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§ 11: GIOTTO

Enrico Maria Radaelli *

Da: Il Mistero della Sinagoga bendata.

§ 11: GIOTTO: LA SINAGOGA,
T
ESTIMONE DI NOZZE.

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La Porta Aurea
(particolare)

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaAbbiamo visto così [nei paragrafi precedenti] due capolavori d’arte sacra in cui la figura della Sinagoga è rimarchevole, centrale. Sia che la sua presenza rimandi a ‘Sinagoga in quanto venerabile Chiesa dell’Antica Alleanza’, sia che divenga invece simbolo della ‘Sinagoga in quanto Chiesa apostata infedele all’Alleanza’.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaIl significato più prepotente è il secondo, poiché l’Antica Alleanza è naturalmente amica della Chiesa; c’è tra le due anzi un’affinità di sangue, se con questo si allude all’agnello sgozzato nel quattordicesimo giorno del mese ‘delle spighe’ per centinaia di anni, o a quello sgozzato una sola volta sulla croce. Dove dunque c’è amicizia non c’è combattimento. E l’amicizia parentale tra le due Alleanze, tra le due Chiese, in questa continuità di essenze, è notoria, cosicché tutta la cristianità paleo e medioevale proprio così la figura quando affianca le pareti di storie di Patriarchi e di Profeti ebrei alle pareti cristiane.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaGiotto dipinge la sua Sinagoga con intenti tanto decisamente diacronici quanto assolutamente adicotomici. Non più, quindi, la visibilità dei resti di un combattimento, non più vinti e vincitori, non più alienità e cacciate: non più dicotomie. A un tempo (cronos) di ombre e di figure segue un tempo di realtà e di verità, e certo un tempo esclude l’altro, perché due tempi insieme non si possono dare; però i due tempi sono consentanei, amici, alleati, come due atleti che nella corsa si passano il testimone. Il sacro Testimone è il Cristo. Le due Chiese corrono al cielo con gli occhi della fede fissi in lui: una lo annuncia precedendolo, l’altra seguendolo.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaEnrico Scrovegni, novello Zaccheo, pentito della sua prava vita di usuraio, con il padre Reginaldo 1 [La maggior parte dei critici ritiene che Dante preferisca gettare Reginaldo Scrovegni nell’Inferno degli usurai, riconoscendolo nel « padovano » della XVII Cantica, vv. 64-75. Vero è che Scrovegni padre fu unito al figlio nella pia opera dell’erezione della cappella, mentre si sa meno sulla sua partecipazione alla restituzione del maltolto.] progetta un ritorno a Dio in grande stile: restituisce il maltolto ai depredati e fa erigere una grandiosa cappella atta poi a custodire le ossa della famiglia, ormai riconciliata con il Re del secolo venturo.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaIl suo intento quindi, di erigere una magnifica chiesuola a gloria di Dio ‘suprema Misericordia’, è un intento largamente pacificante, e come tale si trasfonde nelle mani dell’artista più pacifico dei dintorni, il magnifico Giotto (Biagio? Ambrogio?) di Bondone.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaCostui infatti, quanto alla virtù soprannaturale della pace, sembra possederla in modo eminente, e tale sua essenza particolare la si può cogliere soprattutto da questo: che i volumi delle sue figure, dei suoi contadini, dei suoi santi, dei suoi pastori e persino dei suoi soldati sono volumi larghi, calmi, rotondi, sono immense masse di mantelli dalle pieghe morbide, pesanti, scultoree. I colori stesi non li enumero: vanno guardati, sono densi, carichi, pastosi, assonanti tra loro e somiglianti in questo più alle distese sonorità dell’organo che alle dolci percussioni di un clavicordo (Simone Martini) o ai pizzicati di un’arpa (Duccio), poiché mai squillano per quanta luminosità emanino. Per dirla con due parole: colori pregni, non vividi. 