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  ARTICOLO USCITO SU « DIVINITAS », ANNO 2013, N. 3.

di Enrico Maria Radaelli *

A PROPOSITO DELLA GRAVE,
INQUALIFICABILE “ROTTURA
DELLA LEGALITÀ CONCILIARE” PERPETRATA DAL CARDINALE
L
IÉNART IL 13 OTTOBRE 1962,
SECONDA GIORNATA
DEL
CONCILIO VATICANO II,
L
EGGO SU UN RECENTE LBRETTO
DEL CARDINALE ANGELO SCOLA...

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Articolo pubblicato su « Divinitas », anno 2013, n. 3.


1. LE AFFERMAZIONI DEL CARDINALE ANGELO SCOLA.

2. DA COSA SONO DATE LE GUIDE PORTANTI
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaDEL REGOLAMENTO DI UN CONCILIO ECUMENICO DELLA CHIESA.

3. QUAL È L’UNICA PIETRA CHE LA CHIESA PUÒ COLLOCARE
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaA BALUARDO CONTRO IL CONCILIARISMO (OGGI COLLEGIALITÀ)
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaSEMPRE LATENTE IN ESSA, SPECIE IN UN CONCILIO
.

4. GLI EFFETTI ANTIPAPALI DELL’AZIONE CONCILIARISTA
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaDEL CARDINALE LIÉNART
.

5. LO SVOLGIMENTO DEI FATTI
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaDELLA PRIMA CONGREGAZIONE GENERALE,
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaSABATO 13 OTTOBRE 1962
.

6. PRIMA CONCLUSIONE: CON I FATTI DEL 13 OTTOBRE 1962,
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaANCORA UNA VOLTA SI DIMOSTRA L’ERRONEITÀ DELLA FORMA
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaPASTORALE, E NON DOGMATICA, DEL CONCILIO VATICANO II
.

7. SECONDA CONCLUSIONE: LA ROTTURA DEL 13 OTTOBRE 1962
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaÈ PARADIGMA DI OGNI ALTRA ROTTURA COMPIUTA DALLA CHIESA
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaSULLA DOTTRINA SENZA INTACCARE LA PROPRIA ESSENZA
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1. LE AFFERMAZIONI DEL CARDINALE ANGELO SCOLA.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaA proposito della grave, inqualificabile “rottura della legalità conciliare” perpetrata dall’arcivescovo di Lille, il cardinale Achille Liénart, il 13 ottobre 1962, seconda giornata del concilio ecumenico Vaticano II, leggo su un libretto del cardinale arcivescovo di Milano Angelo Scola, Riforma della Chiesa e primato della fede. Per un’ermeneutica del concilio Vaticano II, EDB 2013, p. 36, quanto segue:

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica« Gli studiosi hanno segnalato l’importanza della richiesta di rinvio della votazione delle commissioni conciliari fatta dal cardinale Liénart e appoggiata dall’arcivescovo di Colonia. Definire questo fatto come “rottura della legalità conciliare”1 [Cf. R. DE MATTEI, Il concilio Vaticano II. Una storia mai scritta, Lindau 2010, 203-206; B. GHERARDINI, Il Vaticano II. Alle radici d'un equivoco, Lindau, Torino 2012, 123-152. Il volume di de Mattei è stato oggetto di una rigorosa critica in M. DE SALIS, “Chiesa e teologia nel Vaticano II. Nota su un libro recente”, in Lateranum 78(2012), 139-151.] significa prescindere dall’accettazione della proposta da parte della presidenza. Ed è quindi un abuso interpretativo ».

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaMa quel che sostiene l’odierno erede di quella che fu la cattedra di sant’Ambrogio è tutto sbagliato, e « l’abuso interpretativo » di cui accusa chi giudica l’atto del cardinale Liénart una « rottura della legalità conciliare » è tutto suo e di tutti coloro che sostengono la sua insostenibile tesi: infatti la rottura della legalità conciliare non avvenne affatto, come sostiene Sua Eminenza, in seguito all’intervento dell’Arcivescovo di Lille, allorché cioè la Presidenza dell’Assemblea accettò la sua proposta, ma si inverò proprio nell’intervento stesso del Presule francese.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaE la rottura della legalità, aggiungo, fu doppia: sia di forma, contravvenendo al Regolamento conciliare, che di sostanza, trasgredendo e rigettando del tutto scorrettamente, direi persino sull’orlo dell’eresia, come sosterrà poi il cardinale Ottaviani, i motivi profondi di santa e consigliata ecclesiologia che, come vedremo, determinava quel Regolamento conciliare.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Ricordiamo che il Regolamento conciliare è, in quanto tale, parte integrante del magistero pontificio, anzi, per la sua funzione regolatrice dello stesso, ciò è eminentemente.

