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INGRESSO ALLA BELLEZZA.

Enrico Maria Radaelli *

Ingresso alla bellezza. Fondamenti a un’Estetica trinitaria.

LECTIO II.
IN ESSE SUBSISTENTI
TRINITAS IPSA SUBSISTIT.

Nell’Essere sussistente sussiste la Trinità.

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(Pagine 46-57 del libro.) Primo fondamento metafisico a una Teoria generale unificatrice della realtà: a partire dall’essere, poi dall’essere in atto, e accostandosi infine a persona, viene descritto ciò che san Tommaso chiama la ‘superforma’ della Trinità di Dio; viene poi mostrato che da essa dipende sia la religione che il linguaggio; senza di essa non vi sarebbero né l’una né l’altro, né la pulchritudo che ne segue; viene infine descritto il secondo fondamento metafisico alla teoria: la realtà interno/esterno in Dio.

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In questa seconda Lectio si impone il chiarimento di alcuni termini: la loro illustrazione ci porterà infatti più addentro a quel plesso metafisico da cui abbiamo visto distendersi poi ciò che maggiormente ci interessa, posto che la bellezza nel creato ha a che fare direttamente con la bellezza dell’Increato, e che la bellezza dell’Increato si può cogliere unicamente se l’Increato si sogguarda non in altro modo che in quello vero e reale, ovvero nella sua realtà di Dio Trinità.
Le nozioni che acquisiremo saranno: forma (e per questo anche materia), aspetto (species), luce (di ragione naturale, distinta dalla soprannaturale), visione (naturale e soprannaturale).
Cominciamo dunque con forma (dal latino forma, che traduce il greco morphé, da cui ilemorfismo, metamorfosi, morfologia, e altro). Nella metafisica aristotelica essa designa « l’essenza di ogni cosa e la sostanza prima », « l’atto primo di un corpo », cioè la prima operazione attuata da un corpo per essere quel corpo.

La metafisica di Aristotele insegna che tutte le cose materiali sono costituite da due princìpi fondamentali: la materia, principio passivo che riceve, e la forma, principio attivo che dona, da cui la definizione: la forma, atto primo di un corpo, è « l’atto della materia »: la forma di una sedia è data dal principio attivo della seduta comoda impresso a un principio passivo costituito dalla materia del legno, per cui si avrà un mobile la cui funzione è quella di permettere all’uomo di sedersi (stabilmente, appoggiando la schiena, eccetera). L’essenza della sedia è costituita dalla sua sostanza, o forma sostanziale, che è la comodità della seduta.
Spesso poi deduciamo la forma di una certa materia dall’incontro di realtà del tutto spirituali, le quali si concretano nella effettuazione di quella materia, e ciò avviene per esempio nel caso delle opere propriamente d’arte: la forma della cupola di santa Maria del Fiore nasce dal principio attivo dato dall’armonia sbocciata dall’incontro delle forze del cielo e delle forze della terra: la ‘volta del cielo’ si abbassa e si materializza fino a corrispondere e coincidere a una ‘volta della terra’.

Qual è questa forza della terra che si ha a Firenze in quegli anni operosi e ferventi di religione? È il rigoglio spirituale del comune fiorentino, è la spiritualità di Fiorenza, partorita al centro del « comune novo » nella sua chiesa cattedrale, cui si impone il sacro nome di Santa Maria del Fiore; dunque è l’affidamento della novella cittadinanza alla santa Madre Maria, vergine partoriente tutti quei suoi figli operosi nel Logos del Figlio. E tutto ciò, questo rigoglio che vuole essere riconosciuto quasi partorito dai cieli con atto di grande cristianità, viene impresso dal genio architettonico del Brunelleschi nel principio passivo della pietra, al centro del grembo di soavi colline, sicché si avrà un sacro edificio (una Domus Dei) la cui funzione è permettere all’uomo, scoperto possedere una ragione viva e feconda a immagine e somiglianza di Dio, di godere della forte pace religiosa con lui per la mediazione della Madre comune: santa Maria del ‘Fiore GESÙ Cristo’ e del ‘Fiore uomini fiorentini’. Sicché l’essenza della cupola è costituita dalla sua sostanza, o forma sostanziale, determinata principalmente dall’equilibrio: equilibrio costruttivo, equilibrio di visione, equilibrio strutturale, equilibrio sociale, equilibrio infine tra naturale e soprannaturale, ossia bella pace tra la cultura dell’uomo del Comune fiorentino e il Dio Logos che ne benedice la fervida e alacre ragione.
Spesso si dice anche che [...].

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(Pagina protetta dai diritti editoriali.)

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