2 [Tecnicamente, la cosa veniva risolta così: « [Per il procedimento dell’ombreggiatura, ripresa da Giotto, il pittore e teorico della pittura Cennino Cennini] afferma che il pigmento deve essere usato alla sua massima saturazione pr le pieghe più profonde, ed essere progressivamente schiarito con la biacca man mano che si affrontano le lumeggiature, permettendo così alle pieghe più profonde di una veste di non essere più scure della tonalità completamente satura » (Philip Ball, Colore. Una biografia, Rizzoli, Milano 2002, cap. V: Maestri di luci e ombre, § Controllare il colore, pagg. 115-16).] I visi dalle guance distese come colline dalle carnagioni rosate, tutti visi seri, profondamente seri anche quando accennano (ma raramente) a un sorriso: trasmettono sentimenti intensi di gente dal cuore stabile, calmo, riflessivo, trasformato dalla fede nell’eternità. E quegli occhi sempre marroni e sempre allungati, così ‘giotteschi’, che non ridon mai, sono lo specchio di intelletti cristiani, tutti sopramondani.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaQueste caratteristiche trasfondono nelle pitture del Maestro un ritmo lento, nobile, alto, e contemporaneamente anche pastorale: in ogni caso lontano (sacro) dal mondo. La ricchissima distesa di azzurro (quella sì: ben vivace) che pervade tutta la cappella non permette di immergersi nella realtà soprannaturale in quanto regalità, come avviene nella Madonna di Ognissanti o nella Dormitio Virginis, ritagliate come sono esse su fondi profusi d’oro; ci si immerge bensì nel soprannaturale, essendo l’oro il colore del re ma l’azzurro (quel particolare azzurro, certamente il più costoso: l’oltremare, ottenibile solo dal lapis lazzulo) il colore della religione, il colore più consonante a Dio, alla sua pura deità.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaCome si sa, l’immenso e intimo ciclo di affreschi della cappella patavina è tutto incentrato sulle storie che raccontano la Buona Novella: è dispiegata la miracolosa discesa dell’Amore tra gli uomini, per la quale è data ai naufraghi riconciliati col Pietoso la soprannaturale speranza di risalire alla Vita. Per quanto grandi siano stati i loro peccati, per quanto questi abbiano gridato vendetta dinanzi a Dio, per quanto si siano induriti i loro cuori. L’azzurro profondo dei cieli si sparge per tutto il creato, è l’azzurro di pace sopramondana di cui gli uomini hanno bisogno per sollevare le pietre che hanno nei petti. Enrico Scrovegni, tornato alla Chiesa dopo il benefico rovesciamento spirituale, offre alla Vergine l’azzurra cappella dove, come in un sacrario, ha posato il suo cuore emulsionato e dove vengono narrate le gesta della Misericordia per Maria concesse.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaLe Storie di Gioachino e Anna, dal cui porto salperà l’Arca della Nuova Alleanza, in alto sulla parete di destra sciolgono i cieli nel primo effluvio d’amore, in vista della nascita dal seme di Adamo della perla della creazione, l’Immacolata Concezione, colei per la quale Dio Padre permette, vuole, e dispone che i sacri sponsali tra il suo Santissimo Spirito e la sua amata (oh quanto amata!) creatura, si compiano, e da essi fiorisca il Salvatore, il Pacificatore, il Pastore sommo delle pecore. 3 Secondo il Protovangelo, Gioachino era un uomo molto ricco e pio della tribù di David; un giorno, recatosi per fare le sue offerte al Tempio, fu respinto dal sommo sacerdote perché non aveva figliuoli. Afflit-to, si ritirò nel deserto, finché, per mezzo di un angelo ch’era apparso anche alla moglie Anna, non ebbe l’assicurazione che il suo desiderio di paternità non era stato esaudito [dopo aver fatto voto di offrire al Si-gnore, cioè al Tempio, la creatura che fosse nata da loro]. Ritornò infatti a casa, ed ebbe una bambina che chiamò Maria » (Enciclopedia Cattolica, voce Gioachino, santo, vol. VI, col. 403).]
