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LOGOS E THANATOS

Enrico Maria Radaelli *

LOGOS E THANATOS.

IL DOLORE PER LA MORTE COME ARGOMENTO DELL'IMMORTALITÀ.

Prima premessa - Seconda premessa - Tesi - Argomento
Conclusione - Due conseguenze - Altre due conseguenze

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaRiflettendo sull’incorruttibilità del corpo umano nello stato d’innocenza proprio ad Adamo, e sulla corruttibilità successiva infertagli da Thanatos, il grande Dottore della Chiesa san Tommaso d'Aquino faceva, nella sua Summa Theologiae, alcune perspicaci considerazioni. Io queste considerazioni le vorrei proporre a fondamento di successivi pensieri che potrebbero risultare piuttosto pertinenti a saldare ulteriormente la fede in GESÙ Cristo Logos divino 1 [In queste pagine sarà usato più volentieri il termine greco Logos, a indicare il Figlio di Dio, preferendolo a Verbum, o Verbo, o Parola; difatti ci pare più confacente a indicare la divina e purissima realtà che esso indica, nella massima estensione semantica: esso indica il Figlio in quanto eminente espressione e manifestazione del Padre; inoltre indica meglio di altri termini una realtà assoluta, la Sapienza, solo partecipando alla quale angeli e uomini che hanno un pensiero proferibile sono in grado di proferire un pensiero; infine logos esprime in greco univocamente i concetti che in latino sono espressi da ratio, parola mentale, o concetto nella mente, e da verbum, parola espressa, o concetto proferito all’esterno, specialmente in riguardo al Padre; per cui Logos, addensando in sé i sensi espressi con ratio e verbum, indica le assolute e univoche concezione, espressione e manifestazione del Padre (cfr. TOMMASO D’AQUINO, In evangelium Ioannis expositio, nn. I-33).], Sapienza incarnata, fonte unica di salvezza sotto ogni aspetto.

