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Giorgio Ricci *

IN DIFESA DELLA VERITÀ,
METAFISICA E CATTOLICA.

II PARTE: N. 22-39.

(La I Parte a pag.1)

« Romanus Pontifex potest ac debet cum progressu, cum liberalismo
et cum recenti civilitate sese reconciliare et componere
».
Proposizione 80, condannata, che conclude il Syllabus del beato Pio IX.


23. COME IL PENSIERO MODERNO RISOLVE
IL PARTICOLARISMO DELLA SOGGETTIVITÀ.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaMa se la dottrina da sola non vale nulla, di certo non può stupire il sorgere e il pullulare di dottrine sempre nuove, incluse le più assurde. Naturalmente, c’è un modo per porre fine alle dispute e alle pazzie che strapazzano la dottrina della Chiesa da cinquant’anni: dogmatizzare, come ripete, inascoltato, ormai da tempo, il professor Radaelli.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Ma la Chiesa si ostina a rigettare il dogma e, malgrado gli alti lai cui talvolta si abbandona la Gerarchia, il magistero pastorale resta attaccato all’ermeneutica.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Sicché, dopo quello che abbiamo detto, viene naturale domandarsi quale verità abbia un’ermeneutica che rifiuta la dogmatica. Perché è chiaro che l’ermeneutica non ricusa di definire delle verità; ma poiché, per altro verso, non intende nemmeno incorrere nell’argomento esistenzialista, facendo calare dall’alto una Verità immutabile, da imporre al soggetto senza attendere il suo consenso, all’ermeneutica può essere affidato soltanto il compito non più di imporre, ma di proporre la verità. E proporla inoltre in una forma non esaustiva, in modo che anche il soggetto, insieme ad altri soggetti, ovviamente, vi possa concorrere. Per questo oggi, diversamente dal passato, la Chiesa considera le differenze e il pluralismo una ricchezza.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Tuttavia, ecco riemergere il problema affrontato prima, in merito a una verità legata a un soggetto che vive nel tempo.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Si è già detto che per il pensiero moderno la verità non è in atto, ma che è il soggetto ad attuarla nel tempo. Ora si consideri che, siccome la verità moderna non eccede mai il pensiero del soggetto e non lo trascende, essa è destinata a rimanere intrappolata nel soggetto, senza più uscirne; è destinata a essere, cioè, irreversibilmente soggettiva.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Questo non è un inconveniente da poco, per la semplice ragione che, se la verità non riesce mai a uscire dal soggetto, essa si trova assoggettata all’arbitrio della singola soggettività, cioè di ogni singola soggettività; in pratica, di chiunque; sì che saremmo in pieno solipsismo e ognuno avrebbe la verità in tasca, tutt’intera.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Come si tenta di ovviare, allora, a questo incidente di percorso?

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Ebbene, piuttosto che ritornare alla metafisica e alla comune trascendenza della Verità metafisica rispetto alla pluralità dei soggetti, il pensiero moderno preferisce appoggiarsi a una versione spuria della trascendentalità kantiana: spuria, perché vuol fare a meno anche delle categorie a priori.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Con queste basi, il pensiero moderno non potrebbe nemmeno permettersi di negare che la verità moderna si attui attraverso una singola e solitaria elaborazione dei dati che la vita ci pone dinnanzi; e tuttavia lo nega, arbitrariamente, s’intende, per sostenere, in modo altrettanto arbitrario, che la verità moderna si attua attraverso il complesso delle interpretazioni soggettive che nel tempo si raccolgono intorno a quei dati.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Se non che, senza nemmeno uno straccio di categoria a priori in grado di stabilire qualcosa di simile a un principio comune, è inevitabile che ogni soggetto divenga il portatore sano di un piccolo pezzetto di verità e la verità stessa, modernamente intesa, la somma contabile della tante verità soggettive che abitano il tempo.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Il che, come si può agevolmente costatare, oltre che il mondo, ha trasformato anche la Chiesa nella Babele odierna. Considerandone i frutti, è mai possibile che questa versione plurale della verità moderna, a cui vorrebbe attenersi l’ermeneutica, sia coerente? Vediamolo.

24. IL VERO VOLTO DELL’‘ERMENEUTICA’.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaSecondo il pensiero moderno, ad attuare la verità sarebbe il complesso stratificato delle libere interpretazioni dei dati che la vita ci mette davanti, interpretazioni, ovviamente, succedutesi e succedentesi nel tempo, dato che ciascuna, come si è detto, conterrebbe un seme di verità.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Ora, è chiaro che se queste sono le condizioni, alle interpretazioni del passato viene sempre a mancare quella attuale.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Posto dunque che non si vogliano spacciare per false, tutte le interpretazioni passate non possono neppure dirsi vere, perché, mancando loro lo strato attuale, sono incomplete, non solo nella loro interezza, ma in ogni singolo strato. Di conseguenza, se ogni singolo strato è incompleto, allora lo è anche l’ultimo, sì che, alla fine, non potrà dirsi vero nemmeno il complesso totale delle stratificazioni, anche quando il tempo e i soggetti l’abbiano completato, a meno che non si voglia assurdamente sostenere che, sebbene tutte le stratificazioni, essendo singolarmente incomplete, non possano dirsi vere, si possa dire vera la loro totalità.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica A questo punto, merita d’essere segnalato il prodotto finale del brillante procedimento chiamato ermeneutica: se nessuna delle interpretazioni del passato, del presente e del futuro può dirsi vera, allora del nostro dato x si è obbligati a dire che non fu, non è, non sarà mai vero. La ragione di questo fallimento è, tutto sommato, assai semplice: l’ermeneutica moderna concepisce la verità come il prodotto del tempo e del soggetto, mentre in realtà è il contrario: il tempo e il soggetto sono il prodotto della Verità, ed è per questo che il soggetto può attingere alla Verità, solo se essa è già posta ed è già in atto, indipendentemente da lui, come nel caso degli universali, oppure se gli viene comunicata dall’Alto, come nel caso della nostra santa religione.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Ma c’è ancora qualcosa di importante da aggiungere, circa il risultato raggiunto dall’analisi dell’ermeneutica, e cioè che non deve destare meraviglia se, alla fine, il procedimento ermeneutico, applicata al dato x, porta direttamente alla conclusione inevitabile che il dato x, cioè l’Annuncio evangelico, non fu, non è e non sarà mai vero, perché questo è anche il presupposto implicito alla richiesta di un aggiornamento, apertamente avanzata dai novatori. Ma con una differenza che è indispensabile evidenziare.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Se infatti analizzando il processo ermeneutico nei suoi passaggi e nella sua conclusione, l’aggiornamento viene obbligato a bussare alla porta della ragione, e la ragione, vedendo lo scandalo della conclusione, non apre.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Nell’altro caso, invece, laddove la richiesta d’aggiornamento è semplicemente pronunciata, senza mai essere tematizza né resa esplicita, la conclusione si affaccia subdolamente alla coscienza del credente, per introdurvisi senza bussare né chiedere permesso, provocando i danni che tutti possiamo facilmente constatare: le chiese, i seminari, i conventi sempre più desolatamente vuoti.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Ci si interroga sulla ragione della crisi di fede che si riscontra oggi? Eppure dovrebbe essere evidente: si è voluto un aggiornamento dell’Annuncio evangelico nel più assoluto disprezzo per l’intelligenza della fede. Ma la fede sa, anche senza riflettere, che ciò che era vero ieri e oggi non lo è più non può essere vero in assoluto, perché la fede sa, anche senza riflettere, che ciò che non è vero è falso.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Poiché però la Gerarchia mostra di non capire e continua ancora a proporre, dopo cinquant’anni, un metodo esegetico dal quale chiunque è in grado di comprendere che l’Annuncio è in parte vero (dove fa comodo) e, se deve essere aggiornato, in parte falso (dove non fa comodo), poniamoci due semplici domande: 1), può la Chiesa cattolica affidarsi all’ermeneutica moderna, se l’ermeneutica moderna smentisce l’immutabile Verità dell’Annuncio evangelico? 2) può la Chiesa conciliare insistere ad affermare una continuità di magistero, evidentemente indimostrabile, per persuaderne il mondo, come se Iddio non esistesse?