2. DA COSA SONO DATE LE GUIDE PORTANTI
DEL REGOLAMENTO DI UN CONCILIO ECUMENICO DELLA CHIESA.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaMi spiego. Come con somma acutezza scrive Brunero Gherardini proprio nel saggio citato, ma non letto, dal Cardinale ambrosiano (p. 136), « è da notare in via preliminare che i Padri non erano invitati a scelte propositive, non essendo esse di loro competenza, perché il diritto di proporre la materia delle discussioni conciliari compete al solo Romano Pontefice ». 2 [CIC (1918), c. 222 § 2: « Eiusdem Romani Pontifici est Œcumenico Concilio per se vel per alios præesse, res in eo tractandas ordinemque servandum constituere et designare, Concilium ipsum transferre, suspendere, dissolvere, eiusque decreta confirmare » (“Spetta al medesimo Romano Pontefice presiedere il Concilio ecumenico sia personalmente sia per mezzo di altri, stabilire e indicare le cose da trattare in esso e l’ordine da rispettare, trasferire, sospendere e sciogliere il Concilio stesso e confermare i suoi decreti.”)].
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica« I Padri eran invece autorizzati a prender visione degli schemi e ad analizzarli attentamente per meglio comprenderne il contenuto, in ordine ad una più illuminata loro sentenza di merito (i famosi “placet, placet iuxta modum, non placet3 [Ordo Concilii Œcumenici celebrandi, art. 33 § 1: « Quivis Pater verba facere potest de unoquoque proposito schemate vel admittendo, vel reiciendo, vel emendando, suæ orationis summa Secretario generali saltem tres ante dies scripto exhibita »: “Qualunque Padre può prendere la parola su ciascuno schema proposto sia ammettendolo, sia rigettandolo, sia emendandolo, dopo aver presentato per iscritto il contenuto della sua richiesta al Segretario Generale almeno tre giorni prima.”] ».
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica
« Nel motivar il “non placet”, [i Padri] avrebbero potuto anche suggerire modifiche, cambiamenti e perfino qualche nuova materia; tutto ciò, se accolto attraverso organi competenti e la parola conclusiva del Papa, sarebbe comunque diventato una proposta papale ».
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica« Una cosa sola mai avrebbero potuto o dovuto fare: cestinare come carta straccia gli elaborati delle commissioni, non tanto perché composte dai maggiori specialisti nelle rispettive materie, quanto perché tutte [tali commissioni erano] di nomina pontificia, operanti in nome del Papa, sotto la sua responsabilità e con la sua approvazione ».
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica « Un tale rifiuto avrebbe indirettamente colpito la stessa funzione primaziale del Papa. E di fatto la colpì ».

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaQueste parole dell’illustre teologo della Lateranense, ultimo rappresentante della celebre e prestigiosa “Scuola Romana”, dovrebbero far riflettere profondamente un cardinale di Santa Romana Chiesa, specie se di quella Pontificia Università costui fu in anni lontani persino Rettore Magnifico.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaInfatti il cardinale Liénart sbaragliò, col suo atto fintamente inconsulto, ma realmente elaborato e premeditato, la correttezza formale di un intero magistero straordinario e con essa sbaragliò qualcosa di ben più profondo, qualcosa che era anzi al fondo della ratio della stessa Chiesa: la sua unità nella cattolicità, e ciò è indicato con grande chiarezza dal testo di monsignor Gherardini.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaRivediamolo: « Una cosa sola [i Padri del concilio, compreso il cardinale Liénart] mai avrebbero potuto o dovuto fare: cestinare come carta straccia gli elaborati delle commissioni, non tanto perché [tali commissioni erano] composte dai maggiori specialisti nelle rispettive materie, quanto perché tutte [esse commissioni erano] di nomina pontificia, operanti in nome del Papa, sotto la sua responsabilità e con la sua approvazione ».
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica È il Papa che si andava a colpire con quell’atto, non le commissioni; il Papa: che le aveva nominate, e che le aveva caricate della sua scelta personale e consapevole, del suo giudizio assolutamente positivo.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaE nella nota 2 leggiamo, in più, che è ancora il Papa ad aprire un concilio, è il Papa a presiederlo, è il Papa a eventualmente trasferirlo, è sempre e solo il Papa a correggerlo, a sospenderlo, a chiuderlo.

3. QUAL È L’UNICA PIETRA CHE LA CHIESA PUÒ COLLOCARE
A BALUARDO CONTRO IL CONCILIARISMO (OGGI COLLEGIALITÀ)
SEMPRE LATENTE IN ESSA, SPECIE IN UN CONCILIO.

Dunque il Papa. Perché questa centralità del Papa? non è forse un concilio ecumenico un momento in cui la Chiesa esprime al massimo la sua universalità, la sua pienezza di moltitudine “radunata”, “raccolta” da tutte le genti (‘Ekklesia’ significa appunto, in greco, convocazione, adunata), e dunque la sua molteplicità, la sua varietà, la sua composizione multiforme, differenziata ed eterogenea?
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaMa è ben per questo che abbiamo qui la figura del Papa presente in un “fortissimo” inaspettato e potentemente inserito al massimo della misura: perché il Papa è la Pietra dell’Adunanza di Giosuè, è la Pietra dell’unità posta da Cristo nel Vecchio Testamento a Sua figura, e che poi sarà Egli stesso: « Poi Giosuè prese una grande pietra e la rizzò là, sotto il terebinto, che è nel santuario del Signore. Giosuè disse a tutto il popolo: “Ecco, questa pietra sarà una testimonianza per noi, perché essa ha udito tutte le parole che il Signore ci ha detto; essa servirà quindi da testimone contro di voi, perché non rinneghiate il vostro Dio”. » (Gs 24, 25-7).
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Il Papa è la Pietra dell’Adunanza di Giosuè perché questa Pietra è Cristo, come ricordano i Padri e i Dottori della Chiesa e come confermato da Isaia, 28,16: « Ecco, io pongo una pietra in Sion, una pietra scelta, angolare, preziosa, saldamente fondata », poi da tutto il Nuovo Testamento: « Non avete forse letto la Scrittura: la pietra, scartata da voi costruttori, è divenuta testata d’angolo? » (Mt 21,42; cf Mc 12,10; Lc 20,17; At 4,11; Rm 9,32-3; Ef 2,20).
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaLa Pietra che è Cristo, e che, suo Vicario, è il Papa, è la ferma matrice e la solida testimonianza dell’unità della Chiesa: l’unità della Chiesa si attua e ha origine a partire dalla fedeltà pietrosa, solida, ferma, incorruttibile, della Pietra che è il Papa. Togliete questa Pietra e avrete il protestantesimo. Il fine del conciliarismo è togliere di mezzo Pietro.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Il cardinale Liénart, e quei suoi complici che vedremo avere, erano conciliaristi. Ma il conciliarismo non è un’eresia?

