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DOGMA E PASTORALE > CAPITOLO SECONDO, 2.  

Stefano Carusi, Antonio Livi, Enrico Maria Radaelli *

DOGMA E PASTORALE

L’ERMENEUTICA DEL MAGISTERO
DAL VATICANO II AL SINODO SULLA FAMIGLIA


Capitolo Secondo (di Enrico Maria Radaelli)

CHE COSA PUÒ CAMBIARE
E CHE
COSA NON PUÒ CAMBIARE
NELLA
DOTTRINA D
ELLA CHIESA

2.
LA “GUERRA DELLE DUE FORME”:
LA FORMA ‘PASTORALE’ CONTRO LA FORMA DOGMATICA

(Qui le prime pagine.)

Casa Editrice Leonardo da Vinci, Roma 2015, pp. 210.

Per richiedere il libro rivolgersi anche qui con una .

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Dogma e Pastorale

La copertina

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1. PREMESSA.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaIl 18 gennaio 2015 uscì su alcuni si-ti web un mio articolo, Magistero infal-libile e magistero fallibile della Chiesa (qui La divina Rivelazione, le definizio-ni dogmatiche e il Magistero ordina-rio), per dare un contributo al tema che per mio conto sarebbe da considerare oggi il più decisivo e centrale per la vi-ta della Sposa di Cristo, studiato dal punto di vista della materia che – sem-pre a mio avviso – più e meglio di ogni altra mette a fuoco la problematica che è all’origine delle cose, il punto di vista della filosofia della conoscenza “esteti-ca”, e dico “estetica” perché purtroppo, dopo il diligente Gottlieb Baumgarten che se ne occupò circa dal 1735, nes-suno seppe dare un nome più appropri-ato alla disciplina che considera la conoscenza delle cose a partire dalla loro forma, dalla forma dell’ente, posto che la forma dell’ente è, a detta della filosofia greca (Aristotele) e poi cristiana (san Tom-maso), l’atto primo di un ente per essere un ente, anzi per essere proprio “quell’ente lì”.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaSe si considera che questa filosofia della conoscenza “estetica” ha potuto prima individuare il secondo Nome (o qualità sostanziale) dell’Unigenito di Dio (v. Tommaso d’Aquino, Summa theologiae, I, 34, 2, ad 3; 35): Imago, o Immagine, o Species, o Volto (il primo è Logos, e i rimanenti due sono Lux, Luce, o Splendor, Splendore, e Filius, Figlio), e da tale Nome o qualità sostanziale ha saputo svilup-pare la centrale articolazione intercorrente tra il nostro connaturale e quotidiano “apprendimento per visione” e la verità da apprendere, che sia essa delle cose visibili o di quelle invisibili (v. i miei Ingres-so alla Bellezza, La Bellezza che ci salva e Il domani – terribile o radioso? – del dogma), e non c’è prospettiva più congeniale di quella “estetica”, con tali divine e non comuni strumentazioni, per afferrare le straordinarie qualità offerte dal Nome Imago e compiere tutto ciò, si capirà pure perché sia proprio solo tale prospettiva, an-cora, a poter individuare in tutta la sua anche molto preoccupante realtà, la presenza nella Chiesa, nell’attuale momento storico, di ciò che, come nelle pagine precedenti e ancora qui, avremo buoni moti-vi di chiamare “Guerra delle due Forme”, intendendo per ‘forme’ i due gradi di magistero della Chiesa, appunto il riformabile e l’irri-formabile (1).
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica“Guerra delle due Forme”, o focus precisamente sulla forma, co-me solo un approccio filosofico, e per l’esattezza di gnoseologia e-stetica, possa scavare alla radice l’origine delle burrascose proble-matiche che poi saranno, e giustamente, teologiche, in cui da cin-quant'anni si trova la navicella di Pietro.