Enrico Maria Radaelli
Sito di metafisica e teologia per un progetto culturale cattolico Aurea Domus Aurea Domus Aurea Domus

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DEUS TRINITAS FIRST.

PENSIERO N. 6

LE 300 RAGAZZE NIGERIANE
RAPITE DA BOKO HARAM
E IL PROBLEMA DEI LAPSI.

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Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica
13 maggio 2014. Leggo la Isabella Bossi Fedrigotti che, sulla prima pagina del Corriere della Sera, sotto la drammatica foto delle trecento studentesse cristiane nigeriane rapite il 13 aprile scorso dal gruppo terrorista Boko Haram (“L’educazione occidentale è sacrilega”), quasi grida, costernata: « Costrette a recitare il Corano a memoria, a cantarne i versetti, velo bianco, velo nero, fosse pure velo integrale: qualsiasi cosa pur di salvarsi. Si sono convertite all’Islam […]. E chi, minacciato di violenza, di morte o di schiavitù, non l’avrebbe fatto? ».
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Già: chi? chi mai, sotto la minaccia della vita, non si sarebbe convertito all’Islam, o a qualsiasi altra religione, pur di avere salva la vita? Non l’avrebbero mai fatto, anzi: proprio non lo fecero affatto, per esempio, tutte quelle migliaia – anzi: quelle decine di migliaia – di martiri cristiani dei primi tre secoli, che per tutto l’Impero romano, sotto le terrificanti minacce dei vari Cesari: Nerone, Domiziano, Traiano, Antonino Pio, Commodo, Settimio Severo, Decio, Valeriano e (terribile su tutti) Gaio Aurelio Valerio Diocleziano, si rifiutarono di abiurare la religione cristiana, anche fosse stata compiuta, un’abiura del genere, soltanto con un atto quasi banale come incensare all’imperatore. Cosa volevi che fosse, un po’ di incenso? Eppure era tutto.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaSicché, anche solo per tale rifiuto, tutte quelle migliaia di forti furono massacrate, torturate, uccise, date alle fiere nel Colosseo e in tutti i circhi dell’Impero, i beni confiscati, le donne violate, i bambini spietatamente straziati e uccisi davanti ai genitori, con persecuzioni tanto efferate che è impossibile enumerarne tutte le nefandezze e le inutili crudeltà.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaMa la Bossi Fedrigotti sa che la persecuzione del cristianesimo non è finita con la pace di Costantino, sicché la Chiesa può enumerare nel suo martirologio – anche dopo il 313 d. C., nei secoli che la spinsero fino ai lidi odierni – anche milioni di altri eroi ed eroine che disseminarono il faticoso cammino con cui Cristo aveva aperto i cuori dei popoli di infiniti splendidi rubini, di sangue purissimo offerto da altrettanto innumerevoli innamorati del Crocifisso e Risorto: non solo quindi i grandi Stefano, Lorenzo, Cecilia, Agata, Perpetua, Felicita, Anastasia, o Cipriano, Giustino, Potino, Pontico e Blandina, ma pure, nella insonne tribolazione che così ci mostra come la fede bagnò del suo sangue ognuno dei venti secoli che ci dividono dal Golgota, gli altrettanto grandi John Fisher, Thomas More, Paolo Miki, Carlo Lwanga, Massimiliano Kolbe, tanto per dire, senza dimenticare le migliaia di martiri giapponesi, coreani, cinesi, oceanici, messicani, spagnoli, africani eccetera dei tempi più recenti.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Oggi trecento ragazze cristiane (‘cristiane’, genericamente, sicché forse neanche propriamente ‘cattoliche’; qualunque cosa significhi poi ‘cristiane’ in quei luoghi, fossero anche solo una sorta di animiste cristianizzate, dato il censo piuttosto basso, pare, di provenienza), dunque trecento cristiane hanno preferito aver salva la vita che restare dritte nella propria fede, e l’illustre opinionista scrive: “Come non capirle?”
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Certo, anch’essa conosce il dramma che dilaniò i primi tempi della cristianità con anche durissime diatribe: la famosa e lacerante Questione dei lapsi (dei “caduti”), cioè di tutti quei molti deboli che, in specie sotto gli imperatori Decio e Valeriano, peccarono di apostasia, ovvero, fragili nella fede, tremando davanti al sangue, o anche solo a immaginarsi la violenza, poi davanti alla violenza stessa, alla confisca dei beni, alla perdita del censo per i molti patrizi della casa di Cesare, o davanti a qualsiasi altra forma di privazione della propria pace, se non, appunto, della vita – e come non capirli? come non nutrire profonda empatia per il loro tremore, per il loro turbamento? –, incensarono dunque le effigi imperiali, e rinnegarono, come Pietro, la fede nel Cristo che avevano con tanto amore a suo tempo abbracciato (ma Pietro non aveva ancora ricevuto la cresima confermativa dello Spirito Santo, e infatti, dopo di essa, professerà il Cristo per decenni, fino alla propria eroica morte sulla croce, e pure capovolta).

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Ora dunque altre trecento “lapsæ”, o giovinette cadute – e si intende: cadute nel peccato di apostasia, che di tutti, dopo l’odio per Dio, è il più grave, perché è peccato contro il principio di salvezza –, dette anche fedifraghe, si sono aggiunte ai milioni di deboli e tremebondi “lapsi” che nei secoli le hanno precedute, compresi tutti quei milioni che proprio in quest’ultimo secolo di accelerata scristianizzazione hanno apostatato in silenzio, defilandosi dalle chiese, smarcandosi dalle frequentazioni dei Sacramenti, delle Messe, delle parrocchie.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaLa questione dei “lapsi” arroventò a suo tempo la Chiesa, ma san Cipriano, vescovo di Cartagine e poi martire, seppe argomentare con grande vigore e pietoso rigore il diritto della Chiesa di poter esercitare la sua misericordia, in particolari circostanze – come poteva essere per esempio un loro pericolo impellente di morte – anche su tali “caduti”, i quali dunque, dopo ovviamente adeguata penitenza che li educesse della gravità del peccato commesso, potevano rialzarsi e tornare in piena comunione con la Chiesa e con quel Cristo che avevano così vilmente prima tradito.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Un sinodo di Cartagine e poi uno a Roma confermarono la linea retta del santo Vescovo, e condannarono l’Antipapa Novaziano, che stava per una linea dura, che però di fatto, togliendo alla Chiesa il diritto di perdonare un peccato, avrebbe messo nelle mani di satana un’autorità superiore a quella di Cristo.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Le trecento di oggi dunque – sempreché cattoliche – andranno perdonate, questo è certo, ma sarà bene che prima, sperando vivamente e con tutte le preghiere che esse vengano intanto liberate, esse si rendano ben conto della gravità del peccato commesso e dell’eroismo così poco santamente mancato, eroismo che in realtà è stato sempre il germe più fecondante la Chiesa, e fecondante ad abundantiam, ossia senza misura, capace forse, per la forza del sacrificio di sangue, di far tornare milioni di apostati nel suo seno, finalmente pentiti e vergognosi della propria deplorevole fuga.

E. M. R.    

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(Pagina protetta dai diritti editoriali.)

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