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaTutto il concilio, come ogni altro atto di magistero, ha origine e vita unicamente per e dal Papa. Certo, gli Apostoli, e da essi i vescovi, hanno la loro parte, e imponente, ma solo in quanto uniti al Papa, solo in quanto analogati alla fede del Papa, alla dottrina da lui insegnata, al suo magistero, solo se testimoniati dalla sua fedeltà, presenti al suo sguardo, vivi al suo intelletto. Come successore di Pietro, il vescovo di Roma è il perpetuo e visibile principio e fondamento dell’unità nella molteplicità dei vescovi e dei fedeli (cf Cost. Dogm. Pastor Æternus, Denz 3050s).

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaIl Regolamento del concilio, come si è visto, riflette bene questo principio, da cui si ha che la materia (ogni materia) che i Padri sono chiamati a discutere e giudicare in un concilio è determinata dal Papa, il quale proprio per tale motivo li ha chiamati intorno a sé: perché essi, tutti quanti sono, gli forniscano quella moltitudine di elementi con cui egli poi possa raggiungere e determinare un conclusivo giudizio finale, una sintesi corroborata e sostenuta dai loro plurimi consigli e dalle loro numerose riflessioni.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaDunque la materia è data da Pietro, ma anche la riunione, l’adunanza, il concilio, è dato da Pietro, e il giudizio finale – la determinazione e la formulazione dei documenti conclusivi – su quella materia discussa e giudicata in quella adunanza o concilio è ancora e solo di Pietro: Pietro è il fondamento, l’operatore e il giudice di ogni atto di magistero dottrinale in qualche modo significativo, ossia che ha una ripercussione e una risonanza universali, come certo è significativo quello di un concilio ecumenico, che vuol dire universale, della Chiesa: atto di magistero universale, solenne e straordinario. Il magistero è Pietro. Il riferimento è Pietro.

4. GLI EFFETTI ANTIPAPALI DELL’AZIONE CONCILIARISTA
DEL CARDINALE LIÉNART.

Ecco cosa produsse dunque l’atto di prepotenza del cardinale Liénart: non solo una rottura formale della legalità, ma sostanziale, perché con esso il Presule, con la pretesa di sottoporre all’Assemblea lo “ius proponendi”, materia spettante unicamente al Sommo Pontefice, avocò all’Assemblea la scelta dell’argomento da discutere e da giudicare, sottraendolo all’unico soggetto che aveva l’autorità e il diritto di accesso a tale facoltà di magistero.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaCome rileva ancora monsignor Gherardini, « ne discende che [i Padri] avrebbero pure dovuto astenersi dal manometter il significato intrinseco dei singoli documenti e dal sovvertirne l’ordine con cui il Papa ne chiedeva loro l’esame. Successe esattamente il contrario » (Ibidem, p. 137). I Padri presero per sé un compito spettante unicamente al Santo Padre, a Pietro. Ecco perché dico che la rottura non fu solo formale, ma pure sostanziale.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaQuesto fatto andrebbe rilevato. La cosa più stupefacente è che invece esso non fu rilevato, allora come oggi, se non dal combattivo cardinale all’epoca Prefetto della Congregazione per la dottrina della Fede, Alfredo Ottaviani, pur se già allora una parte consistente dell’Assemblea ne rimase comunque indignata, come dovettero rilevare anche molte testimonianze di « neoterici », come Amerio chiama i novatori (Iota unum. Studio delle variazioni della Chiesa cattolica nel secolo XX, Lindau 2009, p. 90), ma non abbastanza indignata da passare all’azione e – non ce ne fu il tempo e il modo, per la incresciosa e inaspettata sorpresa, per la convulsione dei fatti, e specialmente per la poca prontezza di spirito – da contrastare sul piano teoretico, immediatamente, la rivoluzione sostanziale che veniva proposta: il clamore suscitato dai battimani della pur minoritaria parte neoterica dell’Assise maggiorò le schiere a favore e intimidì i Padri fedeli alla legalità, li sbandò, e il loro sconcerto devastò e annientò ogni retta iniziativa.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaC’è da dire infatti che il cardinale Liénart compì tale sopruso violentemente, con un vero e proprio atto di prepotente e fisica appropriazione indebita del microfono, lo strumento necessario a spargere la sua voce e la sua proposta oscena per gli spazi della basilica apostolica, strappato dalle mani del Presidente di turno, l’anziano cardinale Eugéne Tisserant, cosa che rese ancor più terribile e plastica materialmente la rottura che il “bravo” – si intende: à la Manzoni – stava compiendo formalmente e sostanzialmente. Ma c’è da dire che qui i “bravi” furono, in realtà, due, perché il Tissernant era dello stesso pelo del Liénart, e il suo moto contrario fu solo una finta da grande attore, una sceneggiata ad usum historiæ.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaNon solo rottura della legalità, ma appropriazione indebita di una funzione gerarchicamente superiore; e non solo appropriazione indebita di una funzione gerarchicamente superiore, ma usurpazione di una funzione papale, perpetrata non solo preterintenzionalmente, come da molti si ritenne, ma anzi, al contrario, con piena avvertenza e deliberato consenso a trasgredire al retto e studiato andamento dell’Assise secondo quelle che parevano – e che peraltro non potevano che essere – le intenzioni del Sommo Pontefice regnante, con un piano studiato a tavolino, una congiura, un complotto, una macchinazione, come documenta Roberto de Mattei nel suo Il Vaticano II. Una storia mai scritta, Lindau 2010, pp. 204-5 (che con le sue oggettive disamine storiche ha dato un bel colpo di barra per colmare un vuoto di memoria collettiva a dir poco deplorevole, per non dir pericoloso), ossia, come denunciò Amerio già nel 1984, con « una cospirazione » (Iota unum cit., p. 90 Lindau).
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaLo studioso luganese non era uno storico di professione, e non poté provare l’ipotesi avanzata, se non con prove indiziarie, come si direbbe oggi, rilevate per altro da terzi, per quanto autorevoli (cf. Jean Guitton, Paul VI secret, Paris 1979, p. 123).