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaChe la salvazione del genere umano sia la mira di Dio colta in flagrante da Giotto lo si vede precipuamente nella distesa immane del Giudizio escatologico sulla parete di controfacciata, dimostrativo della ristabilita unità tra cieli e terra. Che il Messia sia re della Pace è illustrato dal pittore in tutte le scene di quell’eccelsa vita, passata a pacificare Dio con l’uomo con il perdono dei peccati, la natura con l’uomo con i miracoli risanatori, l’uomo con l’uomo con la sua conduzione al supplizio. Pastori e pecorelle, per finire, sono poi qui in ogni dove, connaturali quasi e al pittore, e al dipinto, e al pittato.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaTutto questo prolegomeno per dire che lo spazio intenzionale in cui si inserisce la figura della Sinagoga è stavolta lo spazio largo e caldo degli affecta. Quindi una dimensione ortogonale rispetto a quelli di Parma e Strasburgo, attenti entrambi, piuttosto, ai più razionali e distaccati iudicia.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaA Parma Benedetto Antelami scolpisce il mondo nei due estremi, diviso nell’avere (o non avere) speranza che quel cadavere sia il Messia, quindi se riporre (o non riporre) la propria vita, unico tesoro dell’uomo, in quel morto là: i figli della luce sono condotti dinanzi alla Pietra giudiziale (il corpo inerte del Cristo) dalla Chiesa vincitrice; quelli delle tenebre dalla Sinagoga inchinata: extra Ecclesiam nulla salus. Viene compiuto un giudizio e viene mostrato il momento esatto in cui tutti gli uomini di tutto il mondo devono compiere il proprio giudizio: giudico di avere fede nella “Pietra scartata dai costruttori”, 4 [Vedi Matth., XXI, 42b: « Non avete mai letto nelle Scritture: ‘La pietra rigettata dai costruttori è quella che è diventata pietra angolare; dal Signore è stato fatto questo ed è cosa meravigliosa ai nostri occhi’? ».] nel Cadavere esimio da deporre nella pietra tombale e ormai Pietra tra le pietre, giudico di non averla. O Chiesa, o Sinagoga.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaA Strasburgo, al centro dell’Europa, l’anonimo borgognone stabilisce i quattro punti cardinali dell’impero universale del Giusto, per il quale, uno: si dà una giustizia umana retta poiché, due: essa è in vista di una Giustizia suprema e definitiva dalla quale riceve la misura a causa, tre: della fede petrina della Chiesa vincitrice sulle ingiustizie e, quattro: dalla quale, nella Sinagoga bendata, è misurata e trovata scadente per l’enumerazione di inutili meriti accecanti la fede.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaA Padova, viceversa, lo Spirito d’Intelligenza risponde ai buoni sentimenti da lui stesso suscitati, che non hanno trovato nei cuori degli uomini recessi o anfratti in cui incagliarsi, e risponde infondendo quest’altro modo di Dio di giudicare il mondo che è il giudizio di misericordia e di perdono. Forse che esso confligge col primo? Niente affatto. I due giudizi, emulsivo o rigoroso, sono in Dio fratelli e, anzi, non si può dire nemmeno che siano due facce di uno stesso divino Cratere, poiché ancora si farebbe un torto, con questa espressione inadeguata, all’intima congruenza che rigore e pietà trovano in Dio. Come se una fosse conca e nido, di rimando, all’altra.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaQuesto per sottolineare il continuum semantico tra Parma/ Strasburgo/Padova.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaLo Scrovegni quindi, considerando la sua ascesi verso un’immeritata ma provvidenziale e tempestiva salvezza, spinge Giotto, e i teologi da cui i due sono attorniati, a dispiegare, di Dio, l’illustrazione più estensiva della sua magnifica magnanimità.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaÈ in questo quadro che va vista la presenza della donna velata, misteriosa creatura anche coloristicamente fuori del tempo e della città, testimone del sacro abbraccio di Gioachino e Anna davanti alla Porta d’Oro di Ierusalem.