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaPosso dire che questo lavoro, nel suo specifico orizzonte filosofi-co, è stato facilitato dalle opportunità aperte dal noto saggio di Anto-nio Livi, Vera e falsa teologia (Casa Editrice Leonardo da Vinci, Roma 2012), in cui il decano emerito della facoltà di Filosofia della Pontificia Università Lateranense illustra con grande perizia come le fondamenta filosofiche siano ancora una volta le più solide – per non dire le uniche solide – per innalzare poi sicuri, forti e special-mente plausibili edifici teologici. Merita sottolineare l’importanza della filosofia, in specie quella “estetica”, se e nella misura in cui il suo flusso è aperto, come nel nostro caso, dal secondo Nome del-l’Unigenito di Dio, Imago, o Immagine, per attenersi alla realtà delle cose, potendo così riconoscere una certa continuità tra le lezioni di Filosofia della conoscenza estetica che fui invitato a tenere per tre anni nei Corsi di Livi e i chiarimenti fatti da quest’ultimo nel suo succitato importantissimo saggio.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaIn precedenza, dunque, avevo portato alcuni significativi fatti storici, riconosciuti dallo stesso magistero della Chiesa, a prova og-gettiva della solidità del suo insegnamento perenne, giacché, in o-maggio al principio per cui contra factum non valet argomentum, essi si mostrano essere le prove provate della dualità originaria ed essenziale del magistero stesso, per la quale dualità vi è un insegna-mento infallibile e uno invece fallibile, un insegnamento cioè che mai e in nessun caso può esprimere una anche pur minima falsità, o scorrettezza, o comunque si voglia chiamare qualcosa che non corri-sponde esattamente e perfettamente alla verità delle cose, e un inse-gnamento che invece tale anche microbica “non-verità” la può espri-mere, e a volte di fatto si è visto che, pur non volendo, e pur ado-perandosi i Pastori in ogni modo a depurarne la forma e il linguag-gio usato per manifestarla, tuttavia ne è infetta, cioè la esprime, co-me si vedrà anche più avanti.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaQuesti due insegnamenti sono: il primo, il magistero dogmatico; il secondo, il magistero ‘pastorale’, o ‘autentico’, verso i quali sia i Pastori nella loro produzione che i fedeli nel grado di obbedienza da corrispondervi, devono distinguere due diversi e decisamente immi-scibili principi guida, per i quali il primo deve essere utilizzato e poi obbedito come portatore forte e catafratto di verità allo stato puro, assolute e immacolate; il secondo invece, per quanto il suo uso deb-ba soggiacere al primo grado di insegnamento, al dogma, come al proprio principio, alla propria forma, dovrà sempre essere utilizzato e poi obbedito come a un insegnamento magisteriale portatore di ve-rità sempre in qualche modo e in qualche misura “riformabili”, veri-tà pur sempre passibili di un qualche perfezionamento, dunque non si dovrà avere verso di esse lo stesso grado di assenso (detto de fide) dovuto all’altro, ma un grado minore: un grado relativo, non assolu-to. Ed è questo che insegna la Chiesa.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaQuesta fondamentale distinzione tra i due gradi di magistero si deve al principio: perfetta la garanzia di verità, perfetto il dovuto as-senso. Imperfetta la garanzia, per quanto sottesa alla perfezione po-sta dalla sua tensione a uniformarsi alla propria forma, cioè al dog-ma che ne è il principio e l’origine, imperfetto l’assenso, per quanto sia anch’esso sotteso alla propria perfezione, posta dalla sua religio-sa tensione a uniformarsi parallelamente alla propria forma, cioè al-l’assenso al dogma che ne è il principio e l’origine. Queste le parole finali, in riferimento alle due forme, la dogmatica e la ‘pastorale’ (o ‘autentica’):

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica«La prima è forma sicura, certa, garantita in tutto e per tutto dallo Spirito Santo. La se-conda è forma insicura, bisognosa di tutta l’attenzione, la rettitudine e lo zelo religioso dei Pastori: che si adoperino sempre, e in ogni suo percorso e necessità, di porla all’ombra della prima, la forma dogmatica che ne è il principio costitutivo e vitale, riprendendone al massimo la necessarissima forma, e, per ciò che è possibile, anche il linguaggio, soprattutto il linguaggio, sì da tornare ad avere un magistero della Chiesa de facto almeno, se non de iure, in tutto e per tutto infallibile. Pena l’anarchia, come oggi si va profilando».

