggio e il sinodo, ma tra loro e papa Francesco. Il papa ha recentemente pubblicato la bolla per l’Anno Santo, che avrà inizio l‘8 dicembre 2015 e che metterà al centro la misericordia di Dio, affinché “la parola del perdono possa giungere a tutti e la chiamata a sperimentare la misericordia non lasci nessuno indifferente”. Papa Francesco può parlare in questo modo perché intende la misericordia in senso classi-co, come viene descritta nella parabola biblica del figliol prodigo. Il figlio, dopo aver dissi-pato l’eredità e aver vissuto al di sotto della sua dignità, ritorna dal padre e riconosce che i valori del padre erano in effetti quelli giusti. Così ottiene misericordia e perdono. Riferito al sinodo dei vescovi sulla famiglia e all’Anno Santo, questo significa che papa Francesco – su fondamento biblico e in sintonia con i suoi predecessori sulla cattedra di Pietro – con-cepisce il matrimonio, che è costituito da un uomo e una donna ed è indissolubile, quale unico luogo previsto da Dio per vivere la sessualità. A chi non riesce a vivere secondo que-sto piano divino, ma dimostri almeno certe disposizioni a riconoscere quel piano e dia pro-va di un minimo di buona volontà a ritornare al piano divino, papa Francesco mette a di-sposizione i ricchi tesori della divina misericordia. I partecipanti al sondaggio in Svizzera, però, non vogliono proprio questa misericordia. Le affermazioni dottrinali difese da papa Francesco riguardo al matrimonio e alla famiglia non sono per loro orientamenti vincolanti né norme obbligatorie. È come se il figlio della parabola evangelica dicesse a suo padre: “Voglio continuare a fare quello che finora ho fatto, perché è giusto. Dammi altri soldi!”. I partecipanti al sondaggio non vogliono dunque riconoscere il criterio di valori del messag-gio biblico tramandato dalla Chiesa e rifiutano di cambiare il proprio stile di vita. Si aspet-tano piuttosto che sia l’annuncio di fede della Chiesa a cambiare e ad adattarsi ai criteri del loro stile di vita. Vogliono quindi che la Chiesa debba riconoscere e rispettare le “realtà fa-miliari molteplici”, come le famiglie “patchwork” e le famiglie “arcobaleno”. Solo così, di-cono, la concezione di famiglia cristiana potrebbe riacquistare rilevanza. La misericordia se-condo papa Francesco appare, di fronte a una tale richiesta, una elemosina umiliante che l’emancipato uomo contemporaneo respinge. Accogliere la misericordia significherebbe ap-punto riconoscere la validità dei valori del padre, in questo caso del Santo Padre. Viene invece richiesta la sovranità di poter definire autonomamente i contenuti della fede. Nel prossimo sinodo dei vescovi la materia in discussione va quindi oltre il tema del matri-monio e della famiglia. Si tratta della questione se è la dottrina della Chiesa o la realtà sociale a stabilire il criterio al quale i fedeli debbano fare riferimento. Mi viene in mente l’arcivescovo Johannes Dyba della diocesi di Fulda, in Germania, dove ho studiato. A noi seminaristi una volta disse: “Dobbiamo abbracciare il mondo per alitare su di esso lo spirito cristiano. Alcuni, invece, si lasciano piuttosto abbracciare dal mondo fino ad esalare l’ulti-mo respiro cristiano”. Un abbraccio del genere non rientra neanche nel pensiero di papa Francesco, che nella sua esortazione apostolica Evangelii gaudium ha messo in guardia i cattolici da un complesso di inferiorità “che li conduce a relativizzare o ad occultare la loro identità cristiana e le loro convinzioni” e da “una specie di ossessione per essere come tutti gli altri”» (Martin Grichting, Quelli che non vogliono la misericordia di Dio, lettera a Sandro Magister del 6 maggio 2015).

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaTutta questa discussione pubblica sta provocando inevitabilmen-te un grave disorientamento tra i fedeli cattolici. Essi non possono non avvertire la pressione che da molte parti viene esercitata sul Santo Padre perché giunga a decretare, alla fine dei lavori del Sino-do, una nuova prassi pastorale della Chiesa in relazione alla morale sessuale e alla disciplina dei sacramenti (in particolare, l’Eucaristia, l’Ordine sacro e il Matrimonio).