25. ERMENEUTICA COME ADEGUAMENTO:
O AL DIVENIRE DEL TEMPO, O ALL’IMMOBILITÀ DELL’ESSERE.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaOggi si odia il glorioso passato della Chiesa, ma in realtà nel passato, quando ancora vigeva, trionfante, il Principio di Non Contraddizione, una lettura dell’Annuncio evangelico alla luce della moderna ermeneutica sarebbe apparsa assurda anche al più piccolo tra i cattolici, anche al più povero in spirito, perché anche l’ultimo degli ultimi era in grado di capire ciò che oggi ci si rifiuta di capire. Ossia che non l’Annuncio evangelico, che è la Verità dell’essere, è chiamato ad adeguarsi al tempo e al soggetto mutando la sua forma atemporale e metafisica in una temporale e immanente, ma che sono il tempo e il soggetto a doversi adeguare al Vangelo, esattamente come insegna Gesù, il Verbo Incarnato.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Ma va anche detto che nel passato della Chiesa era del tutto sottinteso che un aggiornamento, un qualsiasi aggiornamento, preso in se stesso, indipendentemente dal suo contenuto (che comunque va sempre sottoposto al confronto con le due fonti della divina Rivelazione, Tradizione e Sacra Scrittura), è sempre in contraddizione con la forma metafisica e atemporale della Verità, cioè con quella forma della Verità indipendente dall’uomo e dal pensiero tenuta per quasi duemila anni dalla Chiesa.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Che poi non la forma ermeneutica, ma la forma metafisica costituisca la sola forma logica in cui la Verità si dona all’uomo, ne dà prova irrefutabile il Vangelo (Mt 24, 35), laddove Gesù, il Verbo Incarnato, annuncia che i cieli e la terra passeranno, ma non le sue parole. Esse infatti sono al di là del tempo perché sono la Verità, e la Verità, contrariamente all’opinione, è sempre, è in eterno, è per tutti i tempi, anche se i tempi non lo sanno, o, negli uomini pervicaci, non lo vogliono sapere.

26. LA FEDE IRRAZIONALE E FIDEISTA DEL NOVATORE.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaCiò che appare evidente è che senza più l’ombra di una nozione metafisica gli avventurosi novatori non hanno reale consapevolezza di quel che pensano e che conseguentemente dicono e scrivono.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica San Pio X nella Pascendi fa notare che nei loro scritti, se una pagina è conforme alla sana dottrina, quella successiva è totalmente eretica. Nulla di più vero. E ora se ne vedrà il motivo.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Il cattolico sa, o dovrebbe sapere, che la Rivelazione non può essere contraddittoria per due ragioni: la prima, perché risulterebbe incomprensibile; la seconda, perché la contraddizione non può mai venire all’essere.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Riguardo alla prima, è tutto perfettamente chiaro: se l’enunciato della Rivelazione fosse contraddittorio, sarebbe inattendibile.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Riguardo alla seconda, va detto invece che, per venire all’essere, la contraddizione è costretta a negare il Principio di Non Contraddizione; se non che, come ci informa Aristotele, per negare il Principio di Non Contraddizione, se si vuole dire qualcosa di vero si è costretti ad assumerlo, il che dimostra che il Principio di Non Contraddizione è innegabile e di conseguenza che la contraddizione non può mai venire all’essere, ma deve restare confinata al pensiero.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Ma, domanda il novatore, cioè l’uomo di Chiesa tutto inclinato al mondo che ho descritto, a che serve, allora, la fede?
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica La risposta sarebbe ovvia: serve a credere a ciò che oltrepassa la nostra ragione senza mai contraddirla. Tuttavia, dato che il novatore non conosce la metafisica, e anzi la disprezza, per lui una tale risposta è priva di significato.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Cosa pensa, allora, il novatore della propria fede? Parafrasando san Paolo, egli pensa che la fede sia “speranza delle cose che non si comprendono”, e che non si comprendono non perché oltrepassino la ragione umana, come dichiara la metafisica di san Tommaso, ma perché la contraddicono.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Questo succede quando si assume, come il novatore, in modo acritico il pensiero moderno, il quale, pur non conoscendo la totalità dell’essere, si picca comunque di istituirla a proprio piacimento, negando, senza fondamento alcuno, che vi sia altra logica oltre la propria.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica In altre parole, una volta adottata la mentalità del secolo, che è essenzialmente empirica, il novatore, proprio come lo scienziato, vede la contraddizione affacciarsi col soprannaturale fatalmente all’essere, perché il soprannaturale non obbedisce alle leggi fisiche che si conoscono. Ma le leggi fisiche che si conoscono non costituiscono la totalità delle leggi fisiche possibili, neppure per la scienza, se essa definisce il proprio sapere in costante progresso, cioè ancora in ricerca. Di conseguenza, per sapere che la Rivelazione porta all’essere la contraddizione bisogna, prima, avere accertato che le leggi fisiche conosciute costituiscano la totalità empirica e materiale delle leggi fisiche; ma la totalità empirica e materiale delle leggi fisiche, come, del resto, una qualsiasi altra totalità empirica e materiale, per l’uomo, è impossibile da accertare.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Questo mi pare il punto da comprendere: chi sostiene che la Rivelazione è la contraddizione (cioè l’irrazionale) venuta all’essere, si ferma ben prima di avere accertato la totalità in questione, per stabilirne un’altra, a proprio arbitrio, e questa è Hybris, è cioè una colpa che grida vendetta a Dio.

27. SE E QUANDO L’IGNORANZA DELLA METAFISICA È SCHIETTA.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaIl novatore ignora questa critica che la metafisica muove al sapere empirico, e, come si è detto, sente che gli è necessaria la fede, perché, per lui, la Rivelazione è la contraddizione venuta all’essere. È l’impossibile, e all’impossibile si può soltanto credere.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Ora, anche qui il novatore sbaglia. Poiché l’impossibile, come dovrebbe suggerire la parola stessa, non può venire all’essere, segue che anche la fede (in questo senso empirico) è inutile.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Ma il novatore invece ragiona in altro modo, in un modo che egli direbbe nuovo: rigettata la sola sapienza che può sostenere la fede, cioè la metafisica, egli sogna che l’impossibile venga all’essere e, come un fanciullo, si presta a credere all’impossibile (che due più due, in Cielo, talvolta, faccia anche cinque), proprio perché è impossibile.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaPoiché dunque il novatore è colui che, consapevolmente o meno, pensa che la Rivelazione abbia portato all’essere la contraddizione, come potrà non sviluppare un pensiero contraddittorio? Credere che la contraddizione possa venire all’essere significa infatti credere che una cosa sia e si mostri contemporaneamente vera e falsa, e quindi che non riesca a essere assolutamente vera.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Nel caso dei novatori, non c’è nulla di più evidente: la Rivelazione è vera, e lo deve essere se si intende professare la fede cattolica, ma non lo può essere nel solo modo in cui la Verità è, cioè nella forma assoluta della metafisica, indipendente dal soggetto e dal pensiero. Se infatti la Rivelazione è vera nel modo metafisico, essa si configura come una Verità alienante, perché eccede la coscienza.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Ora, a una Verità che eccede la coscienza non basta credere, si deve anche dover credere, vale a dire: la parte eccedente della Verità, cioè quella parte che la coscienza non comprende mai interamente, può essere ricondotta a coscienza soltanto per dovere.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica E infatti, molto tempo prima del dover-essere kantiano, la nostra santa religione, la sola a essere divinamente assistita, ha considerato un dovere, un obbligo morale, credere a quelle parti della Verità sovrannaturale come Trinità e Incarnazione che eccedono la coscienza e la trascendono.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Ma poi è sopraggiunto l’Idealismo a insegnare che non c’è nulla che ecceda la coscienza, che tutto ciò che c’è, incluso ciò che eccede, è posto dalla coscienza stessa. E, in seguito a questo insegnamento, accade oggi che ciò che eccede la coscienza, e che per questa ragione è oggetto del dovere di credere, cioè di un dover credere, è ciò a cui la coscienza moderna non può più prestarsi a credere senza umiliare se stessa.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Perciò, anche se il novatore crede a una Verità alienante, che eccede la coscienza, altrimenti non crederebbe in Dio, non vi può credere così come la fede cattolica vi ha sempre creduto e comanda di credere, cioè assolutamente.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica È per questo – perché non crede assolutamente – che il novatore nega alla Verità della divina Rivelazione il diritto di costituirsi nella forma assoluta della metafisica. E, una volta negatole questo diritto, è chiaro che la Verità della divina Rivelazione dovrà adattarsi a sottostare a una forma diversa da quella metafisica.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaÈ appunto qui che l’opera di aggiornamento rompe con la Tradizione e le Sacre Scritture e con la fede cattolica. Se si adotta il pensiero moderno, si deve sapere che esso, in quanto essenzialmente empirico, non possiede la facoltà di trascendersi, vale a dire: che esso non può e, soprattutto, non vuole andare oltre l’immediatezza dell’essere.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Come è possibile allora fondare l’Annuncio evangelico su un tipo di pensiero che nega l’esistenza a tutto ciò che si sporge oltre l’immediato apparire dell’essente, dunque, non solo alla metafisica, ma – e ciò va gridato sui tetti – alla divina Rivelazione? Come è possibile, domando, senza poi giungere inevitabilmente a revocare in dubbio, dapprima in modo implicito, quindi sempre più esplicito, tutte le sante Verità di fede, come si è visto fare negli ultimi cinquant’anni?