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaQui adesso illustrerò alcuni importanti effetti teorici e pratici di quanto lì avevo chiarito, rilevando questa particolarità: che mentre fino al Vaticano II questi due tali gradi di magistero erano accettati sia normativamente che nella pratica quotidiana nella disposizione e nella accezione date dal magistero stesso, specialmente – ma non so-lo – in riferimento a quanto stabilito dalla Pastor Æternus, dopo ver-rannno presto equivocati.

2. LA RADICE DELL’INFINITA DISCUSSIONE
SU ‘FALLIBILE’ E ‘INFALLIBILE’ VA CERCATA NELLA FORMA
COSIDDETTA ‘PASTORALE’ DATA AL CONCILIO VATICANO II
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Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaCome visto, oggi la Chiesa, nella sua parte più transeunte e stori-ca, dunque anche peccatrice, sembra in qualche modo inclinata a ca-dere in negligenze non tanto o non solo verso peccati contro la cari-tà, come fu prevalentemente nei venti secoli della sua perigliosa e tribolata vita, ma anche verso mancanze più precisamente attinenti alla verità, il che, come ognuno può ben vedere, è certamente cosa ancor più grave. D’altronde, per fare qualche esempio, e ricordando che in tutti i casi dietro un peccato contro la carità se ne nasconde sempre uno contro la verità, perché dietro la prassi c’è sempre una dottrina, non sono pochi i Papi che misero in difficoltà il beato Pio IX e i Padri del Vaticano I nel dichiarare l’infallibilità dei Pontefici Romani (però, come si sa, malgrado tutto alcuni di essi, ravvedutisi, condussero poi una vita così santa, cioè, v. 1 Cor 13, 6, una vita che «si compiace della verità», da meritare l’onore degli altari): p. es. i Papi san Liberio (352-66), Vigilio (537-55), Onorio I (625-38), Pa-squale II (1099-118), Giovanni XXII (1316-34), per citare i più co-nosciuti. Né mancarono Papi che anteposero alla propalazione della fede e delle conseguenti opere di adorazione e di pietà i propri in-teressi mondani, vedi p. es. i molti Papi del cosiddetto Secolo di fer-ro, o i Rinascimentali.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaTutti costoro peccarono contro la verità, oltre che contro la carità, e ciò va detto per ricordare che la verità è già stata messa più volte a dura prova, nella Chiesa, prima d’ora, e, scoprendo l’odierno spo-stamento di orizzonte peccaminoso, per così dire, per il quale con l’infida ma irresistibile penetrazione dell’ideologia modernista nei gangli anche più alti della Chiesa, ora è stata messa duramente sotto schiaffo la verità più che la carità, la dottrina più che l’azione, la te-ologia più che la pastorale (spostamento che comunque non annulla la reiterazione di altre mille nuove cadute di Pastori anche sommi contro la carità, come si vedrà), non bisogna né stracciarsi le vesti e cadere, per il più che giusto sentimento di scandalo che si prova, in quelle che forse un giorno potrebbero essere stigmatizzate come ve-re e proprie eresie, parlo del “sedevacantismo e del “cassicismo” (2) – in ogni caso entrambi rimedi inadeguati a un ben comprensibile sentimento di offesa del cuore e della mente –, né, all’opposto, ne-garne la realtà e macchiarsi del peccato di falso ideologico cui si è già accennato nell’articolo su fallibilità e infallibilità del magistero della Chiesa, come è tentata di fare e di fatto fa la più larga parte della teologia “ultragarantista” discendente dal Vaticano II, che chiameremo anche, per brevità, “pastoralista”, o “vaticansecondi-sta”.

