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LETTERA APERTA DI LIVI A TARQUINIO

Antonio Livi *

LETTERA APERTA
AL DOTT. MARCO TARQUINIO,
DIRETTORE DI « AVVENIRE ».

Intervento pubblicato su « La Bussola quotidiana » il 17/3/ 2012.

Come i lettori de La Bussola Quotidiana [e di Aurea Domus]
sanno bene, l'articolo di monsignor Antonio Livi che criticava
alcuni interventi di Enzo Bianchi, ha provocato
la durissima reazione del direttore di Avvenire,
Marco Tarquinio [vedi sotto]. Una prima, immediata, risposta a Tarquinio è venuta dal direttore de La Bussola Quotidiana [vedi sotto],
ma molte sono anche le lettere - arrivate in questi giorni a noi
ed anche ad Avvenire - di solidarietà a monsignor Livi.
Ora è lo stesso monsignor Livi a rispondere al direttore di Avvenire
con questa lettera aperta che pubblichiamo..


Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaSig. Direttore,

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaIl 23 marzo scorso Lei sul Suo giornale mi ingiunge di vergognarmi per quello che avevo scritto su La Bussola Quotidiana a proposito di Enzo Bianchi, accusandomi di aver orchestrato squallide manovre diffamatorie basate sulla menzogna. Siccome alcuni lettori (anche se non tutti) e i cattolici italiani in generale possono aver pensato che queste accuse (che costituiscono – queste sì – denigrazione e diffamazione nei miei confronti) siano fondate, mi vedo costretto a fornire loro pubblicamente alcune spiegazioni.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica1. Io non ho scritto contro Enzo Bianchi come persona ma contro la sua “fama di santità”, ossia contro la presentazione che se ne fa come di un vero mistico, di un autorevole interprete della Scrittura, di un venerato maestro di dottrina cristiana, di un eroico combattente per la riforma della Chiesa e per l’ecumenismo. Io vorrei invece richiamare l’attenzione di chi ha responsabilità pastorale sul fatto che i suoi scritti e i suoi discorsi – che certa stampa utilizza come se potessero essere dei validi sussidi per la catechesi - sono inficiati di un’ideologia neognostica, incentrata sul progetto di una religione universale a carattere etico (la Welthethik), secondo la prospettiva del suo autore di riferimento, che è Hans Küng.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica2. Per questo preciso motivo ho deprecato lo spazio e il rilievo che il Suo giornale ha dato a una meditazione biblica di Bianchi, pubblicandola in un paginone a colori di “Agorà” della domenica. Io l’ho visto distribuito in alcune chiese di Roma assieme ai foglietti della Messa, e mi è sembrato assurdo che quel commento di Bianchi al Vangelo della prima domenica di Quaresima fosse presentato ai fedeli quasi come un sussidio per la pastorale liturgica. Quale approfondimento della dottrina cristiana e quale edificazione nella fede eucaristica – mi domandavano – possono venire da discorsi che presentano Gesù come un modello (umano) di quella morale umanitaria che ritiene di poter prescindere dalla grazia del Redentore? Il mondo è pieno di gente che parla di Gesù in termini che sono più propri dell’umanesimo ateo che del dogma cattolico: non è questo che mi turbava: mi turbava il fatto che ancora una volta fosse presentato come un autorevole maestro della fede, con l’autorevolezza che può conferire il “giornale dei vescovi italiani”, un personaggio che, a mio avviso, la vera fede non contribuisce affatto a diffonderla. Non si tratta di un problema personale o ideologico, ma di un problema esclusivamente pastorale, e io come sacerdote lo considero l’unico problema importante.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica3. Lei, Direttore, non ha ragione quando scrive che io avrei potuto criticare Bianchi o altri collaboratori di Avvenire « su ciò che è opinabile: valutazioni storiche e socio-culturali, opinioni artistiche, scelte lessicali, giudizi politici…», mentre invece mi sarei « azzardato » a « porre in dubbio la fede altrui e l’altrui indiscutibile adesione alla buona dottrina cattolica su ciò che è opinabile ». Lei non ha ragione perché io critico appunto il modo di commentare il Vangelo in un giornale ufficialmente cattolico, e in questa materia nella Chiesa c’è sempre stata e sempre ci sarà il diritto di critica (la teologia cattolica e lo steso dogma nascono dal confronto critico con i diversi modi di presentare il contenuto della rivelazione divina). Ciò che per un cattolico « opinabile non è » è solo il dogma enunciato dalla Chiesa con il suo magistero solenne. Le interpretazioni del dogma e la sua presentazione catechetica, così come le scelte pastorali, sono invece materia di libera discussione. Non c’è nulla di criminoso e di vergognoso nel fatto di aver voluto manifestare la mia opinione circa l’inopportunità pastorale di presentare alla meditazione dei fedeli dei discorsi, come quelli di Bianchi, così ambigui rispetto al dogma cattolico. Da quando è diventato «indiscutibile» il fatto dell’« adesione alla buona dottrina cattolica » da parte dei collaboratori dell’Avvenire? Basta la parola del Direttore? È un nuovo caso di « Roma locuta, quaestio finita »?

