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IL MISTERO DELLA SINAGOGA BENDATA > § 41

Enrico Maria Radaelli *
Il Mistero della Sinagoga bendata.

§ 41: ‘OLOCAUSTO’:
CONCETTO SOPRANNATURALE.

 

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Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica[...] Se in tutte le pagine di questa ricerca [l’Autore parla de Il Mistero della Sinagoga bendata, di cui qui è riportato il § 41] ci si è premurati di esporre ogni cosa fermamente ma anche con riguardo e prudenza, tanto più lo si farà in questo delicatissimo paragrafo cui non si può sfuggire per toccare, anche sotto questo particolare aspetto, il cuore del problema dell’uomo – come entrare nella casa della vita – senza causare in lui ribellione, ma liberante assenso. Perché « due cose desidera principalmente l’uomo: in primo luogo quella conoscenza della verità che è propria della sua natura. In secondo luogo la permanenza nell’essere, proprietà questa comune a tutte le cose. In Cristo si trova l’una e l’altra. Egli è la via per arrivare alla conoscenza della verità […]. Similmente egli è la via per giungere alla vita, anzi, egli stesso è la vita » (Tommaso d’Aquino, Super Ioannem expositio, n. 1868).

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaSicché cogliamo l’occasione, qui non peregrina, per suggerire che forse, di questa parola ‘olocausto’, se ne fa un uso oggi per molti versi piuttosto improprio, stando a ciò che il termine biblico vuole significare nella sua accezione più pertinente, che è l’accezione soprannaturale.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaPremessa infatti a ogni buon uso dei concetti espressi nelle sacre Scritture è riconoscere che, avendo queste ultime un’origine squisitamente sopramondana, esprimono e vogliono esprimere concetti in primo luogo sopramondani, dati i quali ogni significato letterale, storico, carnale, ad essi rimanda immediatamente e connaturalmente. Questi significati ultramondani poi, a loro volta, vanno ascritti e stretti precisamente al Cristo, per cui si può e si deve dire, con il Cristo, che tutte le Scritture parlano di lui o, come egli dice, che « esse rendono testimonianza a ME » (Ioan., V, 39b).
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaDetto in altri termini: se Cristo non fosse, non sarebbero a fortiori le Scritture. Le Scritture sono uno dei tanti volani di trasmissione (il più assolutamente esimio, essendo divino) della altrimenti ‘ineffabile parola’ di cui Dio si serve per comunicare all’uomo il Cristo, la Trinità, quindi la possibilità redentiva. Ma, come si sottolineava nella conclusio della nostra tesi, non si è ancora scoperta appieno la centralità del Cristo nell’economia della comunicazione tra un Dio che vuole comunicare con la creatura sua amata.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaNel termine ‘olocausto’ è significato un sacrificio, ovvero un’oblazione a Dio, totale della vittima (greco hòlos: tutto intero, kaustikòs: bruciante; ebraico: ‘ôlâh): carnalmente, vuol dire prima di tutto « ‘dono’ e ‘offerta’ dei propri beni a Dio in segno di riconoscenza e di ringraziamento »; 1 [Così padre Angelo Penna, in Dizionario Biblico, diretto da mons. Francesco Spadafora, voce Sacrificio] in secondo luogo l’olocausto, in quanto distruzione completa dell’animale, rappresenta « l’offerta integrale con cui l’uomo intendeva mostrare la sua completa dedizione a Dio (Levit., I, 3) », 2 [Ibidem. Cfr. anche Enciclopedia Cattolica, voce Sacrificio, III. Il S. nel V. Testamento, coll. 1593-97.] per cui il corpo della vittima deve bruciare con la combustione anche delle viscere.