28. IL TERZO FIGLIO DELLA PARABOLA EVANGELICA
DEL FIGLIO OBBEDIENTE E DEL DISOBBEDIENTE (Mt 21, 28-32).

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaPurtroppo, la novità dovuta all’adozione acritica del pensiero moderno ha prodotto anche un nuovo tipo di consacrato. Oggi, ai due figli della parabola del Vangelo, vediamo aggiungersene un terzo. Se al padre che li chiamava a lavorare nella vigna, il primo rispondeva no e poi ci andava, mentre il secondo rispondeva sì e poi non ci andava, ora c’è anche quello che risponde sì, ci va, ma ci va solo per aggiornare il vecchio lavoro del padre alle nuove tecniche.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Si è sempre criticato il comportamento ipocrita del secondo figlio, quello che ci va solo a parole, ma a dire il vero, davanti al pullulare dei nuovi lavoratori innovativi, oggi la sua ipocrisia muove al sorriso. Che dire di questi nuovi esegeti, che, rovesciando Vico, pensano di intendere il lavoro Altrui meglio di Chi l’ha fatto? Certo, sanno di non poter pretendere di spiegare Gesù a Gesù stesso, ma in ogni caso, liberatisi temerariamente della verità dogmatica, sono convinti di spiegarlo agli altri come mai nessuno ha fatto prima di loro e del loro tempo, Gesù compreso.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Ciò naturalmente non è vero, ma la loro pretesa serve a svelare quale sia il vero pensiero del modernismo, come pensiero del nostro tempo comune a tutte le discipline: dall’arte alla letteratura, dalla filosofia alla musica. Per i tempi antichi, la mimesi, l’imitatio, o comunque la si voglia chiamare, è il primo necessario passo verso l’apprendimento. Di cosa? Di tutto. Anche dei mestieri cosiddetti più umili. Come si fa? È la domanda.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Nel nostro tempo, questo sforzo di imitare è pura pedanteria, e il proverbio napoletano secondo cui “nessuno nasce imparato” non vale più nulla. Ecco, allora, che tutti sono chiamati a creare, ex nihilo, o a ricreare di nuovo, ciò che già fu creato; ecco che tutti, come Gesù, pretendono far nuove tutte le cose.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica A questo punto è necessario per noi sapere che il vecchio meccanismo dell’imitazione proponeva all’apprendista l’idea disperata di non poter mai raggiungere il modello da cui era obbligato a lasciarsi umiliare ogni giorno: davanti al modello, il povero apprendista era costretto – oh, crudeltà infinita – a imparare prima di tutto, pensate un po’, la vecchia, sana umiltà. Se poi, per avventura, fosse riuscito a sopravvivere al modello o addirittura a superarlo, si poteva stare certi che si era davanti a qualcosa di solido.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Con un simile e crudele procedimento, va da sé che, alla faccia del pluralismo, i più erano destinati a soccombere; e infatti il tipo più noto di sapiente, nelle arti e nei mestieri, era il pedante, cioè colui che aveva appreso bene la dottrina, ma senza riuscire a rinnovarla.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Oggi, al contrario, lasciato questo crudele modello, negatore del più sacro diritto dell’uomo, quello di credersi dio, tutti pretendono di innovare o rinnovare tutto, purtroppo, anche ciò che non ne avverte bisogno. E il risultato, nella nostra santa religione, è il seguente: non soltanto la Chiesa non avrebbe saputo intendere il messaggio cristiano per ben duemila anni, e noi sì; ma lo stesso Dio, ditemi voi, è forse riuscito a comprendere Se stesso meglio di quanto l’abbiano compreso certi teologi moderni di cui è superfluo fare i nomi? Evidentemente, no.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Purtroppo questa moderna vanità di innovare e rinnovare ha conseguenze devastanti, anche se gli uomini di Chiesa fingono di non accorgersene.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Il rifiuto del dogma, infatti, cui fa necessariamente seguito un’esegesi di tipo storicistico, aperta a tutti e in costante divenire, conduce sciaguratamente il loro magistero a non costruire più sulla roccia, ma sulla sabbia.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Si è già detto che il sapere moderno, essendo in costante divenire, ha la caratteristica, ben nota anche agli antichi, di non essere un sapere certo, ma opinabile. Se si fatica a comprenderne il motivo, ora lo si capirà con lampante chiarezza. Se infatti il sapere non è a priori, cioè non è prima di ogni possibile esperienza, esso non sarà mai in grado di distinguere infallibilmente l’errore dalla verità, quando serve, ossia prima dell’esperienza. L’esperienza, come è evidente, non è mai in grado di sapere prima, cioè quando serve, se ciò che esperisce sia verità o errore, ed è per questo che esperisce (anche se in realtà non lo sa neppure dopo).
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Dunque, se può anche sembrare normale che, sotto l’aspetto gnoseologico, l’esperienza possa verificare solo a posteriori la verità e l’errore, sotto l’aspetto ontologico la faccenda acquista un riflesso ben più sinistro, per la semplicissima ragione che il sapere circa la salvezza deve affidarsi inevitabilmente a quell’esperienza definitiva e inappellabile che potrebbe giungere troppo tardi, quando ormai il sapere empirico serve soltanto a constatare che le fiamme dell’Inferno tormentano orribilmente. Giunto a quel momento, che se ne fa il credente del magistero pastorale, fondato sull’ermeneutica?