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica4. Nel fare quei rilievi dottrinali e pastorali, peraltro, io non ho minimamente voluto « porre in dubbio la fede altrui », cioè di Enzo Bianchi. Sembra che Lei, dottor Tarquinio, non abbia presente la fondamentale distinzione tra la fede come atto interiore del soggetto che aderisce con tutto se stesso a Cristo e alla sua dottrina (e di questo atto interiore è consapevole solo il soggetto stesso) e la fede come enunciazione esteriore (professione di fede, proclamazione della fede, catechesi, evangelizzazione, teologia); io so bene di non dover giudicare la sincerità e la fermezza della fede degli altri (della coscienza di ciascuno di noi è giudice solo Dio, il quale « scruta i reni e il cuore » degli uomini), ma so anche che ho il dovere di giudicare la rispondenza di un discorso sul Vangelo alle verità fondamentali contenute nella dottrina della Chiesa: è un dovere che in primis spetta al collegio episcopale, con a capo il Papa, ma spetta, per partecipazione sacramentale, anche a un semplice sacerdote come me, impegnato da sempre nella formazione cristiana dei fedeli con il mio lavoro pastorale e con la docenza nell’« Università del Papa ». Certo, il mio giudizio – di approvazione o di critica – è soggetto a errore dal punto di vista dottrinale, e anche dal punto di vista della prassi può risultare meno opportuno o conveniente: ma è pur sempre un atto legittimo, anzi doveroso, quando uno come me ritiene in coscienza che il bene comune della comunità ecclesiale lo richieda.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica5. Lei scrive che il mio è « un testo feroce, nel quale si procede con metodi degni della peggiore “disinformatsja”: estrapolando frasi, selezionando concetti, amputando verità, distillando veleni ». In realtà, le frasi dello scritto di Bianchi che ho citato sono testuali, e in un breve scritto non potevo certamente riprodurre tutto il testo pubblicato nel paginone di Avvenire (chi non crede alla sintesi che io ho fatto potrà confrontarla con l’originale); sono però frasi emblematiche, che nemmeno il contesto può contribuire a “salvare” (anzi, a me sembra che tutto il discorso che Bianchi fa sul potere e sul denaro ha senso solo presupponendo che Gesù sia solo un modello morale, un uomo esemplare). Nessuno scrittore dei primi secoli, nessun letterato cristiano moderno, nessun teologo intenzionato a rispettare il dogma si è mai sognato di parlare di Gesù come di una « creatura », di un uomo cioè che insegna agli altri uomini come si deve rispettare Dio, che è il Creatore. Bianchi è un biblista: ma dove mai si trova nella Bibbia la definizione di Gesù come « creatura »? Che cosa avranno pensato quei fedeli che hanno letto il testo di Bianchi sull’Avvenire e poi a Messa hanno recitano il Credo, dicendo di Gesù che Egli è « Dio da Dio » e che è « generato, non creato »? Devono pensare che la professione di fede della Chiesa è una formula antiquata e che è meglio credere alle spiegazioni moderne e aggiornate di Bianchi? Questo è il vero problema: un problema che interessa necessariamente chi ha sensibilità pastorale e si sente responsabile dei messaggi dottrinali che vengono proposti da personaggi che (non sempre meritatamente) godono di credito presso i fedeli, soprattutto se sono veicolati dalla stampa che si presenta come la voce (almeno ufficiosa) della Chiesa italiana.

Antonio Livi

* * *

IL CONTRADDITTORIO TRA IL DIRETTURE DI « AVVENIRE »
E « LA BUSSOLA QUOTIDIANA» .