UNA NUOVA PRASSI DI MISERICORDIA
PER CHI NON OSSERVA LE NORME DELLA MORALE SESSUALE?

Uno dei cambiamenti pastorali richiesti riguarda quei battezzati che, dopo aver contratto un regolare matrimonio canonico, si sono sepa-rati dal coniuge, hanno fatto ricorso al divorzio civile e poi hanno istituito, con un coniuge diverso da quello legittimo, una convivenza more uxorio (non importa se riconosciuta come matrimonio dalle leggi dello Stato, perché il matrimonio civile tra battezzati è canoni-camente nullo). Chi si trova in questa condizione è stato sempre considerato dalla Chiesa come persona in stato di permanente e no-torio peccato grave, ragione per cui non può, in base ai decreti del Concilio di Trento e alle vigenti leggi canoniche, essere ammesso alla comunione eucaristica, a meno che non ottenga prima l’assolu-zione sacramentale (condizione della quale è il pentimento efficace, ossia l’abbandono dello stato di permanente e notorio peccato gra-ve). La nuova prassi pastorale che molti (a cominciare dal cardinale Walter Kasper) propongono in nome della “misericordia”, compor-terebbe qualche inedita forma di riconoscimento ecclesiastico delle cosiddette “seconde nozze” (ossia, in realtà, del concubinato) e di conseguenza l’ammissione dei cosiddetti “divorziati risposati” (ter-minologia equivoca e teologicamente inammissibile) alla comunione eucaristica. Robert Spaemann, che è oggi il più autorevole filosofo cattolico, ha parlato dello sconcerto provocato nell’opinione pubbli-ca cattolica in Germania dal fatto che il cardiale Kasper abbia pre-sentato la sua proposta come suggerita dallo stesso papa Francesco, tanto che a questa presunta autorità si richiamano adesso molti ve-scovi di tutto il mondo, a cominciare da quelli tedeschi guidati dal cardinale Reinhard Marx: «Non si può – dice Spaemann – parlare dell’indissolubilità del matrimonio da una parte, e dall’altra benedire una “unione di secondo letto”» (Cfr «Die Philosophen Robert Spae-mann und Hans Joas im Gespräch über das neue Pontifikat: “Das Gefühl des Chaos wird man nicht ganz los”», in Phänomen Franzi-skus Das Papstamt im Wandel, (Herder Korrespondenz-Spezial), Verlag Herder, Freiburg 2015, p. 23).

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaAnaloghe proposte di riforma riguardano la pubblica “accoglien-za”, da parte della Chiesa, delle coppie di omosessuali, “accoglien-za” che viene ritenuta necessaria oggi, non solo in nome della “mi-sericordia” ma anche e soprattutto in nome dei “valori autentici” che la Chiesa dovrebbe essere in grado di riconoscere alle “convivenze di fatto”, anche a quelle basate sui rapporti sessuali contro natura. Più o meno esplicitamente, si argomenta a favore del “rispetto” per le condotte omosessuali facendo riferimento alla necessità che la Chiesa non si estranei dall’evoluzione del costume sociale, visto che oggi, per lo strapotere mediatico e legislativo della “lobby gay”, esse ricevono ogni tipo di tutela giuridica da parte dello Stato, almeno nei Paesi occidentali, ivi compresi quelli di secolare tradizione cattolica.

[Il seguito sul libro.]

(Pagina protetta dai diritti editoriali.)

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Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica* Stefano Carusi è il coordinatore della rivista informatica Di-sputationes theologicae.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaAntonio Livi, presidente dell’Unione Apostolica “Fides et ra-tio” per la difesa scientifica della verità cattolica, è l’autore del tratta-to su Vera e falsa teologia, che ispira i criteri di discernimento pro-posti in questo volume.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaEnrico Maria Radaelli, direttore del dipartimento di Metafisica della bellezza presso l’ISCA (International Science and Common-sense Association), è autore di numerosi saggi teologici che riguar-dano direttamente gli argomenti di questo volume.

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