5. LO SVOLGIMENTO DEI FATTI
DELLA PRIMA CONGREGAZIONE GENERALE,
SABATO 13 OTTOBRE 1962.

Merita riportare qui la successione dei fatti che trascinarono alla ruberia, al tentativo di usurpazione, raccogliendoli dai già citati saggi del de Mattei (Il Concilio Vaticano II cit, pp. 204-5) e del Gherardini (Il Vaticano II. Alle radici di un equivoco, Lindau 2012, pp. 134-9), e integrandoli in un’unica sequenza.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica« Nella Congregazione generale del 13 – spiega Gherardini – i Padri avrebbero dovuto eleggere i propri rappresentanti nelle dieci commissioni alle quali era demandato il compito di esaminare, prima della discussione, gli schemi elaborati dalle commissioni preparatorie e legittimati dalla approvazione papale ».
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica« Anche se, come qualcuno sostiene – continua il teologo –, l’approvazione non riguardasse direttamente il contenuto, ma solo la proponibilità degli schemi, si dimentica che tale proponibilità, come si è visto di esclusivo diritto papale, non è separabile dal contenuto stesso che ne è una previa legittimazione. E si dimentica pure che il Papa, in quanto presidente della commissione preparatoria generale del concilio, era al corrente di tutti gli schemi predisposti e, per averne consentito l’inoltro ai Padri e in forza del medesimo inoltro, ne approvava sia l’ordine, sia le dottrine trattate, sia il modo con cui erano state trattate ».
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica« Da ciò – conclude il teologo logicamente – deriva una chiara conseguenza: che una decisione anche solo parzialmente contraria doveva considerarsi un atto antipapale e un’infrazione della legalità conciliare ». Un’infrazione, aggiungo io, formale nel senso di sostanziale.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaDunque molto di più di una semplice scorrettezza.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica« Oltre al sovvertimento dell’ordine approvato dal Santo Padre stesso, i novatori esigevano che ben quattro dei primi sette schemi sottoposti all’esame dei Padri venissero interamente riformulati ».
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica E qui, come il cardinale Ottaviani volle precisare, « si annidava anche il rifiuto non solo di questo o quello schema, ma – scrive Gherardini – sia pure soltanto in linea di fatto e non per dichiarazione formale, anche quello dell’autorità primaziale del Papa ».

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaIl “Blitzkrieg”, la “guerra fulminante” – come traduciamo noi liberamente l’espressione tedesca per rendere più plastico un atto minimo, che però con la sua portata sconvolse, da quella del concilio, la storia del mondo – cominciò nella notte tra il 12 e il 13 ottobre all’interno del Seminario francese di Santa Chiara, dove l’arcivescovo di Tolosa (per i suoi “meriti” sarà creato poi cardinale) Gabriel-Marie Garrone, il vescovo ausiliario di Lione Alfred Ancel e altri Prelati non identificati avevano preparato un testo, consegnato poi al cardinale Joseph-Charles Lefebvre (cugino del più noto Marcel), arcivescovo di Bourges (il quale evidentemente non si trovava troppo distante), affinché a sua volta questi lo consegnasse al cardinale Liénart – come di fatto avvenne la mattina dopo – e costui lo leggesse all’inizio della Seconda Congregazione generale, vero avviamento dei lavori conciliari se si considera che la Prima Congregazione era stata aperta e si era esaurita col Discorso d’apertura Gaudet Mater Ecclesia di Papa Giovanni XXIII.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaA parere di Gherardini quel testo non doveva avere nel Liénart il solo destinatario, perché doveva essere anche distribuito tra i Padri, come di sicuro avvenne.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaDunque tutti i circa 2.500 Padri, quella mattina di sabato 13 ottobre 1962, si trovarono ai loro posti, malgrado il loro arrivo in S. Pietro fosse stato contrastato da una pioggia torrenziale. Avevano ricevuto tutte le istruzioni necessarie a esprimere ciascuno il proprio voto (“placet, placet iuxta modum, non placet”) e il Segretario Generale, monsignor Pericle Felici, stava chiarendo ai presenti i tre libretti che avevano ricevuto, illustrativi delle votazioni che ci sarebbero state di lì a poco.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaCome spiega bene il de Mattei, il primo « conteneva una lista completa dei Padri, che erano tutti eleggibili, a meno che non occupassero già altre funzioni », il secondo « recava i nomi di coloro che avevano preso parte alle deliberazioni delle diverse Commissioni del Concilio », il terzo era costituito « da dieci pagine, ognuna delle quali aveva sedici spazi bianchi numerati. I Padri conciliari avrebbero potuto scrivere i nomi dei rappresentanti prescelti per un totale di 160 nomi ».

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaAll’improvviso, senza che nessuno se l’aspettasse (« forse – nota monsignor Gherardini – non se l’aspettava in quel modo neanche il duo Garrone-Ancel che aveva tutto predisposto ») monsignor Liénart, uno dei dieci membri della Presidenza, interrompe l’esposizione del Segretario Generale e chiede la parola al Presidente di turno, il cardinale Tissernat, « per comunicare all’Assemblea – spiega – che non si poteva procedere alla votazione, non sapendo nulla dei candidati da votare ».
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaTisserant risponde negativamente, motivando la negazione con ragioni ineccepibili: « I Padri sono stati convocati semplicemente per votare ». Cambiare la materia dell’ordine del giorno esulava dai compiti dell’Assemblea: era compito strettamente papale.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaA questo punto il cardinale Liénart, con inaudita e giacobina prepotenza, afferra il microfono, e, tra lo stupore della maggioranza, l’indignazione dei più avvertiti, il battimani in automatico delle striminzite ma agguerrite truppe franco-tedesche, istruite poco prima, chiede direttamente ai Padri che la votazione venga rimandata per consentire agli stessi e alle varie Conferenze episcopali di consultarsi sui criteri di scelta e sulla scelta stessa dei candidati alle commissioni.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaA dar man forte all’ariete novatore, nella bagarre generale di quella che avrebbe invece dovuto essere una compassata, rigorosa e religiosa assemblea di presuli di alto e altissimo rango, dal banco della presidenza si alza il cardinale Frings, arcivescovo di Colonia, il quale, affermando di parlare anche a nome dei cardinali Döpfner (arcivescovo di Monaco e Frisinga) e König (Vienna), manifesta il suo deciso appoggio alla richiesta del collega. L’asse franco-tedesco è saldato, e funziona.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaGli applausi aumentano, nota de Mattei, e il cardinale Tisserant propone di chiudere la seduta e di riferire dell’accaduto al Santo Padre.