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaSpiritualmente, quindi sostanzialmente, la profonda verità espressa dalla perifrasi ‘sacrificio di olocausto’ consiste nel fatto che la vittima rappresenta, essendo come abbiamo detto l’animale mera figura delle disposizioni interiori dell’uomo, il sacrificio dell’uomo stesso, l’offerta di sé a Dio. Quindi la vittima deve in primo luogo offrirsi esplicitamente e consapevolmente come dono e offerta a Dio; in secondo luogo, nell’offerta la vittima deve estinguere di sé tutto, fin la più viscerale e riposta personale volontà.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaNell’arsione caustica, la vittima compie la più totale e annientante offerta di sé: del proprio intelletto, della propria volontà, della propria dignità, della propria libertà. In una parola: del proprio essere uomo. Così, chiarissime, le Scritture: « Come è di un olocausto di arieti e di tori, come di agnelli pingui a migliaia, così sia del nostro sacrificio nel tuo cospetto oggi e riesca a piacerti; perché non c’è confusione per quelli che confidano in te » (Dan., III, 40). 3 [Per una più completa comprensione del Testo, ovviamente, consigliamo la lettura di tutta la Preghiera di Azaria (vv. 24-45), proferita dal giovane all’interno della fornace ardente ove era stato posto, insieme ai suoi compagni ebrei, dal re assiro Nabucodonosor. Segnala il Ricciotti: " Una nota di S. Girolamo nella Vulgata avverte che il tratto [che comprende i presenti versetti] manca nei libri ebraici, e un’altra nota dopo il v. 90 avverte che il tratto è stato desunto dalla versione greca di Teodozione » (Giuseppe Ricciotti, op. cit., pag. 1205, nota 1). Purtroppo quindi, se questi versetti, pur precedentemente presenti anche nella versione ebraica delle Scritture, non fossero stati espunti, forse avrebbero potuto offrire ai giudei per primi dei paralleli tra l’episodio profetico e la loro recente tragica situazione vissuta sotto la pagana, bestiale dittatura nazista. ]
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaIn questo olocausto di oblazione, descritto in punto di morte dal giovane Azaria, prigioniero ebreo alla corte di Nabucodonosor, come atto volontario mite e assoluto cui egli per primo eroicamente si esemplava, sono presenti: il perdono preventivo e totale dei nemici, la disponibilità aprioristica a porgere mitemente l’altra guancia, la remissione a Dio di ogni ‘vendetta’, che altro non sarà se non aver ragione dei propri nemici strappandoli dalle concupiscenze e dalle superstizioni cui sono tragicamente aggrappati.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaEcco il motivo profondo e solenne per cui si dice che il sacrificio di olocausto, molto più che gli altri due tipi di sacrificio richiesti da Dio nel Primo Testamento, figura, prepara e rimanda al vero sacrificio eterno e unico compiuto da GESÙ Cristo sulla croce e rinnovato da lui nella quotidiana Eucaristia. 4 [Così anche Papa Leone XIII nell’Enciclica Caritatis studium ai vescovi della Scozia, 25 luglio 1898, Denz., 3339: « Già molto tempo prima che Cristo nascesse, i sacrifici usati nell’Antico Testamento preannunciavano il sacrificio compiuto sulla croce ».] E’ solo alla luce di siffatte considerazioni che si può rendere perspicuo il significato profondo emergente dal termine ‘olocausto’.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaNoi siamo annichiliti da questa singolarità provvidenziale: che, per meglio indicare il carattere del più eccellente dei tre tipi di sacrificio del culto ebraico, Dio abbia fatto parlare Azaria, uno dei tre compagni di Daniele, ebrei prediletti da Dio per la limpidezza del loro cuore, e lo abbia fatto parlare, anzi, cantare, proprio dall’interno di una fornace ardente, egli stesso quindi predestinata e consapevole vittima di olocausto, offerta innocente a Dio e, come si sa, tanto accettata da Dio da ricevere da lui la grazia della liberazione personale e, in sovrappiù, della liberazione di tutto il popolo dalle catene del dominatore straniero. (La similarità della situazione con i più recenti avvenimenti, nella sovracosmica visione di Dio è, come poi gradualmente risulterà, più che ottusa coincidenza.)