29. IL PRIMATO DELLA CARITÀ SULLA VERITÀ,
OVVERO LA LAMPADA RIPOSTA SOTTO IL MOGGIO.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaC’è un documento della Santa Sede che si presta benissimo a illustrare un altro mutamento epocale patito dalla santa religione Cattolica Apostolica Romana: quello che pone al primo posto dell’Annuncio non più la Verità, ma l’amore. Questo documento è la Lettera di Papa Benedetto XVI ai vescovi, in merito al cosiddetto “caso Williamson”.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Qui si capisce benissimo che l’amore, ormai insediato al posto d’onore dell’Annuncio, è posto in opposizione alla Verità nella sua pura forma metafisica, per costituirne la più efficace negazione.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Il perdono ai quattro vescovi lefebvriani, scrive il Papa, non rientra fra le questioni di diritto canonico, ma di dottrina. Il che vuol dire che la riammissione nella Chiesa di Roma esige il riconoscimento integro e totale del concilio Vaticano II.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Qui l’ermeneutica della continuità viene smentita. Se infatti i “tradizionisti” della Fraternità sacerdotale san Pio X sono chiamati a conformarsi alla dottrina del concilio Vaticano II, ciò significa che la dottrina non è una; ma che si tratta di due diverse dottrine, differenti tra loro. Esigendo il riconoscimento integro e totale della dottrina del Concilio, la Lettera non può fare a meno di ammettere una variazione, che però, evidentemente, non può essere imputata a chi si vanta di essere sempre rimasto fedele alla Tradizione. Chi scrive quella Lettera (il Soglio più alto) lo sa, ma non si preoccupa di riconoscere, almeno implicitamente, ciò che ufficialmente nega, e cioè che il concilio Vaticano II non è in linea con la Tradizione, perché sa che la variazione dottrinale di cui lo si accusa, presentata al secolo come generoso amore per l’umanità, farà presa sull’animo del moderno cattolico e del mondo, molto più della contraddizione che comporta.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica È per questo che la Lettera si chiede se non vi fossero questioni più urgenti di quella dei lefebvriani: per confermare che la Chiesa del Concilio ha a cuore questioni ben più alte di queste meschine beghe teologiche, riguardanti la dottrina, avendo da promuovere la carità e l’amore. Tuttavia, per chi ha orecchi per intendere, qui in realtà si annunciano questioni più alte solo per screditare la questione posta dalla Fraternità, che consiste nel ritorno della Chiesa alla Verità metafisica della Tradizione.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica La Lettera sa di non poter affrontare la questione sul piano logico, che rileverebbe subito la contraddizione, e imbocca la via della retorica, contrapponendo la Carità ai difensori della Tradizione per dimostrare tutta l’estraneità della questione posta dai tradizionisti, e cioè la Verità stessa, alla vitale concretezza dei problemi dell’uomo, di cui solo l’amore sa farsi appassionatamente carico, sapendo già chi ne uscirà vincitore.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Chi ha scritto la suddetta Lettera sa perfettamente che, sul piano della retorica, la vittoria dell’amore sulla Verità sarà totale. Quindi gli basta soltanto riconoscere il primato dell’amore, per lasciare agli altri, a coloro che difendono il primato della Verità, i sentimenti opposti di inimicizia e odio. « Chi annuncia Dio come Amore “sino alla fine” [cioè la Chiesa del concilio Vaticano II] deve dare la testimonianza dell’amore: dedicarsi con amore ai sofferenti, respingere l’odio e l’inimicizia – è la dimensione sociale della fede cristiana, di cui ho parlato nell’Enciclica Deus caritas est. Se dunque l’impegno faticoso per la fede, per la speranza e per l’amore nel mondo costituisce in questo momento (e, in forme diverse, sempre) la vera priorità per la Chiesa, allora ne fanno parte anche le riconciliazioni piccole e medie. […] Ma ora domando: Era ed è veramente sbagliato andare anche in questo caso incontro al fratello che “ha qualche cosa contro di te” (cfr Mt 5, 23s) e cercare la riconciliazione? ».

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica La Lettera si chiede un’altra volta se era una cosa da fare, quella di dare ascolto alla Fraternità, e si risponde che è lo stesso amore a pretenderlo. In nome dell’amore, essa ribadisce di volere una riconciliazione. Naturalmente, i veri termini della riconciliazione vengono ignorati.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica La Lettera non ripete una seconda volta che la riconciliazione è rigorosamente posta sotto condizione di accettare il concilio Vaticano II, né accenna alle ragioni di chi vi si rifiuta. Preferisce continuare sul piano retorico, parlando di amore e riconciliazione, per scaricare sugli altri la crudeltà di non volervi corrispondere, e parallelamente screditare ulteriormente la posizione di chi subordina un’offerta d’amore a una fredda questione di dottrina.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica E, in questo quadro, chi scrive quella Lettera si può permettere di attingere spudoratamente a un luogo comune dalla moderna cultura dei lumi, suggerendo che la passione per la Verità, che è amare Dio sopra ogni cosa, e la fedeltà alla Tradizione siano il segno di un disagio psichico. « Non possiamo conoscere l’intreccio delle loro motivazioni [parla della fede dei 491 sacerdoti della Fraternità]. Penso tuttavia che non si sarebbero decisi per il sacerdozio se, accanto a diversi elementi distorti e malati, non ci fosse stato l’amore per Cristo e la volontà di annunciare Lui e con Lui il Dio vivente ».

30. A COSA PORTA LA SCELTA DEL DIVENIRE SULL’ESSERE.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaLa Lettera riconosce che anche i difensori della Tradizione amano Cristo, ma che in realtà hanno compreso in un senso distorto e malato il modo in cui Cristo stesso annuncia il Padre. E l’uso del participio presente del verbo ‘vivere’ ci indica come dovrà essere compreso e annunciato il Padre di Gesù: come compartecipe alla vita dell’uomo, nel tempo presente.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Fra tutti i nomi divini, la Lettera sceglie il participio presente del verbo ‘vivere’, per annunciarlo vivo – il che è in perfetta linea con la Tradizione Cattolica – ma (e a chi vuol capire appare senz’altro evidente) solo per contrapporlo al Dio immutabile della Tradizione, che è da considerarsi “morto” a seguito dell’“aggiornamento” voluto dal Concilio.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Il Dio Vero del Credo e della Tradizione è senz’altro Vivente, come dice l’Evangelista (cfr. Lc 20, 38), ma, nelle intenzioni di chi scriveva la Lettera, ciò ha una sua precisa (e si potrebbe dire fenomenologica) ragione.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica L’adesione al concetto mobile della verità moderna – Dio Vivente – comporta infatti, per opposizione, che il Dio Vero della tradizione cattolica sia invece il Dio immobile della metafisica, estraneo all’uomo moderno: un Dio che abita nel freddo Cielo dell’eterno, e che da là impone le sue leggi come un despota. È un Dio che l’uomo moderno non accetta, tanto meno come Redentore.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Di conseguenza, è chiaro, Dio è amore solo se si fa storia, cioè solo se discende dal Trono del Cielo, solo se partecipa al divenire, solo se si pone al livello dell’uomo, dialoga con lui e non lo giudica. Cioè solo se Dio è uomo, e, per converso, se l’uomo è dio, ma perché l’uomo sia dio – ecco il punto – occorre necessariamente abbattere tutto ciò che non rientra nell’umana disponibilità, tutto ciò che è Immutabile e indipendente dal pensiero dell’uomo, come è la Verità cattolica nella sua pura forma metafisica.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Ma la Lettera sa anche di non potersi spingere a screditare direttamente la Tradizione cattolica, sicché scredita chi la difende, lasciando intendere che i presunti difensori della santa fede, in verità, cioè quelli della Fraternità, non abbiano compreso la loro stessa fede, non essendo nemmeno normali da un punto di vista psichico.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaSi è qui piuttosto perplessi: perché se c’è una cosa che dovrebbe essere additata a esempio per tutti è la salda fede nella immutabile Verità di Cristo della Fraternità. E invece no: la fede di chi si ostina a credere che Gesù è Verità immutabile – la fede di quasi duemila anni, la fede di tutti i Padri della Chiesa, la fede dei Dottori, la fede di tutti i santi, di tutti i martiri – ecco che viene servita, da un Papa, come esempio contrario, distorto e negativo, malato, da evitare.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Ma ciò è perfettamente logico, perché tra il Dio Vero della tradizione e il Dio Vivente, tra il beato Pio IX e Benedetto XVI si frappongono 150 anni di cultura liberale.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica La Chiesa ha aggiornato la forma della Verità cattolica alla forma moderna della verità, sostenendo che non è mutato nulla; ma se ciò è vero o no, lo si giudichi dalle seguenti parole: « Certamente, da molto tempo e poi di nuovo in quest’occasione concreta abbiamo sentito da rappresentanti di quella comunità molte cose stonate – superbia e saccenteria, fissazione su unilateralismi eccetera ».
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaChi ha scritto la Lettera non può non sapere che « la superbia, la saccenteria, le fissazioni sugli unilateralismi » non appartengono a chi crede, ma a Gesù. Non può non sapere che è Lui ad affermare di sé di essere la Via, la Verità e la Vita. Che è sempre Lui, il saccente, il superbo, ad affermare: « Nessuno sale al Padre, se non per mezzo di me » (Gv 14, 6), « Non si possono servire due padroni » (Lc 16, 13), « Chi non è con me, è contro di me » (Loc. cit.), « Chi non raccoglie, disperde » (Lc 11, 23b). E che quindi il solo “torto” di quei sacerdoti è quello di credere a Gesù e al suo Vangelo.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Ma chi ha scritto quella Lettera sa anche che, se l’immutabile Verità metafisica della Tradizione è screditata, dapprima come odio, inimicizia e malattia, poi come superbia, saccenteria e fissazione, nessun credente moderno oserà mai porla in relazione a Gesù senza pensare di commettere un vero e proprio sacrilegio; il che dimostra la situazione davvero disastrosa della Chiesa attuale.

