Enrico Maria Radaelli
Sito di metafisica e teologia per un progetto culturale cattolico Aurea Domus Aurea Domus Aurea Domus

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DEUS TRINITAS FIRST.

PENSIERO N. 20

SONO PROPOSTE QUI LE PRIME PAGINE
DI UN ARTICOLO IN CORSO DI PUBBLICAZIONE
SU UN’IMPORTANTE RIVISTA TEOLOGICA.

PAPA RATZINGER,
IL CARDINAL MARTINI,
PAPA BERGOGLIO.

CHI DEI TRE È PIÙ RESPONSABILE
DEL DISSESTO MORAL-DOGMATICO
DELLA CHIESA D’OGGI?

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Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica“Dio non ama le mezze misure”
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica(cfr. Mt 20,36-40).

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Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaINDICE

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica1. Eguaglianze e diseguaglianze. 2. Il vero “maestro del dubbio” del cardinal Martini. 3. Cosa lega e cosa slega le certezze cartesiane alle certezze del senso comune e della fede. 4. Per il professor Ratzinger e il cardinal Martini la fede è un moto ondulatorio perpetuo. 5. Quello professato dal professor Ratzinger e dal cardinal Martini è un ereticale ‘dubbio volontario’ o è solo ‘un’eccessiva preoccupazione di credere’? 6. Carlo Maria Martini. I suoi ascendenti. I suoi padri. I suoi maestri. 7. Finto il dialogo tra credente e non credente. Vero il tentativo di sopraffazione del mondo sul Cielo. 8. Entra in campo Papa Bergoglio, il Gran Demolitore. La “Guerra delle Forme” entra finalmente nel vivo. 9. Se si possa dire che un cristiano “ha” la Verità, che possiede la Verità. 10. Se è giunto il momento di alzare il livello del rigore. 11. Grazie al “Contadino”, si capisce il “Professore”. 12. Come chiudere la “Guerra delle Forme” con la vittoria della forma dogmatica. Cioè di Cristo. 13. Il miracolo di un pronunciamento dogmatico si può ottenere solo con un altro miracolo. Questo. 14. Come rimediare all'offesa fatta a Dio Padre per 50 anni di 'adorazione minima’ (il Novus Ordo Missæ) invece di 50 di ‘adorazione massima’ (il Messale Romano). 15. “Dio non ama le mezze misure”. 16. Passi del Vangelo secondo san Matteo sulla questione della fede.

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1. EGUAGLIANZE E DISEGUAGLIANZE.