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaPer analogia, si possono e debbono fare simili considerazioni anche per tutti gli altri concetti biblici, come abbiamo detto, per esempio quello primario contenuto nel termine ‘Messia’ (ebraico: Mâsîah, Unto). Oggi, come si è più volte accennato, vi è la tendenza da parte di molti giudei a riconoscere ‘Messia’ non un singolo individuo ancora da venire ma tutto il popolo d’Israele nel suo insieme (cunctus), quasi esso rappresenti la figura eminente in cui si realizzerebbe il ponte tra l’umanità e Dio. Questa dottrina sarebbe imperniata sulla potenza della nazione ebraica, presa nel suo complesso plurimillenario, potenza capace di assoggettare i popoli gentili, ad essa “per natura” subalterni, per via di quella che sarebbe la sua (orgogliosamente sostengono) superiorità intellettiva, morale, economica e, al fondo, religiosa. 5 [Cfr. Israel Shahak, Jewish History Jewish Religion, the weight of three thousand years, con Prefazione di Gore Vidal, Pluto Press Limited, New York 1994.] In forza di questa carismatica potenza tutto il popolo d’Israele sarebbe ‘sacerdote e re’ tale da presentare un giorno a Dio tutti i popoli della Terra prima a sé assoggettati.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaAll’affermazione storica di questa accezione di ‘Messia’ non sarebbe estranea la previa affermazione del concetto di ‘olocausto’ riferito, come è avvenuto nei tempi più recenti, all’efferato sterminio perpetrato dall’ateismo nazista. Però bisognerebbe obiettare che a questo concetto di ‘olocausto’ manca fondamentalmente la determinazione di fare di sé un sacrificio, un’offerta a Dio, con tutte le disposizioni spirituali sopra viste che ne conseguono, determinazione che fu invece presente ai tre innocenti ebrei buttati da Nabucodonosor nella fornace. Azaria, a nome dei compagni (e probabilmente di tutto il popolo esiliato a Babilonia), alza al Signore una preghiera pura, altissima, esemplare: egli vede che, in quelle tragiche condizioni in cui l’esilio li costringe, milioni di ebrei sono messi nella condizione di non poter offrire all’Altissimo tutti i sacrifici che gli sarebbero dovuti. Eleva allora a Dio un’offerta forte, atletica, frutto di un altrettanto straordinario sillogismo: “Noi ti dovremmo fare, o Dio, migliaia di sacrifici con arieti e agnelli grassi e tori ma, essendo in cattività lontani dall’unico tempio dove ci è permesso sacrificare, e volendo peraltro in ogni caso offrirti dei sacrifici di impetrazione, di ringraziamento per l’esistenza che ci dai, di olocausto per significarti che tutto ti è dovuto, ecco che ti offriamo le nostre stesse miserevoli e piangenti persone, speranzosi solo che tu non disdegni questo dono, per quanto incommensurabile esso sia, ovvero infinitesimo, nei confronti della tua Maestà eccelsa”.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaQuesta preghiera fu gradita a Dio, e il motivo di questo gradimento risiede, come si può desumere da tutto quanto è stato detto fin qui, nella disposizione di umiltà dei tre giovani perseguitati. Essi non solo si rifiutavano di sacrificare alla statua d’oro e agli dèi di Nabucodonosor, ma si rendevano essi stessi, con i loro cuori roventi di Dio, purissimo sacrificio di olocausto al loro vero Dio.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaAzaria si fa eminente figura del Cristo che, non trovando tempio, vittima, sacerdote, culto, altare adeguati alla Maestà di Dio, offrirà se stesso come unica vittima atta a placare la Maestà di Dio offesa dal peccato del mondo, come spiegato dallo Spirito Santo in san Paolo, particolarmente nella sacerdotale Epistula ad Hebraeos.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaIn questa prospettiva soprannaturale, anzi, specificatamente, cristologica, risulta quindi assolutamente incompleta la materiale strage anche persino della metà di un popolo per parlare propriamente di ‘olocausto’. Non tanto perché materialmente non vi sia stato annientamento, quanto perché è lo spirito che, ribellandosi al proprio patire, non perdonando il proprio persecutore, non raccogliendo in sé come Azaria e compagni raccolsero tutti questi sentimenti cui Dio li aveva addestrati, non offre a Dio il proprio martirio, non realizza il requisito di incondizionato e ardente sacrificio. 6 [Qui, come logico, ci si ferma al giudizio ad extra, quello desumibile dal comportamento esterno e oggettivo compiuto dall’insieme del popolo. Resta imperscrutabile il cuore di ciascuna di quelle vittime che, nella persecuzione feroce e brutale, può senz’altro aver espresso verso Dio i sentimenti migliori di fiduciosa offerta esemplati dal comportamento che abbiamo visto del grande Azaria o da quello delle due sante sorelle Edith e Rosa Stein: veri, consapevoli e volontari olocausti di Cristo, il primo, prefigurativo, in Babilonia; le seconde, sue copie, in Auschwitz-Birkenau.] Requisito che invece Cristo compì perfettamente, e non altri compie se non chi con lui condivide misticamente nei secoli la sua offerta: tutti i ben oltre 70 milioni di martiri che prima e dopo di lui sono morti in vista della sua risurrezione, a partire dai ‘santi innocenti’, piccoli ebrei di Betleem di Giuda. 7 [Vedi Matth., II, 16-18. ] Qui c’è Olocausto, non là.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica‘Olocausto’ è concetto non umano, non quindi ‘ebraico’, ma [...].

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