6. PRIMA CONCLUSIONE: CON I FATTI DEL 13 OTTOBRE 1962,
ANCORA UNA VOLTA SI DIMOSTRA L’ERRONEITÀ DELLA FORMA PASTORALE, E NON DOGMATICA, DEL VATICANO CONCILIO II.

Così finì, dopo meno di un’ora, la prima giornata di lavoro del concilio. E la domanda è: i dieci Presidenti dell’Assemblea, in specie il Presidente di turno Tisserant, il Liénart, il Döpfner, il Frings, il König, questi ultimi tre creati cardinali da Pio XII, non conoscevano forse bene la ratio profondamente ecclesiologica – che noi abbiamo analizzato e che noi abbiamo visto bene quanto fosse pertinente all’unità della Chiesa – del Regolamento conciliare?
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaE così pure: i quasi 2.500 eccellentissimi Padri che riempivano la navata della Basilica apostolica, non erano a conoscenza forse della causa formale di tali motivi? non erano forse tutti quanti Dottori in teologia? E, se sì, erano forse tutti conciliaristi, che acclamarono, se pur di misura, una mozione impregnata di conciliarismo, ossia il cui fondo teoretico era la più grave eresia che si potesse abbattere sulla Chiesa per disgregarla, frantumarla, disperderla, volatilizzarla?
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaAltro che “ispirazione dello Spirito Santo”, come molti si affrettarono poi a favoleggiare e ritengono ancor oggi, oltretutto contraddicendosi: come può Dio prima ispirare a un Papa un concilio e poi la rottura di quel medesimo concilio?

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaLa cosa più grave, annotata da monsignor Gherardini, fu ancora una volta l’atteggiamento autolesionista del Sommo Pontefice Giovanni XXIII, che accolse il resoconto della seduta generale del 13 ottobre come se, scrive con disappunto il teologo, ne fosse stato il patrocinatore: « Dei dieci cardinali che avevan optato per l’inversione tematica della discussione – cioè avevano accettato che si mettesse in discussione ciò che non avrebbe potuto in alcun modo venir messo in discussione, la materia all’ordine del giorno, che si è vista essere di esclusiva competenza del Papa – cinque eran tradizionalisti e cinque progressisti. L’inversione, contro la quale militavan cinque no a fronte di cinque , non poteva dirsi una loro decisione. L’incertezza fu tolta il 14 ottobre da Papa Giovanni, il quale si schierò a favore dei cinque e decise che l’ordine fosse manomesso » (Il Vaticano II cit., p. 128).
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaÈ come se, con quel gesto, Papa Giovanni avesse camminato sopra se stesso; come se, meglio, da se stesso avesse messo a camminare sul proprio dorso il proprio più acerrimo e pericoloso nemico, l’usurpatore del suo Trono unitivo, il filoprotestante e antidogmatico conciliarista.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica E chi era il conciliarista? Era lui stesso, certo, ma poi metà del collegio di Presidenza – Döfner, Frings, König, Lienart, Tisserant –, e la maggioranza, infine, anche se risicata, irrazionale ed emotiva, della stessa Assemblea conciliare. *

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaTutto questo si sarebbe potuto produrre in un concilio dogmatico? Io dico di no. Io sostengo di no. In un concilio dogmatico, come avrebbe dovuto essere ex lege il concilio Vaticano II in quanto concilio ecumenico, cioè in quanto magistero solenne e straordinario, dovendo il Papa esprimere o controfirmare unicamente verità inconfutabili, irreformabili, infallibili, la materia all’ordine del giorno dell’Assise sarebbe rimasta di competenza esclusiva del Papa, il Papa avrebbe fatto pendere la bilancia sul no, avrebbe fatto saltare la congiura e avrebbe deposto dalle loro gravi funzioni i cinque cardinali protestantizzanti e traditori dell’unità ecclesiale.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaA cinquant’anni da quegli eventi, è ora che si guardi in faccia la realtà: il concilio Vaticano II, la cui forma fu inopinatamente voluta “pastorale”, cioè irregolarmente al di sotto della forma con cui si sarebbe dovuto doverosamente aprire, giacché per un magistero universale, solenne e straordinario tale forma magisteriale è solo la dogmatica, come confermato dalla prassi univoca, costante e secolare di tutti e venti i Concili precedenti avutisi nella Chiesa, fin dalle sue prime battute non si condusse “infallibilmente”, ma si inclinò rovinosamente alla fallibilità, e ciò fece pure nel metodo, oltre che nei contenuti, permettendo che si realizzassero rotture formali nel senso di sostanziali, che provvidenzialmente non incisero sulla continuità della Chiesa, e non la interruppero, soltanto perché furono compiute sulla forma storico-pastorale – fallibile – e non su quella che dovevasi, la sovrastorico-dogmatica – assolutamente infallibile –.

7. SECONDA CONCLUSIONE: LA ROTTURA DEL 13 OTTOBRE 1962
È PARADIGMA DI OGNI ALTRA ROTTURA COMPIUTA DALLA CHIESA SULLA DOTTRINA SENZA INTACCARE LA PROPRIA ESSENZA
.