28-09-15. Leggo sul Corriere della Sera un articolo firmato a. c. intitolato La forza del cardinal Martini nel messaggio di Francesco, tutta una laudatio fuor di misura del celebre “antepapa”, come il Cardinalissismo con ironica e ammiccante amenità amava definirsi, elaborata da un suo affezionatissimo discepolo, il teologo Vergottini Marco, curatore del libro Martini e noi, per il quale la Piemme ha bruciato tempi e macchine per far uscire l’edizione ingrassata di una inaspettata ma molto provvida firma, trattasi nientemeno che di quella di Francesco, il nostro amato e felicemente regnante Papa.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaIl quale Papa Francesco si troverà in buona compagnia, anzi ottima, “inclusivista” com’è, perché il “noi” del titolo si dispiega nel fior fiore dell’intellighenzia inclusiv-progressista religiosa e specialmente laica odierna, qui raccolta nel premuroso ricordo dello storico “Arcivescovissimo” di Milano: i cardinali Coccopalmerio, Kasper, Ravasi, Tettamanzi, l’arcivescovo Bruno Forte, poi Giovanni Bazoli, Enzo Bianchi, Massimo Cacciari, Aldo Cazzullo, Ferruccio de Bortoli, Stefano Dianich, Giulio Giorello, Vito Mancuso, Gad Lerner, Mario Monti, Romano Prodi, Valerio Onida, Emanuele Salmann, Gustavo Zagrebelsky, che è un po’ come se duemila anni fa qualche impegnato teologo inclusiv-progressista dell’epoca avesse voluto pubblicare un saggio in memoria di Gesù Cristo intitolandolo Cristo e noi col contributo, tutto teso appunto al più ecumenico e compiacente “inclusivismo”, del gotha del pensiero e delle testimonianze dell’epoca favorevoli al divino Soggetto, p. es. i sommi sacerdoti Anna e Caifa, i tetrarchi Erode Antipa ed Erode il Grande, il procuratore romano Ponzio Pilato, oltre ai Sadducei, Scribi e Farisei più rinomati, fama di ipocriti o meno che avessero.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaE se qualcuno dovesse restare ora alquanto perplesso del parterre cultural-religioso qui proposto per degnamente celebrare il Nazareno analogamente a come si è pensato celebrare un suo recente discepolo ambrosiano, non è perché quella non sia – come effettivamente è – una platea decisamente fuori luogo, incresciosa, ma perché evidentemente, sì, c’è qualcosa che stride, c’è qualcosa che non va tra i due soggetti da celebrare, oggi come ieri, giacché non è il parterre, ma sono i protagonisti – ieri Cristo, oggi il cardinal Martini – che, similis cum similibus, dovrebbero essere per prima cosa tra loro “interscambiabili”, come in linea di principio ogni cristiano dovrebbe essere in qualche modo perfettamente “interscambiabile”, ossia coerente con, assimilabile a, non contraddicente affatto, l’immagine di Gesù Cristo, l’immagine dell’uomo-Dio da cui prende il nome, così come, all’inverso, il Cristo dovrebbe potersi riconoscere in ogni fedele, specie se poi assurto a Pastore del suo gregge, e che Pastore, e, in secondo, chi celebra quel cardinale, sempre per la legge del similis cum similibus, legge madre a ogni realtà, persino alla trinitaria (si veda, di chi scrive, La Bellezza che ci salva, Aurea Domus, Milano 2011, pp. 110-49), dovrebbe poter egualmente celebrare in lui il Cristo, così come chi esecra quel cardinale dovrebbe egualmente esecrare il Cristo.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaForse che il fastoso entourage che oggi suona e canta lodi e inni alti fino ai cieli al cardinal Martini è leggermente sfasato rispetto a quel Cristo che pur gli ha dato la purpurea veste? Sì, effettivamente c’è qualcosa che non va, ma dev’essere perché ci manca lo Scalfari: il mammasantissima degli odierni “senza Dio” avrebbe di sicuro accordato tutti. Ma lui è un solista, va trattato a parte, o quasi. E così sarà.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaOppure… Oppure le cose stanno in altro modo, e, similis cum similibus e dunque anche dissimilis cum dissimilibus, lo stacco tra i corifei del cardinale e i veri cantori del Cristo, gli Apostoli e gli evangelisti che in effetti ne fecero risuonare per tutto il mondo le mirabili e divine gesta e in tutto il mondo ne diffusero specialmente la salvifica Parola, è abissale, interplanetario, stellare, come quello, per intenderci, tra spirito e carne, e forse pure, per sineddoche analogica, come quello che corre, appunto, tra i due assolutamente e reciprocamente inassimilabili soggetti delle loro in entrambi i casi strane attenzioni: Gesù Cristo, appunto, e il cardinal Carlo Maria Martini.