* * *

LA PRESA DI POSIZIONE DEL DIRETTURE DI « AVVENIRE », 23/3/2012

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaAmmetto di non essermi reso conto per diversi giorni di che cosa era stato scritto di tragicamente ridicolo su internet contro Enzo Bianchi e – en passant – anche contro Avvenire. Lui accusato – udite udite – di eresia monofisita (cioè di considerare Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo, solo un uomo) e questo giornale accusato – ri­udite ri-udite – di tenergli bordone. Ammetto anche, [...], di essere rimasto quasi senza parole nel leggere le argomentazioni usate da un uomo di Chiesa, il professor Livi, del quale – fin qui – avevo solo sentito parlare. Ho scoperto un testo feroce, nel quale si procede con metodi degni della peggiore "disinformatsja": estrapolando frasi, selezionando concetti, amputando verità, distillando veleni. Una deformazione doppiamente insultante (per l’autore e per l’intelligenza dei lettori) della bella e intensa meditazione del priore Bianchi sulle tentazioni di Nostro Signore che abbiamo pubblicato il 4 marzo scorso. La mia è la constatazione addolorata e ferita di un giornalista non esattamente alle prime armi e che, dunque, se ne intende un po’ del bene o del male che si può fare impugnando la penna. Ma è anche, e soprattutto, la testimonianza civile di uno che ha denunciato più volte, e a diverso proposito, certe squallide procedure di denigrazione e diffamazione. Mi ha davvero colpito, cari amici lettori, il livore della filippica e mi indigna la disonestà intellettuale dell’operazione tentata nel nome della comune fede cattolica contro Enzo Bianchi e, di rimbalzo, ma non casualmente, contro questo giornale. Si può ovviamente non essere d’accordo con il priore di Bose (o con il sottoscritto o con qualsiasi altro giornalista e collaboratore di Avvenire) su ciò che è opinabile: valutazioni storiche e socio­culturali, opinioni artistiche, scelte lessicali, giudizi politici...
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaMa mi è stato insegnato, e a questo insegnamento resto serenamente e cristianamente fedele, che non ci si può mai permettere – con maligni artifici e disprezzo della verità delle cose e delle parole – di porre in dubbio la fede altrui e l’altrui indiscutibile adesione alla buona dottrina cattolica su ciò che opinabile non è. Chi si azzarda a farlo, e in questo caso si è azzardato, dovrebbe essere capace di vergognarsene. Questa è la speranza.

Marco Tarquinio

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LA REPLICA DI RICCARDO CASCIOLI, 23/3/2012.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaIl direttore di un noto « giornale quotidiano di ispirazione cattolica » attacca oggi violentemente monsignor Antonio Livi per l’articolo scritto sul nostro quotidiano online a proposito di Enzo Bianchi. Nel rispondere a dei lettori scandalizzati per le critiche al priore della comunità monastica di Bose, il direttore di tale giornale si fa prendere da tale foga che incorre anche in un clamoroso incidente: definisce infatti l’eresia monofisita come “considerare Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo, solo un uomo”. In realtà l’eresia monofisita consiste esattamente nel contrario, ovvero considerare solo la natura divina di Cristo.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaMa qui non interessa tanto entrare nella disputa teologica: eventualmente a dare ragione di certe affermazioni sarà nei prossimi giorni monsignor Livi (curioso peraltro che il direttore affermi di conoscerlo solo di nome: non solo Livi è filosofo dal lungo curriculum, ma il “quotidiano di ispirazione cattolica” ne ha recensito più volte i libri e lo ha addirittura intervistato, ad esempio il 7 novembre 2009).

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaQui però vorrei sottolineare la sorpresa per una difesa d’ufficio veemente che arriva a parlare di disonestà intellettuale e di vergogna per chi avrebbe distorto il senso delle parole di Bianchi per metterne in discussione “l’indiscutibile adesione alla buona dottrina cattolica”. Forse il direttore del giornale di ispirazione cattolica farebbe bene a rileggersi quel resoconto dell’incontro pubblico tenuto a Pescara (la fonte è il giornale diocesano) che pubblichiamo tra le lettere e poi farci sapere se pensa che certe affermazioni siano “una buona dottrina cattolica”.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaPeraltro anche il predecessore dell’attuale direttore ogni tanto nutriva dubbi sulla “buona dottrina cattolica” di Enzo Bianchi. Prova ne è la risposta che diede a un lettore il 21 luglio 2007. In quell’occasione un sacerdote di Mondovì si lamentava perché su Avvenire non era stato pubblicato il commento di Enzo Bianchi a proposito del Motu Proprio Summorum Pontificum, quello sulla messa in rito antico, che invece era apparso su « Repubblica ». Ovviamente si trattava di una critica molto severa nei confronti del Motu Proprio voluto da Benedetto XVI (curioso, Bianchi non si può criticare, il Papa sì). L’allora direttore, che si chiama Dino Boffo, così rispondeva:

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica“Vede reverendo, se Enzo Bianchi scrive la sua intemerata su Repubblica, nessuno ha nulla da dire (eppure qualcosa ci sarebbe da commentare); se invece la ospitasse Avvenire (ma non ci è stato chiesto) immediatamente si direbbe, anche da parte di altra stampa, che Avvenire non è allineato alla Chiesa. Poi, ci pensi: che cosa c’è oggi di più anticonformista che ragionare in termini cattolici fino a sembrare fin troppo obbedienti?”.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaInsomma pare di capire che Dino Boffo avesse, almeno in questa occasione, molti dubbi sull’ortodossia di Enzo Bianchi, fino ad accusarlo di disobbedienza.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaMa non solo: anche l’attuale direttore del “giornale quotidiano di ispirazione cattolica”, che si chiama Marco Tarquinio, ha avuto qualche problemino personale con Enzo Bianchi. Ricordiamo cosa accadde quando morì Eluana Englaro: Tarquinio scrisse il 10 febbraio 2009 un editoriale dal titolo “Uccisa, non morta”, che così diceva (e noi condividiamo completamente):

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica“Eluana è stata uccisa. E noi vogliamo chiedere perdono ai nostri figli e alle nostre figlie. Ci perdonino, se possono, per questo Paese che oggi ci sembra pieno di frasi vuote e di un unico gesto terribile, che li scuote e nessuno saprà mai dire quanto. Con che occhi ci guarderanno? Misurando come le loro parole, le esclamazioni? Rinunceranno, forse per paura e per sospetto, a ragionare della vita e della morte con chi gli è padre e madre e maestro e amico e gli potrebbe diventare testimone d’accusa e pubblico ministero e giudice e boia? Chi insegnerà , chi dimostrerà , loro che certe parole, che le benedette, apodittiche certezze dei vent’anni non sono necessariamente e sempre pietre che gli saranno fardello, che forse un giorno potrebbero silenziosamente lapidarli. Ci perdonino, se possono. Perché Eluana è stata uccisa.”

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaLa cosa non piacque affatto a Enzo Bianchi, che il 15 febbraio replicò dalle colonne de La Stampa (eh sì, questi “profeti” sanno scrivere cose diverse a seconda di chi li ospita, attaccando chi li ha ospitati la volta prima e li ospiterà la volta successiva) con un articolo dal titolo “Vivere e morire secondo il Vangelo”, scrivendo tra l’altro:

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica“Attorno all’agonia lunga 17 anni di una donna, attorno al dramma di una famiglia nella sofferenza, si è consumato uno scontro incivile, una gazzarra indegna dello stile cristiano: giorno dopo giorno, nel silenzio abitato dalla mia fede in Dio e dalla mia fedeltà alla terra e all’umanità di cui sono parte, constatavo una violenza verbale, e a volte addirittura fisica, che strideva con la mia fede cristiana. Non potevo ascoltare quelle grida - « assassini », « boia », « lasciatela a noi »... - senza pensare a Gesù che quando gli hanno portato una donna gridando « adultera » ha fatto silenzio a lungo, per poterle dire a un certo punto: « Donna \ neppure io ti condanno: va’ e non peccare più »; non riuscivo ad ascoltare quelle urla minacciose senza pensare a Gesù che in croce non urla «ladro, assassino!» al brigante non pentito, ma in silenzio gli sta accanto, condividendone la condizione di colpevole e il supplizio. Che senso ha per un cristiano recitare rosari e insultare? O pregare ostentatamente in piazza con uno stile da manifestazione politica o sindacale?”.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaSì, avete letto bene: Tarquinio accusato da Enzo Bianchi di aver alimentato “una gazzarra indegna dello stile cristiano”.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaPotremmo sbagliarci, ma non ricordiamo repliche piccate dirette a Enzo Bianchi, con relative accuse di disonestà intellettuale e di farsi giudice dell’altrui fede e “adesione alla buona dottrina cattolica”. Anzi, da allora gli interventi di Enzo Bianchi sulle pagine del “quotidiano di ispirazione cattolica” sembrano essere addirittura aumentati.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaSegno della grande magnanimità e misericordia del direttore. Che oggi osiamo invocare anche in favore di monsignor Antonio Livi.

Riccardo Cascioli

* Decano emerito della Facoltà di Filosofia e Docente di Filosofia della conoscenza
alla Pontificia Università Lateranense.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica

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