La rottura del 13 ottobre 1962 va considerata paradigma e modello esemplare del metodo con cui è stata o ancora andrà condotta dai novatori ogni altra “rottura a metà” compiuta nella Chiesa, o ancora da compiersi, sulla dottrina, con ciò senza però mai intaccare, come si potrebbe ben temere, la propria essenza, ma strappando e lacerando – e ciò magari anche gravemente – “solo”, si fa per dire, la propria sopraveste storica. Niente di mortale. Tutto quasi mortale.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Mi spiego. Tali accadimenti, che abbiamo chiamato “rotture” – una del metodo e una dei contenuti –, per loro natura avrebbero potuto provocare nella Chiesa quella « rottura delle essenze » di cui parla Amerio (cf Iota unum cit., p. 315 Lindau), se solo la forma del concilio fosse stata riconosciuta quale quella che avrebbe dovuto essere per diritto: “dogmatica”. Infatti in questo caso il livello di magistero impegnato dal Papa – e, attraverso il Papa, dal concilio – sarebbe stato (il condizionale è d’obbligo) il sovrastorico, l’infallibile, e la rottura sarebbe stata – sempre al condizionale – la rovinosa, mortale « rottura delle essenze » che avrebbe dissolto la Chiesa.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica“Sarebbe stata”, dico, perché in realtà è proprio qui che si cela il blocco di ogni infingardaggine antiveritativa e antipapale: come sostengo da anni nei miei scritti, a partire dalla Postfazione a Iota unum edizione Lindau, poi in Il domani – terribile o radioso? – del dogma, quando il magistero impegna l’infallibilità dogmatica, questa impedisce allo stesso di condursi alla rottura con se stesso – questa la grande intuizione di Amerio –, ed è precisamente in ciò il motivo per cui la Chiesa, in occasione di un’assise universale – prima del Vaticano II se ne sono annoverate ufficialmente, in tutto, venti e solo venti –, ha sempre e unicamente utilizzato la forma dogmatica, e ciò senza neanche chiedersi se vi fosse stata una forma adatta allo scopo diversa da quella: perché l’assise universale, al contrario delle diocesane o di ogni altra assise specifica, è voluta e condotta dal Trono più alto, e ciò anche allorché questi non è presente se non per mezzo di legati, come previsto dalle leggi canoniche, sicché, essendo voluta e condotta dal Trono più alto, l’Assise universale è chiamata a giudicare sulle verità più impegnative, ergo anche il grado di insegnamento e di giudizio dev’essere portato al massimo assoluto dell’impegno, posto dal carisma papale di infallibilità.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaInfatti la forma dogmatica blocca sul nascere ogni infiltrazione ateoretica, cioè erronea, perché la forma dogmatica è particolarmente assistita dallo Spirito Santo per quattro motivi: in primo luogo per l’universalità sia del ruolo esercitato dal Trono più alto nell’occasione, sia del soggetto cui esso si rivolge (la Chiesa universale), poi per l’importanza della materia trattata (di fede o di morale), infine per l’esplicitazione inequivocabile della volontà del Sommo Pontefice di impegnare al massimo il suo magistero, applicando il carisma.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaIl blocco dogmatico impedisce dunque errori ed equivoci, e con essi impedisce l’ameriana « rottura delle essenze ».
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaLa forma pastorale non assolve a tale funzione, perché non è pensata per essa, ma per rispondere, piuttosto, a un altro e altrettanto importante compito del magistero della Chiesa, se pur meno impegnativo, ma non per ciò meno doveroso e necessario: quello di affrontare tutte quelle materie dove l’impasto della sovranatura con la natura, dell’eterno con il tempo, dell’essenza con la storia, del ferro con l’argilla, insomma: del divino con l’umano, mette fuori gioco o almeno in difficoltà la garanzia assoluta della purezza della non-contraddizione e dell’immacolatezza della verità a priori.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaIl Codex Iuris Canonici, per esempio, è magistero altissimo, ma non per ciò irreformabile (pur se taluni così lo pretendono), tant’è che quello del ’17, intanto è appunto del ’17, poi fu riformato nel ’63. Le lettere encicliche papali di norma non sono irreformabili, non sono magistero infallibile, proprio perché normalmente non impegnano – e non vogliono impegnare – le quattro condizioni sopra viste.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaNaturalmente la forma pastorale dovrebbe essere moralmente conseguente e perfettamente obbediente alla dogmatica, come il frutto è obbediente all’albero che lo produce: essa obbliga moralmente chi la esercita a essere conforme al principio di non-contraddizione per quel che è permesso all’umano intelletto, posto che nella materia su cui è esercitata, per esempio il diritto canonico, affrontata dal Codex Iuris Canonici sopraddetto, possono insistere elementi circostanziali non sempre e non comunque in tutto prevedibili dal redattore.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaNegli ultimi cinquant’anni non è stato più così, perché la somma Autorità della Chiesa che si è susseguita dal concilio in qua ha voluto utilizzare il livello di magistero che non blocca, ma sblocca, la fallibilità, per fini che esulano dal motivo strettamente logico-veritativo per cui è necessaria la sua esistenza, motivo che è stato ora descritto ma che ripetiamo: non tutte le verità della Chiesa possono essere di origine soprannaturale, eterne, a priori, in specie le verità che riguardano diritto e casistica, conduzione del mondo e scelte in ordine alle circostanze storiche, tutte cose passibili di non volute incompletezze o imperfezioni umane poste dal livello ipotetico e non “assolutamente”, ma solo “relativamente” veridico, su cui lavora tale insegnamento.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaIl livello pastorale e fallibile cui appartengono queste verità religiose è e resta necessario per non ascrivere a infallibilità ciò che natura sua è fallibile. Peraltro la fallibilità di tale livello è relativa, non assoluta, nel senso che non è affatto scontato che le verità espresse non siano perfettamente vere in ogni loro parte, e tale è infatti il desiderio profondo di chi lo esercita, e la storia della Chiesa mostra un gran numero di documenti magisteriali assolutamente veridici in ogni loro parte pur essendo stati formalizzati al grado solo pastorale e non dogmatico, sicché esso resta sempre prezioso e salutare per la salvezza delle anime proprio a causa dell’intenzione pura, santa, moralmente altissima ed essa sì immacolata, data dalla tensione della Chiesa a volere la salus animarum così come la vuole Cristo, ossia a costo anche dell’effusione del sangue.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaQuesto il motivo che ha sempre reso il terzo livello di magistero, o magistero “pastorale”, in tutti i secoli, sempre e per tutti gli uomini adeguato ai primi due, ai “dogmatici”, e, come questi, sempre e per tutti puro, di fatto infallibile anche se fallibile: perché moralmente è sempre scattata nei suoi confronti l’opzione di purità, di immacolatezza di intenzione, necessaria al magistero operante per poterlo utilizzare senza macchiarsi di colpa davanti a Dio e al suo Cristo, ma sempre con animo netto di Pastori integerrimi. La purità di intenzione è determinata dall’obbedienza: il livello pastorale obbedisce al dogmatico. Così è stato per secoli, a gloria della Chiesa.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaIl banale, goffo escamotage dei “difensori spinti” del Vaticano II, è tutto qui: nell’obbedienza. Al domenicano Cavalcoli, per esempio (ma, uno per l’altro, si potrebbe citare S. E. monsignor Agostino Marchetto, o il suo collega monsignor Luigi Negri, o monsignor Fernando Ocàriz, o S. E. R. il cardinale Scola, e così pure tanti altri religiosi e anche altissimi prelati volonterosi come costoro, i quali – qualcuno persino apprezzabile per le sue molte e molto rigorose opere a favore del dogma e della sua specificità contro le troppe eresie serpeggianti nella Chiesa –, davanti al mito del Vaticano II non si riconoscono più), dicevo dunque che al domenicano Cavalcoli (a Marchetto, a Negri, a Ocàriz, a Scola, o a chissà chi altro) pare facile sostenere che « per un cattolico non è possibile che le dottrine di un Concilio ecumenico portino fuori dalla verità insegnata dalla Tradizione » (Giovanni Cavalcoli, Risposta a “La Tradizione cattolica”, in Riscossa cristiana, 7-9-11).
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaSi costruisce una falsa verità – l’impossibilità di un Concilio ecumenico di insegnare dottrine fuori della Tradizione – su un rozzo scambio di termini, su una patetica falsificazione, per la quale un bravo cattolico limpidamente crede che un Concilio ecumenico sia, in quanto tale, “dogmatico” come dev’essere, con le sue brave prerogative e assicurazioni assolute portate dalla sua presunta – si badi bene: presunta – dogmaticità, mentre ora questo specifico concilio qui del Vaticano II è invece solo “pastorale”, privo di quelle prerogative e assicurazioni assolute date da quel grado dogmatico che non ha, essendo carico solo di prerogative e assicurazioni morali, il che, teoricamente, dovrebbe bastare, ma non basta affatto, se si considera la possibilità degli uomini – pecorelle, Pastori o Troni più alti che siano – di deviare dalla via segnata dalla logica o dal legame obbedienziale esigito moralmente; nel primo caso, semplicemente, di sbagliare (e Manzoni segnala diverse cause a tale fallibilità, v. Il domani del dogma, pp. 189-90); nel secondo, di peccare. Che è proprio ciò che in questo deprecabilissimo caso, come visto, è disgraziatamente successo.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaChe tristezza: cinquant’anni delle più irrazionali, incomprensibili e pure sgradevoli novità dottrinali, cinquant’anni fondati tutti sulla convinzione che basti dire “obbedienza” per dire tutto.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaQuesto è massimalismo. È l’errore cioè di portare al livello massimo anche ciò che è a livello medio o addirittura minimo. In ciò consiste appunto il “massimizzare”.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaMassimalisti sono i sedevacantisti, da una parte, ma pure coloro che i sedevacantisti getterebbero nella polvere: i Cavalcoli, i Marchetto, i Negri, gli Ocàriz, e tutti i difensori a oltranza del Vaticano II, fino ai più alti livelli, gli uni e gli altri dimostrandosi utilizzatori dello stesso identico argomento: il 3° livello di magistero, il fallibile e reformabile livello pastorale, avrebbe di fatto le stesse prerogative e gli stessi effetti del 2° e del 1°, gli infallibili e irreformabili livelli dogmatici. E, tra parentesi, si faccia caso che non è affatto strano che sedevacantisti e “vaticansecondisti” – chiamiamoli così –, nei loro due parimenti illogici ma ben opposti estremismi si trovino loro malgrado avvinghiati entrambi all’unico e identico argomento massimalista, poiché entrambi utilizzano, se pur per due opposti fini, l’unico passaggio utilizzabile, quello che lega il 2° al 3° livello, che è a dire l’unico anello “molle”, ma, ben per questo, delicatissimo, della sacra catena magisteriale: il passaggio di obbedienza morale tra Essenza divina e sopraveste storica. Ma se le cose stessero davvero come gli uni e gli altri pretendono che stiano, ma non stanno, a cosa si deve e a cosa serve la diversa gradazione tra 2° e di 3° livello?