31. IL RISCHIO DELLA CHIESA È, ANCORA UNA VOLTA,
DI TROVARSI IN UNA NUOVA RELIGIONE.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaViene da chiedersi: ma dove siamo? È tutto vero, o è uno scherzo? I sacerdoti vestiti da pagliacci che celebrano all’altare – perché, negli ultimi tempi, si è visto anche questo, attraverso Internet – hanno inteso Gesù meglio di monsignor Lefebvre?
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaSolo che, purtroppo, non finisce qui. Resta ancora da trarre la più evidente delle conclusioni. Già, perché, coerentemente al rifiuto del dogma, la Chiesa conciliare rinuncia anche all’anatema. Essa non condanna i tradizionisti (del resto non ce n’è bisogno: le basta screditarli, appoggiandosi al pensiero del secolo, che li dichiara insani).
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Anzi, la Chiesa conciliare intende dialogare con loro, addirittura riconciliarsi, perché è evidente che, dopo aver qualificato la Verità assoluta della Tradizione cattolica come un serbatoio d’odio, di inimicizia e di malattia, essa non può porsi, daccapo, come Verità assoluta, condannando la Fraternità.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Se non che, la Chiesa conciliare non intende questa impossibilità di ergersi a Verità assoluta come un sacrificio necessario alla sua scelta d’amore, cioè come un prezzo da pagare; certo, non rinuncia a dirlo, ma ciò non toglie che questa sia una scelta.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Perché, se l’amore viene studiatamente opposto alla Verità nella sua pura forma metafisica, e se la Verità assoluta non è amore, ma, come suggerisce la Lettera, inimicizia, odio, malattia, superbia, saccenteria e fissazione, allora l’amore della Chiesa conciliare non è e non può essere l’amore per la Verità in cui il Dio Redentore si annuncia all’uomo attraverso la Tradizione e le Sacre Scritture; non è e non può essere l’amore per la Verità assoluta della religione cattolica, né per la Chiesa che l’ha sempre custodita.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Questo vuol dire che l’amore della Chiesa conciliare non si limita ad annunciare la Verità cattolica di sempre in una forma nuova, ma una verità diversa. Solo così si spiega perché l’Annuncio debba essere aggiornato nella forma: per annunciare una verità che non è più Assoluta, né Universale, cioè per annunciare una verità che non è più Cattolica.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Non è vero dunque che l’aggiornamento tocchi la forma dell’Annuncio lasciandone intatto il contenuto. Ritoccato nella forma, l’Annuncio muta nella sostanza, mostrando apertamente quale sia il frutto dell’albero dell’aggiornamento conciliare: esso è la ricezione acritica della vulgata liberale circa il pericolo che lo Spirito di verità (cfr. Gv 14, 16-17) comporterebbe per la libertà dell’uomo e il suo “sviluppo integrale”, nonché l’insegnamento conseguente, secondo il quale il dovere dell’uomo di buona volontà consisterebbe nel respingere ogni Verità assoluta, cioè lo stesso Iddio, nella misura in cui prevarica questa libertà.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Il che significa che ciò che l’aggiornamento conciliare esige è che la lampada venga riposta sotto il moggio.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica È certamente un esercizio facile quello di immaginare cosa si tenderà a pensare di una siffatta conclusione. Integralismo? Estremismo? Fanatismo cattolico? Se non che, esiste un argomento in grado di mostrare che l’aggiornamento conciliare è inescusabile.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica La Chiesa conciliare ha mutato forma all’Annuncio evangelico per non proporlo come Verità assoluta. Ma la rinuncia alla Verità assoluta non comporta la rinuncia a un assoluto. Anzi, al contrario: un assoluto può essere abbandonato o negato soltanto sulla base di un altro assoluto, cioè soltanto se un altro assoluto ne ha già preso il posto. L’assoluto posto potrà, magari, anche essere contraddittorio, nel caso in cui la negazione o rimozione della Verità assoluta finisca per essere Verità assoluta, ma questo importa fino a un certo punto; giacché ciò che importa e che sconcerta è che la Chiesa conciliare, negando la forma assoluta alla Verità dell’Annuncio, è costretta ad attribuirla ad altro, ammettendo così l’esistenza di un punto di vista più alto di quello Cattolico, di un punto di vista superiore, e, conseguentemente che una Verità assoluta c’è, ma che non è la Verità Cattolica.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Se infatti la Verità non è Dio, allora è qualcos’altro, perché una Verità permane sempre, se non nel pensiero, nel cuore dell’uomo. « Là dov’è il tuo tesoro, là c’è il tuo cuore », dice Gesù (Mt 6, 21); e, sulla base di quanto si è detto, il tesoro della Chiesa conciliare non è evidentemente la Verità cattolica.