PRIMA PREMESSA:
DEFINIZIONE DI NATURA DELL’UOMO SECONDO SAN TOMMASO.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaDopo aver considerato i due motivi per cui si ha l’incorruttibilità negli angeli e nello stato di gloria che potrà essere raggiunto dall’uomo, san Tommaso scrive: « Terzo, una cosa può essere incorruttibile in forza della causa efficiente. E questo è il modo in cui l’uomo sarebbe stato incorruttibile e immortale nello stato d’innocenza. Scrive infatti sant’Agostino: “Dio fece l'uomo in modo che potesse godere l’immortalità, fino a che non avesse peccato; cosicché egli stesso doveva essere l'artefice della sua vita, o della sua morte”. Il suo corpo quindi non era indissolubile in forza di un suo intrinseco vigore d’immortalità, ma vi era nell’anima una virtù conferita da Dio in maniera soprannaturale con la quale l’anima poteva preservare il corpo immune da ogni corruzione, finché essa fosse stata sottoposta a Dio. E la cosa – sottolinea san Tommaso – era ragionevole. Infatti, come l’anima trascende i limiti della materia corporea, così era conveniente che le fosse conferita inizialmente, per conservare il corpo, una virtù che trascendeva le capacità naturali della materia corporea » 2 [TOMMASO D’AQUINO, Summa Theol., I, q. 97, a. 1].
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaSan Tommaso pone un condizionale: « nello stato d’innocenza l’uomo sarebbe stato incorruttibile (Et hoc modo in statu innocentiae fuisset incorruptibilis et immortalis) », non per contravvenire al dogma che sarà definitivamente formalizzato a Trento, ma per calcare la condizione non sostanziale, ma servile: se l’uomo non pecca, allora il corpo rimarrà incorruttibile.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaIn un lavoro precedente l’Angelico dimostra, nella maniera più esauriente da lui espressa sull’argomento, che la morte del corpo è causata dal direttamente peccato. « Sembra che la morte non provenga dal peccato, ma piuttosto dalla natura, giacché proviene dalla necessità della materia. Infatti, il corpo umano è composto da elementi contrari, perciò è naturalmente corruttibile. Ma bisogna dire che la natura umana può essere considerata in duplice modo. In un primo modo, secondo i principi intrinseci, e in questo senso la morte le è naturale. Perciò Seneca dice che la morte è la natura dell’uomo, non è la pena. In un secondo modo, la natura dell’uomo può essere considerata secondo quanto le fu provvisto per divina provvidenza mediante la giustizia originale » 3 [TOMMASO D’AQUINO, Super Epistulas S. Pauli lectura. Ad Romanos, n. 416.] Questa del ‘secondo modo’ è precisamente l’accezione con cui qui si parla di natura umana integra, precedente il peccato, rispondendo esso più compiutamente allo stato d’innocenza originale predisposta da Dio per la sua creatura.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaContinua il Dottore: « Questa giustizia era una sorta di rettitudine, affinché la mente dell’uomo fosse sottomessa a Dio e le forze inferiori fossero sottomesse alla mente, e il corpo all’anima, e tutte le creature all’anima, e tutte le creature all’uomo » 4 [Ibidem.].
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaQui bisogna considerare un fatto importantissimo. Che cioè non si è forse mai ben esaminata una conseguenza immediata da quanto detto da san Tommaso, conseguenza per la quale, quando si parla degli elementi che compongono il sìnolo ‘uomo’, e si dice che essi sono la forma, cioè l’anima, e la materia, cioè il corpo, si tace di un terzo elemento, che è la disposizione tra loro di anima e corpo: il sìnolo, appunto.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaIn altre parole: per dire che un animale è un uomo, non solo bisogna dire che quell’animale ha un corpo vivificato da un’anima razionale, ma che quella vivificazione è data dall’anima razionale sul corpo che gli è sottomesso, e non dalle potenze irrazionali sull’anima razionale, per ottenere un uomo nella sua integrità; altrimenti, perdendo quella disposizione, come vedremo, e assumendone altre, non si ha più un uomo integro, ma qualcosa che gli somiglia: il mortale uomo che noi siamo, ovvero la natura umana considerata nel ‘primo modo’. Come quando si dice che la Trinità è data dal Padre e dal Figlio, ma si tace lo Spirito Santo, che è l’amore del Padre e del Figlio e ne è anche la processione ad intra, la disposizione ordinata, per cui al Padre compete l’amore di Padre e al Figlio l’amore di Figlio. 5 [Cfr. TOMMASO D’AQUINO, Summa Theol., I, q. 28, a.4: Se in Dio vi siano soltanto quattro relazioni reali, cioè la paternità, la filiazione, la spirazione e la processione; q. 40, a. 2: Se le persone [divine] si distinguano per le relazioni.] L’uomo è fatto a immagine e somiglianza di Dio, in particolare a somiglianza del Figlio: come il Figlio è obbediente al Padre di amorevolissima obbedienza, tale l’obbedienza dell’intelletto umano a quello divino, nella disposizione originale analiticamente elencata da san Tommaso. Il Diavolo stornò questa somiglianza d’obbedienza al Figlio.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaL’obbedienza è fondamentale: essa dispone un ordine tra gli elementi, ed è essa stessa un elemento costituente, il cui disordine intralcia la costituzione di un ente (la Trinità; l’uomo), tanto quanto lo intralcerebbe l’assenza di un elemento costitutivo come la ragione. Quando si parla di obbedienza, si intende obbedienza d’amore, obbedienza di caritas. Questa obbedienza positiva e donativa è essenziale agli enti di cui parliamo.
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* Docente di Filosofia dell’estetica e direttore del Dipartimento di Estetica
della Associazione Internazionale “Sensus Communis” (Roma), collabora alla cattedra di Filosofia della Conoscenza (sezione Conoscenza estetica) della Università Lateranense.

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