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaInfatti l’assioma del Cavalcoli e degli altri tanti e tanto eroici difensori di un concilio-trappola – « il Magistero è interprete infallibile della Tradizione » (Idem) –, dove si dice « Magistero » ma si deve leggere “Vaticano II”, è un assioma valido a metà, cioè nullo, almeno per chi è ancora capace di distinguere tra fallibile e infallibile, tra dovere morale e dovere ex lege.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica L’assioma corretto è: il Magistero è interprete infallibile della Tradizione quando è infallibile; quando invece è fallibile, ne è interprete fallibile.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaIl motivo per cui dal Vaticano II in poi fu utilizzata la forma pastorale non era più quello che di tale forma causava teoreticamente e nitidamente la necessità, ma era quello di poter insegnare dottrine di rottura senza arrivare alla rottura, di portare nella Chiesa le novità della Nouvelle Théologie e di altre simili Scuole filoprotestantiche e antropocentriche senza causare la « rottura delle essenze » che ne sarebbe seguita, in tal modo aprendo nell’ermeneutica (= interpretazione) del concilio una terza via oltre le due classiche elencate nel Discorso alla Curia Romana da Benedetto XVI nel 2005, sicché, accanto all’ermeneutica “della rottura” e a quella “della riforma nella continuità”, è necessario delineare una ameriana ermeneutica di “equivoca rottura de facto e continuità de voce”, ben più realistica delle due concorrenti, poiché ambedue queste sono del tutto impossibili ad aversi: l’una perché se si avesse non si avrebbe più la Chiesa, l’altra perché se si avesse non si avrebbero le novità dottrinali uscite dal Vaticano II in poi.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaCon il terzo tipo di ermeneutica, che però è l’unico vero, ossia è l’unico corrispondente alla realtà, la nascosta e inevidente equivocità su cui si regge permette alla Chiesa di esistere senza traumi mortali nella sua essenza soprannaturale, lasciando rovinare e frantumare “solo” la sua sopraveste storica con una falcidie di scandali teoretici e pratici sempre più sanguinosi, così permettendo ai novatori di propalare l’antropocentrismo sostenendo “solo” che è “un diverso modo di presentare” – questo il refrain dei novatori per mascherare la realtà – il santo teocentrismo.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaMa provate a dire ai Pastori di avere il coraggio di passare al crogiuolo dogmatico una qualsiasi delle loro novità dottrinali, a scelta, e vedrete che fuoco: nulla brucia come il legno secco. Tutta legna da ardere, la loro, e lo sanno. Sicché non ci proveranno mai: conoscono troppo Elia e la fine che fecero i sacerdoti di Baal per non tenersi lontani dal crogiuolo del dogma come il diavolo dall’acquasanta.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaLe conseguenze di tale immane equivoco è comunque sotto gli occhi di tutti: Dio non può essere ingannato impunemente. Al posto delle “novità” sta ardendo la Chiesa. Il fuoco delle depravazioni, delle divisioni, delle eresie covate, delle liturgie blasfeme, di quelle ingiustamente proibite, sarà sempre più alto: fino a quando non torneranno a bruciare le dottrine da bruciare, a bruciare sarà la Chiesa che le coltiva. 

