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IL MISTERO DELLA SINAGOGA BENDATA >
 INTRODUZIONE
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INTRODUZIONE.
di Antonio Livi

(Pagina 2)

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Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaIII.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica(Segue da p. 1) Così ho letto il libro di Radaelli, e con questa lettura mi sono sembrate convincenti tante sue argomentazioni, e mi sono sembrate opportune tante sue riflessioni; mi sono sembrate sostanzialmente giuste – al di là delle espressioni verbali, forse talvolta irriguardose nei confronti dei legittimi Pastori – anche le sue osservazioni sull’opportunità di gestire i rapporti con le altre religioni in un modo che rischia di ingenerare nell’opinione pubblica cattolica quel relativismo dogmatico di cui parlavo; sono sicuro che queste osservazioni non intendono assolutamente alimentare quella critica faziosa di persone e istituzioni che tanto male ha sempre fatto (e oggi più che mai fa) alla vita ecclesiale, ma vogliono essere semplicemente un richiamo a interpretare bene ciò che avviene all’interno della Chiesa, senza scandalizzarsi di alcunché ma senza nemmeno ignorare i problemi, assuefarsi all’errore o addirittura contribuire a diffonderlo.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaLa Chiesa, infatti, è quel campo seminato del quale parla Gesù: Dio creatore e redentore vi ha seminato il buon grano, ma il Nemico vi ha poi seminato anche la zizzania, approfittando del fatto che « gli uomini dormivano » (Matth., XIII, 25); ora (nel tempo che va dalla fondazione della Chiesa fino alla Parusia) il grano cresce assieme alla zizzania, e la zizzania non la si può estirpare, perché occorre attendere la fine dei tempi, quando Dio interverrà a purificare interamente e a santificare definitivamente la sua Chiesa.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaNel frattempo, se qualcuno di noi, accorgendosi del pericolo di appartenere a quanti “dormono”, fa tesoro del dono della fede viva e della buona dottrina per avvertire del pericolo della zizzania, non può che fare opera meritoria.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaQuesto è appunto, ai miei occhi, l’aspetto positivo – in quanto costruttivo – del lavoro di Radaelli.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaIV. LE RAGIONI DELLA FEDE.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Mi sembra giusto, peraltro, spendere qualche parola per chiarire il senso del mio intervento in questo lavoro.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaIo non pretendo certamente di garantire, su una base di una specifica e riconosciuta autorevolezza ecclesiologica, la correttezza del discorso che Radaelli fa in questo libro, sia sul piano della teologia dogmatica (Trinità e Chiesa) che sul piano della pastorale (catechesi per i fedeli e dialogo interreligioso); io intendo piuttosto avvalermi della mia competenza gnoseologica per segnalare quest’opera sulla fede cristiana per l’eccezionale rigore logico che ne garantisce l’intrinseca coerenza, e pertanto la plausibilità.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaSi tratta di un pregio solo apparentemente formale (in una riflessione scientifica sulla dottrina della fede, quale è la teologia, il rigore logico tocca direttamente i contenuti, ossia l’intellectus fidei), che io ho apprezzato come filosofo, specialista appunto di logica aletica, ma che ho apprezzato soprattutto perché in questo caso la plausibilità dell’argomentazione è al servizio di una migliore comprensione della verità di fede, anzi è l’unico modo con cui si può fare teologia come servizio ecclesiale.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaDovrebbe essere evidente, peraltro, che l’intervento di un filosofo cristiano in un dibattito sulla fede cristiana non è abusivo. Il fatto che la questione affrontata sia squisitamente teologica non toglie che anche un filosofo – soprattutto se interessato, come lo sono io, alla logica della fede 1 [Cfr Antonio Livi, Razionalità della fede. Un’analisi filosofica alla luce della logica aletica, Leonardo da Vinci, Roma 2002.] – abbia qualcosa di importante da dire in merito.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaV. IL “DIO DEI FILOSOFI” E IL “DIO DI ABRAMO, DI ISACCO,
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaDI GIACOBBE E DI GESU’ CRISTO”.


Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica La cosa importante da dire – a mio avviso – è che la filosofia cristiana ha sempre dimostrato con argomenti razionali che la ragione umana non può in alcun modo penetrare il mistero di Dio, la cui esistenza peraltro è assolutamente certa anche al livello del senso comune: 2 [Cfr Antonio Livi, La ricerca della verità. Dal senso comune alla dialettica, Leonardo da Vinci, Roma 2001.] noi uomini sappiamo molto bene che Dio è, che tutto dipende da Lui; ma non possiamo arrivare a capire Chi Egli sia, perché la sua essenza trascende infinitamente le possibilità della nostra conoscenza (come diceva Tommaso d’Aquino: « Quod Deus sit certe novimus; quis Deus sit penitus ignoramus »).
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaIn teologia, la conseguenza di questa verità filosofica è che il Dio che per grazia conosciamo nella fede (e la fede è vera conoscenza, sia pure “come in uno specchio e nel mistero”) è il Dio che si è rivelato in Gesù Cristo, il Dio che noi cristiani conosciamo come Trinità di Persone nell’unità dell’essenza. 3 [Vedi in proposito: Yves-Marie Congar, Il monoteismo politico dell’antichità e il Dio-Trinità, trad. it., in Concilium, 16 (1981) 3, pp. 56-65; André Manaranche, Il monoteismo cristiano, trad. it., Queriniana, Brescia 1988.]

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaIn questo senso – in un senso gnoseologico – ha perfettamente ragione Radaelli nel dire che non c’è altro Dio che il Dio cristiano (ossia, Dio conosciuto dai cristiani per Rivelazione di Dio stesso), e che il Dio immaginato come lo immaginano le cosiddette “altre due religioni monoteistiche”, in quanto rifiutano di credere alla Rivelazione di Cristo, non è il vero Dio.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaSi comprenda: non è il vero Dio che si è dato a conoscere nella vera Rivelazione soprannaturale, ma è tutt’al più il Dio dei filosofi, ossia il Mistero ineffabile che – senza la Rivelazione – non consente alcun discorso propriamente religioso su Dio. Ma ebraismo e Islam si presentano invece come religioni, e il loro parlare di Dio vuole essere un discorso religioso (la volontà di Dio, i suoi disegni di salvezza, la sua legge), ed è qui che occorre avvertire con energia che non si tratta più di una “nozione comune” ma di una nozione vera che si contrappone insanabilmente a due nozioni false.
[...] (Segue a p. 3 di 4)

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(Pagina protetta dai diritti editoriali.)

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Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica

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