32. RAGIONE O SENTIMENTO.
UNA CONTRAPPOSIZIONE FATALE.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaSeguendo la logica inesorabile delle essenze, si giunge a comprendere che la contrapposizione tra la Verità e l’amore nasconde in realtà un’opposizione difficilmente pronunciabile: quella tra il primo e il secondo comandamento.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Se infatti si ama Dio sopra ogni cosa, si ama il prossimo dell’amore di Dio; e se si ama il prossimo dell’amore di Dio, non lo si ama così com’è, ma come lo vuole la grazia divina, in salvo dal peccato.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Qualora invece non si ami Dio come esige il primo comandamento, cioè sopra ogni cosa, accade l’inverso: si ama Dio dell’amore dell’uomo non più amando Dio così com’è, cioè come lo annunciano le Sacre Scritture e la Tradizione, ma come l’uomo vorrebbe che fosse.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica È questa l’inversione, assurda e inaccettabile, prodotta dall’aggiornamento conciliare.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Oggi si dà per scontato che la Verità cattolica nella sua pura forma metafisica sia improponibile, per il mutato spirito dei tempi.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Il che vuol dire: la Verità cattolica è improponibile all’uomo moderno, perché è una Verità metafisica, cioè indipendente dall’uomo e dal pensiero, e, in quanto tale, non disponibile alle esigenze del soggetto, non negoziabile, come si dice oggi.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica La Verità cattolica è infatti quella strada stretta che il Vangelo comanda di imboccare, prima di tutto, indipendentemente dallo spirito dei tempi, che consiste essenzialmente nell’obbedire al primo comandamento, nel conformarsi integralmente ad esso, per giungere ad “amare Dio in spirito e verità”.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Pertanto, congedando la metafisica per sostituirla con una verità di tipo diverso, è evidente che la Chiesa ha voluto aprirsi a una verità più prossima all’uomo. Se non che, l’unica forma di verità più vicina all’uomo, la forma più immediata della verità che l’uomo conosce, è quella che vive nel sentimento. Nulla però è più soggettivo del sentimento.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Oggi se ne fa gran merito, ma si tratta di capire che il sentimento è soggettivo, perché non ascolta che se stesso e non vuole avere altro fondamento che se stesso.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Desiderando donare all’uomo una verità che gli sia più vicina, la Chiesa conciliare ha non soltanto liberato il sentimento dal giogo della metafisica, fondata sul Principio di Non Contraddizione, a cui era una volta sottomesso, ma non ha esitato a promuoverlo e a incoraggiarlo, per contrapporlo a tutti i tenaci difensori della immutabile Verità cattolica. Quindi non c’è da stupirsi se adesso il sentimento rivendica diritti dappertutto, anche dove non ne ha alcuno.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Dovrebbe essere noto che il sentimento è come un fanciullo, che ama solo ciò che conosce, e conosce solo ciò che desidera. Si dovrebbe sapere che il sentimento ignora la coerenza, che non ne ha nessuna consapevolezza e, soprattutto, che della coerenza non gliene importa nulla.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Da quando Pascal ha scritto che “il cuore ha delle ragioni che la ragione non conosce”, il sentimento si sente superiore alla ragione, si sente giovane, vivo, si stima onnipotente e osa tutto ciò che gli pare: mette a soqquadro il mondo, sapendosi giustificato in quanto sentimento, così come un fanciullo discolo si sa giustificato dall’età.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Oggi, vedendo lo stato miserando in cui versa la Chiesa, molti denunciano un complotto, che qui non si intende a nessun patto negare. Tuttavia, seguendo la semplice logica delle cose, bisogna anche ammettere che il cavallo è sfuggito di mano al cavaliere, bisogna riconoscere cioè che la Chiesa conciliare è oggi nelle condizioni di quel famoso apprendista stregone del proverbio, evocatore di oscure forze che non sa più controllare. E la forza incontrollata e incontrollabile che la Chiesa conciliare ha risvegliato è il sentimento soggettivo della fede.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Ciò che è accaduto alla riforma luterana è chiaro che non ha insegnato niente. Eppure dovrebbe essere di per sé evidente che se ci si affida al sentimento soggettivo della fede per contrapporlo addirittura alla Verità cattolica, il risultato è che ciascun credente diviene un teologo a pieno titolo, nonché papa a se stesso.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Affidare al sentimento soggettivo della fede l’aggiornamento dell’Annuncio, e chiamarlo amore, non è servito ad altro che a incoraggiare la sprezzante derisione per ogni autorità, sia che essa si chiami Principio di Non Contraddizione, metafisica, dogma, dottrina, gerarchia, tradizione, Antico e Nuovo Testamento, e a far sì che l’uomo, come annuncia san Paolo, ritragga il suo sguardo dalla Verità, per volgerlo a tutte quelle favole che il sentimento ama raccontarsi.

33. LA SCELTA DEL DIVENIRE.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaOggi il senso delle Verità è andato smarrito, perché si è perso il senso del Principio di Non Contraddizione e non se ne comprende più il valore. Anche questa perdita, tutta moderna, ha una sua precisa origine, forse non molto nota al credente: proviene anch’essa dalla filosofia hegeliana.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Hegel attribuisce all’intelletto la proprietà dell’astrazione, non come un merito, ma come un difetto, perché l’intelletto, contrariamente alla ragione, riesce a pensare il processo organico in cui consiste la vita soltanto come un’immobile identità dei suoi momenti, isolati dal loro concreto sviluppo.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Facendo un esempio, si può dire che, nello sviluppo naturale che porta il fanciullo a essere uomo, l’intelletto riesce a cogliere soltanto l’identità dei momenti immobili del fanciullo con se stesso e dell’uomo con se stesso, isolandoli dal legame organico e necessario del processo della vita che fa del fanciullo un uomo.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Secondo il progetto di tale filosofia, la ragione deve soccorrere l’astrattezza dell’intelletto, per conservare al pensiero l’unità organica del processo vitale, senza tuttavia negarne i momenti. Ma poiché è impossibile che i momenti del processo non siano negazione l’uno dell’altro, è evidente che una ricostruzione organica del processo vitale può avvenire solo sacrificando il Principio di Non Contraddizione e la logica delle essenze. Solo a questo prezzo, infatti, tesi e antitesi possono comporsi in una sintesi altrimenti impossibile.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Tuttavia va detto che, se per Hegel il processo naturale della vita corrisponde ancora a un processo logico collegato al concetto, se per Hegel cioè il vero è idea, è pensiero, chi verrà dopo intenderà in ben diverso modo la celebre critica dell’intelletto astratto: la intenderà come opposizione radicale e insanabile tra organismo e concetto, tra vita e pensiero.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Dopo Nietzsche, il processo naturale organico, cioè il divenire, ridotto a concetto, a idea, non è che una falsificazione della sua verità sensibile. Tutti i sistemi concettuali e tutti gli strumenti che intendono ancora cogliere e spiegare razionalmente il divenire, da Platone in poi verranno via via accusati di non conoscere la vita, di immaginarla soltanto astrattamente, di riferirsi solo a se stessi, di essere sistemi autoreferenziali, addirittura autoritari, che soffocano il libero, organico fiorire della vita naturale.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Nietzsche, come noto, giunge a lamentare che il mondo vero, quello cioè che appare nell’immediato e che è sottoposto al tempo, sia stato ridotto a favola dalla metafisica.

34. LA REALTÀ IMMOBILE DELLA FEDE.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaPotrà apparire strano, ma questo di Nietzsche è anche il pensiero a cui si è condannata la Chiesa conciliare: avendo adottando dal mondo la forma della verità dell’Annuncio, la Chiesa conciliare non può che rifiutare la metafisica e il Principio di Non Contraddizione, e per gli stessi motivi della filosofia moderna. Ossia perché il Principio di Non Contraddizione, in luogo di favorire lo “sviluppo integrale” dell’uomo, lo impedisce, legandolo mani e piedi all’immutabile Verità cattolica.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Oggi si pensa che la Verità cattolica sia una verità vecchia, che soffra ancora del grave problema delle verità del mondo antico: quello di volersi sottrarre, colpevolmente, al divenire. Colpevolmente, perché pretende anche di predeterminarlo.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Sottraendosi al divenire, la Verità cattolica non solo non si sviluppa e non progredisce, impedendo all’uomo di fare altrettanto, ma si isola dal mondo e rinsecchisce come una mummia.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Perciò, bisogna correre ai ripari e presentare al mondo la religione cattolica in una veste rinnovata: non più come un ammuffito sistema metafisico, racchiudente la mummia di una Verità assoluta, data una volta per tutte, da accettare o respingere, bensì come un sentimento, come un’esperienza, come un incontro, un evento, come qualcosa che cresce e si sviluppa al modo di ogni altro organismo vivente.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Oggi la parola d’ordine è che la Chiesa deve essere una “realtà viva”, il che significa che solo se diviene la Chiesa è viva, che solo se diviene il dogma è credibile, che solo se diviene il credente può testimoniare il Dio Vivente in luogo del Dio Vero, ormai morto, della vecchia Verità cattolica.