3. L’“ULTRAGARANTISMO” DEI TEOLOGI “PASTORALISTI”.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaSi noti bene: non si è detto che la teologia discendente dal Vati-cano II è “garantista”, e neanche che è “ipergarantista”, e neppure “supergarantista”, ma “ultragarantista”, perché, anche se le due pri-me maggiorazioni già mostrerebbero che si sta indicando una quan-tità di garantismo superiore alla normale – a quella indicata con l’ag-gettivo semplice di “garantita” –, il prefisso maggiorativo “ultra” in-dica precisamente che la quantità così indicata non solo è maggiore (come con “super”), non solo è sovrabbondante (come con “iper”), ma, a parte ciò, va anche oltre i limiti che di suo è giusto abbia, limi-ti, come si vedrà più avanti, fissati dal Logos nel principio di non-contraddizione, e perciò è qualitativamente esagerata, fuori ritegno, non dovuta.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaCon il termine “ultragarantista” si vuole così rimarcare il carattere fuori dell’ordinario, massimalista, fondamentalista, della non retta intenzione che è alla base di questa specifica pretesa di garanzia: una pretesa esagerata, al di là del retto ordine delle cose, per il quale retto ordine nella Chiesa il magistero è distinto in due gradi, uno do-gmatico, sicuro e garantito al cento per cento dallo Spirito Santo, e uno meno sicuro e meno garantito, dove si possono infiltrare, non volendo, e in effetti si sono infiltrati, a volte, dei concetti, o delle norme, che per la loro imperfezione sono stati poi corretti e miglio-rati, sicché si ha un magistero – il dogmatico – che, come quel vaso sigillato da un tappo di sughero, è assolutamente garantito di conte-nere solo purissime verità, e un altro magistero – il ‘pastorale’, o ‘autentico’ –, che, come quel vaso senza tappo di sughero, è garan-tito solo “relativamente”, ossia solo tanto quanto è ferrea, diretta, lo-gica e stretta la relazione che esso deve avere con il primo magiste-ro, con il dogmatico.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaUna garanzia maggiorata, e che nella sua maggiorazione quanti-tativa va oltre la propria natura, dunque una “ultragaranzia”, per questo secondo magistero, non la si può pretendere. Se la si preten-de, è un falso: è ciò che qui si è detto un “falso ideologico”, e questo sì che è un’imperfezione grave, altro che quelle che si sono sempre avute in un magistero per natura sua imperfetto: è un errore con do-lo, ossia nel quale si è incorsi sapendo di incorrervi.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaIn cosa consiste questo errore ermeneutico? Esso è stato conget-turato per autoconvincersi, contro ogni evidenza, della veridicità as-soluta delle dottrine affermate nella Chiesa dal Vaticano II a oggi, pur se enunciate con forma di magistero mere ‘pastorale’: tale magi-stero però, al contrario di quanto ci si dovrebbe attendere da un ma-gistero mere ‘pastorale’, si sostiene che «non è fallibile», anzi che esso è «vero e sicuro» quanto l’infallibile, e tutti stiano sereni e tranquilli, e lo obbediscano in tutto e per tutto come il dogmatico: il magistero ‘pastorale’ del concilio ecumenico Vaticano II è «vero e sicuro» come «vero e sicuro» fu quello di tutti e venti i concili ecu-menici precedenti, anche se tutti quei venti concili ecumenici prece-denti – ancora si continua il ragionamento pur sapendo che qui in-vece ci si sarebbe dovuti fermare per non cadere in flagrante con-traddizione – furono tutti dogmatici: tutti. Questo pastorale, quelli dogmatici. Questo “il fratellino più giovane, allegramente e gioiosa-mente pastorale”, quelli i suoi rigorosi, sicuri e garantiti “fratelli maggiori dogmatici”.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaCon ciò si è voluto chiarire che dunque l’ultragarantismo dei Pastori odierni non è neutrale, non è dovuto cioè a una intenzione asettica e imparziale nei confronti di un grado di magistero che si vuole in qualche modo corazzare per averne percepito l’intrinseca vulnerabilità. No: questo ultragarantismo è tutto e solo dovuto alla consapevolezza precisa dei Pastori, che ne sono i chiari latori, di voler affermare come assolutamente vere dottrine che non lo sono, e di ciò più avanti se ne vedrà il motivo. Questo falso ideologico è il focus del presente articolo, la sua più centrale ragione formale.