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaPer Giotto questo è il preciso momento in cui decàde il dominio del Patto di ombre e di figure, il Primo Patto compromissorio della bontà di Dio, questo è il preciso momento in cui finalmente esultano i cieli e la terra per il passaggio dalle ombre alla luce, dalla carne allo spirito, dalla figurazione alla verità. Giotto, con i suoi sapienti teologi, forza audacemente all’indietro il tempo del Rogito, intuendo che la cessazione della chiusura delle Porte celesti sulle eterne dolcezze del sacro Hortus conclusus, e l’inizio della loro sesquipedale apertura (alla Porta d’Oro), si ha precisamente nel momento del santo concepimento della Vergine delle Vergini, la profetizzata madre dell’Emanuele.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaLa retrodatazione del decisivo evento deve sottolineare l’aspetto misericordioso del Giusto Giudice: deve sottolineare l’ardore del desiderio di Dio, per la cui arsione furono anticipati i tempi della misericordia. E’ un segno che, nella Cappella della misericordia, non può non essere evidenziato. Ecco spiegata l’estensione smodata delle storie di Gioacchino e di Anna, i casti genitori della Sposa del gran Re.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaCerto il pittore non poteva illustrare il momento sacrale del concepimento della Semprevergine: per questo, simbolicamente, evoca l’incontro dei due sposi, il dolce e casto abbraccio, l’amoroso e pudico bacio, davanti alla porta fulgida di Ierusalem in una cuspide al cui Termine divino la distesa triangolazione delle due figure misticamente rimanda. La porta della città santa, simbolo aulico della condiscendenza di Dio, sancisce l’avvenuta unione; il suo oro riflette la regalità del concepimento; il suo arco la sacralità sacerdotale cui prelude; l’uscita per esso delle vergini la ricezione pubblica, allargata a tutta la città, dell’avvenuta arcana novità; l’attonito pastore la divulgazione della lieta Notizia ai poveri e ai semplici di tutta la terra.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaLa dottrina dell’Immacolata Concezione fu sancita solennemente con una definizione dogmatica da Pio IX l’8 dicembre 1854, 5 La santissima Vergine nel primo istante del suo concepimento, per singolare grazia e privilegio di Dio Onnipotente, in previsione dei meriti di GESÙ Cristo, Salvatore del genere umano, fu preservata immune da ogni macchia di peccato originale » (Pii IX Pontificis Maximi Acta, Roma 1854, I, p. 616, Bolla Ineffabilis Deus).] ma, come si vede anche in questa cappella, essa era presente alla cristianità di ogni tempo. E di questo ne fa segnale potente proprio la presenza della donna in viola, della venerabile Sinagoga.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaSarà proprio la Bolla Ineffabilis Deus, cinque secoli e mezzo più tardi, a suggellare il partito (francescano) preso da Giotto e dai religiosi suoi consiglieri per la spirituale ‘maculatezza’ di Maria. Questa santificazione previa ha la particolarità di esaltare in grado superlativo la magnanimità del Creatore offeso verso la creatura offendente. Il peccatore Enrico Scrovegni, presentando umilmente alla Vergine il proprio cuore/cappella il 25 marzo del 1305, intese venerarla particolarmente ed esprimerle la propria fede in tutti i fatti narrati negli Evangelia, così come erano tramandati dalla santa Tradizione.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaQuesto è un punto finissimo da riconoscere anche oggi, anche cioè in un tempo in cui, probabilmente per timore delle reazioni delle sette protestanti, gli uomini di Chiesa preposti a farlo non danno alla Tradizione il valore sorgivo di Rivelazione che il dogma le attribuisce accanto alla Scrittura. Ma la frescatura di pareti e pareti con le narrazioni delle sacre Storie non è mero atto artistico, non acquieta solo il sentimentalismo delle genti. Al contrario, le va riconosciuta la valenza di testimonianza in senso forte, da parte di tutta la cristianità, sui punti dottrinali fondamentali, non solo a titolo di universale Biblia pauperum, ma anche a quello, di cui a torto mai si parla, di Traditio Fidei pauperum, icastica testimonianza di un Magistero universale della Chiesa ben sedimentato nei cuori dei popoli.