2. IL VERO “MAESTRO DEL DUBBIO” DEL CARDINAL MARTINI.

Ancora una volta, i generali e i comandanti in capo del liberalismo oggi così vincente schierano un esercito impressionante, che si estende per i morbidi dossi e per le amene colline della cultura pseudo religiosa e finto cattolica di questa Italia in disastrosa disfatta, quasi fosse l’armata persiana alle Termopili, e più ancora. Ma anche stavolta va segnalata l’estrema inconsistenza aletica di tale persin esagerato dispiegamento, tutto appeso a un solo ma molto equivoco assunto: il tanto osannato cardinale infatti, l’inventore e artefice di studiatamente clamorose e volutamente scandalose realizzazioni anticattoliche come la tristemente celebre Cattedra dei non-credenti, professava con tanta ostentata quanto mal riposta ostinazione la celebre formula: « Ciascuno di noi ha in sé un credente e un non-credente, che si interrogano a vicenda », indovinata sintesi di un molto meno celebre ma ben più elaborato teologumeno di un suo per noi di certo inaspettato ma riveritissimo e apprezzatissimo maestro: di un a quel tempo schivo ma non affatto oscuro professore, in quel di Tubinga, che in un lontano 1968 – davvero annus horribilis, quell’anno – aveva pubblicato in quel di Monaco di Baviera un importante saggio, Einführung in das Christentum. Vorlesungen über das Apostolische Glaubensbekenntnis, subito tradotto in Italia col titolo Introduzione al Cristianesimo, Queriniana 1969, rieditato nel 2005 con Nuovo saggio introduttivo del suo nel frattempo sempre più eminente e sempre più venerato Autore, il quale, mentre il suo libro mieteva consensi, cioè vittime, già a partire dai seminari diocesani di tutto il mondo, scalava gentilmente tutti i gradini della responsabilità pastorale della Chiesa, fino al più alto. Sì, parlo proprio di lui: di Papa Joseph Ratzinger-Benedetto XVI, “il Papa teologo”.  

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaL’esimio professore di Tubinga infatti, quasi quarant’anni fa, annotava e insegnava: « È la struttura fondamentale del destino umano poter trovare la dimensione definitiva dell’esistenza unicamente in questa interminabile rivalità fra dubbio e fede, fra tentazione e certezza », proseguendo: « E chissà mai che proprio il dubbio, il quale preserva tanto l’uno quanto l’altro [credente e non-credente] dalla chiusura nel proprio isolazionismo, non divenga il luogo della [loro] comunicazione » (op. cit., p. 39), così costruendo per la prima volta – lui: lo stimatissimo teologo di Santa Romana Chiesa, il ragguardevole perito (al seguito del cardinale Frings) del gran concilio Vaticano II appena concluso –, quello che avrebbe dovuto essere un solido e ben impiantato edificio della fede, ma che si rivelerà essere invece, come si sta vedendo, il prodotto del tipico e quanto mai malfermo impianto idealistico-hegheliano di “tesi/antitesi /sintesi”: tesi nel dubbio, antitesi nella fede, sintesi nella loro comunicazione, e si noti che la tesi, per come lo studioso ha posto le cose, non è nella fede, ma nel dubbio, sempre portato, nel libro, a primo elemento dei tre, così da mostrarlo, precedendola, più forte della fede, che viene costruita su di esso; la fede è ex post: nasce dal dubbio come risposta per acquietare la sua tentazione ed è in contrasto con esso, ma senza mai vincerlo totalmente, senza mai annientarlo, perché il dubbio è e resta la base permanente e fondante della vitalità – se così si può ancora chiamare – della fede: senza il dubbio, niente più fede. Matrice della fede, per il professor Ratzinger, è il dubbio.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaSe pure, giacché anch’esso, questo dubbio fondante che nel libro troviamo raccattato da pensatori estranei alla fede come il protestante Sören Kierkegaard, da cui è presa in prestito la storiella del povero clown che cerca di rendere credibile agli abitanti di un villaggio il pericolo del fuoco che potrebbe spargersi impetuoso tra le case, di lì a poco, dal circo in fiamme attendato lì presso, o come il maestro chassidico Martin Buber, inoculatore di un velenoso « forse è vero » ma anche « forse no », pensatori entrambi estranei al cattolicesimo e al suo insegnamento veritativo come è estraneo il loglio al frumento, questo dubbio insistito e inestirpabile, dicevo, in realtà alla fine non garantisce nulla, neanche la fede.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica« Nessuno – conclude il Professore – è in grado di porgere agli altri Dio e il suo regno, nemmeno il credente a se stesso » (ibidem), il che, tradotto, significa che nessuno secondo lui può dire qualcosa di Dio o su Dio, perché nessuno ci capirebbe niente: nessuno a suo avviso sa né può sapere se Dio c’è o non c’è, « nemmeno il credente a se stesso », perché, come col clown che si sbraccia a convincere la gente della verità delle proprie parole, e più si sbraccia e più la gente non lo prende sul serio, « forse è vero » ma anche « forse no ».
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaMa allora che credente è? E chi scrive tutto ciò: lui proprio, quel professore di Tubinga lì, che credente è? e chi tutto ciò in quaranta-cinquant’anni ha letto, ha segnalato, ha citato, ha consigliato, ha divulgato nel mondo intero, avendo letto, citato, consigliato, divulgato questo tal fatidico libro, lui – un “lui” moltiplicato per mille e mille Pastori, non per innocenti agnelli –, lui-loro, che credenti mai sono?
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica[...]