4. SEDEVACANTISMO E ULTRAGARANTISMO
NELL’ERMENEUTICA DEL VATICANO II
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Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaDa una parte i sedevacantisti – per i “cassicisti”, v. la nota (2) –, dall’altra gli “ultragarantisti” (o, come dicevo, i “pastoralisti”, o “va-ticansecondisti”: assertori di una correttezza formale e dottrinale del Vaticano II che non c’è): entrambi hanno a cuore, se pur da due prospettive opposte e tra loro fieramente avverse, ma con eguale spirito di amore e di animo filiale offeso dalla drammaticità dei fatti, di preservare Papa e Chiesa dallo scandalo di potersi mostrare lorda-ti di una qualche anche minima sozzura, ossia, fuori metafora, di in-segnare una qualche anche minima falsità, sicché, davanti a quella che a molti oramai parrebbe in tutto non più solo una minima, ma piuttosto una seria e anzi molto pericolosa maculazione dottrinale, in atto da oramai cinquant’anni, che è a dire appunto dal Vaticano II, con le migliori intenzioni si arrovellano in tutti i modi entrambi per trovare una dottrina, una teoresi, che annienti ab ovo la causa dello scandalo. Entrambi, sì.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaE così, mossi su due pur così diverse sponde da un medesimo “troppo amore” per il Papa, lo vedono entrambi impeccabile, però in tal modo cadendo essi, entrambi, nella stessa trappola, il massima-lismo ideologico. In cosa consiste il massimalismo ideologico? Nel nascondere una parte della realtà a favore del tutto: gli uni, vedendo il peccato, non riconoscono il Papa, gli altri, vedendo il Papa, non riconoscono il peccato.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaNessuna delle due soluzioni però funziona, perché in verità l’uni-ca teoretica è quella che riconosce che invece la peccabilità del Papa c’è, e c’è tanto quanto c’è il Papa. Si tratta di dare il giusto ricono-scimento, come stiamo facendo, proprio alla sua peccabilità: alla sua, appunto, fallibilità anche di magistero, ben distinguendo il suo momento – anche solo ipoteticamente – fallibile, ma fallibile, dal certamente e a priori infallibile; il suo momento in qualche modo pur sempre peccabile dall’assolutamente e incondizionatamente im-peccabile.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaProviamo a guardare a viso aperto la realtà, ossia anche consi-derando la cosa – come peraltro sarà utile e doveroso – in una pro-spettiva soprannaturale e teleologica, e chiediamoci: è più realistico e aderente ai piani di salvezza divini rendersi conto che la Chiesa oggi è simile a...

[il seguito sul libro.]

NOTE

 

(1) Per l’uso della terminologia in riferimento a ‘infallibilità’ e ‘fallibilità’ del magistero, si veda la nota (1) del precedente capitolo. (Torna su.)

(2) Il “cassicismo” è un sedevacantismo attenuato. La sua dottrina fu elaborata da mons. Guerard des Lauries, già collaboratore di mons. Marcel Lefebvre, seguita in Italia dall'Istituto Mater Boni Consilii, di orientamento sedevacantista, secondo la quale la Sede Apostolica sarebbe vacante formalmente, ma non materialmente. È così chiamata perché fu esposta per la prima volta nei Quaderni di Cassiciacum (dal nome della località, oggi Cassago Brianza, dove sant’Agostino si ritirava a meditare quand’era a Milano), nella lotta al neo-modernismo teologico. (Torna su.) (Torna su seconda)

(Pagina protetta dai diritti editoriali.)

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Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica* Stefano Carusi è il coordinatore della rivista informatica Di-sputationes theologicae.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaAntonio Livi, presidente dell’Unione Apostolica “Fides et ra-tio” per la difesa scientifica della verità cattolica, è l’autore del tratta-to su Vera e falsa teologia, che ispira i criteri di discernimento pro-posti in questo volume.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaEnrico Maria Radaelli, direttore del dipartimento di Metafisica della bellezza presso l’ISCA (International Science and Common-sense Association), è autore di numerosi saggi teologici che riguar-dano direttamente gli argomenti di questo volume.

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