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaÈ un fatto che gran parte dei quadri parietali patavini proviene da letture di Apocrifi. Ma proprio qui sta il punto: che tali letture si dimostrano prudenti, ben consigliate, anzi tanto probanti da indurre un Papa, Benedetto XI, a promulgare un’indulgenza per tutti coloro che in spirito di umiltà li avessero visitati. Biblia e Traditio incontrano nell’universale consenso popolare (ma non solo) il sigillo della fede.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaDella Sinagoga si intravede a mala pena un poco della bianca carnagione. L’ampio mantello violaceo, scurissimo, pesante, come un sarcofago nasconde la forma muliebre. Ma tanto basta alla venerabile, eccezionale Testimone, per dire e poter far dire che l’Antica Alleanza è lì, in quel mezzo sguardo: è lì e ha suggellato il fatto, è lì e ha presenziato allo storico evento che esaurisce la sua santa funzione. 6 [Infatti, che Gioachino fosse allontanato dal Tempio perché, con Anna, senza progenie, stava a significare che la sterilità della coppia era nocumento alla santa Nazione, alla venerabile Sinagoga, quando questa santa Nazione sentiva il carico soprannaturale di dover fornire all’umanità il suo Redentore. La venerabile Sinagoga, concependo in Anna la Vergine Maria, Madre di Dio, assolveva al sopramondano compito affidato da Dio al santo patriarca Abramo.] Quasi che, incamminati i due sposi aureolati verso la città che li attende, la Donna antica che fin là li ha portati possa tutta ricoprirsi e di nuovo interrarsi col mantello, scomparire nei recessi che Dio le ha serbato, a penitenza di tutte le colpe che da secoli la gravano.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaPerché colpe? perché penitenza? L’Antica Legge ha dei meriti altissimi, unici, incomparabili: tra i marosi dei popoli pagani, essa costituisce la sola arca di adorazione al vero Dio. Perché allora quel viola? perché allora la pena?
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaLo spiega la Scrittura: tutti i libri dell’Antica Alleanza dicono che il popolo che la sottoscrisse mancò ad essa in ogni momento, e che causa di tutte le mancanze fu sempre e solo la caduta della fede di quel popolo nel suo Dio. La Chiesa ebraica era Chiesa proiettata a Cristo, non realizzata in Cristo. L’immacolatezza della Chiesa vera, quella nata dal costato di Cristo, dipende tutta dall’essere, appunto, misticamente (e non solo moralmente, ma ontologicamente) scaturita dal Cristo: l’apertura del costato è l’apertura dei cieli, è l’apertura dei sacri giardini. Prima di quella ferita le porte dei giardini celesti erano chiuse, e la Chiesa sinagogale peccabile.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaQuesto è il punto semantico forte della presenza della Sinagoga abbrunata dinanzi alla Porta d’Oro di Ierusalem. Giotto, a rigor di termini, avrebbe dovuto porla sotto la croce, qui realizzandosi il momento dello scadere della Vecchia Alleanza definito dai teologi, subentrando la Nuova. Infatti, fino a che la passione di Cristo non avviene, non avvengono i suoi effetti. La Chiesa nasce dal costato ferito, non prima e non da altro. Allora perché Giotto sposta la Sinagoga dalla croce alla Porta, ovvero a esattamente mezzo secolo avanti? Lo si è visto: perché i Padri della Chiesa, e poi un pronunciamento ex cathedra, definiscono essere, la concezione di Maria, immacolata, purissima. Giotto, da questo, arguisce che Maria, Nuova Arca di Dio, appartiene come limpido embolo al Nuovo Patto, quello suggellato dal sangue di suo Figlio. Invece Gioacchino, Anna e tutti i loro speranzosi contemporanei appartengono ancora all’Antica Legge.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaObiezione: però anch’essi sono aureolati d’oro. Vero, e molto pertinentemente. Qui siamo giunti al centro del dilemma: i sacramenti dell’Antica Legge, ovvero la circoncisione, santificano o non santificano l’uomo? causano o non causano la grazia?