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16. PASSI DEL VANGELO SECONDO SAN MATTEO
SULLA QUESTIONE DELLA FEDE.

Per la molta fede, che Gesù richiede, approva e ama: Mt 8,2-3: « Ed ecco venire un lebbroso e prostrarsi a lui dicendo: “Se vuoi, puoi mondarmi”. E Gesù stese la mano e lo mondò dicendo: “Lo voglio. Sii mondato”. E subito la sua lebbra scomparve »; Mt 8,13 (il servo del centurione): « E Gesù disse al centurione: “Va, e sia fatto secondo la tua fede”. In quello stesso istante il servo guarì »; Mt 9,2: « Ed ecco, gli portarono un paralitico steso su un letto. Gesù, vista la loro fede, disse al paralitico… »; Mt 9,22 (l’emoroissa): « Gesù, voltatosi, la vide e disse: “Coraggio, figliola: la tua fede ti ha guarita.” E in quell’istante la donna guarì. »; Mt 9,28-30: « I due ciechi gli si accostarono, e Gesù disse loro: “Credete voi che io possa fare questo?”. Gli risposero: “Sì, o Signore!” Allora toccò loro gli occhi e disse: “Sia fatto a voi secondo la vostra fede”. E si aprirono loro gli occhi »; Mt 15,28 (la Cananea): « Allora Gesù le replicò: “Donna, davvero grande è la tua fede! Ti sia fatto come desideri”, e da quell’istante sua figlia fu guarita ».

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaPer la poca fede, o fede dubbiosa, incerta, che Gesù sferza: Mt 8, 25: « “Perché avete paura, uomini di poca fede?” »; Mt 11,30-34: « Allora si mise a rimproverare le città nelle quali aveva compiuto il maggior numero di miracoli, perché non si erano convertite: Guai a te, Corazin! Guai a te, Betsàida. Perché, se a Tiro e a Sidone fossero stati compiuti i miracoli che sono stati fatti in mezzo a voi, già da tempo avrebbero fatto penitenza, ravvolte nel cilicio e nella cenere. Ebbene io ve lo dico: Tiro e Sidone nel giorno del giudizio avranno una sorte meno dura della vostra. E tu, Cafarnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se in Sòdoma fossero avvenuti i miracoli compiuti in te, oggi ancora essa esisterebbe! Ebbene io vi dico: Nel giorno del giudizio avrà una sorte meno dura della tua! »; Mt 13,54; 57-8: « E venuto nella sua patria, [Gesù] insegnava nella loro sinagoga, e la gente rimaneva stupita […] e si scandalizzavano per causa sua. Ma Gesù disse loro: “Un profeta è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua”. E non fece molti miracoli a causa della loro incredulità »; Mt 14,31: « E subito Gesù stese la mano, lo afferrò e gli disse: “Uomo di poca fede, perché hai dubitato?” »; Mt 17,14-20: « Si avvicinò a Gesù un uomo che, gettatosi in ginocchio, gli disse: “Signore, abbi pietà di mio figlio. […] l’ho già portato dai tuoi discepoli, ma non hanno potuto guarirlo”. E Gesù rispose: “O generazione incredula e perversa! Fino a quando starò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatemelo qui”. E Gesù gli parlò severamente e il demonio uscì da lui e da quel momento il ragazzo fu guarito. Allora i discepoli, accostatisi a Gesù, gli chiesero: “Perché noi non abbiamo potuto scacciarlo [quel demonio]?”. Ed egli rispose: “Per la vostra poca fede. In verità vi dico: se avrete fede pari a un granello di senapa, potrete dire a questo monte: spostati da qui a là, ed egli si sposterà, e niente vi sarà impossibile”. ».

E. M. R.   


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(Pagina protetta dai diritti editoriali.)

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