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaIl Regolamento del concilio Vaticano II era, nella sua necessità di norma metodologica, chiara direttiva di grado pastorale. Non poteva essere altrimenti. Esso, in quanto tale, obbediva alle norme dogmatiche che lo informavano, preposte a salvaguardare le competenze del Papa da ogni possibile ingerenza conciliarista, pericolosa proprio in un concilio.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaCon lo stesso metodo con cui fu realizzata la rottura della legalità conciliare – 1): innesto di una finta e nuova necessità da considerare, 2): sua copertura data da una forma magisteriale non infallibile (la pastorale, ex lege obbediente alla dogmatica, ma de facto aperta alla disobbedienza), 3): avallato sempre, se non proposto, dal Trono più alto – furono poi realizzate altre rotture, non più specie sul metodo, ma in tutto sostanziali: sulle due Fonti della Rivelazione; sul potere supremo del magistero, o collegialità; sulla libertà religiosa; sulla dottrina dei tre Monoteismi; sugli Ultimissimi, eccetera.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaLa rottura del Regolamento del 13 ottobre 1962 fu il paradigma, il modello esemplare di ogni altra e più vistosa rottura: essa ha mostrato che la Chiesa controllata e condotta dai novatori anche ai livelli più alti era facilmente convogliabile nei nuovi campi fioriti, improntati fondamentalmente a un falso concetto di ecumenismo, a un idealistico e immanentistico concetto di unità e di pace, ideati da quei Pastori-novatori per adattare la Chiesa alla nuova loro visione ecclesiologia nata dalla Nouvelle Théologie preconciliare: una visione antropologica, non più teocentrica, come in nuce era la visione ecclesiologica conciliarista che aveva informato l’atto rivoluzionario e antipapale del cardinale Liénart.
 Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaQuella rottura, già paradigmatica di ogni successiva, è però arbusto di una radice che la precede e che va cercata nella assolutamente prima rottura costituita dalla scelta della forma “pastorale” data al Vaticano II da Papa Giovanni XXIII.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Ma questa è un’altra storia (v. Il domani del dogma).

Enrico Maria Radaelli

Milano, 22 giugno 2013
San Paolino da Nola, vescovo


Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica* Qualcuno sostiene che con l’avallo del Pontefice regnante il sopruso fu di fatto come cancellato, dunque la mia tesi di fondo sarebbe inconsistente.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Aggiungo qui allora, a precisazione di ciò che ritenevo francamente essere desumibile e implicito dalla precisa esposizione data della sequela dei fatti, che, l’avallo del Pontefice, ben successivo all’atto delittuoso del suo suddito e sottoposto cardinale Liénart, non smacchia il gesto gravemente illegale del Francese, in quanto atto precedente il giudizio del Pontefice e completato in ogni sua parte.

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaSi potrebbe dire anche che il Papa, come un direttore di un qualsiasi ufficio, si sia assunto la responsabilità di un proprio dipendente infingardo che aveva compiuto una ruberia nell’ufficio, facendo proprio il risultato cui portava l’atto di ruberia, così scagionandolo della sola sanzione. Ma l’atto cattivo del dipendente, in se stesso, resta.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaNel caso del Papa, la cosa assume altra colorazione perché il primato petrino gli consente di variare regolamenti e procedure, ma anche tale potere non cancella, in termini etici, la scorrettezza precedente (e tutta compiuta) del “dipendente” cardinale Liénart.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaPossiamo ancora paragonare la vicenda a quella di un peccatore al quale, dopo la confessione, si cancella il delitto di colpa, mantenendosi, però, il delitto di pena.
Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolicaDunque l’« abuso interpretativo » lo rimando a chi, come il cardinale Scola e tutti i sunnominati esegeti del Vaticano II, insiste in un’interpretazione massimalista e falsata di quella drammatica Assise.

EMR

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