35. L’INEVITABILE APPRODO DEL SENTIMENTO,
DELL’AMORE, AL NICHILISMO.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaMa c’è un problema: il divenire non può essere attaccato a una Verità immutabile, sennò significa paralizzarlo subito, soffocarlo in fasce. Come fa notare Giovanni Gentile, il divenire o è libero, o è “solo dipinto”.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Pertanto, chiunque riconosca il divenire come sola verità del mondo, non può, poi, legarlo a un Principio Creatore e a un Fine ultimo, quale è Dio.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Il processo organico vivente, se vuole essere vero, e non dipinto, deve essere libero da cima a fondo. Il divenire dell’uomo non può dunque consistere nel riconoscere e aderire a una Verità immutabile, perché, se da qualche parte vi fosse una Verità immutabile, allora il divenire sarebbe solo dipinto. Per essere vero, e non dipinto, il divenire dell’uomo deve consistere solo nel proprio libero sviluppo organico e integrale, quale che esso sia e ovunque esso conduca.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Com’è evidente, è lo stesso concetto di ‘divenire’ a esigere riconosciuta la libertà di coscienza.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica A questo punto, però, è inevitabile porsi una domanda: cosa distingue allora la forma del divenire cattolico dalle altre forme del divenire? Ebbene, la risposta è semplice: è la figura dell’autenticità, inventata da Heidegger. È lì che la Chiesa conciliare prova ad appoggiarsi quando afferma che solo la “scelta per Dio” è autentica.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Sfortunatamente, questo è ciò che sostiene anche Heidegger, legando però la “scelta autentica” all’essere per la morte.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Non solo. È ciò che dice il libertino, affidando la “scelta autentica” al piacere, lo sportivo allo sport, la pubblicità commerciale a quella certa marca, e così via.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Quindi bisogna tornare a chiedersi: è sulle fragili basi del cosiddetto esistenzialismo che la Gerarchia invita il credente a “rendere ragione della propria fede”? e come potrà il credente rendere ragione della propria fede se non vi sono più ragioni assolute a sostegno della fede, ma solo fragili ragioni esistenziali, del tutto empiriche? dirà che la fede lo aiuta a stare meglio? e non è ciò che dirà delle donne, sorridendo, anche il libertino? e poi, da quando il benessere psicofisico sarebbe lo scopo della fede? se non esistono ragioni assolute, dove mai si potranno trovare ragioni per stabilire qual è la scelta autentica? come si potranno convincere il filosofo, il libertino, lo sportivo, che la scelta autentica è solo per Dio?
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Di sicuro, dicono i novatori, non riprovandoli, perché ciò significherebbe riesumare dal sarcofago la vecchia mummia della Verità cattolica che si è deciso di abbandonare con l’aggiornamento, e ciò vorrebbe dire tornare indietro, tornare a una Chiesa vecchia, mentre il mondo va sfacciatamente avanti senza mai volgersi a chi rimane indietro.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica In queste condizioni, e cioè nelle condizioni in cui ci si è voluti deliberatamente cacciare con l’aggiornamento, non c’è che una sola, un’unica soluzione: farsi accettare e farsi voler bene da tutti, imbarcando tutti sulla Nave di Pietro, come raccomanda la Nouvelle théologie.

36. I FALSI PROFETI DEL NUOVO E DEL DIVENIENTE.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaOggi la Chiesa del concilio celebra la figura di Pierre Teilhard de Chardin come quella di un grande intellettuale cattolico in anticipo sui tempi. È vero: perché nelle condizioni in cui ci si è volontariamente cacciati, ci si può reggere solo su una teologia fantascientifica, su una fantateologia.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Poiché il divenire della Chiesa, del dogma, della dottrina, della teologia, del credente viene esplicitamente mantenuto come elemento vitale, giovanile, dinamico, allora bisogna cambiargli nome e trasformarlo in evoluzione progressiva, tendente a una meta: a Dio.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Se non che, ecco che si presenta, daccapo, un altro problema. La teoria evolutiva, in Tehilard, pretende di spacciarsi per scientifica, sicché sarebbe assurdo che a soggiacere all’evoluzione fosse solo una parte della materia e non tutta. In base a quale criterio una parte evolve e l’altra no?
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Inoltre, non va dimenticato che se a evolvere fosse solo la parte cattolica, saremmo ancora all’interno del soffocante recinto della vecchia Chiesa (mentre Dio, com’è noto, stando, almeno, a certi teologi, è più cattolico, cioè più universale, della sua Chiesa).
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Dunque, se tutto tende a Dio, non c’è bisogno di iscriversi al cattolicesimo, siamo già tutti iscritti, anche il filosofo, il libertino, lo sportivo, poco importa che lo sappiano o no. Certo, bisogna renderlo noto, pubblicizzarlo, dato che non avrebbe senso proporre una nuova offerta senza reclamizzarla. Si deve far sapere che la strategia di vendita, in un mercato globalizzato e fortemente concorrenziale, è quella di abbassare i prezzi, anzi stracciarli, annunciando che tutto il mondo è in salvo e non ha più nessun bisogno di salvarsi.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Tutto ciò è senz’altro molto bello, molto ingegnoso. È geniale! Ma come sogno. Purtroppo, anche se spiace risvegliare chi sogna, in realtà, così sognando, si finisce col dire che o di Gesù non c’è più bisogno, o che Gesù non ha fatto abbastanza: che, nonostante il sudor di sangue, la flagellazione, l’incoronazione di spine, la crocifissione, avrebbe potuto fare di più. E se questi due argomenti non convincono, spiace dover aggiungere che c’è anche un Principio di Non Contraddizione.

37. IL VALORE CATTOLICO
DEL PRINCIPIO DI NON CONTRADDIZIONE.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica« Chi non è con me, è contro di me » (Loc. cit.), dice Gesù senza esitazioni, facendo vibrare nelle sue parole l’innegabilità del Principio di Non Contraddizione.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica E chi crede in Gesù, sa che la religione cattolica non consiste nella congiunzione ‘et’, ma in quella, con valore disgiuntivo, di ‘aut’; e sa che, pertanto, negare il Principio di Non Contraddizione significa negare la stessa fede cattolica che si professa a parole.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Ripetiamolo chiaramente ancora una volta: la Verità cattolica è metafisica, la metafisica ha al suo centro il Principio di Non Contraddizione, il Principio di Non Contraddizione è innegabile, né Gesù si è mai sognato di negarlo, perché se non è vero ciò che è innegabile – ciò che è impossibile negare – allora in tutto l’universo mondo non c’è più nulla di vero, nemmeno le parole di Gesù.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Gesù però non consta avere detto di imbarcare tutti, anche coloro che non vogliono, o che se ne fregano, ma anzi risulta aver detto che « Molti sono i chiamati, ma pochi gli eletti » (Mt 22, 14).
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Né pare aver accennato a qualcosa come a una evoluzione della materia, tendente a Dio, perché, se così fosse, la materia sarebbe obbligata a contenere in sé un germe della Verità cattolica, mentre Gesù sostiene, parlando con Pilato, d’essere venuto a testimoniare la Verità al mondo, perché evidentemente il mondo la ignorava.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica A quanto pare, dunque, non è la metafisica a trasformare il mondo in favola, come credeva Nietzsche, ma il suo rifiuto.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica In realtà, simili sbandamenti teologici sono possibili, perché la Chiesa del concilio è costretta a giustificare teologicamente, in qualche modo, il divenire in cui intende esplicitamente conservarsi.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica D’altra parte, se il divenire viene conservato, anche a costo di ingiustificabili errori teologici, è chiaro che per la Chiesa del concilio l’ortodossia non è la questione più importante.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Certamente non è un mistero che la Chiesa conciliare abbia adottato la forma mondana della verità per ridare vita a una religione che rischiava di morire d’immobilità proprio a causa della sua ortodossia. Il che porta direttamente a concludere che l’ortodossia cattolica, per la Chiesa conciliare, è soltanto un peso morto di cui sbarazzarsi in modo discreto ogni qualvolta è possibile, per non urtare la sensibilità degli ultimi fedeli tradizionisti.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica È chiaro che, in ambito ecclesiastico, si dovrebbe pur sapere che la Chiesa riceve vita ed è viva solo se osserva fedelmente la Parola del Signore e tutti i suoi comandamenti, ma a questo punto è anche chiaro, a chi ama vedere anziché sognare, che non è per compiacere Nostro Signore che la Chiesa del concilio ha voluto e vuole rendersi viva.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica La Chiesa del concilio intende conservarsi in divenire anche a costo di rinunciare all’ortodossia, per mostrarsi viva al mondo, poiché il mondo è il solo, l’unico e privilegiato destinatario dell’aggiornamento. E quando ci si vuole mostrare mettendosi in vetrina, la questione importante non è la verità di ciò che si mostra, la Verità cattolica da annunciare al mondo, ma l’immagine che si vuol dare.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Che l’immagine da proiettare al mondo sia il primo e principale problema di tutta Chiesa conciliare, in alto come in basso, spiega infatti con eloquente franchezza, oltre al rifiuto dell’abito talare da parte dei moderni preti, la condizione di pietosa demenza in cui versano la teologia, la catechesi, la liturgia, l’architettura sacra, l’arte sacra, gli arredi, i paramenti sacerdotali, i canti e infine, ma non ultima, l’omiletica.