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaIl quesito divise molto i teologi, e lo stesso san Tommaso ammise candidamente di aver sostenuto nella maturità un pensiero inverso al giovanile. La questione, bisogna aggiungere, è rilevante, poiché intorno ad essa si stabilisce, simpliciter et maxime, se il Cristo, la sua passione, la sua dolorosissima morte, siano servite a qualcosa. Riteniamo, ancora una volta, che la posizione dell’Angelico sia la più calibrata, superiore a quella di tutti i suoi contemporanei in quanto, tra tutte le posizioni teologiche che scorrono all’interno dell’esteso del dogma, la sua sia la posizione maggiormente protettiva del carattere ultramondano ed extrameritorio della grazia.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaPer questo studio bisognerà limitarsi a citare, sull’argomento, solo i suoi due luoghi più significativi. Prima domanda: Se i sacramenti dell’antica legge causassero la grazia. Nel ad. 3 7 [ ‘Ad 3’, ovvero ‘ad Tertium dicendum’, cioè nella risposta alla terza obiezione dell’articolo.] dell’articolo, l’Aquinate, in fine, nota: « È meglio dire dunque che la circoncisione, come gli altri sacramenti dell’antica legge, era solo un segno esterno della fede giustificante; infatti l’Apostolo afferma che “Abramo ricevette il segno della circoncisione, quale segno della giustizia della fede”. 8 [Ad Rom., IV, 11.] Ecco perché nella circoncisione, quale segno della futura passione di Cristo, veniva conferita la grazia, come vedremo in seguito » (Summa Theol., III, q. 62, a. 6).

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaE il seguito è questo. Alla domanda: Se la circoncisione conferisse la grazia santificante, il Dottore risponde: « Perciò si deve concludere che nella circoncisione veniva conferita la grazia rispetto a tutti gli effetti di essa, ma in modo diverso che nel battesimo. Infatti nel battesimo la grazia è concessa in virtù dello stesso sacramento, virtù che il battesimo ha in quanto strumento della passione di Cristo già compiuta.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica« La circoncisione invece conferiva la grazia in quanto era simbolo della fede nella passione futura di Cristo, nel senso che l’uomo ricevendo la circoncisione dichiarava di abbracciare tale fede; o direttamente, come facevano gli adulti, o per mezzo di altri, nel caso dei bambini. Per questo anche l’Apostolo dice che “Abramo ricevette il segno della circoncisione come segno della giustizia della fede”, 9 [Ibidem] appunto perché la giustizia si dice che veniva dalla fede significata, non dalla circoncisione significante.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica« E quindi, poiché il battesimo, a differenza della circoncisione, opera strumentalmente in virtù della passione di Cristo, il battesimo imprime il carattere che incorpora l’uomo a Cristo e conferisce più grazia della circoncisione: maggiore è infatti l’effetto di una realtà già presente che quella della sua speranza » (Summa Theol., III, q. 70, a. 4).

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaLa Sinagoga velata è la “circoncisione significante”; invece la Chiesa, la Città santa turrita, nuova Ierusalem, è la “fede significata”; la Porta d’Oro è la nuova grazia della fede, anzi è lo stesso Cristo, unica porta d’accesso al Padre: 10 [Confronta con Ioan., X, 7: « GESÙ dunque disse loro di nuovo: “In verità, in verità vi dico: Io sono la porta delle pecore”. ».] aurea per la natura divina di lui. La donna violacea è in piedi proprio accanto al suo stipite, quasi a significare di essere arrivata fino all’ingresso della città dell’Apocalypsis, la rivelata Città celeste, ma di non poter oltrepassare quell’arcano.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaC’è un particolare, però, che chiarisce definitivamente [...].

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