38. L’ERRONEO OBIETTIVO DI “RINGIOVANIRE” LA VERITÀ.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaFin da principio la Chiesa del concilio ha ricercato un’immagine che fosse innanzitutto giovanile, e questo è perfettamente logico: se lo scopo è di mostrarsi vivi, allora bisogna mostrarsi giovani. Nulla infatti, nella moderna società, è, per tradizionale opinione e luogo comune, più vivo dei giovani.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Se non che, nella misura in cui vuole ringiovanire il proprio aspetto, la Chiesa conciliare non può permettersi di lasciare alla vecchia Verità cattolica il compito di plasmare l’immagine della Chiesa così come è avvenuto per quasi duemila anni, ma ha necessità di sovrapporre alla Chiesa un’immagine giovanile, alla quale la Verità cattolica sia semplicemente costretta ad adattarsi.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Non può dunque stupire la vivace fioritura di eresie dell’ultimo cinquantennio, giacché, affidando alla giovinezza l’Annuncio Evangelico, non è che la Chiesa conciliare abbia inteso educare la giovinezza alla Verità sempiterna del cattolicesimo, ma, al contrario, essa ha preteso di educare la Verità sempiterna del cattolicesimo alla giovinezza.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica E ovviamente, se lo scopo è quello di educare il cattolicesimo alla giovinezza, non ha senso invitare la giovinezza a volgere lo sguardo oltre le false seduzioni dell’età, alla Verità soprannaturale della nostra fede, ma, all’opposto, è indispensabile ricondurre e adattare la Verità trascendente del cattolicesimo alla giovinezza, con i demenziali esiti liturgici che si possono vedere ovunque, in particolare su You Tube.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica La ragione di questa colossale decadenza d’intelletto non va però imputata alla giovinezza – nessuno può pretendere da quell’età ciò che essa non può dare –, ma all’idea che sta alla base dell’aggiornamento conciliare, all’idea cioè che sia indispensabile mutare forma alla Verità per adeguarla all’uomo moderno.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica È questo il motivo per cui l’adeguamento, un qualsiasi adeguamento, essendo rivolto all’uomo, giovane o vecchio poco importa, tende di necessità a puntare in basso, all’immanente, anziché in alto, al trascendente.

39. LA CHIESA SULL’ORLO DELLA CIVILTÀ
DI UN (FALSO E ABERRANTE) AMORE.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaTuttavia, se nella moderna società dello spettacolo è solo l’immagine che conta, allora è sicuramente meglio conservare il “cristianesimo con la ginnastica” di nietzschiana memoria. Vale a dire: è meglio affidarsi al look giovanile e moderno di una “realtà viva”, dalla “fede in ricerca”, sempre in moto, con i sandali ai piedi, i bermuda, lo zaino in spalla e l’immancabile chitarra; un look, cioè, che non si lasci superare dai tempi, ma ne mantenga il passo, mettendo avanti a tutto movimenti giovanili, dalla dottrina dubbia, ma dagli allegri canti e balli spensierati.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Perché, se si vuole essere onesti, bisogna riconoscere che il Principio di Non Contraddizione, con i suoi venticinque secoli di storia, è solo un vecchio arnese impresentabile. Come tutti i vecchi, ha il volto grave di chi non sogna, di chi rifiuta ogni complicità a chi si lascia ancora entusiasmare dalle favole. Non è socievole, perciò. Non è simpatico.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Perché, diciamolo con franchezza: se non impedisce al soggetto di fantasticare come più gli aggrada, mutando dottrina, condotta o magistero, non smette mai di segnalarne la contraddizione, denunciandola pubblicamente.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Ecco perché bisogna liberarsene: perché soltanto a questa condizione si è finalmente liberi di tornare giovani e immaginare il mondo come una favola bellissima.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Soltanto a questa condizione la nuova teologia può raccontare che tutte le religioni sono vere o quasi e che tutti gli uomini sono già in salvo, senza nessun bisogno di imboccare la Via stretta.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Soltanto a questa condizione la Liturgia può dichiarare l’esigenza di un rinnovamento sacro che dia le spalle al santo Crocifisso e abbatta, ovunque può, tutti gli altari del santo Sacrificio Redentore del Calvario.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Soltanto a questa condizione la Gerarchia può proclamare l’ultimo concilio in continuità con la tradizione cattolica, e intanto seppellire la Messa tridentina, il canto Gregoriano, e muovere guerra a tutti i tradizionisti mentre il credente, finalmente uscito dalla minorità in cui lo teneva la Verità cattolica, e fattosi adulto, può aprirsi fiduciosamente al mondo, incurante di Colui che il mondo l’ha vinto, per cercare i segni che Dio vi avrebbe lasciato, nelle altre religioni, nelle filosofie orientali, nella riforma protestante, nei cosiddetti valori dell’illuminismo, dai quali scaturirono la rivoluzione francese e la cosiddetta libertà dell’uomo.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Insomma: cercare i segni di Dio in tutto fuorché, naturalmente, nella Tradizione e nelle Sacre Scritture.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Giacché, tolto di mezzo – come dice san Paolo – ciò che trattiene lo scandalo, ecco affacciarsi l’insperata opportunità, per il credente, di racconciare il Vangelo alle irrinunciabili esigenze dell’uomo moderno, e servire due padroni.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Se infatti il Principio di Non Contraddizione non ha più alcuna importanza, segue che non vi è più distinzione tra la Verità e l’errore; e che pertanto si può banchettare, finalmente, con tutti, senza più esclusioni di sorta, senza più steccati, per costruire, già qui, adesso, sulla terra, nel mondo e col mondo, la cosiddetta Civiltà dell’amore.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Ma proprio qui sta il punto che si intende segnalare: accade inevitabilmente che la cosiddetta Civiltà dell’amore imponga alla fede un prezzo inesigibile.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Se infatti non c’è più errore, segue che non c’è nemmeno Verità.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Perciò, al festevole annuncio di amore della moderna Chiesa, al suo pacioso, gioviale e giovanneo ottimismo conciliare, il cui unico, temuto nemico è lo Spirito di Verità, converrà domandare: si potrà conservare la fede, se essa non è tenuta per assolutamente vera?

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Infine, per concludere questo scritto con un ultimo quesito, lo stesso che il Signore rivolge a noi uomini dal suo santo Vangelo, ma preceduto da un’elementare considerazione riassuntiva: se la Religione cattolica continua a rigettare la Verità nella sua pura forma metafisica, come testimonia, purtroppo, il cosiddetto “spirito di Assisi”, se rinuncia ad annunciare che solo Cristo è la Via, la Verità e la Vita, « quando il Figlio dell’uomo verrà, troverà ancora la fede sulla terra » (Lc 18, 8)?
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* Postino.

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